Concetti Chiave
- Il termine "avanguardia" originariamente indicava una pattuglia di soldati in avanscoperta, acquisendo poi un significato politico nell'800 e venendo associato ai movimenti artistici del 900 come futurismo, dadaismo e surrealismo, che miravano a rompere con le tradizioni culturali del passato.
- I movimenti d'avanguardia, come il futurismo di Marinetti, si caratterizzano per valori di velocità, dinamismo e attivismo, celebrando la guerra e rifiutando sensibilità romantica e decadente, con una forte critica al mercato culturale tradizionale.
- Il futurismo introduce innovazioni linguistiche, come la teoria delle "parole in libertà", che sostituisce la sintassi tradizionale con una struttura più libera, usando analogie, sinestesie e onomatopee per esprimere una dinamicità complessa.
- Italo Svevo, nato Aron Hector Schmitz, è un autore triestino la cui opera è influenzata da una ricca cultura filosofica, tra cui Schopenhauer e Nietzsche, e da incontri con personalità come James Joyce e l'ideologia psicoanalitica di Freud.
- Nel romanzo "La coscienza di Zeno", Svevo esplora la psicologia del protagonista Zeno Cosini attraverso una narrazione non lineare che mescola piani temporali, usando la malattia come metafora per criticare la società borghese e i suoi valori.
Indice
- Origini e significato dell'avanguardia
- Manifesto del Futurismo e ideologie
- Innovazioni e tecniche del Futurismo
- Filippo Tommaso Marinetti e il Futurismo
- Italo Svevo: vita e influenze
- Opere e carriera di Svevo
- Influenze filosofiche e letterarie di Svevo
- La coscienza di Zeno: struttura e temi
- Zeno Cosini: un inetto consapevole
- Critica sociale e ironia in Svevo
Origini e significato dell'avanguardia
Il termine “avanguardia” indica la pattugli di soldati che va in avanscoperta; viene usata nell’800 in senso politico mentre agli inizi del 900 viene usata per la prima volta a proposito di movimenti quali: il futurismo, dadaismo, surrealismo ecc.
Questi gruppi si propongono compiti di rottura e di rifiuto della traduzione culturale del passato —> attuando una sorte adì “rivolta” che vuole colpire al cuore le ideologie dominanti. L’intenzione è un rinnovamento totale della società, tanto che uno dei manifesti futuristi si proporrà come obiettivo una ricostruzione futurista dell’universo; lo scrittore d’avanguardia contesta l’intero sistema del mercato culturale, accusato di trasformare il prodotto artistico in merce.
L’Avanguardia si attribuisce un —> ruolo di intervento ideologico e politico.
Da questa volontà di rottura nasce anche l’esigenza di unirsi in gruppi alla ricerca di una maggiore forza d’urto e formulare programmi (i manifesti).
Manifesto del Futurismo e ideologie
Il futurismo si diffuse ben presto nel mondo, in Italia la prima città è Milano, il 20 febbraio 1909 Filippo Tommaso Marinetti scrive il manifesto del futurismo in cui formula il suo programma di rivolta contro la cultura del passato.
Valori: velocità, dinamismo, sfrenato attivismo, considerati come distintivi della moderna realtà industriale che ha il suo emblema nel mito della macchina.
I futuristi aderiscono a ideologie di tipo militarista e nazionalista che celebra la guerra come “sola igiene del mondo”.
La polemica si staglia contro la sensibilità romantica e decadente, ritenuta espressione di una civiltà ormai superata.
Innovazioni e tecniche del Futurismo
Innovazioni: il futurismo respinge ogni forma di causalità e consequenzialità, sostituendo l'impianto logico del pensiero, una forma più sintetica e abbreviata—> l’analogia.
Accostando e assimilando realtà diverse e lontane fra loro, anche attraverso l’uso della sinestesia e dell’onomatopea.
La forma stessa della parola deve suggerire visivamente e concretamente le immagini di una dinamicità complessa, per dare una voce autonoma alla relazione tra le cose. Il rifiuto della logica tradizionale ha anche il proposito di distruggere la sintassi che riflette l’ordine consequenziale di un pensiero concatenato. Vengono anche aboliti gli elementi di interpunzione che scandivano i rapporti interni della frase con l’intento di di suggerire il fluire ininterrotto delle sensazioni.
Alla distruzione della sintassi si sostituisce la teoria delle parole in libertà che consiste nel disporre i “sostantivi a caso, come nascono”; la parola vale non solo per l’immagine mentale che suggerisce ma anche come segno visibile destinato a produrre sensazioni acustiche o tattili.
