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Concetti Chiave

  • Italo Calvino, nato a Cuba e cresciuto in un ambiente scientifico, è stato influenzato dalle ideologie antifasciste dei suoi genitori e dalla sua esperienza come partigiano durante la Seconda Guerra Mondiale.
  • La fase realistico-fiabesca di Calvino, caratterizzata da un linguaggio popolare e diretto, è rappresentata da "Il sentiero dei nidi di ragno", che esplora il movimento del neorealismo e la necessità di raccontare la realtà post-bellica.
  • La fase fantastica, con la "Trilogia degli antenati", si concentra su temi di libertà e riflessione sulla condizione umana, attraverso romanzi ambientati nell'epoca di Carlo Magno.
  • Nella fase cosmicomica, Calvino esplora il cosmo e la scienza attraverso le "Cosmicomiche", utilizzando un nuovo stile narrativo che unisce mitologia e riflessione sulle origini.
  • La fase combinatoria, rappresentata da opere come "Le città invisibili", utilizza la narrativa come processo per ricomporre la realtà, enfatizzando la razionalità come strumento per creare ordine nel caos.

Indice

  1. Infanzia e formazione di Calvino
  2. Le fasi della scrittura di Calvino
  3. Il neorealismo e il rinnovamento linguistico
  4. La fase fantastica e la Trilogia degli antenati
  5. La cosmicomica e la riflessione sul cosmo
  6. La fase combinatoria e Le città invisibili
  7. Il Castello dei destini incrociati e il labirinto

Infanzia e formazione di Calvino

Italo Calvino nasce a Cuba. Cresce nell’ambiente scientifico: i genitori erano entrambi di stampo scientifico e antifascista e questo si rifletterà sui suoi scritti. Durante la II guerra mondiale, si trasferisce a Firenze, in quanto città di neutralità intellettuale, e frequenta il circolo di intellettuali del “bar delle giubbe rosse” : questo circolo non era perseguitato da Mussolini, perché non avevano un pensiero politico critico o volontà di denuncia (come invece aveva Pasolini). Nel 1944 si iscrive al partito comunista e diventa partigiano.

Le fasi della scrittura di Calvino

Inizia a scrivere nel 1948 e la sua scrittura può essere divisa in quattro fasi: realistico-fiabesca, fantastica, cosmicomica e combinatoria.

La fase realistico-fiabesca è collocata nel post Seconda guerra mondiale, in cui c’è l'urgenza di scrivere per la necessità raccontare ciò che si è vissuto. I racconti nascono spontanei (allegra spavalderia) e c’è una nuova espressione di sé stessi, dove il bagaglio di sentimenti e di situazioni diventano il nuovo linguaggio.

Il neorealismo e il rinnovamento linguistico

Nasce quindi il movimento del neorealismo: il nuovo realismo nato dalla guerra, senza regole e/o canoni di interesse. Si punta principalmente a sfatare il mito del partigiano perché c’è esigenza di realtà con la razionalizzazione del presente.

(si diffida però dell’Io e si cerca di seguire la via oggettiva del realismo)

A questa fase appartiene “Il sentiero dei nidi di ragno” ed è l’unico periodo letterario in cui Calvino si interessa di politica in termini di desiderio di raccontare e razionalizzare il vissuto tragico, di analizzare il presente e costruire il futuro (“ricostruire animi e società”), e organizzare una nuova cultura. C’è un forte rinnovamento del linguaggio contro il purismo e l’ermetismo, per un registro popolare, diretto e quotidiano.

La fase fantastica e la Trilogia degli antenati

La fase fantastica è collocata con l’inizio della Guerra Fredda che è un forte periodo di crisi per gli intellettuali: la riflessione parte da un momento di noia, si scrive per piacere, senza un intento moralistico. L’uomo postmoderno è SCISSO e l’intellettuale deve trovare un modo per ricomporne i pezzi (senza però mescolarsi con la realtà come faceva Pasolini).

