Concetti Chiave
- Eugenio Montale, nato a Genova nel 1896, è stato un poeta influente che ha integrato musica e letteratura nella sua vita, arruolandosi volontario nella Prima Guerra Mondiale e successivamente divenendo critico letterario e poeta.
- La poetica di Montale si caratterizza per il suo pessimismo esistenziale e la ricerca di un "varco" nella realtà, utilizzando la poetica dell'oggetto per esprimere la condizione umana e il "male di vivere".
- Le figure femminili nelle sue poesie sono trasfigurazioni poetiche di donne reali, rappresentando diverse metafore come la giovinezza perduta e i valori culturali.
- Montale è stato influenzato da D'Annunzio ed Eliot, adottando un linguaggio essenziale e aspro nelle sue prime opere, mentre nelle ultime il suo stile si avvicina al parlato con toni ironici.
- La sua raccolta "Ossi di seppia" esplora temi di negatività esistenziale, rottura con la realtà e desiderio di recuperare il passato, utilizzando il paesaggio ligure come metafora della sofferenza umana.
Indice
La Vita di Eugenio Montale
Eugenio Montale nasce a Genova il 12 dicembre del 1896, si diplomò come ragioniere nel 1915, dedicandosi anche alla musica e al canto. Nel 1917 si arruolò volontario e combatte il Trentino. Finita la guerra tornò a Genova e conobbe Anna degli Uberti che divenne una delle Muse ispiratrici della sua poesia.
Carriera e Influenze Letterarie
Nel 1925 uscì la sua prima raccolta di liriche: “ossi di seppia” e nello stesso anno firmò il “manifesto degli intellettuali antifascisti”. Svolse l'attività di critico letterario e fu uno dei primi ad apprezzare l'opera di Svevo. Si interessò sempre di più alla letteratura inglese, soprattutto dopo aver conosciuto Ezra Pound e Thomas Stearns Eliot. Nel 1927 si trasferì a Firenze, dove nel 1929 ottenne la direzione del Gabinetto Vieusseux e, influenzato soprattutto da Eliot e della giovane ebrea americana Irma Brandeis si avvicinò agli studi danteschi. Nel 1938 fu allontanato dal Gabinetto Vieusseux perché non era scritto al Partito fascista. Nel 1930 a vivere con Drusilla Tanzi, che sposerà nel 1962. Durante la Seconda guerra mondiale è rimasta a Firenze, dove si mantenne con traduzioni e collaborazioni giornalistiche. Dopo la liberazione di Firenze si iscrisse al Partito d'azione, ma questa esperienza durò poco, secondo lui la poesia e l'attività intellettuale, dovevano essere estranee alla politica. Nel 1948 si trasferì a Milano dove collaborò con il “Corriere della Sera” e nel 1956 uscì la sua terza raccolta di poesie “la bufera e altro”, e il libro di racconti “farfalla di Dinard”. Nel 1967 fu nominato senatore a vita e nel 1975 gli fu assegnato il Premio Nobel per la letteratura. Morì a Milano il 12 settembre del 1981.
La Poetica di Montale
La poesia di Montale è la testimonianza di un disagio esistenziale e vuole rispondere alle domande dell'uomo contemporaneo con la parola poiché lo ritiene uno strumento per confrontarsi con il “male di vivere”. Con la poetica dell'oggetto, Montale vuole esprimere la condizione dell'esistenza, come fa Eliot in un correlativo oggetto, quindi attraverso gli oggetti, Montale intende cogliere il significato profondo della realtà, di una continua ricerca di un “varco” per giungere l'essenza delle cose e della vita.
Temi e Stile delle Opere
Alla base delle prime due raccolte, c'è un pessimismo esistenziale, cioè una visione pessimistica della vita, infatti con “la bufera e altro”, arriva ad un pessimismo storico, perché la speranza di poter recuperare una dimensione spirituale e metafisica da contrapporre alla vita reale, crolla a causa della bufera della guerra e dell'altro, cioè il dopoguerra. Nelle ultime raccolte usa i toni ironici e sarcastici, la percezione di un mondo privo di senso è espressa in un linguaggio simile alla prosa, caratterizzato da suoni e rumori. Le figure femminili presenti nelle poesie di Montale sono trasfigurazioni poetiche di donne reali che assumono significati diversi:
• Arletta, la metafora della perdita della giovinezza,
• La donna angelo, l'incarnazione dei valori della cultura e della poesia,
• Il mondo reale concreto, rappresenta una concretezza e il buon senso.
Le influenze più importanti sono quelle di: D'Annunzio, per il lessico prezioso, e da Eliot per la poetica del correlativo oggettivo. Il lessico è nuovo, è essenziale e aspro, nelle prime raccolte il poeta ricerca una nuova musicalità del verso, mentre le poesie dell'ultimo periodo hanno un linguaggio vicino al parlato e presenta toni ironici.
