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Concetti Chiave

  • Il secondo dopoguerra segnò una fase di ricostruzione globale, con conseguenze economiche, sociali e psicologiche su larga scala.
  • La fine della Seconda Guerra Mondiale portò alla polarizzazione del mondo in due blocchi: Stati Uniti e Unione Sovietica, avviando la Guerra Fredda.
  • In Italia, il periodo post-bellico fu caratterizzato dalla divisione tra Nord e Sud, influenzata dall'occupazione tedesca e dagli Alleati.
  • Il ritorno dei reduci di guerra in Italia fu problematico, con proteste causate da trattamenti inadeguati e difficoltà di reintegro.
  • Il Piano Marshall fu fondamentale per la ripresa economica dell'Europa, contribuendo all'industrializzazione e al cambiamento socio-economico.

Questo appunto di Storia Contemporanea tratta della fine della Seconda Guerra Mondiale e del secondo dopoguerra, in Italia e nel mondo, con analisi del contesto e delle conseguenze.Le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale articolo

Indice

  1. Secondo dopoguerra nel mondo
  2. Le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale
  3. Secondo dopoguerra in Italia

Secondo dopoguerra nel mondo

Con il termine dopoguerra si intende un periodo che inizia alla fine della guerra, in questo caso seconda guerra mondiale, e che può terminare in date diverse a seconda del paese di cui si parla.

Solitamente è un insieme di anni che vedono nelle gravi conseguenze belliche una necessità di ricostruzione che, inevitabilmente, può durare altrettanti anni. Ricostruzione economica, prima di tutto, ma anche psicologica, identitaria, sociale, produttiva e così via. L'intera, insomma, ricostruzione di uno Stato danneggiato sotto tutti i punti di vista. Se a trovarsi in tale situazione non è un solo Stato ma ogni parte del mondo, ecco che la ricostruzione appare davvero significativa e di difficile realizzazione. I morti dopo la Seconda Guerra Mondiale furono contati in 55 milioni di persone, di cui due terzi erano civili arruolati obbligatoriamente per la difesa della loro patria. I paesi che contavano maggiori vittime erano Germania, Unione Sovietica, Giappone e Cina. La fine della Seconda Guerra Mondiale portò, inoltre, alla polarizzazione del globo, così che infatti Est e Ovest, rispettivamente Unione Sovietica e Stati Uniti, si presero il "compito" di dividersi l'intero mondo, facendo declinare il potere degli Stati Europei. Gli USA facevano leva sulla loro produzione industriale che costituiva i due terzi di quella mondiale e sul fatto che detenevano una delle armi più potenti al mondo: la bomba atomica, i cui danni si erano già visti a Hiroshima e Nagasaki. Se, infatti, si poteva dichiarare terminata la Seconda Guerra Mondiale, non si poteva ritenere che il mondo fosse in pace, perché dal 1947 al 1991 si avviò quella che oggi è conosciuta come la Guerra Fredda, scontro politico, ideologico, economico e militare tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Tutti gli altri paesi, invece, si ritrovarono alle prese con:

  • inflazione elevata;
  • strade, città, ferrovie, porti, fabbriche devastati;
  • mancanza di generi alimentari;
  • manifestazioni di protesta e guerre civili;

A livello economico gli Stati Uniti idearono il Piano Marshall che causerà la dipendenza della maggior parte degli Stati del mondo dall'economia americana e, con gli accordi di Bretton Woods, nel 1944, si sancì il primato del dollaro al posto della sterlina. A livello politico, invece, si creò il blocco citato prima (USA vs URSS), con la conseguente guerra fredda.

