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Concetti Chiave

  • Leopardi nelle Operette morali esplora l'illusione umana di una vita felice, evidenziando come nessun anno sia caratterizzato da completa felicità.
  • Nella poesia "A Silvia", Leopardi vede la giovinezza come il periodo più bello, con speranze che verranno deluse con la maturità.
  • Nel "Dialogo tra la natura e l’islandese", la natura è rappresentata come una figura fredda e indifferente, contrapposta all'immagine di una matrigna crudele o avvolgente.
  • Leopardi, nel "Canto notturno", esprime una visione della vita estremamente pessimistica, vista come dolorosa e faticosa fin dalla nascita.
  • Nel "Dialogo tra Tristano e un amico", Tristano sostiene che l'uomo vive nell'illusione di un mondo felice, preferendo una filosofia dolorosa ma vera.

Indice

  1. Riflessioni sulla felicità e il tempo
  2. Visione della natura e dell'uomo
  3. Condizione umana e filosofia del vero

Riflessioni sulla felicità e il tempo

Leopardi inserisce le sue riflessioni filosofiche nelle Operette morali. Nel dialogo tra un venditore di almanacchi e un passeggere riflette sul fatto che gli uomini si illudono di avere una vita felice, ma potendo scegliere, non vorrebbero rivivere il passato poiché nessun anno della vita è stato caratterizzato dalla completa e assoluta felicità. Per questo gli uomini ripongono erroneamente la propria speranza di felicità nel futuro. Lo stesso tema è trattato nella poesia “A Silvia” in cui il poeta ritiene che il periodo più bello della vita sia la giovinezza poiché si hanno delle speranze di un futuro felice che verranno però disilluse al raggiungimento della maturità. Leopardi perciò, nel Sabato del Villaggio, invita il giovane garzoncello a non aver fretta di crescere e a non essere triste se la sua festa tarda ad arrivare. Il tema della fugacità del tempo e della felicità era stato trattato anche nel “Carpe diem di Orazio” con accezione meno pessimistica, poiché invitava la giovane lettrice a non riporre la propria fiducia nel futuro, ma a godere appieno del presente, non rimandando la felicità al futuro.

Visione della natura e dell'uomo

Nel Dialogo tra la natura e l’islandese Leopardi muta la sua visione della natura. Essa non è né dolce e avvolgente come nell’ Infinito, né una crudele matrigna come nella Sera del dì di festa, ma è raffigurata come una statua, fredda e indifferente alle sorti dell’uomo. Leopardi (come Lucrezio) ha una visione meccanicistica della Natura, che compie il suo ciclo di creazione e distruzione e non si cura della sofferenza che causa all’uomo. Il brano può essere accostato al “Canto notturno” in cui emerge una visione estremamente pessimistica della vita, che è, fin dalla nascita, terribilmente dolorosa e faticosa. Il viandante si rivolge alla luna ponendosi delle domande a cui non seguono risposte. Leopardi completando il suo pensiero filosofico, nella “Ginestra” conclude che l’uomo deve essere consapevole della propria impotenza di fronte agli eventi naturali, ma come i cespugli di ginestre accettano il proprio destino senza piegare il capo alle eruzioni del Vesuvio, gli uomini devono essere uniti e affrontare con coraggio la guerra contro la Natura ma senza illudersi di poterla dominare.

Condizione umana e filosofia del vero

Nel Dialogo tra Tristano e un amico, Leopardi riflette sulla condizione umana. Tristano, al contrario dell’ amico ottimista, ritiene di aver raggiunto la consapevolezza del fatto che l’uomo non può essere felice. Egli ritiene infatti che gli uomini, per vivere, preferiscono illudersi di abitare in quello che Leibniz aveva definito ‘il migliore dei mondi possibili’ in cui è possibile raggiungere la felicità. Gli uomini infatti non riescono ad accettare la realtà, il deserto della vita che deve essere affrontata con il coraggio della Ginestra che profuma il deserto. Leopardi preferisce invece accettare una filosofia dolorosa ma vera, ovvero la consapevolezza dei limiti dell’uomo e della sua condizione di infelicità. Manzoni ritiene invece che il Vero rappresenti la base storica per le sue opere a cui si accostano l'interessante, che descrive le emozioni dei personaggi, e l‘utile, che insegna al lettore una morale che rispecchia i valori della filosofia manzoniana.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le riflessioni filosofiche presenti nelle Operette morali di Leopardi?
  2. Leopardi riflette sul fatto che gli uomini si illudono di avere una vita felice, ma nessun anno della vita è stato caratterizzato dalla completa felicità.

  3. Qual è il tema trattato nella poesia "A Silvia" di Leopardi?
  4. Il tema trattato è che il periodo più bello della vita è la giovinezza, ma le speranze di un futuro felice vengono disilluse al raggiungimento della maturità.

  5. Come viene rappresentata la natura nel Dialogo tra la natura e l'islandese di Leopardi?
  6. La natura viene rappresentata come una statua fredda e indifferente alle sorti dell'uomo.

  7. Qual è la visione della vita espressa nel "Canto notturno" di Leopardi?
  8. Nel "Canto notturno" emerge una visione estremamente pessimistica della vita, che è terribilmente dolorosa e faticosa fin dalla nascita.

  9. Cosa ritiene Tristano sulla condizione umana nel Dialogo tra Tristano e un amico di Leopardi?
  10. Tristano ritiene che l'uomo non può essere felice e che gli uomini preferiscono illudersi di abitare in un mondo in cui è possibile raggiungere la felicità.

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