Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Stefano Protonotaro è un poeta siciliano del XIII secolo, noto per la canzone "Pir meu cori alligrari", unico testo della Scuola siciliana giunto in lingua originale.
  • Il testo esplora il tema della gioia d'amore, con il poeta che si sente rapito dalla bellezza della sua amata, paragonata alla tigre davanti allo specchio.
  • La canzone affronta anche l'ingiustizia dell'amore, rappresentata dall'indifferenza della donna amata e dall'attesa di una reciproca passione.
  • L'immagine della tigre riflette l'amore perfetto e la sua natura autodistruttiva, enfatizzando l'incapacità dell'amante di percepire altre realtà oltre l'amore.
  • La lingua del testo è influenzata da provenzalismi e differisce dal toscano dell'epoca, offrendo un esempio del siciliano come lingua artistica e illustre.

Pir meu cori alligrari,

chi multu longiamenti

senza alligranza e joi d’amuri è statu,

mi ritornu in cantari,

5 ca forsi longiamenti

ca forsi levimenti

da dimuranza turniria in usatu

di lu troppu taciri;

e quandu l’omu ha rasuni di diri,

10 ben di’ cantari e mustrari alligranza,

ca senza dimustranza

joi siria sempri di pocu valuri:

dunca ben di’ cantar onni amaduri.

E si pir ben amari

15 cantau jujusamenti

omu chi avissi in alcun tempu amatu,

ben lu diviria fari

plui dilittusamenti

eu, chi son di tal donna inamuratu,

20 dundi è dulci placiri,

preju e valenza e jujusu pariri

e di billizzi cutant’abundanza

chi illu m’è pir simblanza,

quandu eu la guardu, sintir la dulzuri

25 chi fa la tigra in illu miraturi;

chi si vidi livari

multu crudilimenti

sua nuritura, chi ill’ha nutricatu:

e sì bonu li pari

30 mirarsi dulcimenti

dintru unu speclu chi li esti amustratu,

chi l’ublïa siguiri.

Cusì m’è dulci mia donna vidiri:

ca ’n lei guardandu me[t]tu in ublïanza

35 tutta autra mia intindanza,

sì chi istanti mi feri sou amuri

d’un colpu chi inavanza tutisuri.

Di chi eu putia sanari

multu leg[g]eramenti,

40 sulu chi fussi a la mia donna a gratu

meu sirviri e pinari;

m’eu duttu fortimenti

chi, quandu si rimembra di sou statu,

nulli dia displaciri.

45 Ma si quistu putissi adiviniri,

ch’Amori la ferissi di la lanza

che mi fer’e mi lanza,

ben crederia guarir di mei doluri,

ca sintiramu engualimenti arduri.

50 Purrïami laudari

d’Amori bonamenti

com’omu da lui beni ammiritatu;

ma beni è da blasmari

Amur virasimenti

55 quandu illu dà favur da l’unu latu

e l’autru fa languiri:

chi si l’amanti nun sa suffiriri,

disia d’amari e perdi sua speranza.

Ma eu suf[f]ru in usanza,

60 ca ho vistu adess’a bon suffirituri

vinciri prova et aquistari unuri.

E si pir suffiriri

ni per amar lïalmenti e timiri

omu acquistau d’amur gran beninanza,

65 digu avir confurtanza

eu, chi amu e timu e servi[vi] a tutturi

cilatamenti pluPrima di elaborare la parafrasi e procedere all’analisi del componimento poetico occorre riportare alcune informazioni sul carattere della lingua siciliana in uso al tempo di Federico II e presentarne l’autore.

