alicefogagnolo
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Concetti Chiave

  • La vita di Eugenio Montale è profondamente influenzata dal paesaggio marino delle Cinque Terre, che gioca un ruolo centrale nella sua raccolta «Ossi di seppia» e nei temi di aridità e male di vivere.
  • Montale attraversa tre fasi nella sua poetica: l'iniziale con «Ossi di seppia», influenzata dall'aridità esistenziale; una seconda fiorentina con «Le Occasioni», in cui emergono influenze inglesi e dantesche; e un'ultima fase più prosastica e diaristica, segnata dalla delusione verso il mondo moderno.
  • «Ossi di seppia» rappresenta un romanzo di formazione poetico, dove il mare simboleggia il distacco e la maturità, mentre il "varco" è un tentativo di oltrepassare il male di vivere attraverso la poesia.
  • La poesia «I limoni» è una dichiarazione poetica del primo Montale, che critica i poeti laureati e celebra una poesia semplice attraverso il simbolo dei limoni, emblema di verità e rivelazione.
  • Il movimento ermetico, di cui Montale è precursore, si distingue per una poesia densa di significato, che abbandona le forme metriche tradizionali e si concentra su un linguaggio evocativo e ridotto all'essenziale, riflettendo l'isolamento e l'incomunicabilità dell'uomo moderno.

Indice

  1. Infanzia e influenze di Montale
  2. Ossi di Seppia e il paesaggio ligure
  3. La poetica di Montale
  4. Critica ai poeti laureati
  5. Il significato dei limoni
  6. Il silenzio e il segreto della natura
  7. L'illusione e il conforto dei limoni
  8. La poesia come illusione
  9. Meriggiare e il male di vivere
  10. Non chiederci la parola
  11. La poesia di Montale e il male di vivere
  12. Le Occasioni e la memoria
  13. La casa dei doganieri e la memoria
  14. Satura e il ricordo della moglie
  15. Ho sceso dandoti il braccio
  16. L'Ermetismo e i suoi temi

Infanzia e influenze di Montale

Eugenio Montale nasce a Genova nel 1896 in una famiglia borghese piuttosto agiata.

Montale trascorre le estati a Monterosso, nelle Cinque Terre, dove il padre ha costruito una villa.

Il paesaggio marino ligure avrà un’importanza decisiva nelle tematiche della raccolta «Ossi di seppia».

Nel 1915 si diploma ragioniere e dal 1917 partecipa alla guerra.

Nel 1925 esce «Ossi di seppia» e, lo stesso anno, Montale firma il manifesto degli intellettuali antifascisti.

nel 1927 Montale si trasferisce a Firenze. In questo periodo viene influenzato dalla cultura inglese (Eliot) e Dante.

Nel 1939 pubblica la raccolta «Le Occasioni».

Dopo la caduta del fascismo, nel 1945 si iscrive al CLN e comincia a collaborare nel «Corriere della Sera».

nell’ultima parte della vita di Montale cresce la sua delusione nei confronti del mondo moderno.

Per tale motivo comincia un silenzio poetico che durerà dieci anni. Sarà solo la rielaborazione del lutto della moglie (Drusilla Tanzi) a indurlo a scrivere nuovamente nel 1964.

L’ultimo montale è più prosastico e diaristico.

Ossi di Seppia e il paesaggio ligure

Il titolo richiama l’immagine marina degli ossi di seppia gettati sulla spiaggia che alludono ad una vita prosciugata, ridotta all'essenziale. Come l’osso di seppia è gettato sulla terra, il poeta è escluso dalla felicità.

La poetica di Montale

Per rendere tale condizione, Montale si serve della poesia che riflette l’idea di aridità.

Troviamo infatti vari riferimenti al paesaggio marittimo ligure delle Cinque Terre, con una connotazione arida e brulla. Anche il sole diventa una forza nemica che contribuisce a rendere arida la natura circostante.

La raccolta è divisa in quattro sezioni: «Movimenti», «Ossi di Seppia», «Mediterraneo» e «Meriggi e ombre».

Da un punto di vista stilistico, troviamo influenze opposte: prosaicità e sperimentalismo dei crepuscolari e tendenza al classicismo della rivista letteraria «La Ronda».

Il libro di Montale può anche essere considerato un romanzo di formazione, in cui il distacco dal mare corrisponde all’accettazione dei limiti della condizione umana. Viene infatti delineato un percorso: il momento felice dell’incanto (infanzia e adesione panica alla natura) è seguito dal disincanto della maturità e dallo spaesamento.

I temi principali della raccolta sono:

- male di vivere, ovvero la precarietà della vita umana e la perdita di punti di riferimento (incomunicabilità tra uomini e la consapevolezza di tale incomunicabilità che porta gli uomini a rinchiudersi in se stessi).

- aridità dell’esistenza, un’esistenza ridotta la minimo;

- varco, passaggio che, per un attimo, dà la possibilità di cogliere il senso della vita. Simboleggia il tentativo da parte dell'uomo di andare al di là del male di vivere. Per fare ciò Montale si serve della poesia.