Le Raccolte di Montale
La prima raccolta poetica di Montale, “ossi di seppia”, fu pubblicata nel 1925, alla base della poesia c’è l'amara presa di coscienza del “male di vivere”. L'io poetico tenta di entrare in contatto con le cose che lo circondano, ma restano inafferrabili, da qui l'isolamento e la solitudine. Nella raccolta “le occasioni” troviamo ricordi della vita del poeta, sul filo della rievocazione che svelano significati nascosti. “La bufera e altro” fu pubblicato nel 1956 e contiene poesie composte durante il secondo conflitto mondiale e l'immediato dopoguerra. L'autore sembra partecipare al dramma della società sconvolta dalla guerra, ma gli eventi sono soltanto occasioni per un'analisi dell'esistenza. L’opera segna una battuta d'arresto della produzione di Montale, il suo silenzio poetico durò fino al 1964. “Satura” è una delle ultime raccolte di Montale in cui il poeta ricorda la moglie scomparsa, col rimpianto, dolore e nostalgia. In questa raccolta è in “diario del ‘71 e del ‘72” emerge la critica verso la società di massa. Viene usato un linguaggio simile alla prosa e i temi sono spesso legati a eventi quotidiani o di attualità e il tono è satirico. L'opera più significativo è la “farfalla di Dinard”, brevi racconti sul tema dell'impossibilità della salvezza per l'uomo. Due sono le raccolte legate alla sua attività di giornalista, “auto da fè” nel 1966, un libro di riflessioni morali e culturali, e “fuori di casa” nel 1969, con i suoi reportage e brevi racconti nei quali affiora l'indifferenza verso la società borghese.
La raccolta ebbe tre edizioni: nel 1925, nel 1928, nel 1931. Il titolo si riferisce alle inutili macerie che le onde lasciano sulla sabbia che però sono, corrosi e levigati dall'acqua del mare, scabri ed essenziali, possono essere il correlativo oggettivo della poesia. Due sono i testi in cui Montale annuncia la sua concezione poetica:
• i limoni, Montale rifiuta la poesia aulica, a favore del linguaggio essenziale e antico, anche se con termini ricercati e precisi,
• non chiederci la parola, sono espresse la consapevolezza del vuoto che attornia l'esistenza e l'impossibilità di suggerire certezze, le parole sono aride e prive di enfasi retorica.
Temi Emotivi in "Ossi di Seppia"
In “ossi di seppia” prevalgono i seguenti temi emotivi:
• un senso di negatività esistenziale, la mancanza di certezze,
• una visione pessimistica dell'esistenza,
• lo stato di rottura dell'equilibrio tra l'io e la realtà,
• il mare, luogo di sofferenza,
• oggetti come emblema della sofferenza dell'uomo,
• il desiderio irrealizzabile di recuperare il passato.
Lo sfondo di molte liriche è il paesaggio ligure, brullo e assolato, metafora della negatività dell'esistenza. I Paesaggi “allegorici” di Montale sono stati paragonati a quelli “metafisici”. L'orizzonte non è aperto, ma delimitato da un muro. Scelse il linguaggio antiletterario e aspro e cercò una nuova musicalità. Montale non rifiuto il linguaggio e la metrica tradizionale: al registro aulico si affiancarono termini colloquiali e tecnici, e l'uso dei versi nobili si alternano al verso libero.
Domande da interrogazione
- Quali sono stati i principali eventi della vita di Eugenio Montale?
- Quali influenze letterarie hanno caratterizzato la carriera di Montale?
- Quali sono i temi principali della poetica di Montale?
- Quali sono le raccolte poetiche più significative di Montale e i loro temi?
- Quali temi emotivi prevalgono in "Ossi di Seppia"?
Eugenio Montale nacque a Genova nel 1896, si diplomò come ragioniere e si dedicò alla musica. Combatté nella Prima Guerra Mondiale e, dopo la guerra, tornò a Genova dove conobbe Anna degli Uberti. Si trasferì a Firenze nel 1927 e fu allontanato dal Gabinetto Vieusseux nel 1938. Durante la Seconda Guerra Mondiale rimase a Firenze e dopo la liberazione si trasferì a Milano. Fu nominato senatore a vita nel 1967 e vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 1975. Morì a Milano nel 1981.
Montale fu influenzato da autori come Svevo, Ezra Pound, e Thomas Stearns Eliot. Si avvicinò agli studi danteschi e fu influenzato da D'Annunzio per il lessico prezioso e da Eliot per la poetica del correlativo oggettivo.
La poetica di Montale si concentra sul disagio esistenziale e sull'uso della parola per confrontarsi con il "male di vivere". Utilizza la poetica dell'oggetto per esprimere la condizione dell'esistenza e cerca di cogliere il significato profondo della realtà attraverso gli oggetti.
Le raccolte più significative di Montale includono "Ossi di seppia", "Le occasioni", "La bufera e altro", e "Satura". "Ossi di seppia" esplora il "male di vivere", "Le occasioni" rivela significati nascosti attraverso ricordi, "La bufera e altro" analizza l'esistenza durante la guerra, e "Satura" critica la società di massa.
In "Ossi di Seppia" prevalgono temi come la negatività esistenziale, la mancanza di certezze, una visione pessimistica dell'esistenza, e il desiderio irrealizzabile di recuperare il passato. Il paesaggio ligure è una metafora della negatività dell'esistenza.