Concetti Chiave
- Giacomo Leopardi è un poeta italiano unico nel panorama romantico, noto per la sua visione soggettiva e critica dei moti rivoluzionari italiani, che considerava inutili.
- Leopardi è influenzato dalla sua difficile infanzia e dalle sue condizioni fisiche, che lo portano a una vita di isolamento e meditazione, lontano dagli ideali patriottici.
- Il suo pensiero evolve attraverso il pessimismo storico, cosmico ed eroico, riflettendo sulla natura e sull'infelicità umana, culminando nella concezione della natura come matrigna.
- Le opere principali di Leopardi includono "L'infinito", "Zibaldone", "Canti", "Operette morali", e "La Ginestra", che esprimono il suo pensiero filosofico e poetico.
- Leopardi esplora i concetti di piacere, felicità e il ruolo della poesia nell'immaginazione, opponendosi alla razionalità che spegne il piacere umano.
Indice
Leopardi e il Romanticismo Italiano
Giacomo Leopardi rappresenta soggettiva è un poeta un po' a se nel panorama romantico italiano perché in Italia prevaleva la tendenza oggettiva inoltre quando scoppiano i moti rivoluzionari in Italia li deride perché dice che sono inutili.
Giacomo Leopardi un grande genio in lui troviamo la tendenza all'isolamento e alla meditazione non è un poeta patriota o soldato o cittadino.
La sua condizione personale senza dubbio influisce il suo pensiero ma non è giusto dire che sia un pessimista. Soffriva di una malattia alle ossa aveva problemi agli occhi ed era molto basso." 7 anni di studio matto e disperatissimo che fu causa irreparabile della mia decadenza fisica " però questo gli diede una mente eccelsa. Il suo pensiero è legato al illuminismo e alla concezione meccanicistica ma sente il passaggio da l’illuminismo al romanticismo.L'Infanzia e l'Educazione di Leopardi
Nasce a Recanati nel 1748 nelle Marche. Nasce dal conte Monaldo e dalla marchesa Adelaide Antici(dura perfida e prima di dare amore ai figli) l'unica preoccupazione che aveva la Marchesa era riportare in vigore il patrimonio della famiglia Leopardi costringe la famiglia a ristrettezze economiche molto pesanti e questo segna moltissimo l’infanzia di leopardi: priva di affetto materno, queste ristrettezze economiche, il fatto di essere lontano dalle correnti di pensiero europee. Questo fu motivo di infelicità per Giacomo. È costretto a studiare sotto il suo precettore che lo costringe ad uno studio molto pesante. Ma successivamente decide di studiare da solo come autodidatta " 7 anni di studio matto e disperatissimo " dai 13 ai 18 anni questo gli diede un erudizione enorme. Studiava da solo nella biblioteca tutto il giorno fino a che la candela non si spegneva. Questo fu uno dei motivi della sua decadenza fisica. A 18 anni conosceva la lingua greca,latina e l'ebraico ed era diventato un filosofo e aveva tradotto alcuni libri dell'Odissea e dell'Iliade. A 18 anni è costretto a lasciare lo studio perché non ce la fa più fisicamente(non ci vede). Ma dentro di lui una crisi: vuole un cambiamento di tipo letterario, religioso e tipo politico. Tipo letterario: vuole una conversione dal erudizione al bello cioè vuole mettere in pratica le sue conoscenza dedicandosi alla produzione di poesie in questo periodo nascono alcune delle sue più famoso poesie. Però che Recanati non gli appartiene è come una prigione che gli impedisce di rialzarsi,cerca di scappare ma viene scoperto 1819. Passa altri tre anni nella sofferenza a Recanati e in questo periodo compone poesie più belle: Alla luna, L’infinito.
Il Viaggio e le Delusioni di Leopardi
Finalmente nel 1822 ottiene il permesso dal padre di uscire da Recanati. Ma ottiene solo di andare a Roma dagli zii Antici fratelli della madre, qui è convinto che possa finalmente raggiungere la felicità. Ora fa un cambiamento di tipo religioso: Abbandona la religione cristiana e comincia a credere nella concezione meccanicistica dell'Illuminismo. Cambiamento di tipo politico: Abbandona le idee reazionarie e abbraccia le idee patriottiche di nazionalità anche se è molto critico nei confronti dei moti carbonari dice che non servono a niente. Critica i moti carbonari perché capisce prima che non servono a niente. Per questo verrà anche molto criticato come una persona che non ama l'Italia ma non è vero è solo che capisce prima che con i moti carbonari non si sarebbe concluso nulla.
