Concetti Chiave
- Giuseppe Ungaretti, nato in Egitto, si formò a Parigi, influenzato dal simbolismo francese, e partecipò alla Prima Guerra Mondiale, vivendo un'esistenza segnata da perdite personali.
- La poetica di Ungaretti si centra sulla ricerca della realtà attraverso l'analogia, riflettendo un percorso personale dall'angoscia esistenziale alla fede in Dio.
- Le opere di Ungaretti come "Il porto sepolto" e "L’Allegria" esprimono la brutalità della guerra e il desiderio di pace, usando un linguaggio essenziale e simbolico.
- Ungaretti adottò una forma poetica libera e antiretorica, con versi brevi e simbolici, eliminando punteggiatura e utilizzando spazi bianchi per intensificare il significato.
- Le ultime opere di Ungaretti, come "Il dolore" e "La terra promessa", esplorano temi di perdita, tempo e fede, con riferimenti alla mitologia e alla tradizione classica.

Indice
Giuseppe Ungaretti:biografia
Giuseppe Ungarettinasce l’8 febbraio 1888 in Alessandria d’Egitto, i genitori vivevano in Italia ma decisero di lasciarla per via del lavoro del padre: operaio negli scavi.
Per questo, durante gli scavi del Canale di Suez, insieme giunsero in Egitto.
Entrò in contatto con l’ambiente del simbolismo francese grazie ai suoi studi che effettuò a Parigi, e questo influì molto sul suo futuro di poeta. Ungaretti, infatti, riuscì ad apprendere e ricercare input da diversi gruppi di intellettuali ricavandone una propria estetica poetica che andrà a creare, sebbene non subito apprezzata, una delle poesie più importanti di Italia.
Ritornato in Italia, Giuseppe Ungaretti si arruolò per la Prima Guerra Mondiale.
Terminato il conflitto, si stabilì a Roma dove insegnò alla Sapienza, per poi trasferirsi in Brasile ad insegnare letteratura italiana, e lì morì suo figlio e la moglie, il primo per appendicite, la seconda per una lunga malattia.
Successivamente Giuseppe Ungaretti ritornò in Italia per insegnare letteratura moderna all’Università di Roma. Morì a Milano nel 1970 a causa di una broncopolmonite aggravata dal tempo.
La poetica di Ungaretti
Giuseppe Ungaretti concepisce la poesia come strumento di ricerca della realtà; infatti egli ritiene che la conoscenza non si raggiunga per via razionale o scientifica, ma per via analogica; questa via appunto consente di scoprire le relazioni esistenti tra gli esseri umani e garantisce l'armonia necessaria per vivere nell'universo e sotto la fede di Dio.
Quindi la sua poesia contiene la storia del viaggio di vita del poeta: dall’angoscia esistenziale, che deriva dal senso di dolore per le diverse perdite della sua vita (moglie e figlio), alla fede in Dio; dalla condizione di “uomo di pena” alla condizione di “uomo di fede”.
Questa sua ideologia spiega il titolo “Vita di un uomo” che egli assegnò alla raccolta delle sue opere.
Naturalmente per poter essere compreso, Giuseppe Ungaretti necessitava di un’espressione adeguata, che individuò nella parola nuda, scabra ed essenziale, riconducendola alla purezza e freschezza delle origini dell’uomo, quando, come nel Fanciullino, niente è privo di armonia e verità, allegria e curiosità infantile.
Lo svolgimento dei contenuti e delle forme
Le raccolte principali di Giuseppe Ungaretti sono:
- “Il porto sepolto”, scritta nel 1916, contiene le poesie scritte sul fronte di guerra in trincea su pezzi di carta occasionali. Il titolo allude ad un porto reale nei pressi di Alessandria, e ha un significato simbolico: infatti il porto, canale di guida, luce oltre la tempesta, è sepolto, misterioso, a cui il poeta si aggrappa per potervi approdare come in un luogo di pace.
- “L’Allegria”, scritta nel 1932, che contiene le liriche del “Il porto sepolto”. Anche questo titolo è allusivo: la guerra, infatti, l’ha trasformato in un naufrago della vita; i superstiti sono presi da una sorta di ebbrezza per lo scampato pericolo e superano il dolore con la fede e la speranza di un domani migliore, allo stesso tempo consapevoli, come Ungaretti, dell'impossibilità di vivere diversamente.
In queste poesie sono raccolte le esperienze della Prima Guerra Mondiale.
I temi fondamentali sono: il sentimento dell’attaccamento alla vita che spinge il poeta a scrivere lettere piene di speranza quando appunto è costretto a passare una nottata in trincea(Veglia); il cuore impietrito dal dolore, divenuto simile alla pietra indurita dal sole (Sono una creatura); gli occhi straziati dalle case abbattute dalla guerra, per la morte di tanti che erano diventati amici (San Martino del Carso); il sentimento della precarietà della vita (Soldati), ecc.
