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Concetti Chiave

  • Giacomo Leopardi, nato nel 1798 a Recanati, visse un'infanzia solitaria che lo spinse a studiare da autodidatta per sette anni, diventando un prodigio ma compromettendo la sua salute.
  • Nel 1817, Leopardi attraversò una "conversione" dal bello al vero, passando da una focalizzazione sulla poesia classica a una più filosofica, influenzato da Pietro Giordani e dal confronto con le poetiche romantiche.
  • Tra il 1819 e il 1821, Leopardi sperimentò il genere degli Idilli, distinguendo la poesia di immaginazione da quella di sentimento, con opere come "L'Infinito" e "Alla Luna".
  • Le Operette morali, composte principalmente tra il 1823 e il 1825, rappresentano una trasfigurazione letteraria del suo pensiero filosofico attraverso racconti fantastici e dialoghi.
  • Le Operette morali esprimono un distacco emotivo e un'ironia critica, utilizzando una prosa curata e formale per trasmettere le sue certezze filosofiche, senza cercare un coinvolgimento emotivo del lettore.
In questo appunto viene messo in luce chi è stato Giacomo Leopardi, con una descrizione della sua vita segnata da diverse fasi che hanno influenzato la sua poesia, per poi passare all'analisi de Gli Idilli e le Operette morali.
Giacomo Leopardi: la vita, gli Idilli e le Operette morali articolo

Indice

  1. La vita di Giacomo Leopardi tra erudizione, bello e vero
  2. Gli Idilli: distinzione tra poesia di immaginazione e poesia di sentimento
  3. Le Operette morali come momento di creazione fantastica attraverso la prosa

La vita di Giacomo Leopardi tra erudizione, bello e vero

Giacomo Leopardi nasce a Recanati nel 1798.

Fin dall'infanzia avverte subito la solitudine, sia dalla famiglia che dall’ambiente circostante, e così a 10 anni decide di studiare da solo. Uno studio a cui dedica 7 anni della sua adolescenza e che gli rovinerà il fisico e la salute, sebbene lo facciano diventare un ragazzo prodigio. La sua erudizione si avverte nelle sue opere giovanili, dato che scrive traduzioni, saggi e opere di filologia.
In questo periodo la sua formazione è l'espressione di una cultura piuttosto arretrata. Solo all'età di 17 anni avviene la cosiddetta "conversione estetica", che segna il passaggio dall'erudizione al bello, volgendo la sua attenzione alla poesia, ossia ai classici.
Questa conversione è il primo passo del distacco di Leopardi dall’ambiente giovanile e di quella maturazione di una nuova sensibilità che sta nascendo in lui.
Un altro cambiamento si ha nel 1817, quando avviene la sua "conversione" dal bello al vero, cioè dalla poesia alla filosofia.
I componenti fondamentali di questa evoluzione, di questo cambiamento, sono l’incontro con Pietro Giordani, che diventerà il suo unico amico, e l’incontro/scontro con le poetiche romantiche. In più c’è la sempre maggiore consapevolezza della propria solitudine e infelicità, e una maggiore insofferenza verso l’ambiente in cui viveva, accentuata da un prima e breve esperienza amorosa, conclusasi solo dopo 4 ore. All’amicizia con Giordani si intreccia l’ammirazione appassionata per Alfieri, che rappresenta un modello di energia morale, tensione eroica e spiriti di libertà. Un modello che fa aumentare in lui l’insofferenza verso Recanti, verso lo stato pontificio della Chiesa chiusa e tradizionalista.
Nel 1819 viene colpito da una malattia agli occhi che gli toglie anche il piacere della lettura e accresce in lui uno stato di malinconia e solitudine, facendo diventare Recanati sempre più insopportabile. Leopardi di idropisia polmonare nel 1837 a Napoli, a soli 39 anni.
Per ulteriori approfondimenti su Giacomo Leopardi vedi qui