La poetica futurista opera così una fusione o compenetrazione tra i diversi linguaggi artistico ed espressivo.
Filippo Tommaso Marinetti e il Futurismo
Filippo Tommaso Marinetti: nasce in Egitto, a Parigi si laurea in giurisprudenza, nel 1909 sceglie un importante giornale “le figaro” per pubblicare il manifesto futurista; nel 1912 pubblica un ulteriore manifesto in cui definiva i procedimenti della scrittura letteraria essenziale ed analogica. Marinetti aderisce all’ideologia dell’attivismo e del dinamismo, esalta anche l’impresa libica, schierandosi su posizioni interventiste prendendo parte alla prima guerra mondiale. Aderisce al fascismo trasformandosi in un intellettuale di regime; morirà in guerra nel 1944.
Opere: sono numerose e riguardano i più diversi generi letterari; compie un passaggio dal simbolismo alla ricerca analogica e fonosimbolica, con la trasformazione del verso libero nella composizione delle “parole in libertà”. Inoltre la sua concezione di uno spettacolo analogico e sintetico sarà un punto di riferimento essenziale per il teatro d’avanguardia.
Autore diverso da tutti gli altri.
Italo Svevo: vita e influenze
“Italo Svevo” è uno pseudonimo (Aron Hector Schmitz).
Nasce a Trieste, che all’epoca apparteneva all’intero austro ungarico, dove la lingua ufficiale era tedesca. Nasce nel 1861 e vedrà il passaggio di Trieste all’Italia (1918); vive in un territorio di confine ricco di culture diverse e lingue diverse.
Oltre al contesto in cui vive Svevo è di origine ebraica (entrambi i genitori ebrei) per questo riceve anche l'influsso della cultura ebraica.
Il padre fa il commerciante e vorrebbe che il figlio seguisse le sue orme, infatti lo manda in un collegio in Germania. Tornato a Trieste intraprende studi superiori di tipo commerciale e inizia subito la sua carriera lavorativa.
Nel 1880 la banca del padre fallisce , allora Svevo terminati gli studi va a fare l’impiegato di banca, presso una filiale di banca austriaca (per 20 anni circa), e la vita di un impiegato di banca la racconterà nel suo primo romanzo.
Opere e carriera di Svevo
Le sue opere saranno tutte di carattere autobiografico:
il 1’ romanzo è una vita, nel quale parlerà proprio della vita di un impiegato, di cui narrerà le vicende in terza persona, ma in realtà starà parlando di sé.
A Svevo questa vita però non piace, non sente la vocazione del commerciante ma di avere una vocazione per la letteratura, a cui si dedica nei pomeriggi dopo il lavoro in biblioteca (dove da autodidatta si leggerà tutti i grandi classici italiani ed europei).
A un certo punto muore la madre di Svevo, e al funerale lui fa un incontro importante con una donna che diventerà sua moglie: Livia Veneziani (figlia del signor Veneziani che fondò e gestì un'azienda molto ricca che di vernici per le navi, membro di una famiglia alto borghese). Questa unione costituisce un salto di qualità per Svevo, gli viene offerto anche un lavoro come dipendente nella ditta del suocero, con il ruolo di manager.
Svevo andrà per lavoro spesso in Inghilterra, sempre mantenendo la passione personale della letteratura che lui coltiva indipendentemente dal proprio lavoro, elemento di novità rispetto agli altri autori (di solito erano intellettuali o insegnanti o vivevano di rendita).
Dentro di sé la componente umanistica si scontra col mondo borghese in cui viveva.
Famoso per i tre romanzi che ha pubblicato:
- Una vita (1892)
- Senilità (1898)
- La coscienza di Zeno (1923)
Romanzi autobiografici in terza persona, con un personaggio maschile, i protagonisti sono inseriti in una società borghese industriale e capitalista dove ma non riescono ad essere soddisfatti (collegamento Schopenhauer, seconda industrializzazione, società di massa, prima guerra mondiale, Freud).
I personaggi di Svevo possono essere definiti come degli inetti che rimuginano sulle loro sofferenze, sul fatto che sono incompresi. Personaggi che ci fanno rabbia perché si sentono sempre fuori posto e non fanno niente per cambiare le cose, costruendosi tutta una serie di scuse e autoinganni.
Nessun romanzo ha successo, perciò è costretto a continuare il suo lavoro da commerciante.
