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Concetti Chiave

  • L'inettitudine è un tema ricorrente nei romanzi di Italo Svevo, rappresentando individui incapaci di vivere e relazionarsi con gli altri.
  • In "Una vita", Alfonso Nitti è un esempio di inetto che, nonostante le opportunità, fallisce a causa delle sue decisioni illogiche.
  • Emilio Brentani, protagonista di "Senilità", vive una vita monotona e subisce delusioni amorose che lo portano a una precoce senilità.
  • Nel romanzo "La coscienza di Zeno", Zeno Cosini accetta la sua inettitudine, considerandola una malattia contrapposta alla sanità del resto del mondo.
  • Il concetto di superuomo, introdotto da Nietzsche e ripreso da D'Annunzio, rappresenta un individuo superiore con qualità straordinarie, opposto all'inetto.
In questo appunto vengono descritte le figure dell'inetto nel pensiero letterario di Italo Svevo e quella del superuomo che è presente sia nella filosofia di Nietzsche sia nel pensiero letterario di Gabriele D'Annunzio.
descrizione della figura dell'inetto in Svevo e nella letteratura italiana

Indice

  1. L’inettitudine in Italo Svevo
  2. L'inetto nelle opere di Italo Svevo
  3. L'inetto ne La coscienza di Zeno
  4. La figura del superuomo in breve

L’inettitudine in Italo Svevo

Il concetto di inettitudine e la figura dell’inetto sono un tema ricorrente nella narrativa di Italo Svevo.

Quello dell’inetto è una tipologia psicologica, un individuo incapace di vivere e di relazionarsi con gli altri, e di scorgere, al di fuori di sé stesso, la fonte della propria inettitudine, così da essere sempre pronto a incolpare gli altri o le circostanze esterne per il proprio insuccesso.

L'inetto nelle opere di Italo Svevo

Tutti i protagonisti dei romanzi sveviani sono degli inetti. D’altra parte, il titolo originale di Una vita, prima di essere pubblicato nel 1892, era proprio Un inetto: Alfonso Nitti è un giovane come tutti gli altri con l’ambizione di una vita agiata, appena trasferitosi a Trieste. Lì, diviene impiegato di una banca di proprietà del signor Maller, dove, pian piano, inizia a fare carriera. Conosce in seguito Annetta, la figlia del signor Maller, di cui si innamora, ricambiato. Tutto sembra andare per il meglio, o così sarebbe se il personaggio non fosse, appunto, un inetto: proprio quando è quasi sulla via di un fidanzamento ufficiale che lo porterebbe sicuramente a una vita agiata, Alfonso improvvisamente sparisce e torna al suo paese. Questa sua decisione, presa senza alcuna apparente logica, lo porterà alla rovina: una volta tornato a Trieste, Annetta ha già intrecciato un'altra relazione sentimentale, ed egli non gode più dei privilegi di prima sull'ambiente di lavoro. Reduce da queste delusioni, Alfonso si suicida. Una figura simile è quella di Emilio Brentani, protagonista de Senilità. Emilio Brentani è un piccolo scrittore di provincia, un personaggio che si vuole definire intellettuale, che vive con la sorella Amalia una vita monotona da impiegato. Suo opposto è il suo amico Balli, un artista fallito che riesce però ad avere grande successo con le donne. Emilio, a un certo punto, conosce Angiolina, una paesana vivace e anche un po’ volgare, di cui però Emilio si innamora, mentre sua sorella, Amalia, è segretamente innamorata di Balli. Ma anche in questo romanzo, ben presto, la situazione degenera: Balli infatti non contraccambia l’amore di Amalia e la ragazza, per la delusione, si lascia andare sempre di più fin quando non inizia a dare segni di delirio. Angiolina, a sua volta, frequenta altri uomini nonostante la relazione con Emilio il quale, colpito da tante delusioni, ripiega in una senilità precoce, in uno stato patologico, cioè, dove rinuncia a qualsiasi aspirazione per il futuro e si rifugia prevalentemente nei ricordi per sfuggire al presente.

