Concetti Chiave
- Eugenio Montale è considerato uno dei principali poeti italiani del Novecento, noto per il suo impegno letterario e la sua opposizione al fascismo.
- La sua opera poetica, iniziata con "Ossi di seppia", esprime un forte pessimismo e il malessere esistenziale dell'uomo moderno, evidenziato attraverso immagini di aridità e monotonia.
- Il pessimismo di Montale si caratterizza per una "poetica degli oggetti" che usa simboli concreti per esprimere concetti astratti, rivelando una realtà umana priva di senso sublime.
- Nonostante il tono negativo, la poesia di Montale lascia spazio alla speranza di una rinascita interiore e di una trasformazione del dolore in canto.
- Montale cerca una morale solida che dia dignità all'uomo, definendo il suo pessimismo come attivo, con la speranza di una rivalsa per l'umanità.

Eugenio Montale
Eugenio Montale è uno dei massimi esponenti della poesia italiana del Novecento, vissuto tra la fine dell’Ottocento e gli anni Ottanta del Novecento, diviene uno degli esponenti di spicco della cultura italiana. Nato in Liguria studierà da autodidatta appassionandosi sin da subito ai classici della letteratura italiana, combatterà nella Prima guerra mondiale, e nel momento in cui Mussolini prenderà il potere lui dichiarerà sin da subito di non appoggiare le idee del fascismo. Nella sua vita oltre a scrivere sarà redattore, prima a Firenze per l'editore Bemporad, poi a Milano per il Corriere della sera, occupandosi principalmente di critica musicale. Nel 1975 ricevette il Nobel per la letteratura, non aderì mai a nessun partito politico, Eugenio Montale morì a Milano nel 1981.
per un ulteriore approfondimento sulla vita di Eugenio Montale vedi anche qua
L’opera poetica di Montale
L'opera poetica di Montale rappresenta una delle espressioni più alte della cultura del Novecento, infatti, è capace di interpretare in forma originale ed efficace i problemi che travagliano l'uomo moderno: il disagio esistenziale di fronte ad una realtà che appare priva di senso, il pessimismo nei confronti della storia, la polemica contro le abitudini in una società di massa. Sin dal suo esordio nel 1925 con la raccolta “Ossi di seppia”, Montale definisci la sua poetica di stampo negativo e pessimista, in cui viene espresso il male di vivere dell’uomo. Il titolo stesso “Ossi di Seppia” allude all'aridità intesa come condizione esistenziale impoverita e prosciugata, nella quale è impossibile cogliere il senso ultimo del vivere e stabilire un rapporto armonico con la realtà esterna. Gli “ossi di seppia” sono i residui calcarei di quei molluschi che il mare deposita sulla riva ed alludono appunto ad una condizione vitale ridotta quasi all'inconsistenza, una condizione anche di inutilità della vita, di scarto; allo stesso tempo gli ossi, come definizione della poesia, sottolineano una sua condizione che non può attingere al sublime ma deve ripiegare sulla realtà marginale. Il motivo dell'aridità si concreta in alcune immagini ricorrenti: quella del paesaggio ligure, brullo e disseccato dal sole e dalla salsedine, e quella allegorica del muro che imprigiona l'uomo senza concedergli possibilità di scampo; la prigionia nei limiti dell'esistenza si manifesta nel ripetersi monotono di gesti ed azioni senza mutamento. Un varco non è dunque possibile, infatti, il miracolo atteso si risolve in un'esperienza negativa, in una percezione traumatica del nulla che si cela dietro l'apparenza ingannevole delle cose. E tuttavia è significativa la poesia che chiude la raccolta, “Riviere”, in cui troviamo una speranza, un auspicio che un giorno la sua anima possa “rifiorire” nel sole che investe le riviere, e che quindi egli possa mutare l'elegia in inno, cioè la povera poesia che nasce dall'inaridimento esistenziale, in canto spiegato.