Per tutta la guerra mondiale non scriverà più niente. Durante la prima guerra la ditta viene requisita per sfruttarla unicamente per scopi bellici, perciò nel tempo libero ritorna la sua passione per la letteratura che darà vita al suo capolavoro che inizia a scrivere nel 1919 la coscienza di Zeno (pubblicato in 1923).
Durante il periodo di stop letterario Svevo incontra due personalità che influenzeranno ciò che scriverà dopo.
James Joyce, come lo conosce? Deve andare in inghilterra per lavoro, per andare deve imparare l’inglese, e a quel tempo a Trieste si trovava James Joyce che insegnava inglese. I due diventano molti amici, così tanto che Svevo gli farà leggere i suoi due romanzi, mentre Joyce gli farà leggere la sua raccolta Dubliners per avere l’uno dall’altro i loro pareri.
Joyce dura che i suoi romanzi sono dei capolavori, anche per questo Svevo sarà spinto a tornare a scrivere.
Sigmund Freud , come lo conosce?
Il cognato di Svevo è andato a Vienna dove incontra Freud, Svevo attraverso il racconto del cognato rimarrà affascinato dalla psicoanalisi, come metodo conoscitivo (cit.“bella questa psicanalisi ma più per i romanzieri che per gli ammalati”); ritiene che sia d’efficace più per scrivere che per curare.
Nel 1928 subisce un incidente mortale e muore, godendosi poco il successo e l’approvazione.
Influenze filosofiche e letterarie di Svevo
Alla base dell’opera letteraria di Svevo c’è una robusta cultura filosofica. Il pensatore che ebbe un peso determinante fu Schopenhauer, il quale avvertiva un pessimismo radicale indicando come unica via di salvezza la rinuncia alla volontà di vivere e la contemplazione ascetica.
Considera anche F. Nietzsche, da cui trasse l’idea che il soggetto non è una unità ma una pluralità di stati in fluido divenire.
Altro grande riferimento fu Darwin autore della selezione naturale e della lotta per la vita.
Da Schopenhauer sviluppa il carattere effimero e inconsistente della nostra volontà e dei nostri desideri, difatti nei suoi romanzi e racconti mira sempre a smascherare gli autoinganni dei suoi personaggi a smontare i loro alibi.
Da Darwin è indotto a presentare il comportamento dei suoi eroi come prodotto di leggi naturali immodificabili, non dipendenti dalla volontà.
In tal modo arriva a mettere in luce la responsabilità individuale dell’abile e arriva ad assumere un atteggiamento acutamente critico. Ad assumere questo atteggiamento critico Svevo fu anche aiutato dal pensiero marxista e dalla vicinanza al socialismo. Dai suoi romanzi possiamo desumere che da quella corrente di pensiero egli trasse la chiara percezione dei conflitti di classe della società moderna, soprattutto la consapevolezza del fatto che tutti i fenomeni, compresa la psicologia individuale, sono condizionati dalla realtà delle classi.
I conflitti e le ambiguità dei suoi eroi non sono i conflitti dell’uomo in assoluto ma del borghese di un determinato periodo della storia sociale.
Del marxismo infatti Svevo preferì prospettive di tipo utopistico.
Problematico fu il rapporto di Svevo con la psicoanalisi, verso Freud lo spingeva l’interesse per le tortuosità e ambivalenze della psiche profonda MA non apprezzo la psicoanalisi come terapia ma la apprezza come strumento conoscitivo e narrativo.
I maestri letterari: a livello letterario fu influenzato dai grandi romanzieri realisti ( Balzac , Stendhal, Flaubert); ma anche la conoscenza dei romanzieri naturalisti (Zola in particolare) e i grandi umoristi inglesi (Swift Dickens Sterne).
La lingua: la sua prosa è lontana dal “bello scrivere” della tradizione letteraria italiana caratterizzato da un lessico; questo perché ? La sua lingua era il dialetto triestino in più conosceva il tedesco, e tracce dei costrutti della lingua tedesca si riconoscono nella sua scrittura. La sua prosa è molto efficace nel rendere le tortuosità labirintiche della psiche in cui si addentra la sua ricerca.
Alcune caratteristiche:
- tende a riprodurre il modo di esprimersi dei personaggi;
- domina il discorso indiretto libero;
- linguaggio tipico di un borghese triestino che usa l’italiano;
- ricerca stilistica sofisticata.
La coscienza di Zeno: struttura e temi
1923, terzo romanzo di Svevo, nel quale abbandona la matrice naturalistica e si focalizza invece sui personaggi e adotta soluzioni nuove.