L'inetto ne La coscienza di Zeno

Si arriva così al romanzo più celebre di Svevo, La coscienza di Zeno (1923): Zeno Cosini, a impatto, sembra finalmente un personaggio diverso. Rispetto alle sue controparti Alfonso ed Emilio, ha decisamente più successo nella vita. Tuttavia, a un’analisi più attenta, ci si rende conto che la maggior parte del suo successo è dovuta alla fortuna, o a scelte non sue. Ciò avviene nel matrimonio, con lo sposare Augusta, e con il successo della sua associazione commerciale, determinato dalla morte accidentale di un suo socio. Zeno, però, non è un avvilito, anzi: ha un carattere ironico e scanzonato che sembra porlo su un piano di superiorità rispetto agli eventi che lo coinvolgono. Ciò non toglie che egli è pur sempre in inetto, ma, a differenza che negli altri due romanzi, egli ha accettato la sua condizione. Zeno è perfettamente consapevole della propria inettitudine e della propria incapacità di integrarsi nel mondo: anzi, egli, con sguardo lucido e a tratti cinico, semplicemente identifica la propria inettitudine con una malattia, che lo contrappone al resto del mondo, composto invece da gente “sana”. Il concetto di “sanità” contrapposta a “malattia” si può ricollegare alle dottrine darwiniane sull'evoluzionismo: i “sani” sono coloro perfettamente integrati nel loro ambiente sociale, i “malati” quelli che non sono stati capaci di adattarsi e di conseguenza sono incapaci di vivere. Sull’onda di una autoanalisi psicologica, Zeno arriva alla conclusone che la vita stessa è una malattia incurabile e sempre mortale, e che anche la Terra, prima o poi, è destinata a scomparire per mano dell’uomo.
vita e opere di Nietzsche

La figura del superuomo in breve

L'esatto opposto dell'inetto è senz'altro il superuomo, figura ricorrente in tantissimi scritti filosofici e letterari. Il termine superuomo deriva dalla nozione Übermensch, che in italiano sarebbe un uomo che si eleva rispetto alla media, in quanto dotato di qualità al di fuori dal comune, perché geniale. Il concetto di superuomo ricorre sovente nella filosofia nietzschiana. La particolarità del pensiero di Nietzsche in merito sta nel fatto che nella sua filosofia il superuomo non è soltanto un individuo, ma il manifestarsi dell'essenza medesima dell'individuo. Il superuomo è in sostanza colui da cui si esplica la medesima origine della vita; il superuomo è colui che esplica anche la sua volontà di potenza.
Il concetto di superuomo nietzschiano va oltre ogni visione tradizionale di uomo, è un qualcosa di nettamente superiore a ogni visione tradizionale di uomo. Anche Gabriele D'Annunzio ha esaltato la figura del superuomo nel suo pensiero letterario definendolo un tipo di uomo vitale ed estetizzante. Si tratta, nel caso di D'Annunzio, di un superuomo unico nella sua esistenza.
per ulteriori approfondimenti sul superuomo vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema ricorrente nella narrativa di Italo Svevo?
  2. Il tema ricorrente nella narrativa di Italo Svevo è l'inettitudine, rappresentata dalla figura dell'inetto, un individuo incapace di vivere e relazionarsi con gli altri.

  3. Come si manifesta l'inettitudine nei protagonisti dei romanzi di Svevo?
  4. Nei romanzi di Svevo, i protagonisti come Alfonso Nitti ed Emilio Brentani sono inetti che falliscono nelle loro relazioni e ambizioni, spesso a causa di decisioni illogiche o incapacità di adattarsi.

  5. In che modo Zeno Cosini si differenzia dagli altri inetti nei romanzi di Svevo?
  6. Zeno Cosini, protagonista de "La coscienza di Zeno", è consapevole della sua inettitudine e la accetta, vedendola come una malattia che lo contrappone al resto del mondo.

  7. Qual è la visione di Nietzsche sul concetto di superuomo?
  8. Nietzsche vede il superuomo come un individuo che si eleva al di sopra della media, manifestando l'essenza stessa dell'individuo e la volontà di potenza, andando oltre le visioni tradizionali dell'uomo.

  9. Come Gabriele D'Annunzio interpreta la figura del superuomo?
  10. Gabriele D'Annunzio esalta la figura del superuomo come un uomo vitale ed estetizzante, unico nella sua esistenza, nel suo pensiero letterario.

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