per un ulteriore approfondimento su Ossi di Seppia vedi anche qua
Il pessimismo di Montale
Il pessimismo investe la concezione stessa di tutta la poesia di Montale, che non sembra più in grado di attingere all'essenza profonda delle cose. Preclusa la via del sublime, al poeta non resta che ripiegare su realtà umili e prosaiche, puntando ad una dizione spoglia e secca; di qui la ricerca di suoni aspri e ritmi spezzati e il ricorso ad un lessico impoetico, con intrusioni di termini aulici in funzione ironica. Montale rifiuta il linguaggio analogico del simbolismo in favore di una “poetica degli oggetti” incentrata su cose comuni, citate come “correlativi oggettivi”, ossia equivalenti concreti di concetti astratti o di stati d'animo del soggetto. Per quanto riguarda la metrica, Montale fa spesso ricorso alle forme della tradizione ma nello stesso tempo la sua versificazione presenza un serie di procedimenti che forzano e corrompono la norma. Nonostante Eugenio Montale abbia scritto relativamente poche raccolte di poesie, all’interno di queste riusciamo a individuare appieno quello che è il suo pensiero. Nei suoi componimenti Montale fa da tramite per descrivere quella che è a suo parere la condizione dell’uomo moderno del Novecento, in questa descrizione però il poeta si esprime in negativo, indicando principalmente quello che l’uomo non è. L’uomo nel Novecento è logorato dalle vicende storiche che è stato costretto a vivere. Nonostante ciò l’intento di Montale è comunque quello di trovare una soluzione a questo male di vivere dell’uomo. Tutto il suo pensiero viene tradotto tramite simboli e immagini, ma anche sensazioni e emozioni. I simboli divengono il carattere predominante nella lingua di Montale, ne assume alcuni come archetipi della condizione umana, che poi ritroviamo con ricorrenza nelle sue poesie.
L’uomo di Montale vive un costante malessere esistenziale, ma allo stesso tempo attende un miracolo, un avvenimento che ribalti la sua condizione, questi sono simboli come il mare, che da un senso di libertà all’uomo, o la donna che è l’unica che può salvarlo. Una caratteristica fondamentale di tutta la poesia di Eugenio Montale è la ricerca di un’etica e di una morale solida, intesa però non come insegnamento di comportamenti, ma come la ricerca costante di una dignità che permetta all’uomo di affrontare al meglio le sue sofferenze, quello di Montale può essere definito quindi un pessimismo attivo, in cui il poeta descrive il male di vivere dell’uomo ma allo stesso tempo spera in una rivalsa per quest’ultimo.
per un ulteriore approfondimento sulla lirica i Limoni vedi anche qua
Domande da interrogazione
- Chi era Eugenio Montale e quale fu il suo contributo alla letteratura italiana?
- Quali sono i temi principali dell'opera poetica di Montale?
- Come si manifesta il pessimismo nella poesia di Montale?
- Qual è il significato del titolo "Ossi di Seppia"?
- In che modo Montale cerca di trovare una soluzione al male di vivere?
Eugenio Montale è stato uno dei principali poeti italiani del Novecento, noto per il suo pessimismo e la sua critica alla società moderna. Ha vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 1975.
I temi principali includono il disagio esistenziale, il pessimismo storico, e la critica alla società di massa, espressi attraverso una poetica negativa e immagini ricorrenti come l'aridità e la prigionia.
Il pessimismo di Montale si manifesta attraverso una poetica degli oggetti, un linguaggio spoglio e secco, e l'uso di simboli e immagini che rappresentano il malessere esistenziale dell'uomo moderno.
"Ossi di Seppia" allude all'aridità esistenziale e alla condizione vitale ridotta all'inconsistenza, rappresentando il male di vivere e l'impossibilità di stabilire un rapporto armonico con la realtà.
Montale cerca una soluzione attraverso la ricerca di un'etica e una morale solida, sperando in una rivalsa dell'uomo nonostante il pessimismo, e utilizzando simboli come il mare e la figura femminile per rappresentare la speranza di un cambiamento.