Indice

  1. Stefano Protonotaro e la Scuola Siciliana
  2. Caratteristiche linguistiche del siciliano
  3. Tema della gioia d'amore
  4. Ingiustizia dell'amore
  5. Immagine della tigre
  6. Riflessioni finali sulla poesia

Stefano Protonotaro e la Scuola Siciliana

Stefano Protonotaro è un personaggio alquanto misterioso e di cui si hanno scarse notizie biografiche. I documenti ci dicono che sarebbe originario di Messina e che potrebbe essere identificato con un certo Gianfranco Contini, sicuramente in vita tra il 1261 e il 1301. Qualche studioso, invece lo identifica con un certo Stefano da Messina che fu traduttore dal greco in latino di due trattati arabi di astronomia.. Di lui ci rimangono tre canzoni fra cui la più importante è Pir meu cori allegrari, per essere l’unico testo della Scuola siciliana che ci è pervenuto nel suo aspetto linguistico originale. Il cognome Protonotaro sarebbe derivato dal fatto che alla corte di Federico II egli ricopriva l’incarico di capo dei notai del re.

Caratteristiche linguistiche del siciliano

La veste originale del testo ci è arrivata grazie alla trascrizione di un erudito del Cinquecento che lo copio da un codice manoscritto che ora è andato perduto. Il siciliano era una lingua molto elaborata dal punto di vista artistico, che per questo, può essere definita illustre.

Molto frequenti sono i provenzalismi (di solito i termini che finiscono in -anza): alligranza (= allegria, gioia), abundanza, simblanza (= aspetto, sembianze), ublianza (oblio), intindanza (= interesse), beninanza (= benessere), confurtanza (= conforto), dimuranza (= indugio), a cui si può aggiungere “levimenti” (= facilmente). Inoltre abbiamo alcune differenze rispetto al toscano: la ō, la ū, la ŭ latine, nel siciliano si trasformano in u, mentre in toscano abbiamo (esempio: valuri, dimustranza, pocu, mentre in toscano si ha valore, dimostranza e poco), la ē, la ī e la ĭ in siciliano danno i e in toscano e (esempio: placiri, vidiri contro piacere e vedere). Da notare anche la forma del condizionale siciliano: siria, turniria, diviria, putia, crederia, purrïami.

Tema della gioia d'amore

Il tema della canzone è quello della gioia d’amore: il poeta prova l’esigenza di cantare il sentimento amoroso da cui è stato privato per molto tempo. Egli si è innamorato di una donna talmente bella che, di fronte a lei, si sente rapito come la tigre davanti allo specchio. Tuttavia, invece di considerare la situazione senza via di uscita,, il poeta preferisce sognare il giorno in cui la donna si commuoverà vista l’ostinata pazienza dell’innamorato e alla fine corrisponderà al suo amore. Anche se egli, per il momento attraversa un momento di sofferenza, non può fare a meno di rallegrarsi il cuore, tanta è la gioia che gli fanno provare la bellezza e le virtù della donna amata.

Ingiustizia dell'amore

Nel componimento è presente un altro tema: l’ingiustizia dell’amore. Nel componimento, la situazione coppia degli amanti si allarga fino a diventare un triangolo, il cui terzo vertice è Amore. Ad esso, si fa risalire l’innamoramento del poeta e l’indifferenza della donna amata: Amore è da rimproverare (= biasimari) per la sua ingiustizia, visto che con la sua freccia ha trafitto l’uomo, ma non la donna. SE nel futuro la freccia di Amore trafiggesse anche la donna, a questo punto il poeta si potrebbe compiacere. In ogni modo, è meglio attendere pazientemente perché chi sopporta, alla fine ha la ricompensa meritata. Questo meccanismo dell’innamoramento è importante perché sta alla base dello Stilnovo di Dante, di Cavalcanti e della stessa poesia del Petrarca, in cui Amore è sempre presente attivamente e personificato.

Immagine della tigre

Una riflessione a parte deve essere fatta a proposito dell’immagine della tigre (= tigra nel testo), che a noi moderni pare strana e incomprensibile. Secondo la tradizione medioevale, la tigre avrebbe un singolare modo di comportarsi: privata dei tigrotti, la tigre se li lascia portar via, se i cacciato hanno disseminato lungo il percorso dei pezzetti di specchio. La tigre attirata dalla sua immagine si dimentica di tutto fino al punto di lasciarsi sottrarre i cuccioli senza reazione alcuna. Questa immagine esprime il motivo del fin’amor (= amore perfetto), secondo cui l’amante rapito da Amore, non pensa più a nulla, rapito com’è dal sentimento amoroso. Amore ha anche una funzione autodistruttiva, come la tigre non si accorge che ha perso i suoi cuccioli. Inoltre Amore fa sì che l’amante si rispecchi in modo narcisistico nella passione cortese, come se fosse davanti ad uno specchio.

