Concetti Chiave
- Italo Svevo, nato Ettore Schmitz, è un esponente del Decadentismo italiano, con una vita influenzata dalle culture italiana e tedesca.
- La sua formazione è arricchita dall'ambiente culturale di Trieste e dall'amicizia con James Joyce, che aiuta a far conoscere "La Coscienza di Zeno" in Francia.
- Svevo integra nella sua opera concetti filosofici e psicologici, esplorando il tema dell'inettitudine e la psicoanalisi come strumento di conoscenza piuttosto che terapia.
- Nei suoi romanzi, Svevo presenta protagonisti inetti come Alfonso Nitti e Emilio Brentani, che rifuggono dalla realtà e si rifugiano nella contemplazione e nell'introspezione.
- "La Coscienza di Zeno" si distingue per l'approccio innovativo e autobiografico, con una narrazione tematica e non cronologica, esplorando i conflitti interiori del protagonista Zeno Cosini.
Indice
- Le origini e la formazione di Italo Svevo
- La carriera e l'influenza di James Joyce
- La psicoanalisi e la filosofia di Svevo
- Il romanzo "La coscienza di Zeno"
- L'analisi della coscienza e l'inettitudine
- Il romanzo "Senilità" e le sue tematiche
- L'evoluzione narrativa di Svevo
- La struttura e i temi de "La coscienza di Zeno"
Le origini e la formazione di Italo Svevo
-Italo Svevo nacque a Trieste nel 1861 da genitori ebrei.
-Fu uno dei più importanti esponenti del Decadentismo Italiano.
-Il suo vero nome era Ettore Schmitz, ma volle chiamarsi Italo Svevo per indicare la pacifica convivenza in lui della cultura italiana e tedesca.
-Compiuti gli studi commerciali, fu dapprima impiegato di banca, poi, dopo il matrimonio con Livia Veneziani (matrimonio fortunato, lei era molto ricca), entrò come socio nell’azienda del suocero, legata alla produzione di vernici per rendere impermeabili le navi, coltivando marginalmente la letteratura.
La carriera e l'influenza di James Joyce
-Fece un salto di classe sociale, si trovò proiettato nel mondo dell’alta borghesia.
I suoi orizzonti si allargarono a dimensioni internazionali infatti dovette compiere numerosi viaggi.
-Continuò a scrivere di nascosto senza pubblicare (La Coscienza di Zeno risale a questo periodo)
-L’importanza di Svevo è dovuta all’ambiente in cui si formò, Trieste, un crocevia tra la cultura italiana, tedesca e slava.
-Fondamentali per la formazione intellettuale di Svevo furono:
Incontro con James Joyce, il quale esule dalla sua Irlanda, insegnava a Trieste. Nacque una stretta amicizia ricca di scambi intellettuali.
Incontro con la psicoanalisi: Il cognato aveva sostenuto a Vienna una terapia con Freud.
-Con la Prima Guerra Mondiale la fabbrica di Vernici venne requisita dalle autorità austriache Svevo riprende la sua attività letteraria
-Pubblica la Coscienza di Zeno nel 1923, l’opera non suscitò però alcuna risonanza
- Manda il romanzo a Parigi dall’amico Joyce che riconoscendone il valore fece in modo da imporlo all’attenzione degli intellettuali francesi:
Cremieux promosse una traduzione francese.
Lo scrittore triestino conquista fama in Francia e su scala europea
In Italia l’unica eccezione nell’atmosfera di indifferenza che aveva suscitato il romanzo: Eugenio Montale che gli dedicò un ampio saggio sulla rivista ‘’L’esame’’ nel 1925
La psicoanalisi e la filosofia di Svevo
Alla base della cultura di Svevo vi è una robusta cultura filosofica:
-Schopenhauer.
Mette in evidenza la volontà dell’uomo soggiogata da eventi più grandi L’uomo non è libero di scegliere.