Calvino, quindi, “prende distanza dalle cose” per ricercare il senso della realtà: non essendo in grado di interpretare il presente, ritorna al passato per trovare delle costanti nell'uomo (riflessione) e cercare una chiave interpretativa della realtà. Scrive la “Trilogia degli antenati”: tre romanzi ambientati nell’epoca di Carlo Magno (600-700) che vogliono “illuminare ciò che è comune agli uomini di ogni epoca”.

Tre romanzi per tre gradi di approccio alla libertà per tre antenati dell'uomo in cui ognuno può personificarsi:

1. Visconte dimezzato (1952): uomo scisso e lacerato in sé stesso che aspira ad una completezza al di là della società. Narrato dal nipote del visconte (che è la personificazione di Calvino e dell’intellettuale) che si muove fra fantasia (fuochi fatui) e realtà: tra disimpegno e impegno. Un uomo, che inizialmente era un miscuglio di bene e male, una volta che fece esperienza del bene e del male assoluti separatamente, diventa saggio e si conosce: ricuce singolarmente la propria scissione e si auto conosce. Tuttavia, non basta un singolo saggio per cambiare il mondo.

2. Barone rampante (1957): uomo sospeso che cerca una via verso la completezza, non individualistica, da raggiungere attraverso la fedeltà ad un’autodeterminazione individuale. Narra di un uomo che si impone una regola e la rispetta anche a costo di allontanarsi dagli altri: è un uomo completo che però non è più nulla

3. Cavaliere inesistente (1959): uomo svuotato alla conquista dell’essere. Narra di un uomo che è nulla, un’armatura vuota, di sola etica del dovere (senza etica della responsabilità: agisce e combatte perché deve farlo, non si chiede se è giusto o meno farlo). Contiene una riflessione filosofica sull’uomo perfetto e sulla morte:

- Agilulfo non si pone domande: anche se si può provare malinconia per la mancanza della corporeità, lui è perfetto perché è puro dovere e agisce meglio di un corpo

- Gurdulù è pura materialità: sa che è giusto e necessario aderire al ciclo della natura

- Rambaldo è sintesi: misto tra dovere e spiritualismo, sa che deve combattere ed è spinto dal sentimento che diventa volontà di vivere e di migliorarsi. È incarnazione dell’umanismo: l’uomo che deve vivere tutti i suoi giorni perché, per il vivo, i dadi non hanno ancora deciso (Caso)

Il divertimento ha funzione sociale per far piacere l’opera al lettore: ci può essere riflessione in assenza di divertimento e viceversa. Per Calvino, divertimento e riflessione sono su due piani completamente separati e un’opera senza divertimento è pesante e non è merce “appetitosa”.

Per Pirandello, invece, il divertimento e il riso sono elementi funzionali alla riflessione, poiché dal riso è avvertimento del contrario da cui poi nasce la riflessione critica e il sentimento del contrario: divertimento e riflessione sono sullo stesso piano.

La cosmicomica e la riflessione sul cosmo

La fase cosmicomica è collocata agli inizi degli anni ’60 in cui, di fronte a una società troppo complessa, si abbandona la strada del realismo per la riflessione. C’è esigenza di novità letteraria: dalla realtà fantastica si passa al cosmo (cambio di materia narrativa) e dall’allegoria al mito (cambio di ausilio per la riflessione sulle origini).

Il cosmo rappresenta tutte le combinazioni di eventi possibili: con la scoperta della relatività, la scienza non ha più dato certezze ma solo messo a nudo nuovi problemi; non c’è un percorso sicuro, ma solo infinite strade possibili.

Calvino inventa quindi la cosmicomica, con spunti dalla cosmologia, dalla fisica, dalla biologia, dalla genetica e dalla matematica: ottica straniante dai temi della mitologia (cosmogonia e misteri) con un nuovo stile vivace ed efficace (racconti comici in tono familiare con riferimenti alla quotidianità). C’è tendenza alla frammentazione analitica. È un tentativo di azzerare la storia sulla terra per avere uno strumento di conoscenza ben superiore: Qfwfq è un uomo che ha abitato l’universo al di fuori dello spazio-tempo dalla sua nascita al momento del racconto. All’interno di queste storie si trovano gli Archee dell’uomo. È un protagonista che non è del mito, è fuori dalla storia.

