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Concetti Chiave

  • Italo Calvino was born in Cuba in 1923 but moved to Italy at the age of 2, later engaging in the fight against fascism as part of the Italian Communist Party.
  • He began his literary career at Einaudi, where he was involved in editing and developed his narrative style, moving from partisan-inspired novels to exploring urban and industrial themes.
  • Calvino spent time in Paris, joining the Oulipo group, which influenced his structured, mathematically inspired narratives, evident in his combinatorial storytelling.
  • Returning to Italy in 1980, he witnessed changes in the publishing industry and focused on compiling his works, culminating in planned lectures at Harvard, interrupted by his death in 1985.
  • Calvino's writing balances contemporary events with fantastical narratives, using a clear, symbolically rich language to explore the present, emphasizing simplicity and linearity in storytelling.

Indice

  1. Infanzia e formazione accademica
  2. Esperienza partigiana e carriera editoriale
  3. Trasferimento a Parigi e influenze letterarie
  4. Ritorno in Italia e riflessioni intellettuali
  5. Stile narrativo e filosofia letteraria

Infanzia e formazione accademica

Nacque il 15 ottobre 1923 a Santiago de Las Vegas, a Cuba, dove il padre Giacomo dirigeva una stazione di agricoltura sperimentale, ma alla sola età di 2 anni la famiglia rientrò in Italia per stabilirsi a Sanremo. Dopo il diploma liceale nel 1941 si iscrisse alla facoltà di Agraria a Torino, dove il padre agronomo insegnava agricoltura tropicale, Calvino si trasferì poi alla facoltà di Agraria e Scienze forestali a Firenze, in entrambi i casi però condusse gli studi con scarso successo.

Esperienza partigiana e carriera editoriale

Nel frattempo, con la caduta del fascismo il 25 luglio 1943 e la lotta di liberazione, fecero maturare in lui la decisione di entrare nel Partito comunista italiano e di unirsi alle formazioni partigiane che operavano sulle Alpi Marittime, tra Piemonte e Liguria, combattere contro il nazifascismo fu un’esperienza determinante sia per la sua militanza politica che per il suo mutamento di interessi culturali: dopo la guerra frequentò la facoltà di Lettere dell’Università di Torino. La casa editrice Einaudi, fu la più grande officina culturale della Torino del secondo dopoguerra, Calvino cominciò la sua collaborazione con oro come addetto all’ufficio stampa, con questo ingresso ebbe per lui inizio un esaltante periodo di lavoro editoriale: diresse la collana “Piccola Biblioteca Scientifico-letteraria” e, con Elio Vittorini, la serie sperimentale “Gettoni”. La stagione dei romanzi ispirata alla lotta partigiana, che va dal “Sentiero dei nidi di ragno” ai racconti di “Ultimo viene il corvo” lasciò ben presto il posto a una nuova fase di ricerca narrativa giocata sul doppio binario del racconto fiabesco e della critica, in parallelo a questi interessi elaborò una linea narrativa con cui intendeva analizzare alcuni aspetti della società contemporanea: il fenomeno dell’espansione urbanistica con “La speculazione edilizia”, le contraddizioni del processo di industrializzazione e i conseguenti problemi di inquinamento con “La nuvola di smog”.

Trasferimento a Parigi e influenze letterarie

Nel 1967, dopo la morte di Vittorini, si traferì a Parigi fino al 1980, ormai era uno scrittore affermato non solo presso la critica, ma anche tra il grande pubblico, la sua vita nella capitale francese non soltanto gli conferì la statura di autore internazionale, ma gli permise anche di entrare in contatto con un particolare tipo di sensibilità letteraria che coltivava interessi per la semiologia del francese Barthes. Attraverso lo scrittore Raymond Queneau, Calvino entrò nel gruppo di autori che aderivano all’Oulipo, ossia il Laboratorio di creazione potenziale, un cenacolo di intellettuali accumunati dall’idea che la creazione narrativa dovesse essere sottoposta a vincoli di origine matematica oppure regole formali e strutturali riconducibili a giochi di natura enigmistica, come i lipogrammi [testi in cui vengono omesse tutte le parole che contengono una determinata lettera]. I frutti di questa esperienza sono rintracciabili nel ciclo di libri strutturati “a incastro” o secondo dell’arte combinatoria che mostrano una rigorosa organizzazione fondata sull’equilibrio e simmetria.

