Concetti Chiave
- Eugenio Montale's early life in Genoa and Monterosso, together with his self-taught education, greatly influenced his first poetry collection, "Ossi di seppia," reflecting the Ligurian seascape.
- Montale's opposition to fascism is evident through his participation in the antifascist intellectual manifesto and his poetry, which often portrays themes of disillusionment and resistance.
- The poet's move to Florence introduced him to notable intellectuals and the influence of European modernism, culminating in his second poetry book, "Le occasioni," inspired by his relationship with Irma Brandeis.
- In "Satura," Montale shifted his poetic style to a more prosaic and satirical tone, reflecting the massification of society, and continued to receive recognition, including a lifetime senate appointment and a Nobel Prize.
- Montale's poetry often contrasts themes of human isolation and existential reflection, as seen in "Meriggiare pallido e assorto" and "Il male di vivere," using vivid imagery of nature to explore these concepts.
Indice
- Infanzia e Formazione
- Prime Pubblicazioni e Influenze
- Ossi di Seppia e Antifascismo
- Periodo Fiorentino e Le Occasioni
- Trasferimento a Milano e La Bufera
- Satura e Riconoscimenti
- Interessi Culturali e Letture
- Influenze Filosofiche
- Ossi di Seppia: Struttura e Temi
- Stile e Metrica di Montale
- Poeti Laureati e Antiaulici
- Il Male di Vivere
- Le Occasioni: Temi e Struttura
- Modello Dantesco e Protagonista
Infanzia e Formazione
Eugenio Montale nasce a Genova nell'ottobre 1896, in una famiglia dell'agiata borghesia e sin dall’infanzia trascorre le vacanze estive a Monterosso, nelle 5 terre. il paesaggio marino della costa ligure avrà un’importanza decisiva nella sua prima raccolta ossi di seppia. Conseguito il diploma di ragioniere nel 1915 mostra presto interessi come lo studio del canto e soprattutto legge molto, frequentando spesso la biblioteca comunale di Genova soprattutto testi di filosofia. La sua formazione è quella di un autodidatta e le sue letture preferite sono costituite dai poeti simbolisti francesi ma è colpito anche dagli italiani (Govoni, Palazzeschi).
Prime Pubblicazioni e Influenze
Nel 1918 partecipa gli ultimi mesi della Prima guerra mondiale combattendo sul fronte austriaco come ufficiale di fanteria, e nel 1922 pubblica le sue prime poesie “accordi”; due sono le figure femminili decisive di questi anni Anna degli Umberti (chiamata anche Arletta o Annetta nelle poesie) e Paola Nicoli, entrambe saranno tra le numerose ispiratrici della sua poesia.
Ossi di Seppia e Antifascismo
1925 osso di seppia manifesto antifascista: nel 1925 esce a Torino presso l'editore Govetti la prima raccolta poetica di Montale “Ossi di seppia”, dove poi una seconda edizione accresciuta verrà pubblicata nel 28. Nello stesso anno Montale è tra i pochi firmatari del manifesto degli intellettuali antifascisti redatto da Benedetto Croce e manterrà sempre una opposizione al regime fascista di Mussolini.
Periodo Fiorentino e Le Occasioni
Periodo fiorentino e le occasioni: nel 1927 si trasferisce a Firenze dove trova un impiego presso l'editore Bemporad e nel 29 diventa direttore del prestigioso gabinetto Vieusseux, ma verrà poi licenziato nel 38 perché non iscritto al partito fascista e deve così vivere di traduzione di collaborazione editoriale fino all’immediato dopoguerra. Frequenta così maggiori intellettuali fiorentini e diventa amico di Cortini, Elio Vittorini, Bonsanti e Gadda e con alcuni di loro collabora alla rivista solaria. In questo ambiente culturale molto ricco si apre l'influenza del modernismo europeo e soprattutto di lingua inglese. è decisivo l’incontro con la poesia di Elliott, il poeta e critico americano che pubblicherà sulla rivista da lui diretta la poesia di Montale “Arsenio”. Anche in questo periodo sono 2 le principali ispiratrici della sua poesia: la genovese Maria Rosa Solari e soprattutto Irma Brandeis, giovane studiosa americana venuta a Firenze per studiare Dante. a quest'ultima verranno dedicate le occasioni, il secondo libro di versi di Montale edito nel 1939 da Einaudi. La relazione sentimentale con Irma però durerà fino al 1939 in seguito alla promulgazione delle leggi razziali, e la donna di origine ebraica deve lasciare l'Italia. Successivamente Montale andrò a vivere con Drusilla Tanzi detta Mosca, poiché soffriva di miopia gli occhi, e la sposerà nel 62. Caduto il fascismo attraversa un breve impegno nel partito d'azione ma si vede già fallire il progetto politico liberale-progressista in cui credeva, infatti l'Italia era ormai divisa fra i due grandi partiti di massa la democrazia cristiana e il partito comunista chiamate successivamente da lui stesso le 2 chiese: la rossa e la nera.
