saraverde96
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Indice

  1. Poetica
  2. Gabriele D’Annunzio
  3. Opere

Gabriele D’Annunzio

Gabriele D’Annunzio attraversò oltre un cinquantennio di cultura italiana, influenzandola profondamente con una produzione letteraria abbondante è attinente ai generi più diversi. Un’importante influenza la ebbe anche dal punto di vista politico, infatti egli orientò l’opinione pubblica su posizioni interventiste allo scoppio della prima guerra mondiale (partecipa anche al volo su Vienna e all’impresa di Fiume) ed elaborò anche diverse ideologie che in seguito il fascismo fece proprie. La sua personalità eccezionale, caratterizzata da atteggiamenti esibizionistici e volutamente scandalosi genera lo sdegno da parte della massa, colpendo inoltre anche l’attenzione dei contemporanei, a tal punto da definire tale fenomeno dannunzianesimo (il complesso degli atteggiamenti più caratteristici di D’Annunzio, che influenzarono la vita pratica, letteraria e politica degli Italiani del suo tempo).

Poetica

Anche D’Annunzio, come Pascoli, avverti i limiti e la crisi del naturalismo e del positivismo di fine 800. I due poeti hanno infatti in comune la sfiducia nella ragione e nella scienza, rivelatasi incapace di dare una spiegazione sicura della vita e del mondo. A tale crisi D’Annunzio reagisce cercando di restituire all’arte e al poeta, che ne è l’interprete, il ruolo perduto. Aderisce così ai principi dell’estetismo, dove è fondamentale era il culto dell’arte. quest’ultima veniva considerata come il valore supremo a cui devono essere subordinati tutti gli altri valori, compresi quelli morali. La vita in tal modo si sottrae alla legge del bene e del male essi sottopone alla legge del bello, trasformandosi in un’opera d’arte. Questo personaggio dell’esteta si isola dalla realtà meschina della società borghese contemporanea per rifugiarsi all’interno di un mondo di pura arte e bellezza. L’estetismo dannunziano entra però in crisi verso la fine degli anni 80, quando lo scrittore avverte che l’isolamento dell’artista in un mondo di in rapida evoluzione finisce per diventare impotenza. Così, agli inizi degli anni 90 inizia la formulazione della teoria del superuomo, derivate da una particolare lettura banalizzata di Nietzsche che offre allo scrittore lo spunto per delineare la figura di una stirpe di uomini superiori capaci di eroiche imprese per sé stessi e per l’intera umanità. L’esteta, divenuto superuomo, ha il compito di guidare l’umanità esibendo le sue qualità da affermare senza condizionamenti. Come nel caso dell’estetismo, anche il superomismo rappresenta una reazione all’emarginazione degli intellettuali nella società moderna: dell’esteta si isola sdegnosamente dalla realtà, il superuomo cerca di dominarla in nome di una superiorità fondata comunque sul culto del bello. A rendere più complesso questo quadro va detto che, soprattutto nella poesia, si rispecchia la sensualità del temperamento di D’Annunzio, intesa come abbandono gioioso alla vita dei sensi e dell’istinto.
Tra i temi ricorrenti si trova il motivo del panismo, la comunione dell’io con la natura: l’uomo, rifiutando la civiltà contemporanea, regredisce fino alle sue origini ,verso quegli elementi naturali che sono fonte di vita. In questa regressione l’umano si naturalizza trasformandosi in elemento del creato e, al tempo stesso, la natura si antropomorfi, assumendo i connotati degli esseri e delle cose terrene. Dalla comunione dei sensi con la natura, deriva una gioia voluttuosa e vitalistica.
Per quanto riguarda la parola, spesso D’Annunzio la sceglie per il suo valore evocativo e musicale più che per quello logico.

Opere

L’attività artistica di D’Annunzio si svolge in tre diversi settori nei quali il poeta si cimentò per tutta la sua vita: la poesia, la narrativa e il teatro. In tutta la produzione di D’Annunzio, sia in versi che in prosa, si possono riconoscere tre fasi:
• Nella prima, che va dal 1879 al 1890, la sua opera poetica è caratterizzata dalla fedeltà al modello carducciano, con elementi però ispirati alla poesia simbolista francese e inglese; vengono introdotti temi nuovi, caratterizzati da una componente sensuale. Nelle opere narrative di questo periodo si avverte, in particolare nelle raccolte di novelle, l’influenza del verismo e del naturalismo, superati già nel romanzo il piacere, da una decisa adesione ai temi e all’ideologia del decadentismo e dell’estetismo.
• La seconda fase dal 1890 al 1893, segna una svolta spirituale. D’Annunzio scrive i romanzi "Giovanni episcopo" e "l’Innocente", incentrati sui motivi del castigo, della colpa e del bisogno di purificazione; raccoglie sotto il titolo di poema paradisiaco componimenti ispirati alla purezza degli affetti semplici
• La terza fase, che va fino alle soglie della guerra, è caratterizzata dall’ideologia del superuomo: nei romanzi di questo periodo i temi sono la volontà di potenza, gli amori torbidi, i fallimenti esistenziali di personaggi che sono si credono individui eccezionali; nel ciclo poetico delle laudi l’individualismo, il vitalismo e l’imperativo del piacere dominano i componimenti, anche quando il poeta vate si esibisce in retoriche celebrazioni nazionalistiche. Appartengono a questa fase anche le opere teatrali di ispirazione classica, in cui D’Annunzio rappresenta passioni estreme e logoranti. Delle opere degli ultimi anni mi ricordano i pensieri frammentari raccolti sotto il titolo notturno, che raccoglie meditazioni e fantasie del poeta, convalescente per una ferita all’occhio destro dovuta a un incidente di volo durante la guerra mondiale.
Per quanto riguarda lo stile, è un continuo sperimentare. Nelle sue prime opere segue Carducci e Verga; successivamente inserisce strutture classiche ma anche più originali. Egli ha uno stile musicale, raffinato ed elegante.

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