Svevo ne trae che ci sono uomini lottatori e contemplatori. I contemplatori non agiscono, capiscono l’inutilità della lotta (della scelta), e son definiti Inetti. L’inettitudine è vista negativamente dalla società, ma per Svevo questi approdano al vero stato di salute.
Lottatori e contemplatori, sani e malati. La malattia è quindi la vera salute dell’individuo.
(riferimento a Leopardi: bisogna essere come la ginestra che solleva il capo verso la lava consapevole di ciò che l’aspetta)
Idea che l’individuo risente dell’ambiente in cui vive. (riferimento au naturalisti francesi Zolà, Fratelli Goncourt)
-Il comportamento è il prodotto di condizioni indipendenti dalla volontà.
-Psicoanalisi.
Svevo è attratto dalla psicoanalisi per il suo analizzare le ambivalenze della psiche umana ma non la apprezzò come terapia, che pretendeva di riportare alla salute un malato, bensì come strumento conoscitivo capace di indagare più a fondo la realtà psichica. (Nella Coscienza di Zeno infatti Zeno per dispetto dello psichiatra pubblica le memorie; Inoltre a pag 198 Psico-analisi, dall’estratto si ricava il giudizio critico dell’autore sulla psicoanlisi)
-Flaubert- Madame Bovary: dal quale riprende il ‘’Bovarismo’’, ossia rappresentare la miseria della coscienza del piccolo borghese che sogna di evadere dal grigiore della quotidianità costruendosi con l’immaginazione una fittizia realtà. In aggiunta filtrano la loro esperienza attraverso stereotipi ricavati dai libri, sino a restarne vittime. (tendenza al sogno)
-Joyce.
la cui amicizia non influenza la sua formazione letteraria ma gli serve solamente da spinta per scrivere.
Infatti spesso vengono paragonate Ulisse, di Joyce, e La coscienza di Zeno, di Svevo, mentre in realtà non c’è alcun tipo di legame o contatto. L’equivoco nasce dal Monologo di Zeno paragonato al monologo narrativo presente nell’Ulisse. Quest’ultimo definito anche Flusso di coscienza poichè i pensieri sono colti nel loro farsi immediato, nel loro scorrere, attraverso associazioni libere e casuali. Al contrario nella Coscienza di Zeno il protagonista, attraverso il suo monologo, ricostruisce aspetti della sua vita passata per iscritto. Quindi il personaggio costruisce logicamente il discorso. Quindi non emerge immediatamente il profondo.
Inoltre un Joyce la sintassi diviene caotica e tutti i nessi logici saltano. Il discorso di Zeno mantiene, invece, una sintassi regolare.
Il romanzo "La coscienza di Zeno"
-E' il primo romanzo di Svevo, iniziato nel 1888 e pubblicato a sue spese nel 1892.
E' la storia di Alfonso Nitti, un giovane provinciale che si trasferisce a Trieste per lavorare in una banca dopo la morte del padre. Il suo lavoro è però arido ed egli comincia così a rinchiudersi nella letteratura. Viene invitato dal padrone della banca, conosce Macario - il suo esatto contrario, uno che, a differenza di lui, sa vivere - e la figlia del padrone, Annetta. Questa comincia a frequentare Alfonso che, anche se non la ama, la seduce e la possiede ma, invece di sposarla, un giorno scappa con la scusa che la madre sta male; non fosse altro che la madre sta veramente male, come ha occasione di constatare poco tempo dopo. Alfonso rinuncia così alla lotta per la vita e si ritira in una finta contemplazione. Torna invece a Trieste, dove scopre che Annetta sta con Macario e diventa geloso. Comincia a commettere una serie di errori, alla fine dei quali decide per il suicidio.
L'analisi della coscienza e l'inettitudine
-Il nucleo centrale e innovativo è l'analisi della coscienza del protagonista, il quale è un inetto, ovvero la negazione dell'eroe attivo e vincente.
Egli è però sia un declassato sociale - perché il padre è morto -, che non riesce ad aderire al modello borghese, sia un intellettuale umanista che, non riuscendo a vivere e ad aderire alla nascente società di massa, si crea una realtà consolatoria con la letteratura e con le maschere.
