Concetti Chiave
- La poetica di d'Annunzio evolve da influenze carducciane e veristiche, esaltando vitalismo e forza della natura, con un forte richiamo al Naturalismo di Émile Zola.
- Nella seconda fase, d'Annunzio abbraccia l'estetismo edonistico, privilegiando il piacere e la bellezza, influenzato dai simbolisti francesi e dalla tradizione italiana.
- La terza fase segna un cambiamento verso temi di bontà e innocenza, influenzata dal simbolismo di Verlaine e dalle opere di Dostoevskij, riflettendo una crisi interiore.
- Opere come "Giovanni Episcopo" e "L'innocente" esplorano complessità psicologiche e un desiderio di purezza, con un simbolismo cristiano che contrasta con la critica della morale religiosa.
- Il "Poema paradisiaco" usa simboli come il giardino per esplorare sessualità e affetti domestici, con liriche che trattano temi di malattia, nostalgia e pentimento.
L'inizio del percorso poetico
L'itinerario creativo di d'Annunzio in poesia e in prosa fa della sua opera la fonte ispiratrice di quasi tutte le principali tendenze del Novecento decadente italiano. La prima fase poetica è di stampo carducciano, ma nella narrativa si rifà anche a un Verismo e Naturalismo primitivo e istintuale; tali caratteristiche si manifestano soprattutto nelle esperienze liriche di Primo vere e Canto novo (1882) e nella raccolta di novelle Terra vergine. Nelle prime due sillogi, oltre alla giovanile ed esteriore imitazione di Carducci, emergono già il vitalismo e l'esaltazione della forza della natura unita alla gioia di vivere, con i richiami dei sensi e dell'istinto. È questa la fase giovanile del cosiddetto panismo che percorre l'intera opera di d'Annunzio. Il richiamo a Giovanni Verga è esteriore, mentre più decisiva pare l'influenza del Naturalismo di Émile Zola. In primo piano compare il paesaggio abruzzese nelle sue tinte primitive e selvagge; i personaggi umani sono fusi negli elementi naturali attraverso la forza della loro istintività e delle primordiali tradizioni popolari.
L'estetismo edonistico
La seconda fase è quella dell'estetismo edonistico dannunziano, che a tutto antepone il piacere e la bellezza, temi dominanti delle raccolte liriche e soprattutto del romanzo intitolato, appunto, Il piacere. Negli anni romani d'Annunzio crea il suo personaggio, che presenta nella raccolta “Intermezzo di rime”: è un poeta languido e raffinato, un esteta aristocratico ed elegante, dai modi e dal gusto diversi e lontani da quelli della folla plebea o borghese. Muovendo dalla ricerca formale dei simbolisti francesi, e ripercorrendo anche la tradizione italiana, dal Dolce Stil Novo alla poesia tardo-rinascimentale, nelle raccolte Isotteo e La Chimera il poeta realizza testi decorativi e preziosi, eleganti ed esotici, composti con stile e linguaggio di elevato estetismo. Cercando di soddisfare le aspirazioni mondane, sensuali ed estetizzanti delle classi più elevate, d'Annunzio favorisce, con i suoi comportamenti e le sue opere, il disprezzo per le istituzioni parlamentari e per la democrazia. L'intreccio tra l'estetismo e il superomismo di Nietzsche in vario modo si ripresenterà nella vita e nella produzione letteraria dell'autore.
La fase della bontà e innocenza
Ai primi anni Novanta risale la cosiddetta terza fase, in cui predominano i temi della bontà, dell'innocenza e l'accostamento ai valori cristiani. In prosa, così come in poesia, prevale un profondo stato di crisi, malinconia e stanchezza, da cui origina il desiderio di conversione a ideali di purezza e innocenza. Tale condizione interiore è esplicitamente espressa da d'Annunzio in varie lettere, come quella alla scrittrice Matilde Serao del 1891. Il mutamento è favorito dall'avvicinamento a modelli letterari stranieri, in particolare al malinconico simbolismo di Paul Verlaine e alle tormentose suggestioni narrative del russo Fedor Dostoevskij.
Tali nuovi motivi e toni si intravedono già nel romanzo Giovanni Episcopo, ma diventano evidenti nel successivo L'innocente e, soprattutto, nell'opera in versi Poema paradisiaco. Si tratta di testi nei quali, da un lato, è posta in primo piano la coscienza turbata di personaggi che, abbandonandosi alla confessione dei propri delitti, rivelano aspetti complessi e drammatici della propria personalità; dall'altro, emergono con insistenza i temi legati alla bontà, ai valori umanitari, al desiderio di purezza e innocenza, nel sogno di un ritorno al mondo dell'infanzia. Assimilando i differenti modelli espressivi, d'Annunzio li rivisita con la propria sensibilità, spesso in direzione del morboso e del decadente. Il titolo del Poema paradisiaco viene dalla parola greca paradeisos, che significa "giardino": il significato simbolico del giardino allude, per un verso, alla sessualità e alla natura, per altro al calore protettivo degli affetti domestici. Le liriche, con estenuata morbidezza di toni e raffinata musicalità, trattano temi come la malattia, la stanchezza, la nostalgia e il pentimento, propositi di bontà; contengono, inoltre, suggestivi e struggenti pensieri di morte che, sulla scia della poesia di Paul Verlaine, sfociano in un intenso simbolismo cristiano, contrastante con la quasi contemporanea critica dannunziana della morale religiosa.
Domande da interrogazione
- Quali sono le influenze principali nella prima fase poetica di d'Annunzio?
- Come si caratterizza la fase dell'estetismo edonistico di d'Annunzio?
- Quali temi emergono nella terza fase della produzione di d'Annunzio?
- In che modo d'Annunzio esprime la sua crisi interiore nella terza fase?
- Qual è il significato simbolico del "Poema paradisiaco"?
Nella prima fase poetica, d'Annunzio è influenzato dal carduccianesimo e dal Naturalismo di Émile Zola, con un richiamo esteriore a Giovanni Verga. Questa fase è caratterizzata dal vitalismo e dall'esaltazione della natura e della gioia di vivere.
La fase dell'estetismo edonistico è dominata dal piacere e dalla bellezza, con opere che riflettono un gusto aristocratico e raffinato. D'Annunzio si ispira ai simbolisti francesi e alla tradizione italiana, creando testi eleganti e decorativi.
Nella terza fase, emergono temi di bontà, innocenza e valori cristiani, con un desiderio di purezza e un ritorno all'infanzia. Questa fase è influenzata dal simbolismo di Paul Verlaine e dalle suggestioni di Dostoevskij.
D'Annunzio esprime la sua crisi interiore attraverso personaggi che confessano i propri delitti, rivelando complessità e drammaticità. Le opere trattano temi di bontà, nostalgia e pentimento, con un simbolismo cristiano intenso.
Il "Poema paradisiaco" allude simbolicamente al giardino, rappresentando la sessualità, la natura e il calore degli affetti domestici. Le liriche trattano temi di malattia, stanchezza e morte, con un simbolismo cristiano ispirato a Verlaine.