Ritorno in Italia e riflessioni intellettuali

Nel 1980 tornò in Italia, stabilendosi a Roma, ritrovò un paese diverso rispetto a quello che aveva lasciato anni prima, impegnato nella lotta al terrorismo e nel pieno di quella fase di pensamento ideologico ricordata con il nome di riflusso. Nel 1983 uscì “Palomar”, romanzo in cui lo scrittore riflette sul ruolo svolto dall’intellettuale in questo mondo in trasformazione, anche la realtà dell’editoria andava modificandosi, mutando la propria natura da artigianato del libro a industria del libro e una grave crisi aziendale dell’Einaudi determinò il passaggio di Calvino come autore alla casa editrice milanese Garzanti. Trascorse i suoi ultimi anni con l’obiettivo di raccogliere i suoi testi sparsi, la testimonianza più importante di questa fase di organizzazione sta nelle sei conferenze che avrebbe dovuto tenere presso l’Università di Harvard, negli Stati Uniti, ma il lavoro venne interrotto a causa della sua morte nel 1985.

Stile narrativo e filosofia letteraria

Il gusto di Calvino oscilla tra l’attenzione agli eventi contemporanei, come la Resistenza, e le proiezioni fantastiche verso epoche anteriore o posteriori, come il medioevo di Kublai Khan e Marco Polo, queste digressioni narrative non rappresentano fughe dalla realtà, ma sono un’originale maniera di capire il tempo presente attraverso gli strumenti della fantasia e con un linguaggio fatto di simboli e allegorie. Si schiera a favore di una narrativa semplificata e priva di quegli artifici retorici che rendono difficoltosa la lettura, il bisogno di linearità e la ricerca di una lingua rapida e precisa sono un ideale che inseguirà sempre. Il principio di linearità introduce il concetto di leggerezza vuole indicare la capacità di toccare qualsiasi argomento con la giusta dose di disincanto e ironia. Calvino di può collocare nella categoria degli scrittori di testa, mossi dalla razionalità, il suo approccio con la materia narrata rimane infatti fortemente ancorato ad un procedimento logico-geometrico, scrivere per lui significa mettere ordine nel disordine, distinguendo tra gli scrittori che cedono al labirinto della complessità del reale e quelli che invece si oppongono.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le influenze formative di Calvino durante la sua infanzia e formazione accademica?
  2. Calvino nacque a Cuba ma si trasferì in Italia a soli 2 anni. Studiò agraria a Torino e Firenze, influenzato dal padre agronomo, ma con scarso successo accademico.

  3. Come influenzò l'esperienza partigiana la carriera editoriale di Calvino?
  4. L'esperienza partigiana durante la lotta di liberazione lo portò a unirsi al Partito comunista e influenzò la sua carriera editoriale, iniziando a lavorare con la casa editrice Einaudi e dirigendo collane letterarie.

  5. Quali furono le influenze letterarie di Calvino durante il suo soggiorno a Parigi?
  6. A Parigi, Calvino entrò in contatto con la semiologia di Barthes e il gruppo Oulipo, che influenzarono la sua narrativa con vincoli matematici e strutturali.

  7. In che modo il ritorno in Italia influenzò le riflessioni intellettuali di Calvino?
  8. Tornato in Italia nel 1980, Calvino trovò un paese cambiato e rifletté sul ruolo dell'intellettuale in un mondo in trasformazione, come evidenziato nel romanzo "Palomar".

  9. Qual è la filosofia letteraria di Calvino riguardo lo stile narrativo?
  10. Calvino promuoveva una narrativa semplificata, priva di artifici retorici, con un linguaggio simbolico e allegorico, cercando linearità e leggerezza per comprendere il presente attraverso la fantasia.

Domande e risposte

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