Trasferimento a Milano e La Bufera
Il periodo milanese: nel 1948 si trasferisce con la Tanzi a Milano dove è stato assunto al Corriere della serra e grazie al lavoro come giornalista culturale può confrontarsi con una realtà molto diversa da quella della “Cittadella delle lettere Fiorentina” degli anni '30. Milano infatti è la capitale industriale di un’Italia in cambiamento e conosce il cosiddetto il boom economico. c'è un momento di grande rapido sviluppo che porta benessere ricchezza diffusa ma dall'altro determina una massificazione dei consumi culturali e una omologazione degli stili di vita senza precedenti. Sul piano privato l’incontro con la giovane poetessa Spaziani (detta anche volpe nei Madrigali privati) le dedicherà “la bufera e altro”, il titolo del terzo libro di versi di Montale uscito nel 1956. È il libro molto più vario dei precedenti, da un lato vi domina con la presenza di Irma brandes ora trasfigurata nella figura mitologica dei Clinzia, l'amante di pollo che si trasforma in girasole e diventa l'allegoria e l'emblema di un amore inflessibile sovrumana, ma dall'altro compaiono figure terrene e carnale come volpe, virgola di un amore concreto e sensuale.
Satura e Riconoscimenti
Satura e l'ultimo Montale: dopo “la bufera” inizia un lungo periodo di silenzio poetico interrotto solo con la morte di Drusilla e la rielaborazione poetica del lutto. Divenuto il poeta ufficiale della prima Repubblica Montale partecipa a prestigiose manifestazioni culturali e riceve una laurea honoris causa e viene eletto nel 1967 senatore a vita e nel 75 e insignito del premio Nobel. Nel frattempo, il suo modo di fare poesia è mutato profondamente negli anni: la nuova società ormai completamente massificata, il tono alto e tragico del primo raccolto sarebbe stato superato, per questo Montale sperimenta un altro tipo di poesia per lui del tutto nuovo caratterizzato da un abbassamento dello stile ed una maggiore vicinanza alla prosa. Satura si intitola non a caso il suo quarto libro e allude alla componente probabilmente satirico-ironico di molte poesie del libro sia dalla varietà dei soggetti trattati. la satira Latina infatti è un genere caratterizzato da una grande ricchezza e diversità dei contenuti, e i temi principali spaziano dalla figura della moglie morte ai miti del progresso e falsità della società contemporanea. Montale muore a Milano nel 1981 un anno dopo la pubblicazione dell’opera in versi, un’edizione curata da Contini e Rosanna Bettarini che raccoglie tutta la sua produzione poetica.
Interessi Culturali e Letture
gli interessi culturali del giovane Montale sono ricostruiti partendo dal “Quaderno genovese” che era un taccuino di appunti redatti nel 1917, pagine scritte da un 21 enne che cercava nella letteratura un riscatto da una vita minacciata dal senso di fallimento e inettitudine. Montale ammira Verlaine e il simbolismo francese ma anche l’avanguardia di Govoni e Palazzeschi, e i giovani autori della voce. I risultati di queste letture si apprezza nella poesia “accordi” dove il titolo allude al tentativo di scrivere una poesia che sia soprattutto musica e capace di svelare le misteriose corrispondenze tra uomo e natura ipotizzate dal precursore del simbolismo Baudelaire. Non manca anche in questi anni un’infatuazione per D'Annunzio evidente per esempio in “riviere” la poesia che chiude osso di seppia, ma ben presto prenderà le distanze.
l'incontro con Sbarbaro la scoperta di Svevo: all'inizio degli anni '20 fu decisiva la lettura di Camillo Sbarbaro a cui Montale si ispira per elaborare la poetica dello scarto e dell'eredità vitale che caratterizzerà osso di seppia. Nell’interesse via anche la difesa dell’elemento regionale che lo accomuna gli altri poeti liguri amati dal giovane Montale, come il decadente Roccatagliata. Ma Montale è uno dei primi a scoprire la grandezza del triestino Italo Svevo soprattutto “senilità” gli consente di approfondire il tema dell’inettitudine.
