Concetti Chiave
- Il poema epico-cavalleresco trovò grande successo tra i ceti popolari, caratterizzandosi per racconti in versi recitati nelle piazze da giullari e girovaghi, con temi di amore e comicità.
- Luigi Pulci, con il suo "Morgante", avvicinò l'opera ai cantari attraverso un racconto ironico e grottesco, integrando influenze di Cecco Angiolieri e Burchiello.
- Pulci, fiorentino e legato a Lorenzo de Medici, fu noto per il suo umore bizzarro; la sua opera si distingue per la fusione di toni burleschi con elementi seri e pensosi.
- Il "Morgante" di Pulci è un'opera pensata per l'ascolto, caratterizzata da una narrazione non lineare, episodi apparentemente casuali, e una familiarità che riduce l'eroica dignità dei paladini.
- Il linguaggio del "Morgante" è ricco di dialetto toscano e modi di dire, deformato in termini beffardi e corrosivi, rendendolo un'opera di poesia popolare e dialettale tipicamente fiorentina.
Il successo dei racconti cavallereschi
Negli ambienti popolari e poco colti il racconto delle avventure di cavalieri e paladini riscontrava un grande successo. Essi sono dei componimenti narrativi in versi, preferibilmente ottave, recitati dai giullari o dai girovaghi nelle piazze. In questi componimenti troviamo la fusione tra i personaggi del ciclo carolingio, come Carlo Magno, Orlando e l’atmosfera tipica del ciclo bretone.
Il pubblico di questi racconti era quasi sempre non colto, quindi proveniente dagli ambienti popolari e campagnoli; inoltre, prendono di nuovo forma i motivi dell’amore (quasi scomparso in epoca carolingia) e della comicità, soprattutto grazie ai giullari che rendevano quasi buffonesca la narrazione.
Le opere più importanti di questa fase letteraria sono la Spagna in Rima, il Rinaldo da Montalbano e l’Orlando che Luigi Pulci prese come modello per la sua opera principale, il Morgante. E’ in questo periodo che si sviluppa il dialogo tra autore e pubblico, soprattutto a opera dei poeti colti come Pulci, Boliardo e Ariosto che inoltre riprenderanno le vicende epico-cavalleresche, dando vita a una veste letteraria nuova e indirizzandole a un pubblico diverso, cortigiano e di condizione elevata.
LUIGI PULCI
L'influenza di Luigi Pulci
Rispetto a Boiardo e Ariosto, l’opera che più si avvicina a quelle dei cantari è il Morgante di Luigi Pulci che riprende gli intenti giocosi e ironici tipici della tradizione borghese fiorentina. Oltre a ciò, Pulci aggiunge anche influenze di Cecco Angiolieri e d Burchiello, con contenuti grotteschi e molta deformazione caricaturale. Il racconto delle avventure cavalleresche diventa anche un’occasione per il divertimento e l’irriverenza. Pulci nasce a Firenze nel 1432 ed ebbe un insegnamento del latino che non era raffinato come quello degli umanisti. In gioventù legò con Lorenzo de Medici e a corte era considerato un burlone di umore bizzarro. Quando però alla corte medicea arrivarono gli influssi dei filosofi platonici, Pulci continuò sempre più a essere isolato e posto ai margini della vita fiorentina. Morì accusato di magia a Padova, dove venne sepolto in terra sconsacrata.
OPERE
Le opere di Luigi Pulci
Oltre alla Beca da Dicomano, (parodia della letteratura pastorale e amorosa) Pulci scrisse anche la Giostra, anche se la sua opera più importante è il Morgante. L’opera trae il nome dal gigante omonimo che riscuoteva molto successo tra il pubblico. Col Morgante Pulci si riproponeva di riversare nelle leggende dei paladini di Carlo Magno i suoi umori mutevoli e nuovi personaggi. L’opera era pensata per essere ascoltata e non letta, e la narrazione non segue un ordine ben preciso e unitario: gli episodi si succedono in un modo apparentemente casuale, senza legami. Il racconto è di carattere ironico e quasi burlesco, ma soprattutto traspare una complicità e una familiarità con cui vengono trattati i paladini che perdono la loro eroica dignità. Inoltre troviamo una voce narrante e riferimenti a proverbi e novelle. Per questo motivo il Morgante si collega a una tradizione toscana e fiorentina, di poesia borghesemente popolare e dialettale.
Ma non è tutto, infatti, la materia cavalleresca dei giullari da la possibilità a Pulci di sfogarsi con l’immaginazione e cambiare umore, diventando quasi bizzarro. Il poema diventa quindi una fusione di toni buffoneschi e furfanteschi che però non tralasciano qualcosa di serio e pensoso. Alla varietà dei contenuti si aggiunge varietà anche nel linguaggio: un sottofondo di toscano parlato, dialettale e ricco di modi di dire che però è deformato con forza, a formare termini beffardi e corrosivi.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto in cui i racconti cavallereschi hanno avuto successo?
- Quali sono le opere più importanti di questa fase letteraria?
- Come si distingue l'opera di Luigi Pulci rispetto a quelle di Boiardo e Ariosto?
- Qual è l'importanza del Morgante di Luigi Pulci?
- Quali elementi caratterizzano il linguaggio del Morgante?
I racconti cavallereschi hanno avuto grande successo negli ambienti popolari e poco colti, dove venivano recitati da giullari o girovaghi nelle piazze, fondendo personaggi del ciclo carolingio con l'atmosfera del ciclo bretone.
Le opere più importanti di questa fase letteraria includono la Spagna in Rima, il Rinaldo da Montalbano e l'Orlando, che Luigi Pulci prese come modello per il suo Morgante.
L'opera di Luigi Pulci, il Morgante, si avvicina di più ai cantari con intenti giocosi e ironici, influenzata da Cecco Angiolieri e Burchiello, con contenuti grotteschi e caricaturali.
Il Morgante è l'opera più importante di Pulci, caratterizzata da un racconto ironico e burlesco, con episodi apparentemente casuali e una narrazione che riflette la tradizione toscana e fiorentina di poesia popolare e dialettale.
Il linguaggio del Morgante è caratterizzato da un sottofondo di toscano parlato, dialettale e ricco di modi di dire, deformato con forza per creare termini beffardi e corrosivi, mescolando toni buffoneschi e furfanteschi con elementi seri e pensosi.