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Concetti Chiave

  • Le "Operette Morali" di Leopardi sono una raccolta di 20 opere in prosa, con aggiunte successive, ispirate ai dialoghi satirici di Luciano di Samosata.
  • Le opere utilizzano stili diversi, come dialoghi, narrazioni e trattati, con elementi fantastici, storici e mitologici, mantenendo uno stile elegante e ironico.
  • Leopardi adotta dialoghi paritetici, dove la verità è costruita progressivamente, evitando atteggiamenti presuntuosi nel possessore della verità.
  • Un tema centrale è la critica ai miti contemporanei e alla fede nel progresso, presentando la natura come un'entità indifferente e distruttrice.
  • Le operette usano ironia e satira, con tecniche di straniamento, per esporre la presunzione umana da punti di vista insoliti, come quello di gnomi o folletti.

Indice

  1. Leopardi e le Operette Morali
  2. Stile e Temi delle Operette
  3. Dialoghi e Filosofia Negativa
  4. Ironia e Satira nelle Operette
  5. Prosa Moderna e Registri Stilistici
  6. Lettera a Pietro Giordani
  7. Platone e la Forma Dialogica

Leopardi e le Operette Morali

Nel 1827 (stesso anno “Promessi Sposi”), l’intero gruppo delle 20 opere in prosa che Leopardi scrisse vennero raccolte nel volume delle “Operette Morali”, a cui poi ne vennero aggiunte altre 5: due entrarono nella seconda edizione del 1834 (“Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere” e “Dialogo di Tristano e di un amico), mentre le altre furono lasciate inedite fino alla Starita del 1835 per paura della censura (“Frammento apocrifo di Stratone di Lampsaco”, “Il Copernico.

Dialogo”, “Dialogo di Plotino e di Porfirio”). Ciò nonostante, la loro stesura risalisse principalmente al 1824, 5 anni prima descrisse inoltre l’intenzione di scrivere “dialoghi satirici alla maniera di Luciano, ma tolti i personaggi o il ridicolo da costumi presenti o moderni”.

Stile e Temi delle Operette

L’aggettivo morali si riferisce all’ambito della filosofia morale (antenato scienze umane), la quale si concentra sugli atteggiamenti degli uomini, mentre operette evidenzia l’intento di non presentarsi con l’ordine di un trattato, ma che procede utilizzando il dialogo, genere per eccellenza nella trasmissione di verità. Leopardi venne ispirato dai “Dialoghi” dello scrittore greco Luciano di Samosata: scritti brevi, spesso dialoghi, scritti in stile elegante e satirico, con obiettivo di ironia gli uomini, gli dei e la società, da qui riprende:

- Varietà di forme (dialoghi, brevi trattati, narrazioni ed elogi)

- Elementi fantastici (gnomi, folletti, gallo silvestre), storici (Torquato Tasso, Cristoforo Colombo) e mitologici (Ercole, Atlante)

- Stile elegante ma al contempo ironico

Il genere classico dialogico mette a confronto il possessore di verità con il possessore di idee sbagliate confutate, Leopardi invece utilizza dialoghi paritetici, in cui la verità viene costruita progressivamente da entrambi e chi possiede la verità non adotta mai un atteggiamento presuntuoso. I dialoghi sono in totale 16, ma gli altri generi sembrano nascondere il dialogo:

- Una novella presenta parti dialogate (“Scommessa di Prometeo”)

- Secondo personaggio ridotti ai minimi termini, compare appena

- Interlocutore è il lettore stesso, attraverso monologhi, non soliloqui

Dialoghi e Filosofia Negativa

Le operette morali teorizzano la consapevolezza leopardiana della caduta di ogni speranza (“poeta del disincanto”), uno dei temi principali è la critica ai falsi miti contemporanei, come il progresso scientifico, sociale ed economico; la fede in Dio, nella ragione e nell’uomo. Un tipo di filosofia negativa, che lui obiettò nello Zibaldone come filosofia volta a smentire le false credenze su cui si fonda la società, come antropocentrismo. A questo proposito, la natura viene interpellata come matrigna indifferente che vede gli uomini come elementi travolti dalla sua macchina creatrice e contemporaneamente distruttrice, illusi dalla speranza di poter essere felici. Il suicidio non è tuttavia contemplato, è necessario sopportare con dignità la noia ed il dolore per aiutare chi ci ama a sopportare il peso della loro vita, senza accentuarlo con la nostra possibile morte premeditata.