Influenze Filosofiche
la formazione filosofica: sul piano filosofico sono i due filoni e quale giovane Montale guarda con maggiore attenzione:
1) quello etico politico dominato dalle figure di Gobetti di Benedetto Croce, il cui Montale firmò il manifesto degli intellettuali antifascisti, difatti manterrà per tutta la vita posizioni liberali in seguito sia all’impegno nel partito d'azione nell’immediato dopoguerra, sia all’opposizione delle due chiese (rossa e nera) cioè dei grandi partiti di massa: il PCI e il Partito Democristiano
Ma anche sul versante esistenziale religioso è importante nella formazione di Montale Emilie Boutroux, il filosofo del contingentismo e delle libertà individuali da contrapporre alla necessità collettiva. (il contingentismo è la concezione filosofica di tipo irrazionalistico affondata dal francese Bourtroux e fortemente avverso positivismo. Così rifiuta il razionalismo e lo scientismo della tradizione illuministica evidenziando la contrapposizione tra libertà e necessità che sarà anche il grande tema della filosofia esistenzialista.
Ossi di Seppia: Struttura e Temi
La prima edizione degli Ossi di seppia risale al 1925, e comprende le poesie quasi tutte scritte fra il 1921 e il 1924. Il significato letterario allude e rimanda all’immagine marina degli ossi di seppia, che sono piatti, leggeri e di piccola dimensione che si vedono a ridosso delle onde del mare oppure arenati sulla spiaggia. Il significato simbolico sta in una vita “scarnificata”, priva di sentimento e ridotta a pura essenza materiale, cioè il poeta è escluso dalla natura e dalla felicità. Inoltre, il mare e la terra sono i due simboli di dominanza della raccolta, che si profila come una sorta di romanzo di formazione, infatti il libro delinea un percorso: dal momento felice dell’incanto e dell’immedesimazione della natura (l'infanzia) a quel disincanto della maturità, cioè l'uomo adulto che deve infine accettare la vita come una terra desolata.
la struttura contenuto: osso di seppia comprende quattro sezioni che si intitolano i movimenti, ossi di seppia, Mediterraneo e meriggi e ombre. Nella prima sezione appare ancora possibile un accordo con la natura mentre già nella seconda sezione successiva domina l'immagine negativa dell’osso di seppia abbandonato, di fronte alla desolazione e la depressione dominante non resta che la divina indifferenza. Gli ultimi registrano il distacco dalla felicità e il raggiungimento della maturità, perciò alla fine dei sogni giovanili. Infatti, la sezione meriggi e ombre sancisce definitivamente una condizione di ripiegamento, determinata anche dal contesto storico (anni del fascismo).
Stile e Metrica di Montale
lo stile e la metrica: sul piano formale Montale si contrappone in modo esplicito ai poeti laureati cioè gli esponenti di quella tradizione poetica illustre e sublime rappresentata innanzitutto da D'Annunzio. quella di Montale perciò uno stile aspro e arido che vuole aderire alla realtà delle cose e che costituisce un equivalente dell’aridità del paesaggio Marino scabro e scoglioso della quale sono ambientate molte delle sue poesie. (Per quanto riguarda le forme metriche invece Montale recupera le tradizioni ma in chiave moderna infatti riscopre ad esempio l’endecasillabo, rifiutato dall’avanguardia ma allo stesso tempo le rompe il ritmo delle rime rendendola più dissonante)
Poeti Laureati e Antiaulici
In questa poesia viene espresso il concetto di poeti laureati, secondo Montale i poeti laureati nelle loro liriche utilizzano immagini particolari, come viene riportato dal poeta ad esempio piante poco conosciute; mentre i poeti antiaulici, di cui si sente far parte lo stesso Montale, nelle loro liriche utilizzano immagini umili e quotidiane: pozzi, anguille, limoni...
I poeti laureati vengono detti tali perché sono i poeti più acclamati per le loro liriche tradizionali, scritte con un linguaggio difficile e prezioso. Uno di questi poeti era D’Annunzio.
