Concetti Chiave
- Leopardi abbandonò la lirica tra il 1823 e il 1828 per dedicarsi alla prosa delle Operette morali, pubblicate inizialmente a Milano nel 1827.
- Le Operette morali furono ispirate dai Dialoghi di Luciano di Samosata e si presentano come brevi dialoghi satirici tra personaggi storici, mitologici e fantastici.
- L'edizione definitiva delle Operette, pubblicata a Firenze nel 1845, comprende 24 prose, con alcune aggiunte e una rimozione rispetto alle versioni precedenti.
- Il "pessimismo cosmico" di Leopardi emerge nelle Operette, sostenendo che la natura è indifferente alla sorte umana e dominata da un ciclo di creazione e distruzione.
- Leopardi esalta la ragione come strumento di rivelazione della verità, usando ironia e distacco per smascherare le illusioni e gli inganni dei falsi filosofi.
Indice
Leopardi e le Operette morali
Dal 1823 al 1828 Leopardi abbandonò la lirica, per affidare il proprio dialogo con i lettori alla prosa delle Operette morali. Leopardi si trovava a Recanati, qui pensò di dare voce alle proprie idee sul mondo e sulla vita in brevi prose, in parti filosofiche e in parte simboliche.
Pubblicazione e censura
Le prime venti "operette" uscirono in volume nel 1827 a Milano.
Alcune di esse erano già apparse nel gennaio 1826 sulla rivista fiorentina "Antologia!; ma l'autore non si accontentò di quella diffusione episodica e volle riunire le sue "operette" in volume. Alle 20 stampate nel 1827 se ne aggiungeranno altre 5, bloccate in un primo tempo dalla censura borbonica, vennero pubblicate solo nel 1845. L'edizione definitiva, uscita a Firenze nel 1845, comprendeva 24 Operette; uno dei testi precedentemente stampati fu depennato (cancellare, escludere da un elenco o da un conto) per volontà dell'autore.Ispirazione e struttura
L'idea di questi brevi dialoghi satirici fu ispirata a Leopardi dai Dialoghi dello scrittore Luciano di Samosata. Nel Settecento si era diffuso il genere semiserio del "capriccio d'invenzione". Nei dialoghi delle Operette ritroviamo l'eco del tratto filosofico ma anche dei "detti" memorabili, degli "elogi" biografici, dei frammenti "apocrifi" che si fingevano ritrovati da opere più antiche.
Tutte le operette sono costruite in forma di dialogo: a confrontarsi tra loro sono i personaggi più disperati, ora tratti dalla storia ora dalla poesia, oppure dalla filosofia, dalla scienza, dalla mitologia. Altre figure risultano del tutto fantastiche.
Pessimismo cosmico
Nelle Operette si esprime quella svolta verso il "pessimismo cosmico" che capovolge la precedente idea di natura "benigna": la radice del male sta nella natura, ovvero nella sostanza stessa delle cose e dell'esistere. L'idea filosofica centrale è l'indifferenza della natura di fronte alla sorte umana, accanto all'altra tesi, per la quale la vita dell'universo è dominata da un ciclo biologico di produzione e distruzione.
Ragione e verità
E' la ragione ad assumere un ruolo più positivo: invece che l'autrice dei mali è la rivelatrice di essi. Perciò in certi passi l'autore valorizza l'attitudine umana di illudersi, o quel desiderio di conoscere e di gloria che attenua la "noia" dell'esistere. Leopardi celebra la ragione: essa gli appare lo strumento per conoscere il "vero".
Fine dell'opera è comunicare il vero attraverso "le armi del ridicolo". Ora che l'autore h compreso l'amara verità della vita, può giudicare con distacco e ironia qualsiasi inganno o illusione, astenendosene. Il suo bersaglio sono i falsi filosofi, quelli che credono che l'uomo sia il centro dell'universo, felice e perfettibile.
Domande da interrogazione
- Qual è il periodo in cui Leopardi si dedicò alla prosa delle Operette morali?
- Quali difficoltà incontrò Leopardi nella pubblicazione delle Operette morali?
- Qual è la struttura delle Operette morali e da cosa traggono ispirazione?
- Come viene rappresentata la natura nelle Operette morali di Leopardi?
Leopardi si dedicò alla prosa delle Operette morali dal 1823 al 1828, abbandonando temporaneamente la lirica.
Leopardi incontrò difficoltà con la censura borbonica, che bloccò inizialmente la pubblicazione di alcune operette, pubblicate solo nel 1845.
Le Operette morali sono costruite in forma di dialogo, ispirate dai Dialoghi di Luciano di Samosata, e includono personaggi storici, poetici, filosofici e mitologici.
Nelle Operette morali, la natura è vista come indifferente alla sorte umana, con un pessimismo cosmico che evidenzia la natura come radice del male.