Rimane deluso dal soggiorno dagli zii. Non è felice. La vita di città non mi piace, la casa degli zii nemmeno ma dice in una lettera che invia alla sorella Paolina: “L'unica consolazione che ho visitare la tomba del Tasso". Nel 1824 torna a Recanati seguono anni di tristezza in si dedica solo a scrivere. (scriverà le Operette morali) Il 1827 accetta l'invito di andare a Milano da parte di Roberto stella un editore milanese che gli chiede di commentare alcuni classici latini e greci. Leopardi accetta. Però Milano non fa per lui perchè ha un clima troppo umido e lui ha problemi alle ossa e quindi è costretto ad andarsene da Milano. Andrà a Bologna e Firenze dove entra in contatto con letterati. Farà anche un soggiorno a Pisa e quest'ultimo gli giova tanto che gli torna la voglia vivere.
Però le sue condizioni fisiche gli impediscono di lavorare e quindi senza soldi è costretto a tornare a recanati “nel natio borgo selvaggio”. Fortunatamente gli amici che aveva conosciuto fuori Recanati gli offrono un vitalizio che lui all'inizio rifiuta poi viene convinto e nel 1830 va via da Recanati e comincia a girare l'Italia nel frattempo dal 30 al 32 scrive i grandi idilli. Fuori da Recanati vive la delusione amorosa con Fanny Targioni Tozzetti che era una donna dell'epoca che amava fare in salotti letterati a casa sua, e illude giacomo. Si stabilisce infine a Napoli nel 1833 con l'amico Ranieri che alla fine si dimostrerà essere un falso e non un amico. Qui scrive altre poesie come la ginestra. Ranieri parla male dietro alle spalle a Leopardi ad esempio che mangiava molti gelati anche se aveva problemi di salute e non si lavava mai. Qui a Napoli non sarà neanche più capace di stare in piedi. Muore il 14 giugno 1837 a Napoli mentre sta dettando una poesia a Ranieri all'età di 39 anni. Viene sepolto a Napoli e ancora oggi si trova lì la sua famiglia non ha neanche chiesto di seppellirlo a Recanati questo dimostra puro disinteresse per il figlio.
Il Pensiero Filosofico di Leopardi
Leopardi crede nella concezione meccanicistica illuminista soprattutto nel 1816 in cui abbraccia particolarmente questo pensiero.
Dice che c'è una forza che agita la materia e questa forza spinge l'uomo alla ricerca della felicità. Il problema è: che l'uomo non raggiunge mai un piacere che lo soddisfi ma cerca il piacere. L’uomo cerca cerca il piacere in senso assoluto e questo lo porta alla ricerca del piacere che appena trovato subito ha bisogno di un altro, non esaurisce mai il desiderio. Questa ricerca tende all'infinito ma la vita dell'uomo ha una fine quindi l'uomo finisce per non essere mai contento.
Il Pessimismo di Leopardi
Leopardi analizza molto questo concetto, all'inizio la colpa dell' infelicità lui l'ha dall'uomo stesso ma il suo pensiero si evolve in tre parti: Pessimismo storico, pessimismo cosmico e pessimismo eroico.
Nel pessimismo storico sostiene che l'uomo ha distrutto tutte le illusioni che la natura aveva creato per nasconderci i limiti dell'esistenza: Morte, vecchiaia eccetera infatti ci sono state delle epoche storiche in cui l'uomo era contento ad esempio gli uomini primitivi in cui la natura era benigna, è stato l'uomo che con la ragione ha distrutto le illusioni. L’uomo ha voluto vedere la realtà nella concretezza,investigando e quindi ha cancellato le illusioni che la natura benigna aveva dato. Quindi lui dà la colpa della sua infelicità a se stesso perchè si trova a Recanati. Nel 1822 va a Roma ma ne resta deluso. Lui dice la colpa non è mia è del mondo e per quanto l'uomo faccia non riesce a raggiungere la felicità. In questo momento il suo pensiero cambia: la colpa non è dell'uomo ma della natura che impedisce di raggiungere la felicità. Torna a Recanati dove ritorna alla stesura della poesia e comincia a scrivere le Operette morali dove cambia totalmente il suo pensiero: Passa dal concetto di natura benigna al concetto di natura malvagia(pessimismo cosmico). Le Operette morali sono dei racconti lì in cui esprime il suo pensiero. L'operetta in cui risalta di più il concetto di pessimismo cosmico è il dialogo della natura e di un islandese: Un islandese perché Leopardi che amava molto leggere aveva letto un articolo su una rivista che parlava delle condizioni di vita degli islandesi che vivono in mezzo a vulcani e ghiacciai(condizioni naturali non favorevoli) immagino questo in islandese alla ricerca di un rifugio e questo islandese era infelice e all'inizio aveva dato la colpa a se stesso, e va alla ricerca di un luogo dove vivere ma non riesce a trovarlo e dice" forse non è colpa mia che sono infelice, è colpa della natura" quindi decide di scappare dalla natura. A un certo punto si trova davanti una grande statua di donna seduta che gli chiede dove sta andando e lui risponde che sta scappando dalla natura. Lei risponde" io sono quella da cui tu scappi" e a quel punto dice “perché ci tratta così? perché vuole l'infelicità dell'uomo?" la natura risponde “io non sono preoccupata della felicità o infelicità degli uomini io seguo il mio ciclo che poi gli uomini siano felici o infelici è una cosa che a me non riguarda" e allora islandese dice “ma se tu segui il tuo ciclo allora perché ci metti al mondo?”. A quest'ultima domanda la natura non risponde anzi si dice che distrugga lo stesso islandese facendo arrivare un vento fortissimo che sotterrano islandese oppure faccio comparire dal nulla due leoni che se non mangiano senza neanche soddisfare il loro appetito di quel giorno.