La fase combinatoria e Le città invisibili

Nell’ultima fase della narrativa di Calvino, la fase combinatoria, la letteratura si mostra abile nel ricombinare le diverse parti, smontando e rimontando la realtà: la narrativa è un processo combinatorio che, con la razionalità dell’autore, si rintraccia un disegno regolatore all’interno della realtà caotica e frammentata, si impone un ordine razionale anche dove non sembra esserci.

Le 55 città invisibili, descrizioni tenute insieme dalla cornice di Marco Polo che racconta delle sue spedizioni all’Imperatore Kublai Khan. La somma fra le città e gli interventi di Marco Polo da sempre 64, il numero di quadrati di una scacchiera, simbolo di perfezione. Anche i titoli seguono schemi razionali. Davanti a un mondo a cui sfuggono tutti i punti di riferimento, soltanto attraverso la ragione si può ricreare ordine. È questa la missione di Marco Polo. Le città invisibili. L’azione di conquistare e conoscere i nuovi territori, scoprire i segreti del mondo, ha portato l’uomo a realizzare che con la conoscenza che avanza, ci si proietta in una dimensione in cui ci si perde, senza certezze e con orizzonti troppo vasti. È un tema tipico della post-modernità. La filigrana è la parola ed il racconto, che tiene insieme tutto il mondo. Calvino è fiducioso nella possibilità della parola come strumento per unificare il mondo.

L’atlante del Gran Khan contiene tutte le città della storia, in modo universale ed al di là del tempo, tutte quelle già esistite o che esisteranno. Le ultime che immagina sono le Megalopoli, simbolo di smarrimento perché senza un centro o delle periferie, tematica del post-moderno. Essendo queste città tutto un continuo, non c’è un dentro o un fuori e dentro di esse l’uomo si smarrisce.

Berenice. Nell’ingiustizia c’è sempre il seme della giustizia, e così via le due città si alternano sempre diverse dalle precedenti. Non è possibile la perfezione continua, essa sta nell’imperfezione delle città.

Ottavia città ragnatela. Città sospesa su un filo di corda si sviluppa verso il basso, non in altezza come nelle metropoli, simbolo dell’elevazione della potenza. È sospesa sull’abisso e più di tanto il filo non regge, la ragnatela; quindi, il loro ambiente è molto fragile, devono vivere con cautela, è un monito del fatto che il mondo sia in un equilibrio precario che non può essere sostenuto più di un tanto.

Leonia. Città del consumismo. La misura delle ricchezze non sta nel potere di acquisto ma si misura dalla spazzatura, denunciando così la società dell’usa e getta.

Trude. Gli aeroporti sono un esempio di non-luoghi (categoria di spazio annullata: luogo acritico, apersonale dove tutti si comportano allo stesso modo), posti di transito, lo spazio della modernità, del consumo a critico, spersonalizzati. Altri esempi sono le periferie della città o i grandi centri commerciali.

Perizia. L’obiettivo era quello di riprodurre la perfezione del mondo naturale da cui l’uomo si è allontanato, la costruzione di una città utopica ideale. Perizia diventa poi la città dei mostri, perché è anche la città degli incesti, gli abitanti hanno continuato ad incrociarsi fra di loro costituendo una civiltà richiusa su sé stessa. È impossibile costruire la perfezione, il disordine è cifra del mondo.

La conclusione delle città invisibili. La città perfetta non è mitica e dell’utopia, ma è quella dove ci sono i contrasti, la varietà e l’alternarsi fra perfezione ed imperfezione. Il Gran Khan prevede però che lo sfacelo di cui si parlava all’inizio sta portando l’impero alle città infernali. Polo però risponde che l’inferno dei viventi è quello di tutti i giorni che gli uomini formano stando insieme, per non soffrirne si può accettare, al punto di farne parte e non rendersene più conto, il secondo modo esige attenzione e apprendimento continui, bisogna riconoscere cosa e chi non è inferno, e farlo durare e dargli spazio. Calvino ritrova una certa fiducia nell’umanità, tema del nuovo-umanesimo.