Ironia e Satira nelle Operette

L’ironia e la satira sono elementi fondamentali, già percepibile nel titolo, che sembra sminuire il valore di un’opera filosofica, inoltre appare percettibile nelle situazioni paradossali: la presunzione degli uomini convinti che il mondo sia fatto per loro ma visto dagli occhi di uno gnomo o l’illusione del venditore di almanacchi nella speranza dell’anno migliori (atteggiamenti dell’uomo, che sembra prestarsi con i suoi difetti ad essere ridicolizzato). L’ironia diventa ancora più evidente con la tecnica dello straniamento, ossia nell’esposizione di fatto da un punto di vista insolito, qui la vita degli uomini è infatti analizzata da osservatori estranei come gnomo, folletto, Morte, Moda (critica ma senza giudizio, le mostra semplicemente da altri occhi).

Prosa Moderna e Registri Stilistici

Leopardi ricercava una prosa moderna nella quale si potesse trattare il vero, si rifece dunque al modello di Galileo, in grado di plasmare la lingue e lo stile alla rappresentazione di difficile verità. Il linguista Maurizio Valle afferma la presenza di due registri stilistici:

1. Relativo all’esercizio del pensiero

2. Relativo alla commozione del sentimento

La prima serve a sottolineare la verità oggettiva, mentre la seconda vuole stimolare la partecipazione emotiva del lettore.

Lettera a Pietro Giordani

Il 4 Settembre del 1820, Leopardi scrisse una lettera a Pietro Giordani: “in questi giorni ho immaginato e abbozzato certe prosette satiriche”, a questo periodo risalgono alcune operette (“Dialogo tra due bestie per esempio un cavallo e un bue”, “Dialogo di un cavallo e di un bue”, “Dialogo di Senoconte e Machiavello”, “Dialogo tre un galantuomo e il mondo”, “Dialogo tra un filosofo greco, Murco senatore romano, popolo romano, congiurati”. Il 27 Luglio 1821 dichiara nello Zibaldone di puntare sulla forza del ridicolo per riscuotere la “mia povera patria e secolo, in dialogo e novelle lucanee che avrebbero dovuto portare la commedia a quello che finora è stato proprio nella tragedia, cioè, i vizi dei grandi, i principi fondamentali delle calamità e della miseria umana, gli assurdi della politica le sconvenienze appartenenti alla morale universale e alla filosofia, l’andamento e lo spirito generale del secolo, la somma delle cose, della società, della civiltà presente, le disgrazie e le rivoluzioni e le condizioni del mondo, i vizi e le infamie non degli uomini ma dell’uomo, lo stato delle nazioni ecc.

Platone e la Forma Dialogica

” Fu Platone, per veicolare la propria dialettica, ad utilizzare la forma dialogica, imparata da Socrate, il quale adottò due modalità: prima sfruttava l’ironia per fingere di accettare la tesi dell’avversario per poi smontare pregiudizi e luoghi comuni (pars denstruens), successivamente edifica la visione corretta con la maieutica (pars costruens). Sua madre era un’ostetrica e lui fa partorire la verità facendo arrivare l’intelletto dell’interlocutore, di modo di dare l’impressione che non sia una verità imposta e che ci sia arrivato lui, base della pedagogia.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine e la struttura delle "Operette Morali" di Leopardi?
  2. Le "Operette Morali" furono raccolte nel 1827 e successivamente ampliate nel 1834. Sono composte da dialoghi e brevi trattati che utilizzano l'ironia e la satira per esplorare temi filosofici e morali.

  3. Quali sono i temi principali trattati nelle "Operette Morali"?
  4. I temi principali includono la critica ai falsi miti contemporanei, come il progresso scientifico e la fede in Dio, e la consapevolezza della caduta di ogni speranza, caratteristica della filosofia negativa di Leopardi.

  5. In che modo Leopardi utilizza l'ironia e la satira nelle sue opere?
  6. Leopardi impiega l'ironia e la satira per ridicolizzare le presunzioni umane, utilizzando situazioni paradossali e punti di vista insoliti, come quelli di gnomi o folletti, per esporre le debolezze umane.

  7. Come si caratterizza lo stile delle "Operette Morali"?
  8. Lo stile delle "Operette Morali" è elegante e ironico, con una prosa moderna che si ispira a Galileo, capace di trattare verità difficili attraverso due registri stilistici: uno per il pensiero e uno per il sentimento.

  9. Qual è l'influenza di Platone sulla forma dialogica delle "Operette Morali"?
  10. Leopardi si ispira alla forma dialogica di Platone, che utilizza il dialogo per costruire progressivamente la verità, evitando atteggiamenti presuntuosi e coinvolgendo il lettore come interlocutore.

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