La natura ci fa nascere con il desiderio di felicità ma poi ci impedisce di raggiungerla (natura matrigna). A questo punto si potrebbe arrivare al satanismo ma non è come la pensa Leopardi. L'uomo non può abbandonarsi alla noia, cioè abituarsi a ciò che la natura vuole per lui cioè la distruzione ma deve combattere contro la natura matrigna attraverso le illusioni che danno un significato alla vita. La stessa infelicità è meglio del fatanismo perché vuol dire che stai combattendo. Qui si ha la trasformazione da pessimismo storico a eroico che risalta molto nella sua opera la Ginestra: La Ginestra è un fiore che cresce e fiorisce nei terreni aridi alle pendici del Vesuvio infatti questo opera è stata scritta a Napoli. Questo fiore sembra sfidare il vulcano. Lo stesso deve fare l'uomo cioè vivere dove la natura cerca di distruggerlo ma senza avere pretese di immortalità perché anche la ginestra sa che un giorno il vulcano erutterà.
La Poetica di Leopardi
Quindi l'uomo quando è felice? La felicità dell'uomo sta nell'attesa, nell'immaginazione, nel ricordo. La poetica di Leopardi infatti è stato definita del vago e dell'indefinito es. Il sabato del villaggio dov'è il sabato è descritto come il giorno meglio della domenica perché pensi a cosa farai il giorno dopo mentre la domenica si pensa già al lunedi, il concetto che la giovinezza è meglio dell'età adulta perché durante la giovinezza sei libero e spensierato.
Quindi i 3 PUNTI PRINCIPALI del pensiero sono il concetto di piacere e di felicità, la poesia del vago e dell'indefinito(l'uomo può provare piacere nell'attesa), fatalismo l'uomo non ha nulla. Tutta l'opera leopardiana si basa su un concetto di idee continuamente meditate e sviluppate.
Leopardi non credi in una vita dopo la morte non è come Foscolo che crede che attraverso la poesia si possa vivere nel ricordo lui non credere neanche in questo.
Nella poetica del vago e dell'indefinito un concetto che si ripete e l'ostacolo perché dietro l'ostacolo c'è qualcosa di vago e indefinito che permette all'uomo di immaginare positivamente. Leopardi non ama la poesia legata alla razionalità perché secondo lui spegne la felicità e il piacere dell'uomo. Lui sta dalla parte dei classicisti ma non nel linguaggio bensì nella fantasia perché i romantici sono più legati alla realtà.
• La sua opera più importante è infinito.
• Zibaldone: Diario intellettuale. Zibaldone significa composto eterogeneo di più elementi questo diario non ha un ordine ne cronologico ne di argomento ne di principi si può definire l'officina delle sue opere da dove trae spunto. Quest'opera attraversa tutta la vita di Leopardi insieme ai canti.
I canti sono le sue poesie" canto i cari e dolci moti del cuore" anche questi attraversano tutta la sua vita. Canti o anche Idilli perché idillo era un componimento della poesia greca che significava piccolo quadro piccola immagine. I canti sono piccole descrizioni che hanno come soggetto la natura pastorale-naturale. Nei suoi canti parte sempre dalla natura e fa una riflessione e qui i critici hanno notato una discrepanza perché nella prima parte dove descrive la natura essere qualcosa di confortante bello armonioso e delicato nella seconda parte invece c'è l'odio verso questa natura che ci fa nascere e poi ci distrugge impedendoci di raggiungere la felicità. Ma questa discrepanza è voluta da Leopardi perché evidenzia che la natura che ci appare come generosa e bella ma nasconde lo odio nei confronti dell'uomo: " e madre di parto ma poi è matrigna". Esempio: Nella poesia a Silvia descrive prima la bellezza della natura e poi distrugge. Silvia è un nome che lui prende dal tasso e lo dalla giovinezza nella prima parte esalta la giovinezza come una cosa bella che poi la fa morire. Nei canti e abbiamo tre momenti con tendenze:
-storico mitologiche e Filosofico meditativo dal 16 al 19 dove coglie la vita di tutti i giorni.
