Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Arnaut Daniel, trovatore provenzale, è noto per l'invenzione della sestina, una forma metrica complessa e innovativa che ha influenzato poeti come Dante e Petrarca.
  • Dante cita Arnaut Daniel nel Purgatorio, lodandolo come "il miglior fabbro del parlar materno", mentre Petrarca lo elogia nel Trionfo d’Amore per la sua abilità poetica.
  • La sestina di Arnaut Daniel è caratterizzata da un intricato schema di rime che si ripetono in un ordine specifico attraverso sei strofe di sei versi ciascuna, culminando in una strofa finale chiamata "congedo".
  • I critici del XIX secolo vedevano le opere di Arnaut come vuote e artificiose, ma riconoscevano il suo talento nel creare poesie complesse e ricche di significato.
  • Arnaut Daniel è considerato un precursore dello sperimentalismo dantesco, grazie alla sua ricerca stilistica e alla creazione della sestina, che ha avuto un impatto duraturo sulla poesia successiva.

Indice

  1. Cenni biografici
  2. Opera poetica
  3. Dante e Arnaut Daniel
  4. Il giudizio dei critici
  5. La sestina
  6. Testo originale in lingua d’oc

Cenni biografici

Di Arnaut Daniel abbiamo pochissime notizie.
Originario di una famiglia di piccola nobiltà, nacque nella regione del Périgueux (sud-ovest della Francia attuale). La sua data di nascita si colloca fra il 1250 e il 1260. In qualità di trovatore itinerante, fu ospite di diversi signori provenzali. Pare che da anziano abbracciò lo stato monacale e morì nel 1220.

Opera poetica

Della sua opera poetica ci restano soltanto un sirventese di carattere osceno e 17 componimenti; fra di essi soltanto uno è una sestina, una forma metrica strutturata, innovativa e da lui inventata, che suscitò l’ammirazione di Dante e di Petrarca e che, in tempi moderni, è stata ripresa da D’Annunzio e da Ungaretti.
Per questa ricerca stilistica, può essere considerato un anticipatore dello sperimentalismo dantesco.

Dante e Arnaut Daniel

Dante lo cita nei versi 115 e seguenti nel canto XXVI del Purgatorio e Petrarca, nel libro IV del Trionfo d’Amore scrive di lui: “Fra tutti il primo Arnaldo Daniello / gran maestro d’amor; ch’alla sua terra / Ancor fa onor col suo dir novo e bello”.
Dante, per bocca di Guinizelli, lo qualifica come “il miglior fabbro del parlar materno”, cioè costui è il trovatore provenzale Arnaut Daniel, il migliore artefice nella sua lingua madre (la lingua d’oc, mentre il latino non era considerato lingua materna perché studiata a scuola.
Egli era considerato superiore a tutti i lirici e a tutti i romanzieri in prosa (che scrivevano in lingua d’oïl).
Quando, nella Divina commedia Arnault si rivolge direttamente a Dante, lo fa usando la lingua occitana, unico caso in tutta l’opera in cui un personaggio utilizza un volgare diverso da quello italiano.
El cominciò liberamente a dire:
“Tan m'abellis vostre cortes deman,
qu’ieu no me puesc ni voill a vos cobrire.
Ieu sui Arnaut, que plor e vau cantan;
consiros vei la passada folor,
e vei jausen lo joi qu'esper, denan.
Ara vos prec, per aquella valor
que vos guida al som de l'escalina,
sovenha vos a temps de ma dolor!”.
Poi s'ascose nel foco che li affina.
»
(Purg., XXVI, 136-148)

Egli cominciò liberamente a parlare:
“Tanto mi piace la vostra cortese domanda
che io non mi posso né voglio a voi celare.
Io sono Arnaldo, che piango e vado cantando;
afflitto vedo la passata follia,
e lieto vedo, davanti (a me) la gioia che spero.
Ora vi prego, in nome di quel valore che vi guida alla sommità della scala,
al tempo opportuno vi sovvenga del mio dolore”.
Poi sparì fra le fiamme che purifica le anime.


Il giudizio dei critici

I critici del XIX secoli non condividono il giudizio di Petrarca e di Dante e considerano Arnault Daniel un poeta privo di interesse, le cui liriche presentano forme vuote e artificiose. Tuttavia, stando ad una testimonianza del Pulci e del Tasso, Arnault sarebbe stato l’autore anche di prose e romanzi che non ci sono pervenuti e forse il giudizio di valore espresso da Dante e Petrarca si base su queste opere andate perse.
L’eccellenza del poeta sta nel suo poetare in modo oscuro, difficilmente comprensibile, nell’uso di parole ricche di significato e da rime ricche. Pertanto egli si mostra come un maestro di stile insuperabile.
Egli adopera tutti versi dal monosillabo all’endecasillabo, ma il suo merito più grande è quello di aver inventato la sestina e di poterlo considerare per questo il maestro del “trobar clus”.

