Concetti Chiave
- Myricae di Pascoli è una raccolta di liriche simboliste che evolve da 22 a 156 poesie tra il 1891 e il 1900, ispirata alla poesia pastorale e umile di Virgilio.
- Pascoli utilizza un linguaggio inedito combinando termini letterari, colloquiali e tecnici, e adotta figure retoriche tradizionali e moderne come l'uso audace degli enjambements.
- Il simbolismo pascoliano emerge dalle piccole cose quotidiane, cariche di significati che riflettono il mistero dell'esistenza e la conoscenza intuitiva.
- Ne "Il Lampo", la poesia esplora il contrasto tra vita e morte attraverso simboli come il lampo, che rappresenta l'intuizione poetica e il ricordo del padre di Pascoli.
- In "X agosto", Pascoli parallela la morte del padre con quella di una rondine, sottolineando il male irreparabile e l'assenza di redenzione in un mondo oscuro.
Indice
Origini e significato di Myricae
La prima raccolta di liriche simboliste è Myricae. La prima edizione è del 1891 e comprendeva 22 liriche. La quinta edizione è del 1900 e comprende 156 liriche.
Il titolo è una parola latina presa da un verso della IV ecogla di Virgilio: "non omnes arbusta iuvant humilesque myricae” non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici”: le tamerici sono degli arbusti fioriti molto comuni.
Virgilio fa una dichiarazione poetica e si sta riferendo alla differenza tra una poesia alta e impegnata che canta imprese gloriose (epica e tragedia) e una poesia bassa e umile che canta cose quotidiane, umili e naturali (poesia pastorale). Virgilio dice che non a tutti piace la poesia bassa ma preferiscono quella alta.
Anche Pascoli fa una poesia bassa e umile e che canta piccole cose sulla natura e non impegnata.
Simbolismo e stile poetico di Pascoli
È una poesia simbolista: parte dalle piccole cose quotidiane quindi dal sensibile ma lo carica di significati simbolici che afferiscono al mistero inteso come mistero dell’esistenza e mistero dello Spirito (Io)parte dai sensi per arrivare allo spirito.
I simbolisti francesi però partivano da esperienze sensoriali estreme per spalancare le porte della percezione, invece Pascoli parte da esperienze sensoriali elementari per risvegliare la voce del fanciullino interiore. Quindi attraverso la memoria rimettendosi in quella situazione, risveglia l’intuizione poetica che dà origine alla poesia e alla conoscenza alogica quindi al mistero.
Caratteristiche formali: usa figure retoriche e scelte stilistiche. La metrica di queste poesie è quella della lirica tradizionale italiana quindi i versi (endecasillabi, novenari, dodecasillabi) e la forma (sonetto, ballata…) sono tradizionali.
Fa un uso audace degli enjambements perché divide il soggetto dal verbo frantumando il ritmo della poesia.
Il lessico è sperimentalismo linguistico> perché Pascoli mescola termini della tradizione letteraria, termini del linguaggio colloquiale, termini del linguaggio infantile e termini tecnici (parole prese dal mondo botanico, zoologico o agrario). Questa mescolanza dà vita ad un linguaggio inedito.
È una ballata di endecasillabi.
Il titolo è infomativo perché la parola lampo non c’è nella poesia.
Interpretazioni e significati della poesia
Ci sono tre livelli di significato:
1. Tutta la poesia è giocata sul contrasto tra nero e bianco
Il nero è un colore tragico, luttuoso e indica la morte, il dolore, il male.
Il bianco è il silenzio prima della nascita quindi la vita nel grembo materno ed indica la purezza, protezione, pace, serenità.
La poesia può essere vista come un grande simbolo del mistero dell’esistenza in cui si mescolano vita e morte/bene e male/luce e buio/gioia e dolore.
La casa è dove ti senti sicuro, vivo, che è la famigliaè l’unico punto di luce nel buio.
2. Il secondo significato: il lampo è protagonista ed è come un occhio nella notte quindi è l’intuizione poetica che nell’oscurità del mistero riesce a cogliere il simbolo che è la casa.
La conoscenza dei poeti rimane frammentaria perché non riesce ad organizzarsi in sistema.
3. Il terzo significato: Pascoli ha scritto un commento a questa poesia dove ci svela che il lampo è quello del fucile che ha ucciso il padre e dli occhi sono quelli del padre poiché morì con gli occhi spalancati e quello che si vede sono le ultime cose che ha visto il padre prima di morire.