Nella seconda strofa ci sono elementi circostanti che suscitano nel poeta un’impressione di dolcezza inquieta e sono: il mormorio dei rami degli alberi di limoni e il profumo di questi che si espande sulla terra.
Nella terza strofa c’è l’immagine che dà l’illusione che nella realtà sia presente il divino ed è quando nel silenzio della sera l’uomo ha l’illusione di vedere una figura che si allontana, una divinità misteriosa.
Nella quarta strofa vi è un contrasto che si articola ed è la figura caotica della città e quindi la tristezza dell’animo rinfrancato dalla visione, di un portone semi-chiuso, di limoni che simboleggiano la speranza.
E una delle prime poesie di montale, scritta nel 1916 contenuta in ossi di seppia. Il paesaggio di cui parla è quello della Liguria, arso dal sole, bruciato e arido, e il tema è quello della disarmonia rispetto alla natura.
L’ambientazione rappresenta la desolazione dell’esistenza umana e la poesia è tutta un rimando alla solitudine della condizione umana, muri orti e confini invalicabili che hanno l’effetto di isolare le persone. Il poeta infatti di fronte al meriggio non provava sensazioni positive e di serenità, ma inquietudine di fronte alla consapevolezza dell’isolamento a cui si è destinati e all’impossibilità di andare oltre.
Il tema della poesia è il ridimensionamento del valore persuasivo della poesia nel tempo del fascismo trionfante ed imperante. Montale sa che la poesia di quel periodo storico non può esprimere nessuna verità diversa dalle parole d’ordine del fascismo. La poesia non riesce a scrutare gli abissi dell’anima per renderla chiara e visibile. Il poeta è consapevole della sua incapacità di poter dare una formula magica che possa aprire le porte della verità ai lettori, perché sa soltanto ciò che non è, sa soltanto ciò che non vuole. Può dare solo qualche verso disseccato e sliricizzato come un ramo secco e storto.
Nella prima strofa la poesia esprime l’impossibilità del poeta di poter scrivere poesie che abbiano la capacità di poter far risplendere l’anima umana triste e di poterle dare quella forma lineare e chiara di modo che brilli come un fiore di croco in mezzo ad un prato arso e spento. Nella seconda strofa la poesia dichiara che è doloroso vedere l’uomo sicuro di sé stesso e degli altri, mentre invece l’uomo dovrebbe vedere la sua ombra stampata su un muro scalcinato. Fuori dalla metafora e dalla simbologia, l’uomo sicuro di sé dovrebbe guardare con attenzione la sua ombra che è invece l’emblema della sua realtà, opaca ed effimera. L’uomo sicuro di sé non guarda dentro di sé, non si cura delle precarietà della vita e non osserva quanto di oscuro c’è dentro di sé (rappresentato dall’ombra proiettata sul muro scalcinato). Nella terza strofa il poeta ribadisce di non possedere formule magiche capaci di infondere fiducia al lettore, svelandogli i misteri della vita e dell’universo. Può solo esprimere il sussurro di una forma poetica scarna ed essenziale, poiché oggi è capace di dire soltanto ciò che non è e ciò che non vuole essere. La poesia rappresenta un esempio chiaro di poesia ermetica poiché il poeta nasconde il suo pensiero sotto parole enigmatiche e ambigue. Ovviamente il poeta non vuole essere né un poeta vate né un fascista.
Il Male di Vivere
La lirica è composta da due quartine che la dividono strutturalmente connotando due momenti della riflessione del poeta:
• Prima quartina: verte sul male di vivere.
Il poeta afferma di aver riconosciuto il malessere esistenziale in alcune situazioni quotidiane in cui si verifica un doloroso incepparsi delle cose. Montale fa riferimento al mondo animale e vegetale: "il rivo", "la foglia", "il cavallo". Queste tre realtà vengono colte in momenti di incertezza e dolore:
• il ruscello che trova un ostacolo che gli impedisce di fluire liberamente;
• la foglia che appassisce e si accartoccia;
• il cavallo che è stroncato dalla fatica.
Gli aggettivi collegati alle tre realtà sono scelti dal poeta per sottolineare questo stato di cose: "strozzato", "riarsa", "stramazzato". Montale parte da immagini dimesse e quotidiane per affermare l’esistenza di un universale male di vivere, che accomuna tutti in un uguale destino di dolore e sofferenza.
• Seconda quartina: verte sul valore dell’indifferenza.