-tendenza idillica e di riflessione dal 19 al 22 quando Leopardi cerca di scappare(pessimismo storico).
- Dal 22 al 27 la poetica tace.
-Dal 27 al 30 abbiamo i grandi idilli che non sono superiori ai piccoli idilli ma questo semplicemente sono più numerosi esempio il sabato nel villaggio, Il passero solitario.
-30 al 31 ciclo di Aspasia quando avuto la delusione amorosa in questo periodo scrive cinque poesie tra cui “a se stesso”che segna il passaggio al pessimismo eroico dove invita lottare.
-la tendenza anti idillica dove scrive la ginestra il tramonto della luna che scrivere dettandola a Ranieri che poi l'ha pubblica a nome suo tradendo l'amico.
• Le Operette morali espressione del suo pensiero filosofico dal 24 al 27. Le Operette morali sono 24 dialoghi-raccontini pubblicati nel 35 da Ranieri. I personaggi sono mitologici e fantasiosi, in queste opere c'è un dialogo: un soliloquio=un dialogo tra il poeta e la sua coscienza. Il più importante di questi dialoghi è “il dialogo della natura e di un islandese” qui evidenzia l'aspetto della natura matrigna. Quale critica possiamo muovere a Leopardi in quest'opera? Il non credere in una realtà oltre la morte che sia attraverso la religione o il ricordo di Foscolo, nonostante questo esorta gli uomini a combattere. Pero bisogna ricordare che religione è un bisogno dell'uomo per trovare un supporto,per credere in qualcosa altrimenti l'uomo può impazzire . Leopardi vuole sottolineare l'indifferenza della natura e l'essere insulso dell'uomo che vorrebbe che la natura lo aiutasse in realtà la natura fa quello che vuole. Non bisogna avere l'idea che l'uomo possa vincere la natura.
• I grandi idilli perché sono in maggioranza per questo vengono definiti grandi.
• Il ciclo di Aspasia quando subisce la delusione amorosa qui esprime il suo dolore ma anche la sua voglia di reagire.
• La Ginestra.
• Il tramonto della luna.
• Il passero solitario la scrive il 15 giugno il giorno della sagra a Recanati. Lui vede i suoi coetanei dalla finestra che si divertono mentre lui non può andare, rimane da solo e si paragona al solitario Passero e si pente di questo perché dice quando il passero diventa vecchio non si pente della sua solitudine perché è nella sua natura stare da solo mentre io quando sarò vecchio mi pentirò di non aver socializzato con gli altri e non godrò della vecchiaia. Perché una persona anziana vive di ricordi. Quest'opera rientra nei grandi idilli." viviamo in un secolo che si nutre di ciance" cit Leopardi.
Domande da interrogazione
- Qual è la posizione di Leopardi rispetto al Romanticismo italiano?
- Come ha influenzato l'infanzia di Leopardi il suo pensiero e la sua opera?
- Quali sono le principali delusioni vissute da Leopardi durante i suoi viaggi?
- In cosa consiste il pessimismo di Leopardi e come si evolve nel tempo?
- Qual è la concezione di felicità secondo la poetica di Leopardi?
Leopardi è considerato un poeta unico nel panorama romantico italiano, poiché si distacca dalla tendenza oggettiva prevalente in Italia e critica i moti rivoluzionari, considerandoli inutili.
L'infanzia di Leopardi, segnata da ristrettezze economiche e mancanza di affetto materno, ha contribuito alla sua infelicità e alla sua tendenza all'isolamento e alla meditazione, influenzando profondamente il suo pensiero e la sua produzione poetica.
Leopardi rimane deluso dal soggiorno a Roma e dalla vita cittadina, non trovando la felicità sperata. Anche a Milano, il clima umido peggiora le sue condizioni fisiche, costringendolo a spostarsi altrove.
Il pessimismo di Leopardi si evolve in tre fasi: storico, cosmico ed eroico. Inizialmente attribuisce l'infelicità all'uomo stesso, poi alla natura matrigna, e infine invita a combattere contro la natura attraverso le illusioni.
Secondo Leopardi, la felicità risiede nell'attesa, nell'immaginazione e nel ricordo, piuttosto che nel raggiungimento di un piacere concreto, poiché l'uomo è destinato a non essere mai completamente soddisfatto.