Per gran parte la coscienza è costituita da un memoriale o confessione autobiografica che il protagonista Zeno Cosini scrive sotto consiglio del suo psicanalista, il dottor S. L'autore spiega come il dottore abbia pubblicato tale manoscritto per vendicarsi del paziente che, improvvisamente, aveva interrotto la sua cura proclamandosi egli stesso guarito. Al testo come memoriale si aggiunge infine una sorta di “diario di Zeno”, in cui Zeno spiega il suo abbandono alla terapia e si dichiara sicuro della sua guarigione in conseguenza ai suoi successi commerciali durante la guerra.
Narrazione: Il romanzo è narrato dal protagonista stesso, dietro la finzione narrativa dell'autobiografia e del diario.
Trattamento del tempo: è un particolare innovativo, Svevo lo chiama “tempo misto”. Nonostante il racconto sia autobiografico gli eventi non si susseguono cronologicamente ma si susseguono in un tempo soggettivo che mescola piani e distanze, in cui il passato riaffiora continuamente e si intreccia col presente.
Il narratore è interno ripercorre la vita di Zeno come fosse un enorme flashback; la narrazione non è lineare, si procede per nuclei tematici.
Struttura: si spezza in tanti momenti distinti.
La ricostruzione di Zeno del suo passato si raggruppa attorno a temi fondamentali, a ciascuno dei quali è dedicato un capitolo.
Nella prefazione dell’opera parla il dottore di Zeno Cosini, il dottor S (forse Sigmund Freud) che gli consiglia di scrivere come terapia, ma il paziente non porterà a termine il percorso, perciò il dottore per vendicarsi pubblicherà questo diario con i segreti del paziente, col fine di metterlo in ridicolo.
L’opera è focalizzata sulla psicologia del protagonista.
Zeno è un inetto, consapevole di esserlo, che non riesce a svincolarsi dal vizio del fumo.
Primo nucleo tematico: dipendenza dal fumo, crede che questo sia il suo unico problema. Ma ciò fa emergere altre problematiche come il rapporto con suo padre (lui inizia a fumare trovando mezzo sigaro del padre da piccolo. Il rapporto col padre è costituito più da odio che d’amore, tanto che il padre in punto di morte gli tirerà uno schiaffo.
Matrimonio: Zeno prende moglie così, conosce un signore Giovanni Malfenti un uomo realizzato con una numerosa famiglia un attivo borghese commerciante, tutto il contrario di Zeno, perciò Zeno non si sente realizzato. Conoscendo questo uomo diventerà il suo punto di riferimento, e conoscerà le sue tre figlie, e si innamora della seconda. In realtà all’inizio si innamora di Ada (la prima) che non lo ricambia ma poi si innamora di Alberta (la seconda) ma va male anche con lei, perciò si butta su Augusta (la terza) che sposerà.
Nevrosi:che non affronta direttamente.
Amante: Augusta è per Zeno la classica figura materna, la vede come una madre, perciò si verificherà una scena di adulterio in cui si troverà un amante molto più giovane e bella, chiamata Carla.
Le vicende: il protagonista-narratore è un inetto, che conduce una vita oziosa e scioperata. Suo padre non ha la minima stima per lui considerandolo immaturo. Il rapporto col padre è contrastante poiché Zeno gli vuole bene ma non fa altro che deluderlo con il suo ozio e i suoi fallimenti; anche il vizio del fumo, a cui Zeno collega molti sensi di colpa, conserva nel profondo inconscio lo stupita contro il padre e il desiderio di sottrargli le sue prerogative virili e farle proprie (inizia a fumare proprio rubando il sigaro del padre).
Dopo la morte del padre, Zeno sente ancora il bisogno di avere una figura che lo sostituisca, e la trova in Giovanni Malfenti, ricco uomo d’affari abile nella sua attività e dominatore di donne, diventa il suo punto di riferimento, ciò a cui lui non arriverà mai, e per sentirlo ancor di più come “padre” decide di sposarne una delle tre figlie, la più brutta a sua detta, Augusta.
Augusta si rivela la donna di cui Zeno ha davvero bisogno, affettuosa, sicura e in grado di essere quasi una madre per lui.
Zeno Cosini: un inetto consapevole
Zeno: è malato, la sua malattia è la nevrosi; e lui riconosce la causa di ogni suo male soltanto nel fumo. La sua vita è costellata infatti di tanti tentativi per fermare la sua dipendenza, convincendosi che placando quest’ultima potrà avviarsi verso la salute sia fisica che morale.