Alla condizione insanabile di malessere dell’esistenza non è possibile opporre altro se non il distacco, l’Indifferenza (scritta con la i maiuscola) che in questo contesto acquisisce valore positivo, l'uomo deve assume un atteggiamento di "divina Indifferenza" per tutto ciò che è contrassegnato dal male e dal dolore. Il male di vivere non può essere annullato ma può essere alleggerito attraverso il distacco dalla realtà e quindi dal dolore. L’indifferenza viene definita divina perché propria degli Dei, o secondo un’altra interpretazione, perché “dono degli Dei”, e considerata prodigiosa in quanto rara ed eccezionale come un prodigio, un miracolo, uno spiraglio nella dolorosa realtà.
Le Occasioni: Temi e Struttura
“Le occasioni” esce nel 1939, e l’ultima redazione definitiva del 1940 include le poesie scritte fra il 1928 il 1940. la nuova raccolta riflette una situazione storica ormai mutata rispetto a quella degli “ossi di seppia”, caratterizzata dall’isolamento degli intellettuali contrari al fascismo. La città di Firenze dove Montale si è trasferito nel 1927, rappresenta per lui una specie di culla della cultura da difendere dalla violenza del regime e dalla rozzezza della civiltà di massa.
Lo stile e la metrica: Questa situazione storica e questa nuova condizione dell'intellettuale provocano un cambiamento di poetica rispetto agli ossi, lo stile si innalza il linguaggio si fa più elevato è scelto grazie a un lessico ripreso dalla tradizione lirica dantesca petrarchesca. Sul piano metrico si accentua la presenza della tradizione e l’endecasillabo diventa più regolare, di quanto non fosse nel primo libro, e sono comuni le poesie nella quale Montale si rivolge al tu della donna amata, per questi elementi si può parlare di un vero e proprio “classicismo modernista”.
Modello Dantesco e Protagonista
Modello dantesco: Contemporaneamente diventa decisivo il modello di Dante e la sua ripresa riguarda i singoli temi o immagini (come quella della donna-Angelo della città infernale) sia delle strutture, infatti ora i modi si affacciano di una poesia allegorica metafisica nella quale il destino di un singolo individuo rappresenta il destino di tutti. Così come ha fatto Dante nella commedia, Montale trasporta su un piano di astrattezza metafisica di universalità la propria vicenda autobiografica e storica riproponendo la stessa tematica tra salvezza e condanna. La salvezza non è più da interpretare in senso cristiano ma la nuova religione in cui crede Montale è la letteratura.
La protagonista femminile: la protagonista del libro è Irma Brandeis , giovane studiosa americana di Dante amata da Montale alla quale ha dedicato la raccolta. Irma è rappresentata come una donna Angela simile alla Beatrice dantesca, ma è messaggera di una divinità laica cioè il valore della cultura. L’identità biografica della donna è taciuta e omessa, e nella “Bufera” prenderà il nome di Clinzia. Clinzia è un personaggio della mitologia greca: una ninfa innamorata di Apollo, Dio delle arti. quando questo si stanca di lei non vuole più vederla la ninfa si lascia morire di fame e trascorre gli ultimi giorni della sua vita seduta per terra osservando il Dio, che senza degnarla di uno sguardo, conduceva il carro del sole e morendo si trasforma così in un fiore che cambia inclinazione a secondo la posizione del cielo: il girasole. Ma l'epifania di clinzia è rara e occasionale: di qui il titolo dell'opera che questo punto di vista mostra il carattere della letteratura modernista, quella della natura epifanica con cui significato dell'esistenza si rivela. Epifania è una parola di origine greca che indica il manifestarsi della divinità attraverso segni e apparizione di Dio. All’inizio del 900 lo scrittore modernista James Joyce riprende questo termine ne fa uno dei principi della sua poetica: l'epifania è la rivelazione improvvisa inattesa del significato dell'esistenza in una situazione banale e quotidiana.
Struttura: anche il libro delle occasioni è articolato in quattro sezioni definite solo dal numero romano, tranne la seconda che porta il nome di “Mottetti” e allude al genere musicale del medioevo. la prima sezione comprende immagini di donne e paesaggi, i Mottetti sono componimenti brevi incentrate nella figura di clizia mentre la terza sezione comprende un poemetto in Italia e la quarta include le poesie più complesse, in quest'ultima parte domina l'immagine dell'Interno spesso in opposizione con un esterno minaccioso rappresentata dalla città infernale: come del fascismo e della guerra.
