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Concetti Chiave

  • Giovanni Verga, nato a Catania nel 1840, iniziò la sua carriera letteraria con opere di scarso successo, evolvendo poi verso il verismo con influenze da Émile Zola.
  • La produzione di Verga si distingue in due fasi: preverista con temi storico-patriottici e verista, focalizzata sulla vita degli umili e l'uso del discorso indiretto libero.
  • Nel verismo, Verga adotta la tecnica della regressione, eclissando l'autore per far emergere la voce e la mentalità dei personaggi popolari.
  • Il romanzo "I Malavoglia" esplora la lotta della famiglia Toscano contro le avversità sociali ed economiche, evidenziando la disgregazione familiare e il valore della tradizione.
  • I temi centrali de "I Malavoglia" includono la sconfitta esistenziale e l'ideale dell'ostrica, dove il legame con la famiglia e la tradizione rappresentano la salvezza dalla disillusione.
In questo appunto di Letteratura Italiana viene descritta la vita di Giovanni Verga e le sue opere principali. Specificatamente, dopo l'esposizione della sua biografia, viene fatta la distinzione tra la sua produzione preverista e quella verista, e, infine, un richiamo alla sua opera principale, I Malavoglia, di cui è esposta la trama e i temi centrali.
Giovanni Verga: biografia e produzione narrativa articolo

Indice

  1. Giovanni Verga: biografia e opere principali
  2. Giovanni Verga: produzione preverista e produzione verista
  3. I Malavoglia: trama e temi principali

Giovanni Verga: biografia e opere principali

Giovanni Verga nasce a Catania, nel 1840, da una famiglia di ricchi proprietari terrieri, che credeva nel miglioramento con l’Unita d’Italia. Infatti Verga, nel 1861, successivamente all’Unità d’Italia, si arruola come volontario nelle truppe della guardia nazionale di Catania. Egli si sposta dopo qualche anno (1905) a Firenze, dove conosce molti intellettuali, tra cui Luigi Capuana, con il quale condivide la passione per la fotografia. Inizialmente pubblica Una peccatrice (1866) che non ottenne particolare successo, per poi continuare, nel 1870, con Storia di una capinera, che narra l’amore impossibile tra una giovane donna, costretta dalla famiglia a farsi monaca, e il promesso sposo della sorella. Nel 1872 si trasferisce a Milano dove conosce gli scapigliati, ritenuti dai francesi i cosiddetti ‘Poeti Maledetti’, che trattavano di temi fortemente anticonformisti. A Milano, Verga comincia a cambiare i temi delle sue opere; ad esempio nel ‘74 nella novella Nedda sono presenti protagonisti disperati, umili. Nedda è una poverissima coltivatrice di olive, orfana, che si innamora di un giovane, con cui avrà poi un figlio. In conclusione muoiono entrambi. Successivamente, cambia ancora la sua produzione, appena legge la recensione di Luigi Capuana su L’assomoir di Émile Zola, durante il quale capisce che bisognava scrivere degli umili, degli sconfitti, attraverso tecniche veriste. Comincia quindi con la pubblicazione del Ciclo dei Vinti (1880) e de I Malavoglia (1881), opere che non hanno successo. Pubblica, nel 1878, Rosso Malpelo, in cui racconta la dura vita di un ragazzo emarginato, che veniva sfruttato per l’adempimento di lavori pesanti in una cava. Nel 1880 pubblica anche La roba, inserita nelle Novelle Rusticane, che ha come protagonista Mazzarò, un uomo ossessionato dalla ‘roba’ e accumula beni materiali, dimenticando i valori umani e affettivi. Nell’89 pubblica Mastro don Gesualdo che narra la storia di Gesualdo Motta, ambientata in Sicilia. Egli era un umile muratore, che riuscì a diventare un ricco proprietario terriero. Nonostante ciò, non riuscì a evitare il fallimento esistenziale. Verga ritorna poi in Sicilia, dedicandosi solamente alla rivisitazione delle sue opere, per farle diventare opere teatrali. Fu nominato senatore a vita nel 1920. Colpito poi da una trombosi, muore a Catania nel 1922.