Gli Idilli: distinzione tra poesia di immaginazione e poesia di sentimento

Tra il 1819 e il 1821, Leopardi tenta il genere degli Idilli, che De Sanctis e Carducci divideranno in piccoli e grandi Idilli.
Questo genere deriva dalla letteratura classica, dato che da giovane Leopardi aveva tradotto, appassionandosi al genere, gli Idilli di Mosco, autore del II secolo a.C., che a sua volta aveva imitato Teocrito. Tuttavia, Leopardi abbandona un’immediata imitazione e ripropone il genere in maniera del tutto nuova e originale, guardando a quanto era stato prodotto nella letteratura del ‘700, da alcuni poeti come Gessner, Goethe, Pindemonte, poeti che hanno prodotto una poesia descrittiva, paesaggistica e fatta di successioni inquiete, perplesse.
Tutto questo materiale farà parte de Il libro dei canti, dove già il titolo spiega le caratteristiche di questa poesia: si tratta di un movimento interiore che Leopardi trasmette con questa poesia.
Quelli che poi verranno definiti Piccoli Idilli, sono di questa stagione e sono sei: L’Infinito, Alla Luna, La sera del dì di festa, Il Sogno, La vita solitaria e il Frammento 37. In queste poesie emerge una materia esclusivamente autobiografica, legata agli ambienti famigliari e ai tempi, inserendo elementi di perplessità nei confronti della natura benigna, anche se ci troviamo nel periodo del pessimismo storico.
Ciò che è importante è la poetica che prende corpo in questa produzione; infatti negli Idilli giunge a maturazione la poetica fondata sulla distinzione tra poesia di immaginazione (degli antichi) e poesia di sentimento (dei moderni).
Per ulteriori approfondimenti sugli Idilli vedi qui
Giacomo Leopardi: la vita, gli Idilli e le Operette morali articolo

Le Operette morali come momento di creazione fantastica attraverso la prosa

A Recanati rimane dal 1823 al 1825, componendo la maggior parte delle operette morali, che costituiscono il suo sforzo di elaborazione filosofica in termini letterari. Le operette morali sono infatti dei racconti fantastici, delle trasfigurazioni letterarie del pensiero filosofico. Sono dialoghi sempre di riflessione sulla condizione dell’uomo e sono 24, di cui 19 sono scritti in questo periodo e la restante parte verrà scritta tra il 1827 e il 1832.
Non bisogna partire tanto da quest’opera per ricostruire l’evoluzione del pensiero di Leopardi; lo Zibaldone ci permette di farlo. Le “Operette morali” sono solo la trasfigurazione letteraria del suo pensiero filosofico.
È il momento della creazione fantastica non attraverso la poesia, bensì attraverso la prosa. Una volta che Leopardi ha acquisito delle certezze incrollabili che riguardano la situazione dell’uomo e dell’universo, le ripensa in termini letterari, fantastici. Il suo atteggiamento è molto distaccato e ironico; ha superato la fase dell’autobiografismo lirico degli Idilli, la fase della poesia civile, e si chiude in una sorta di isolamento gelido ma volutamente razionale.
Le Operette morali non sono un documento del pensiero filosofico di Leopardi, ma solo un’opera letteraria. Anche lo stile è molto curato e formale, tanto che De Sanctis definiva la prosa di quest’opera “marmorea”. Lo scopo di Leopardi non è quello di dare un’emozione: c’è mancanza di comunicazione con il lettore e non c’è pathos; vuole soltanto trasfigurare in termini letterari le sue certezze filosofiche.
Per ulteriori approfondimenti sulle Operette morali vedi qui

Domande da interrogazione

  1. Chi era Giacomo Leopardi e quali sono stati i momenti chiave della sua vita?
  2. Giacomo Leopardi, nato a Recanati nel 1798, è stato un poeta e filosofo italiano. La sua vita è stata segnata da una solitudine precoce e da un'intensa erudizione autodidatta. I momenti chiave includono la "conversione estetica" a 17 anni, che lo portò dalla filologia alla poesia, e la successiva "conversione" dal bello al vero, avvicinandosi alla filosofia.

  3. Qual è la distinzione tra poesia di immaginazione e poesia di sentimento negli Idilli di Leopardi?
  4. Negli Idilli, Leopardi distingue tra poesia di immaginazione, tipica degli antichi, e poesia di sentimento, propria dei moderni. Questa distinzione si manifesta nella sua produzione poetica, che riflette un movimento interiore e una materia autobiografica.

  5. Qual è il significato delle Operette morali nella produzione di Leopardi?
  6. Le Operette morali rappresentano un momento di creazione fantastica attraverso la prosa, dove Leopardi trasfigura il suo pensiero filosofico in racconti letterari. Sono caratterizzate da un tono distaccato e ironico, e non mirano a comunicare emozioni, ma a esprimere certezze filosofiche in forma letteraria.

  7. Come ha influenzato la solitudine la vita e l'opera di Leopardi?
  8. La solitudine ha profondamente influenzato Leopardi, spingendolo verso uno studio autodidatta e una riflessione filosofica. Questa condizione si riflette nelle sue opere, dove emerge una consapevolezza della propria infelicità e una critica verso l'ambiente chiuso e tradizionalista in cui viveva.

  9. Quali sono le caratteristiche stilistiche delle Operette morali?
  10. Le Operette morali sono caratterizzate da uno stile curato e formale, descritto da De Sanctis come "marmoreo". Leopardi utilizza la prosa per trasfigurare le sue certezze filosofiche in termini letterari, mantenendo un atteggiamento distaccato e privo di pathos.

Domande e risposte

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