Il romanzo "Senilità" e le sue tematiche
Il protagonista è Emilio Brentani, impiegato in una compagnia assicurativa e intellettuale umanista, il quale vive all'ombra del successo di un libro da lui scritto. Vive appartato, in modo prudente e senza affrontare rischi, con la sorella Amalia, la quale gli fa da madre; ha un amico, Stefano Balli, artista e personaggio estroverso - che corrisponderebbe all'amico di Svevo, Umberto Veruda -, il quale ha successo con le donne e si configura come il suo esatto contrario. Suggestionato da questo, Emilio tenta l'avventura. Conosce una ragazza, Angiolina, una paesana che egli idealizza ben presto come creatura angelica, anche se lei in realtà è piuttosto frivola, tutt'altro che ingenua e inesperta; essa sconvolge la monotonia della sua vita e fa venire allo scoperto l'inquietudine di Emilio e la sua incapacità ad affrontare la realtà. Dopo il rapporto carnale ne rimane però deluso. Vorrebbe troncare la relazione perché scopre di essersi innamorato di una femme fatale ma non riesce. In seguito anche l'amico si interessa di lei ed Emilio comincia a diventare geloso. Intanto si accorge che la sorella si è innamorata di Stefano, proibendole di frequentarlo; Amalia comincia così a drogarsi. Lei, la "grigia" sorella del protagonista, coinvolta senza alcuna responsabilità nell'avventura amorosa del fratello, sentirà insorgere in lei quegli impulsi che credeva di aver soffocato per sempre e ne sarà travolta. Di chi è la colpa? A questo interrogativo non c'è risposta e, come dice lo stesso Svevo: "Il male avveniva, non veniva commesso". Emilio allora va da Angiolina con l'intenzione di lasciarla con lucidità ma non riesce e tronca la relazione in maniera brusca. Si ritira allora nella sua senilità e decide di continuare a vivere la sua vita in se stesso e in modo isolato.
-Emilio è diviso fra vita contemplativa e dedicata all’arte o vita concreta.
Supera il dissidio accettando le sue contraddizioni
-Emerge la figura dell’artista per Svevo, schiacciato dalla vita reale
L'evoluzione narrativa di Svevo
-E' un romanzo un po' diverso dai precedenti. La sua pubblicazione avviene nel 1923 dopo una guerra che ha cambiato nel profondo la società e ha portato la crisi. Il positivismo è oramai decaduto ed è stato sostituito dal relativismo e da altre correnti di pensiero.
-Svevo abbandona in questo romanzo i modelli narrativi dell'Ottocento per passare definitivamente alla costruzione autobiografica
La struttura e i temi de "La coscienza di Zeno"
- Nella prefazione al romanzo il dottor S. - il riferimento a Freud - afferma di voler pubblicare il memoriale di Zeno Cosini, mettendo in chiaro che non tutto quello che in esso è contenuto corrisponde al vero , un suo paziente che ha abbandonato la cura psicanalitica ritenendola inutile e superflua.
La coscienza di Zeno infatti non è altro che il resoconto (il memoriale) di Zeno circa la sua presunta malattia e circa i progressi della sua analisi interiore, scritto appunto durante la terapia del dottor S., e riprende la forma di un diario impostato per temi e non cronologicamente, in cui alla fine Zeno afferma di essere guarito (quando in realtà non lo è affatto). Uno stesso tema può essere comune a più anni; Svevo organizza quindi il racconto per temi, che riguardano i problemi di Zeno e che sono:
1 il vizio del fumo, dove Zeno racconta tutti i tentativi fatti per smettere;
2 il rapporto conflittuale con il padre e la morte di questo;
3 la storia travagliata del matrimonio e dell'adulterio;
4 la storia dell'impresa commerciale con Guido;
5 la psicanalisi.