Giovanni Verga: produzione preverista e produzione verista

La produzione narrativa di Verga ha avuto una fase preverista e una fase verista. Alla fase preverista appartengono opere di argomento storico-patriottico, con un forte legame all’Unità d’Italia, e opere tardo romantiche, con un amore morboso e disperato. Dopo comincia a cambiare i temi, scrivendo di personaggi umili, ma la sostanziale differenza è sta nella tecnica della narrazione. Un’opera verista doveva rispettare dei canoni: l’autore doveva descrivere la storia senza mostrare il proprio punto di vista, ma raccontandola come se fosse narrata dalle persone del popolo. Ad esempio, Manzoni includeva parti come ‘povera Lucia’ così da far capire il punto vista dell’autore, che, invece, nelle opere veriste non deve assolutamente essere mostrato. Occorre, inoltre, seguire la tecnica della regressione, in cui l’autore deve eclissarsi e regredire, assumendo a pieno i valori dei personaggi, la loro mentalità e il loro linguaggio. Utilizza un linguaggio semplicissimo, con proverbi, e a volte usa il dialetto siciliano. Inoltre, utilizza il discorso indiretto libero, sia per ricalcare il dialetto siciliano sia per far sembrare che parli assumendo il punto di vista del popolo.Verga era un autore fortemente conservatore. Parte prima come liberale, per poi finire nazionalista-conservatore: il più forte ha la meglio, il più debole perisce. Inutile illudere le persone di un possibile miglioramento. La delusione post risorgimentale ha un’unica ancora di salvezza, per non essere sconfitto dalla società: l’ideale dell’ostrica. L’ostrica (cioè l’umanità) se è attaccata allo scoglio (cioè alla famiglia, e quindi, ai valori) vive, se si stacca, muore. Emerge l’istinto della conservazione, ad accumulare la roba (ad esempio in Mazzarò), che porta alla pazzia (vi sono personaggi che si comportano quasi in maniera animalesca).
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I Malavoglia: trama e temi principali

Il romanzo principale di Verga è rappresentato da I Malavoglia, che ha come protagonista la famiglia di pescatori Toscano, noti con il soprannome di Malavoglia, di Aci Trezza. Qui, la società vince sui due protagonisti principali: padron N’doni, fedele ai valori e il nipote N’doni. N’doni malavoglia viene chiamato a fare il soldato in mare e a questo punto, padron N’doni si fa venire in mente un’idea per sopperire alla mancanza di due braccia forti in più: commerciare lupini da una parte all’altra. Per comprare il carico di lupini si indebita e come pegno mette la casa in cui abita. Durante il primo viaggio di trasporto, la barca si rompe a causa di un naufragio e il carico di lupini è perduto, oltre alla tragedia della morte del figlio. Lui in ogni caso, però, deve saldare i suoi debiti. Qui è presente il tema della disgregazione della famiglia: chi muore, chi va in prigione, chi va via. Quando N’doni torna a casa, neanche il cane lo riconosce, poiché invecchiato e sporco di polvere. Al ritorno, ricorda di quando voleva andar via, mentre in quel momento non vorrebbe far altro che rimanere, ma non c’è più posto per lui. L’unico che rimane attaccato ai valori e all’ostrica è il figlio Alessi, che non si lascia coinvolgere nel progresso, ma continua a lavorare e a ricostruire la casa.
Per ulteriori approfondimenti sulla trama e sui temi principali de I Malavoglia vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le fasi principali della produzione letteraria di Giovanni Verga?
  2. La produzione di Verga si divide in una fase preverista, con opere di argomento storico-patriottico e tardo romantiche, e una fase verista, caratterizzata da una narrazione che rispetta i canoni del verismo, come l'assenza del punto di vista dell'autore e l'uso del discorso indiretto libero.

  3. Qual è l'opera principale di Giovanni Verga e quali temi affronta?
  4. L'opera principale di Verga è "I Malavoglia", che affronta temi come la disgregazione familiare, la lotta per la sopravvivenza e l'ideale dell'ostrica, rappresentando la resistenza ai cambiamenti sociali e il legame con i valori tradizionali.

  5. Come si caratterizza la tecnica narrativa verista di Verga?
  6. La tecnica narrativa verista di Verga si caratterizza per l'assenza del punto di vista dell'autore, l'uso del discorso indiretto libero, e l'adozione del linguaggio e della mentalità dei personaggi, spesso utilizzando proverbi e dialetto siciliano.

  7. Qual è il significato dell'ideale dell'ostrica nelle opere di Verga?
  8. L'ideale dell'ostrica simboleggia la necessità di rimanere attaccati ai valori familiari e tradizionali per sopravvivere, poiché staccarsi da essi porta alla rovina, riflettendo una visione conservatrice e pessimista della società.

  9. Quali sono le conseguenze del naufragio nel romanzo "I Malavoglia"?
  10. Il naufragio nel romanzo "I Malavoglia" porta alla perdita del carico di lupini e alla morte del figlio, causando l'indebitamento della famiglia e la disgregazione dei legami familiari, evidenziando la lotta contro le avversità e l'inevitabile sconfitta.

Domande e risposte

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