Al contrario di D'annunzio, Giuseppe Ungaretti descrive la guerra non con esaltazione e patriottismo, ma coraggio e rassegnazione, con semplicità nei gesti e nelle parole. Così come la propensione di Ungaretti per la natura, la terra e ciò che è rimasto di bello in vita, non è idealizzazione dannunziana, bensì ricerca di un'armonia nella tragicità del mondo.
Una forma libera e antiretorica
Per poter esprimere la sua condizione umana di combattente diseroicizzato, Giuseppe Ungaretti compone poesie brevi, ridotte a semplici simboli ma densi di significato: poesie da rileggere più volte, da comprendere in profondità.
Per poter esprimere queste impressioni, si avvale di versi liberi, di parole pure, essenziali, che rimandano a immagini ben più di quanto facessero i simbolisti, da cui trarrà sicuramente insegnamento.
Inoltre, ricorre ai mezzi tecnici utilizzati dai futuristi: per esempio l’accostamento paratattico, l’abolizione della punteggiatura, l’impiego di spazi bianchi e di pause, uso dell’analogia e sinestesia ma mai cederà all'abbattimento del passato, delle origini e della tradizione.
Le meditazioni sulla poesia e sull'uomo
La meditazione sulla poesia simbolica lo porta al recupero dell’endecasillabo e del settenario. Questa scelta è utilizzata dal poeta principalmente per poter comunicare agli uomini l’essere il poeta “veggente”, teorizzato dagli stessi simbolisti.
“Il sentimento del tempo”, anche questa opera ha un titolo allusivo: si riferisce infatti allo scorrere del tempo, del rapido fluire delle cose e delle persone amate perse velocemente che produce nostalgia del passato e quindi un notevole attaccamento alla vita. Appare inoltre anche l’altro tema della raccolta, ossia la fede in Dio.
L'ultimo Ungaretti
Dal 1940 al 1946 Giuseppe Ungaretti scrive alcune poesie raccolte in “Il dolore” che traggono origine da due esperienze dell’autore: la prima riguarda la morte del figlio; la seconda riguarda la tragedia della Seconda Guerra Mondiale, che ispira al poeta un messaggio di amore e solidarietà tra uomini.
Le altre raccolte (come “La terra promessa”, “Taccuino del vecchio”, “Un grido di paesaggi”) trattano sempre temi di dolore, del tempo, di Dio, ma con un rimando non più al passato recente, bensì agli scritti danteschi e ancor di più ai miti di Odisseo e della Roma antica.
In particolare “La terra promessa” ha come tema la storia del viaggio avventuroso di Enea. Dell’intero progetto, però, restano solo alcuni frammenti, come “i Cori” che descrivono gli stati d’animo di Didone.
Considerazioni conclusive
Ungaretti è oggi considerato uno dei più grandi poeti contemporanei.
Egli è il creatore di un linguaggio poetico nuovo, aderente meglio al sentimento del periodo: fratelli e sorelle stretti di fronte al male della guerra.
L’utilizzo dell’endecasillabo e del settenario danno un connotato preciso alla sua posizione che è quella di un “classicismo moderno”. Questo spiega il suo amore per Petrarca e Leopardi ma allo stesso tempo per le avanguardie del suo tempo (simbolismo e futurismo). Ungaretti si può definire il primo dei poeti ermetici, in quanto vi sono elementi mistici che rimandano al suo, si può dire necessario (a causa delle diverse perdite nella sua vita), bisogno di ricercare Dio e l'armonia che esso può donare tramite la rassegnazione e la speranza della preghiera. Ma, oltre a ciò, ermetico è colui che scrive volutamente temi e parole e frasi all’apparenza semplici, ma proprio per questo molto complesse, non di immediata comprensione, proprio per portare il lettore a non soffermarsi sul superficiale e per esempio solo sul dolore. A tutto ciò Ungaretti arrivò tramite, infatti, molta, molta ricerca e studio: dal simbolismo dei francesi Mallarmé e Rimbaud, agli ermetici Quasimodo e (erroneamente) Montale, dal surrealismo di Pascoli al decadentismo di Garcìa Lorca.
Per approfondimenti su Giuseppe Ungaretti vedi anche qua
Domande da interrogazione
- Cosa fece Giuseppe Ungaretti?
- Cosa diceva Giuseppe Ungaretti?
- Cosa pensa Ungaretti della poesia?
- Quali sono le poesie più famose di Ungaretti?
- Giuseppe Ungaretti dove è nato?
Giuseppe Ungaretti partecipò come volontario alla Prima Guerra mondiale.
Giuseppe Ungaretti diceva che tutti gli uomini sono fratelli, in quanto hanno vissuto un'esistenza dolorosa. (per lui la Grande Guerra)
Per Giuseppe Ungaretti la poesia è uno strumento per conoscere la realtà.
ll porto sepolto, Stasera, Di Luglio, Per i morti della resistenza, Agonia, Natale, Fratelli
Giuseppe Ungaretti è nato ad Alessandria d'Egitto.