Riflessioni finali sulla poesia

Poiché il mio cuore è allegro, dato che per molto tempo non ha provato alcuna gioia d’amore, riprendo a cantare, altrimenti per il troppo tacere potrei trasformare l’indugio in abitudine; ma quando si ha un buon motivo per scrivere poesie, ben si deve cantare e mostrare allegria, perché, senza manifestazione, la gioia sarebbe di poco valore. Dunque una persona che ama, deve cantare.

E se colui che avesse in qualche tempo amato, cantò con gioia il suo amore perfetto, con maggior diletto, ben dovrei farlo io, che sono innamorato di donne affascinante, di pregio, di valore, di aspetto gioioso e talmente bella che mi sembra, quando la guardo, di sentire la dolcezza che prova la tigre dinnanzi allo specchio.

[la quale tigre] che si vede sottrarre molto crudelmente i cuccioli che ha allevato: e nonostante questo le piace guardare dolcemente la propria immagine riflessa in uno specchio, tanto che si dimentica di star loro dietro.

Allo stesso modo, mi è dolce vedere la mia signora; guardandola dimentico ogni mio altro interesse per cui il suo amore mi ferisce di una ferita che si aggrava sempre più

Io avrei potuto essere sanato molto facilmente da tale ferita, a condizione che fossero graditi alla mia signora il mio servire e le mie pene; tuttavia temo fortemente che le possano spiacere se riflette sul proprio stato. Ma se dovesse che Amore la ferisca con la lancia che già mi ferisce e trafigge, io crederei di poter guarire dai miei dolori, dato che proveremmo lo stesso ardore.

Francamente, potrei compiacermi di Amore, come colui che ne è stato ben ricompensato; ; ma è da biasimare Amore, veramente, quando a una parte concede i suoi favori e fa languire l’altra; perché se l’amante non sa sopportare, desidera amare perde l’oggetto della sua speranza. Ma io sopporto per abitudine, perché ho visto sempre che colui che sopporta con pazienza, vince la prova e ha diritto alla ricompensa.

E se per sopportare o per amare lealmente e temere, qualcuno ha acquistato dall’amore un grande benessere, devo confortarmi io, che amo e temo e vi servo sempre di nascosto, più di qualunque altro amante.[Ritroviamo il tema della segretezza dell’amore che va protetto e difeso dalle malelingue, caratteristico della letteratura provenzale].

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale della poesia "Pir meu cori alligrari"?
  2. Il tema principale è la gioia d'amore, con il poeta che esprime il desiderio di cantare il sentimento amoroso dopo un lungo periodo di privazione.

  3. Chi è Stefano Protonotaro e quale ruolo ha avuto nella Scuola Siciliana?
  4. Stefano Protonotaro è un poeta della Scuola Siciliana, noto per essere uno dei pochi di cui ci è pervenuto un testo nel suo aspetto linguistico originale. Era probabilmente capo dei notai alla corte di Federico II.

  5. Quali sono le caratteristiche linguistiche del siciliano usato nella poesia?
  6. Il siciliano della poesia presenta provenzalismi e differenze rispetto al toscano, come l'uso di "u" al posto di "o" e "i" al posto di "e", e una forma condizionale unica.

  7. Come viene rappresentata l'ingiustizia dell'amore nel componimento?
  8. L'ingiustizia dell'amore è rappresentata attraverso il triangolo amoroso tra il poeta, la donna amata e Amore, che colpisce il poeta con la sua freccia ma lascia indifferente la donna.

  9. Qual è il significato dell'immagine della tigre nella poesia?
  10. L'immagine della tigre, che si lascia distrarre dalla sua immagine riflessa mentre le vengono sottratti i cuccioli, simboleggia l'amante rapito dall'amore, che dimentica tutto il resto, e rappresenta l'amore perfetto e la sua natura autodistruttiva.

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