Il Castello dei destini incrociati e il labirinto

Nel “Castello dei destini incrociati” gli avventori perdono la capacità della parola, principio ordinatore, ma nella società della modernità la parola è insufficiente, bisogna affidarsi al caso, perché non siamo più davanti al Cosmo ordinato ma immerso nel Caos. Calvino affida alle carte la narrazione, basandosi sulla disciplina del calcolo combinatorio. Lui è interessato alle infinite possibilità di combinazioni e dall’impossibilità di fare delle previsioni.

Fra i personaggi c’è anche Orlando. L’autore era infatti affascinato da come l’Ariosto dava possibilità di allargare le storie. Il cavaliere dopo che gli viene ridata la ragione, come l’appeso a testa in giù, vede che il mondo deve essere interpretato all’incontrario. Anche Astolfo affronta nuove avventure, dopo essere arrivato sulla luna il poeta, Bagatto, gli dice che la luna è un deserto vuoto. La ragione nella luna non c’è. Vanitas Vanitatum. L’orizzonte vuoto è il futuro, altro tema importante del post-moderno, il presente non fornisce una base solida su cui costruire, la vita si svolge e consuma in un eterno presente. Lo spazio si riduce ad un non-luogo ed il tempo al presente. La vita è un Hic et Nunc.

Macbeth attende un’apocalisse. Letteratura della catastrofe da cui potrà poi nascere qualcosa.

Gli ultimi scritti sono le “Lezioni Americane” preparate per Harvard, ma mai recitate perché muore di infarto poco prima di partire.

L’ultimo saggio è “La sfida al labirinto”. Il labirinto è la metafora del mondo in cui ci troviamo a vivere ed a muoverci, è il luogo dove si perdono tutte le coordinate spazio-temporali. È un’idea ricorrente dagli anni ’60 in poi. Per vivere nel labirinto si deve costruire una mappa sempre più dettagliata, che porti alla via di uscita, ma dall’altra parte si contrappone il fascino del perdersi nel labirinto. Arrendersi al labirinto significa perdercisi dentro subendone il fascino e sapendo di non poterne uscire, batterlo significa sapere dove ci si trova anche se non lo si può allontanare.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le influenze principali nell'infanzia e formazione di Italo Calvino?
  2. Calvino è nato a Cuba e cresciuto in un ambiente scientifico e antifascista, influenze che si riflettono nei suoi scritti. Durante la Seconda Guerra Mondiale, si trasferisce a Firenze e si unisce al partito comunista, diventando partigiano.

  3. Come si suddivide la scrittura di Calvino e quali sono le sue fasi principali?
  4. La scrittura di Calvino si divide in quattro fasi: realistico-fiabesca, fantastica, cosmicomica e combinatoria, ognuna caratterizzata da un diverso approccio tematico e stilistico.

  5. In cosa consiste la fase fantastica di Calvino e qual è il suo scopo?
  6. La fase fantastica inizia con la Guerra Fredda e si caratterizza per una scrittura che cerca di ricomporre l'uomo postmoderno scisso, attraverso la "Trilogia degli antenati", che esplora costanti umane universali.

  7. Qual è l'importanza della fase cosmicomica nella narrativa di Calvino?
  8. La fase cosmicomica, iniziata negli anni '60, abbandona il realismo per riflettere sul cosmo, utilizzando la scienza e la mitologia per esplorare le origini e le possibilità dell'universo.

  9. Cosa rappresenta "Le città invisibili" nella fase combinatoria di Calvino?
  10. "Le città invisibili" rappresenta un tentativo di ricombinare la realtà caotica attraverso la razionalità, con Marco Polo che narra le sue esplorazioni all'Imperatore Kublai Khan, simbolizzando la ricerca di ordine in un mondo frammentato.

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