Secondo dopoguerra in Italia

In Italia la guerra del 43-45 segnò una definitiva divisione tra Centro e Nord, occupato ancora dai tedeschi al contrario del Sud, difeso dagli Alleati (americani). Questo sconvolgimento aveva però rafforzato parte della popolazione italiana che si riconosceva, specie al Nord, nei valori della Resistenza e quindi del nuovo arrivato al governo: Ferruccio Parri, del CLN. C'era però da considerare sempre la forte presenza di una ancora radicata destra italiana che spinse, due anni dopo il 45, verso l'opposizione e la caduta del governo Parri. Quest'ultimo fu però seguito da Alcide De Gasperi che aveva una chiara intenzione: proseguire l'operazione, specie statale, del governo precedente (di Parri). Uno dei principali obiettivi fu, infatti, lasciare che fosse lo Stato, per la prima volta, a intervenire sull'economia, cosa che non piacque per nulla ai gruppi capitalistici di scuola liberista, che puntavano alla riacquisizione, da parte loro, del potere sull'economia. Questo causò una sequenza di anni fallimentari, sul versante dell'economia, in Italia, in cui si mostrò piuttosto difficile avviare una ricostruzione della programmazione economica dello Stato. C'era poi da contare tutta la grande problematica del ritorno in Italia dei reduci di guerra poiché circa un milione erano coloro che erano appunto reduci dai combattimenti avvenuti in ogni parte del mondo e che chiedevano il rientro in patria. Essi tornarono, faticosamente, mutilati, invalidi, fisicamente o psicologicamente (spesso in entrambi gli aspetti) ma i trattamenti riservati loro non furono propriamente idonei alla loro appena passata esperienza. Infatti, molte furono le domande a proposito della sconfitta o della resa, poche a proposito dell'esperienza di prigionia, spesso nei campi di concentramento. Un anno dopo, nel 1946, i reduci rispondono a questo brutto trattamento mediante manifestazioni di protesta che esprimevano il loro malcontento: proteste, spesso violente, iniziarono ad allargarsi a Milano e a Firenze, mentre a Bari i reduci chiesero l'allontanamento delle donne dai "loro" posti di lavoro. C'era, infatti, da una parte un'attesa di riconoscimenti non realizzati, dall'altra si sentivano come sostituiti e dimenticati, soprattutto sul loro precedente posto di lavoro. Date tutte queste conseguenze la fiducia nel governo (di De Gasperi fino al 1953), oltre che nello Stato e nel potere monarchico (il re Vittorio Emanuele III aveva abdicato in nome di suo figlio Umberto), scarseggiava sempre di più. Per questo si andò al Referendum del 2 giugno 1946 dove vinse per non molti voti la Repubblica, contro la monarchia che si era rivelata più che fallimentare soprattutto durante la guerra. A questo voto si deve ricordare che parteciparono, per la prima volta, le donne, tramite il suffragio universale. Le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale articolo

Le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale

L'entità dei danni causati dalla seconda guerra mondiale, sommati a quelli della prima, fu oggetto di studio per la ricostruzione degli Stati nel mondo, specie quelli dell'economia di guerra. Ne ricordiamo alcuni:

  • 3.200 miliardi di lire era la cifra del danno globale a livello economico;
  • gravi problematiche nella produzione agricola;
  • gravi danni ai trasporti, specie ferroviari e portuali;
  • difficile crescita per l'industrializzazione;

A seguito di ciò, infatti, nel 1948 fu creato il Piano Marshall: piano per la ripresa economica europea, uno dei piani di ricostruzione statunitensi meglio riusciti del tempo. Il Piano Marshall iniziò ad essere operativo dal 1951, permettendo all'Italia, per esempio, di intraprendere la strada che l'avrebbe fatta arrivare al settimo posto tra i paesi più industrializzati. Sviluppo che però non fu ovviamente omogeneo e che portò all'aggravarsi del divario tra Nord e Sud in Italia. Per ulteriori approfondimenti sul dopoguerra vedi anche qui

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali conseguenze economiche e sociali del secondo dopoguerra nel mondo?
  2. Il secondo dopoguerra portò a una necessità di ricostruzione economica, psicologica, identitaria e sociale a livello globale. Gli Stati Uniti implementarono il Piano Marshall, che causò la dipendenza economica di molti paesi dall'economia americana, mentre il mondo si polarizzò tra USA e URSS, avviando la Guerra Fredda.

  3. Come si manifestò la divisione politica in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale?
  4. In Italia, la guerra del '43-'45 portò a una divisione tra Centro-Nord, occupato dai tedeschi, e Sud, difeso dagli Alleati. La Resistenza rafforzò i valori democratici, ma la presenza di una destra radicata portò alla caduta del governo Parri e all'ascesa di Alcide De Gasperi, che cercò di intervenire sull'economia statale.

  5. Quali furono le difficoltà affrontate dai reduci di guerra in Italia?
  6. I reduci di guerra in Italia, circa un milione, tornarono mutilati e psicologicamente segnati, ma ricevettero trattamenti inadeguati. Manifestarono il loro malcontento con proteste, spesso violente, a causa della mancanza di riconoscimenti e del sentirsi sostituiti nei posti di lavoro.

  7. Quali furono i risultati del Referendum del 2 giugno 1946 in Italia?
  8. Il Referendum del 2 giugno 1946 portò alla vittoria della Repubblica sulla monarchia, con una partecipazione storica delle donne al voto tramite il suffragio universale. La monarchia era vista come fallimentare, soprattutto durante la guerra.

  9. In che modo il Piano Marshall influenzò l'economia italiana nel dopoguerra?
  10. Il Piano Marshall, operativo dal 1951, permise all'Italia di avviarsi verso una significativa industrializzazione, posizionandola al settimo posto tra i paesi più industrializzati. Tuttavia, lo sviluppo non fu omogeneo, aggravando il divario tra Nord e Sud.

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