I tre livelli si sovrappongono perché la morte del padre ha rivelato a Pascoli il dolore e che l’unica felicità è la casa.
vv. 2-3 stile nominale: ellissi del verboconoscenza prerazionale del fanciullino
vv. 2-3 tre aggettivi: parallelismo trimembre (figura retorica d’ordine)
v.4: ossimorotacito tumulto>rende la convivenza del mistero degli opposti (vita-morte/bene-male)
v.5: similitudine
FonosimbolismoA, E, I: vita, speranza, gioio, serenità:
O, U: morte, dolore, angoscia, paura:
Allitterazioni della T e R: la T rende il suono di qualcosa che si spezzacon la morte del padre si è spezzato tutto (infanzia, tranquillità). La R rende il tremore (provocato da un brivido di paura).
La chiusa è
Rievocazione della morte del padre
Lirica simbolista di Myricae.
Dedicata alla rievocazione della morte del padre avvenuta il 10 agosto 1867.
Sono 6 strofe: la 1° e la 6° sono dedicate al fatto che il 10 agosto è San Lorenzo, notte delle stelle cadentile stelle cadenti sono viste da Pascoli come lacrime luminose del cielo nella terra per compiangere l’evento tragico.
Nella 2°, 3°, 4° e 5° strofa viene rievocata la morte del padre diviso a due a duela morte è concepita da Pascoli attraverso un parallelismo tra la morte del padre ucciso da una fucilata mentre tornava a casa e la morte di una rondine uccisa da una fucilata di un cacciatore mentre tornava al nido (casa).
È un parallelismo perché accosta due eventi ma non fa una similitudine. Fra i due eventi però esiste un’analogia simbolica perché sia il padre che la rondine sono due esseri innocenti che sono stati schiacciati dagli eventi e dal male del mondo (male storico).
Qui c’è l’associazione nido-casa.
Riflessioni sulla redenzione e il male
Pascoli fa più riferimenti alla Passione di Cristo: si parla di croce. Spine e perdono degli assassini. Questo riferimento non ha niente di religioso ma deriva dal fatto che il crocifisso è un simbolo universale del dolore innocente e perché è l’innocente schiacciato dall’umanità. (Chagall nelle tele dell’olocausto mette sempre un crocifisso pur essendo ebreo)
Questo riferimento non religioso viene sottolineato da Pascoli poiché nella visione religiosa dopo la Passione c’è la Resurrezione che indica che quella morte ha avuto un senso perché ha salvato l’umanità quindi è una redenzione del male e salva l’umanità da questo male.
In Pascoli però non c’è redenzione perché il mondo è troppo scuro e brutto ed il male non ha nessuna forma di riscatto quindi la morte di questa persone è senza sensorimane un male irreparabile.
Pascoli dice che “il cielo è lontano” cioè che anche se esiste un dio, lui sta nel suo mondo perfetto e non ci può salvare perché questo male rimane irreparabile quindi dio può solo piangere.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del titolo "Myricae" nella raccolta di Pascoli?
- Come si caratterizza lo stile poetico di Pascoli in "Myricae"?
- Quali sono i tre livelli di significato nella poesia di Pascoli?
- In che modo Pascoli rievoca la morte del padre nella sua poesia?
- Qual è la visione di Pascoli sulla redenzione e il male?
Il titolo "Myricae" è una parola latina presa da Virgilio, che si riferisce alla poesia umile e quotidiana, in contrasto con la poesia alta e impegnata. Pascoli adotta questo stile per cantare le piccole cose della natura.
Lo stile poetico di Pascoli è simbolista, parte dalle esperienze sensoriali elementari per risvegliare l'intuizione poetica. Utilizza figure retoriche, enjambements audaci e un lessico sperimentale che mescola termini tradizionali e tecnici.
I tre livelli di significato sono: il contrasto tra nero e bianco, simbolo del mistero dell'esistenza; il lampo come intuizione poetica; e il lampo del fucile che ha ucciso il padre, rivelando il dolore e l'importanza della casa come unico rifugio.
Pascoli rievoca la morte del padre attraverso un parallelismo simbolico con la morte di una rondine, entrambi innocenti schiacciati dal male del mondo. La poesia è dedicata al 10 agosto, San Lorenzo, notte delle stelle cadenti, viste come lacrime luminose.
Pascoli non vede redenzione nel male, poiché il mondo è troppo oscuro e brutto. Anche se esiste un dio, secondo Pascoli, non può salvare l'umanità dal male irreparabile, e la morte rimane senza senso.