Alla moglie Zeno affianca una guidante amante, Carla (una ragazza povera che lui finge di proteggere in modo paterno), tuttavia il rapporto con lei è difficile e ricco di sensi di colpa.
Zeno ha l’obiettivo di voler entrare a far parte della società borghese, diventando prima un padre di famiglia poi un accorto uomo d’affari: perciò si propone come collaboratore dell’associazione fondata dal cognato Guido (marito di Ada). Guido è bell’uomo sicuro di sé e pieno di doti—> incarna il ruolo del rivale.
L’amicizia di Zeno verso di lui in realtà nasconde un odio profondo, tanto che alla morte di Guido, morto suicida, Zeno sbaglierà funerale. Infine una volta anziano Zeno decide di intraprendere la cura, iniziando la stesura del suo memoriale.
Allo scoppio della guerra ha uno slancio sociale a livello lavorativo e basterà questo a fargli auto ammettere che sia guarito (perderà poi tutto alla fine della guerra).
Titolo: potrebbe essere interpretato come “la coscienza che Zeno non ha di se stesso”.
Il narratore, essendo Zeno, è un narratore inattendibile, deforma la realtà continuamente; l’intera narrazione è un grande tentativo di autogiustificazione di Zeno.
Una narrazione rivoluzionale (temi struttura narrazione che non dice la verità su niente).
Malattia e romanzo si mischiano.
Tuttavia ciò che narra Zeno non è una “menzogna intenzionale” ma sono tutti autoinganni determinati da processi profondi ed inconsapevoli della sua psiche.
Critica sociale e ironia in Svevo
La funzione critica di Zeno: nel romanzo Zeno non è solo oggetto di critica ma anche soggetto. Oltre all’ironia su Zeno, il romanzo è percorso dal distacco ironico con cui Zeno guarda il mondo che lo circonda. La malattia costituisce lo strumento straniante nei confronti dei cosiddetti sani e normali.
Zeno, nella sua imperfezione di inetto, è inquieto e disponibile alle trasformazioni, a sperimentare le più varie forme dell’esistenza, mentre i “sani” (i borghesi) sono cristallizzati nella loro rigida condizione.
Proprio perché Zeno vede il mondo da questo punto di vista mobile, può cogliere la veleno che inquina i sani. In Zeno non c’è un consapevole atteggiamento critico verso il mondo che lo circonda ma c’è un disperato bisogno di salute, di normalità e integrazione nel contesto borghese. Zeno finisce in tal modo per scoprire che la “salute atroce” degli altri è anch’essa malattia. Nel personaggio si fondono cecità (verso di sé), e acutezza critica (verso gli altri).
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del termine "avanguardia" e come si è evoluto nel tempo?
- Quali sono i principi fondamentali del Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti?
- In che modo il Futurismo ha innovato le tecniche artistiche e letterarie?
- Quali influenze filosofiche e letterarie hanno caratterizzato l'opera di Italo Svevo?
- Quali sono i temi principali de "La coscienza di Zeno" e come si riflettono nel protagonista?
Il termine "avanguardia" originariamente indicava una pattuglia di soldati in avanscoperta. Nell'800, ha assunto un significato politico e, agli inizi del 900, è stato usato per descrivere movimenti artistici come il futurismo, dadaismo e surrealismo, che miravano a rompere con le tradizioni culturali del passato e a rinnovare la società.
Il Manifesto del Futurismo, scritto da Marinetti nel 1909, promuoveva valori come velocità, dinamismo e attivismo sfrenato, celebrando la guerra come "sola igiene del mondo" e opponendosi alla sensibilità romantica e decadente, considerata superata.
Il Futurismo ha respinto la causalità e la consequenzialità tradizionali, adottando l'analogia e l'uso di sinestesia e onomatopea. Ha abolito la sintassi tradizionale e la punteggiatura, promuovendo le "parole in libertà" per suggerire un flusso ininterrotto di sensazioni e una fusione tra diversi linguaggi artistici.
Svevo è stato influenzato da Schopenhauer, Nietzsche e Darwin, integrando il pessimismo radicale, la pluralità del soggetto e la selezione naturale nei suoi scritti. Ha anche tratto ispirazione dai romanzieri realisti e naturalisti, e ha utilizzato la psicoanalisi come strumento narrativo.
"La coscienza di Zeno" esplora temi come la nevrosi, l'autoinganno e la critica sociale. Zeno Cosini è un inetto consapevole, che lotta con la sua dipendenza dal fumo e il desiderio di integrazione nella società borghese, mentre il romanzo utilizza l'ironia per criticare sia il protagonista che il mondo che lo circonda.