La sestina

La sestina è caratterizzata da un sottile gioco di rapporti, di corrispondenze e simmetrie linguistiche , complicate quanto raffinate. Una simile poetica ci fa pensare alla poetica dell’Ermetismo del XX secolo.

La sestina di compone di 6 strofe di sei versi ciascuna; ogni verso termina con rima che compare, con una collocazione differente nei versi di tutte le strofe che seguono: l’ultima rima di una strofa coincide con l’ultima rima del primo verso della strofa seguente e dall’ultima strofa si ritorna alla prima. L’ultima strofa di tre versi chiamata “congedo” o “tornada”, riprende le rime delle strofe precedenti. La sestina originale di Arnaut Daniel, l’unica che ci sia stata tramandata, per noi moderni è difficilmente comprensibile sia per i termini adoperati che per i giochi retorici. Essa porta il titolo La Sextine d’ongle et oncle.

Testo originale in lingua d’oc

Lo ferm voler qu’el cor m’intra
no-m pot ges bècs escoissendre ni ongla
de lauzangier qui pert per mal dir s’arma
e car non l’aus batr’ab ram ni ab verga
sivals a fra lai on non aurai oncle
jauzirai joi en vergier o dinz cambra

Quan mi soven de la cambra
on a mon dan sai que nuills hom non intra
anz me son tuich plus que fraire ni oncle
non ai membre no-m fremisca neis l’ongla
aissi uom fai l’enfas denant la verga
tal paor ai no-l sia trop de l’arma

Del cors li fos non de l’arma
e cossentis m’a celat dinz sa cambra
que plus mi nafra-l cor que colps de verga
car lo sieus sers lai on ill es non intra
totz temps serai ab lieis cum carns et ongla
e non creirai chastic d’amic ni d’oncle

Anc la seror de mon oncle
non amei plus ni tant per aquest’arma
c’aitant vezis com es lo detz de l’ongla
s’a liei plagués volgr’esser de sa cambra
de mi pot far l’amors qu’inz el cor m’intra
miells a son vol qu’om fortz de frévol verga

Pois flori la seca verga
ni d’En Adam mogron nebot ni oncle
tant fin’amors com cela qu’el cor m’intra
non cuig fos anc en cors ni eis en arma
on qu’ill estei fors en platz o dins cambra
mos cors no-is part de lieis tant com ten l’ongla

C’aissi s’enpren e s’en ongla
mos cors en lei com l’escorss’ en la verga
q’ill m’es de joi tors e palaitz e cambra
e non am tant fraire paren ni oncle
q’en paradis n’aura doble joi m’arma
si ja null hom per ben amar lai intra


Tornada

Arnautz tramet sa chansson d’ongl’e d’oncle
agrat de lieis que de sa verg’a a l’arma
son Desirat cui pretz en cambra intra


Come si può notare, le rime della prima strofa – intra, ongla, arma, verga, oncle, cambra - ritornano nelle strofe seguenti, ma in un ordine differente.. L’ordine non è casuale, bensì ben studiato:
• Numeriamo le rime della prima strofa: 1, 2, 3, 4, 5, 6
• Nella seconda strofa, abbiamo: 6, 1, 5, 2, 4, 3
• Nella terza strofa, abbiamo: 3, 6, 4, 1, 2, 5
• Nella quarta strofa, abbiamo: 5, 3, 2, 6, 1, 4
• Nella quinta strofa, abbiamo: 4, 5, 1,3 6, 2
• Nella sesta strofa, abbiamo: 2, 4, 6, 5, 3, 1
• Nel congedo, abbiamo: 5, 3, 1 (tutti numeri dispari)

Domande da interrogazione

  1. Chi era Arnaut Daniel e quale fu il suo contributo alla poesia?
  2. Arnaut Daniel era un trovatore provenzale del XIII secolo, noto per aver inventato la sestina, una forma metrica complessa e innovativa che influenzò poeti come Dante e Petrarca.

  3. Come viene descritto Arnaut Daniel da Dante e Petrarca?
  4. Dante lo definisce "il miglior fabbro del parlar materno" nel Purgatorio, mentre Petrarca lo elogia come "gran maestro d’amor" nel Trionfo d’Amore, riconoscendo la sua abilità poetica.

  5. Qual è la struttura della sestina inventata da Arnaut Daniel?
  6. La sestina è composta da sei strofe di sei versi ciascuna, con un complesso schema di rime che si ripetono in un ordine specifico, culminando in una strofa finale di tre versi chiamata "congedo" o "tornada".

  7. Qual è il giudizio dei critici moderni su Arnaut Daniel?
  8. I critici del XIX secolo considerano le sue liriche vuote e artificiose, ma riconoscono la sua eccellenza nel poetare in modo oscuro e nell'uso di rime ricche, attribuendo il suo valore anche a opere perdute.

  9. In che modo Arnaut Daniel è stato un precursore dello sperimentalismo dantesco?
  10. Arnaut Daniel è considerato un precursore dello sperimentalismo dantesco per la sua ricerca stilistica e l'invenzione della sestina, che ha influenzato la poesia successiva, compresa quella di Dante.

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