Il poeta immagina che la donna amata (che in quel periodo si trovava negli Stati Uniti) torni da lui, volando attraverso lo spazio siderale, come un angelo. Il componimento s'incentra sul tema dell'incontro prezioso e clandestino, delle cure prestate e ricevute; oscilla tra l'angoscia degli spazi chiusi (nel riquadro) e i larghi orizzonti delle alte nebulose.
L'io poeta ha un ruolo importante nel testo. Egli mostra cure quasi materne verso la donna; l'accoglie, le libera la fronte dal ghiaccio, osserva con dolcezza le penne rovinate dal vento, veglia sul suo sonno agitato.
Protagonista della lirica è la donna angelo, che torna, dopo un lungo viaggio a cercare assieme al poeta un momento di pace. Sappiamo che la produzione del secondo Montale è segnata dalla presenza angelica e sovraumana di Clizia. Ella è, però, anche una donna fragile (hai le penne lacerate) e bisognosa di tenerezza. SI tratta di una creatura forse reale o forse fantastica; la sua è un'esistenza misteriosa: nessuna delle persone la cui ombra si intravede dalla casa del poeta sa della sua presenza; e lui custodisce gioiosamente il segreto (non sanno che sei qui).
L’incipit > mette in evidenza il tema della poesia: la perdita che intreccia la memoria.
Il testo può essere diviso in 2 parti: la prima parte coincide con le prime 3 strofe mentre la quarta strofa segna una conclusione. Nella prima parte il poeta recupera il ricordo di un momento, un incontro vissuto nella casa dei doganieri insieme a una donna ma lei non ricambia più (viene data come morta). La seconda e terza strofa insistono sulla dimensione di perdita che minaccia il poeta. La quarta strofa segna una svolta: la luce della petroliera potrebbe indicare un varco per la vita vera; il poeta non sa più se la donna se ne sia effettivamente andata perché forze con la sua morte è restata più attaccata agli eventi del passato.
Al centro della poesia c’è il contrasto tra memoria e tempo: il trascorrere del tempo costituisce una minaccia perché può cancellare i valori e i significati del passato costuditi invece dalla memoria. A questo corrisponde il contrasto fra restare e andare perché ai verbi si contrappone il movimento del tempo che da la speranza al poeta di individuare un varco che permetta di “immobilizzare” il passato felice.
Questa poesia introduce anche l’opposizione tra interno ed esterno perché la casa è un ambiente che rappresenta l’autenticità mentre l’esterno è dominato da falsità, società di massa e Fascismo. Perché il rifermento ai doganieri introduce un confine che separa la vita autentica da quella falsa; perché per montale la società di massa produce degli automi incapaci di vivere una vita autentica e quindi per lui morti. Il poeta in tutta la poesia dice di essere attaccato al passato mentre la donna non lo è stata ma al finale questo si rovescia perché forse la donna con la morte è rimasta attaccata agli eventi del passato mentre il poeta con il trascorrere del tempo no.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza del paesaggio ligure nella poesia di Montale?
- Come si manifesta l'opposizione di Montale al fascismo?
- Quali sono le influenze filosofiche principali nella formazione di Montale?
- Quali sono i temi principali della raccolta "Ossi di Seppia"?
- In che modo Montale si distacca dai poeti laureati?
Il paesaggio marino della costa ligure ha un'importanza decisiva nella prima raccolta di Montale, "Ossi di Seppia", influenzando i temi di desolazione e isolamento presenti nelle sue poesie.
Montale ha manifestato la sua opposizione al fascismo firmando il manifesto degli intellettuali antifascisti redatto da Benedetto Croce nel 1925 e mantenendo una posizione critica verso il regime di Mussolini.
Montale è stato influenzato da due filoni filosofici: quello etico-politico, dominato da figure come Gobetti e Croce, e quello esistenziale-religioso, rappresentato da Emilie Boutroux, che enfatizza la libertà individuale.
"Ossi di Seppia" esplora temi di desolazione, isolamento e il male di vivere, utilizzando simboli come il mare e la terra per rappresentare una vita ridotta a pura essenza materiale.
Montale si distacca dai poeti laureati adottando uno stile aspro e arido, che aderisce alla realtà delle cose, in contrasto con il linguaggio sublime e prezioso di poeti come D'Annunzio.