-I capitoli sono tematici. La ricostruzione del proprio passato operata da Zeno si raggruppa attorno a temi fondamentali.
-Gli eventi non sono presentati cronologicamente.
-Narratore autodiegetico (come nel Fu Mattia Pascal): il racconto è narrato dal protagonista stesso, dietro la finzione narrativa del diario.
Zeno Cosini è figlio di un ricco commerciante, appartiene alla borghesia e da giovane non porta a termine gli studi; è un personaggio incostante che dà dispiaceri ai genitori ed è diverso dai protagonisti degli altri romanzi di Svevo. Inizia a fumare per dimostrare la sua ostilità al padre, il quale prima di morire e sul letto di morte gli dà uno schiaffo (prova dell’inettitudine) : rimane quindi il dubbio se il padre lo odiasse sul serio o stesse delirando. Alla fine decide di sposarsi e nel suocero scopre la figura di un uovo padre. La moglie di Zeno è il campione vivente della concretezza, della salute, del saper vivere e dell'affrontare alla luce del sole i problemi e Carla è la sua amante. Nei riguardi del mondo Zeno ad un certo punto sviluppa due differenti pensieri: da un lato si sente inetto malato, affetto dalla nevrosi, dall'altro questo convincimento e la sua stessa condizione ("privilegiata") di malato lo porta a considerare gli altri come malati. Solo lui paradossalmente, in quanto malato, riesce a vedere il mondo con lucidità, realmente e per com'è davvero, riesce cioè a vederlo "dal di fuori" (tutte idee in sintonia con il Decadentismo: cfr.): gli altri, pur essendo sani, sono come dei cristalli fermi. Col tempo riesce a costruire un'impresa commerciale con Guido, il primo avversario in amore, il quale si configura come l'esatto contrario di Zeno. Questi da un lato lo ammira e alla fine arriva anche a provare un tenero sentimento di amicizia per lui ma, quando Guido muore, Zeno sbaglia funerale.
Domande da interrogazione
- Quali sono le origini e la formazione di Italo Svevo?
- Come ha influenzato James Joyce la carriera di Svevo?
- Qual è il ruolo della psicoanalisi nella filosofia di Svevo?
- Quali sono i temi principali del romanzo "La coscienza di Zeno"?
- In che modo "Senilità" riflette le tematiche dell'inettitudine e della vita contemplativa?
Italo Svevo, nato Ettore Schmitz a Trieste nel 1861 da genitori ebrei, è stato un importante esponente del Decadentismo Italiano. Ha scelto il nome Italo Svevo per rappresentare la convivenza delle culture italiana e tedesca in lui. Dopo studi commerciali, ha lavorato in banca e poi nell'azienda del suocero, coltivando marginalmente la letteratura.
L'incontro con James Joyce a Trieste è stato fondamentale per Svevo, poiché ha portato a una stretta amicizia e scambi intellettuali. Joyce ha riconosciuto il valore de "La coscienza di Zeno" e ha contribuito a farlo conoscere agli intellettuali francesi, portando Svevo alla fama in Francia e su scala europea.
Svevo è stato attratto dalla psicoanalisi per la sua capacità di analizzare le ambivalenze della psiche umana, ma non l'ha apprezzata come terapia. Ha visto la psicoanalisi come uno strumento conoscitivo per indagare la realtà psichica, piuttosto che un mezzo per riportare alla salute un malato.
"La coscienza di Zeno" esplora temi come il vizio del fumo, il rapporto conflittuale con il padre, il matrimonio e l'adulterio, l'impresa commerciale e la psicanalisi. Il romanzo è strutturato per temi e non cronologicamente, con Zeno che narra la sua vita attraverso un diario, affermando di essere guarito alla fine.
"Senilità" presenta Emilio Brentani, un intellettuale umanista diviso tra vita contemplativa e concreta. Il romanzo esplora la sua incapacità di affrontare la realtà e le sue contraddizioni, riflettendo l'inettitudine e la figura dell'artista schiacciato dalla vita reale.