La poetica è resa attraverso il correlativo oggettivo: un oggetto o un paesaggio che diventa simbolo (correlativo) di una condizione umana. Questo perché Montale non è in grado di spiegare fino in fondo tale condizione.

Critica ai poeti laureati

Dichiarazione poetica del primo Montale.

La poesia è composta da quattro strofe in versi liberi, in cui prevalgono endecasillabi alternati con ottonari e una sintassi paratattica. TEMA: critica ai poeti laureati e ricerca del segreto da parte dell’io lirico

Nella prima strofa contrappone il modo di fare poesia dei poeti laureati al suo modo più semplice.

Analogamente alla «Pioggia nel pineto» di d'Annunzio inizia con il verbo «Ascoltami».

Anche i nomi delle piante citati nel verso successivo alludono a piante auliche, utilizzate dai poeti laureati.

La poesia muove quindi una critica verso questi poeti, che utilizzano un lessico elevato.

La pianta di limoni, citata nell’ultimo verso, diventa emblema di un modo di lettura del mondo, simbolo di una poesia semplice, opposta a quella dei “poeti laureati” (d'Annunzio, Pascoli, Carducci).

Questo tipo di poesia, come quella di Ungaretti, è capace di portare l'uomo a una rivelazione di verità.

Il significato dei limoni

Nella seconda strofa troviamo un invito al silenzio per ascoltare il rumore dei rami.

L’io lirico percepisce il profumo dei limoni, che offrono l’umile ricchezza ai «noi poveri» (poeti opposti ai laureati).

Il silenzio e il segreto della natura

Nella terza strofa il silenzio stimola la mente dell’io lirico e favorisce la percezione del segreto della natura.

Montale presenta una serie di correlativi oggettivi che ipotizzano un possibile miracolo e potrebbero restituire il senso profondo delle cose. Il silenzio sembra quindi presagire una sorta di epifania.

Il filo da disbrogliare (verso 28) rappresenta l’esistenza che va sbrogliata e scoperta.

verso 31 → tre verbi consecutivi, senza punteggiatura, che indicano le azioni che compie la mente.

verso 36 → riferimento alla mitologia: divinità che si identificano con elementi naturali.

L'illusione e il conforto dei limoni

Nell’ultima strofa l’illusione viene meno: il tempo ci riporta nelle città grigie e rumorose. Il soggetto è il tedio.

E’ il «ma» che apre quest’ultima strofa a segnare il cedimento degli avvertimenti di essere vicini a una risposta.

Dal verso 43 avviene però un miracolo consolatorio. Il poeta presenta nuovamente l’immagine dei limoni, il cui giallo evoca il sole dell’estate, in contrapposizione al grigiore delle giornate invernali.

L’anima è quindi confortata dall’improvvisa apparizione dei limoni, paragonata allo squillo di una tromba che dona gioia e consolazione. Il giallo dei limoni rappresenta il varco.

La poesia come illusione

Questa poesia è considerata una dichiarazione poetica perché Montale definisce la poesia non come mezzo per accedere al mistero della vita ma come illusione di riuscire ad andare al di là del muro delle apparenze.

Per questo si oppone ai porti laureati, preferendo oggetti semplici e umili.

Potremmo collegarci ai crepuscolari per l’attenzione che entrambi hanno per le piccole cose.

Meriggiare e il male di vivere

racconta di un caldo pomeriggio estivo in cui il poeta ascolta i rumori della campagna, osserva le formiche, spia il mare lontano e cammina lungo un muro disseminato di vetri.

Meriggiare = trascorrere il momento più caldo del pomeriggio

I verbi usati sono principalmente all’infinito per dare l’idea dell’indeterminatezza di una dimensione senza tempo.

La vita viene comparata al camminare vicino ad un muro insormontabile perché sormontato da cocci appuntiti (che rappresentano le difficoltà nella vita). Il muro dell’orto è simbolo di chiusura e isolamento che diventa un ostacolo invalicabile, alludendo al male di vivere. Anche il sole è un ostacolo.

Temi: male di vivere, ricerca continua del varco per fuggire dall’aridità della vita (pessimismo a tratti positivo). 

Non chiederci la parola

non chiederci la parola (pag 218):

è il primo componimento della raccolta «Ossi di Seppia».

È una dichiarazione poetica rivolta al lettore, che accomuna Montale ai poeti della sua generazione.

Nella prima strofa troviamo l’opposizione tra il prato polveroso, che allude all’aridità dell’esistenza, e il croco (fiore del narciso). A differenza di Carducci, Pascoli o d’Annunzio, il poeta non ha alcun messaggio positivo da rivolgere agli uomini, la sua anima è infatti divisa.

verso 2 → le lettere sono indelebili perché impresse con il fuoco.

Nella seconda strofa, con l'unica proposizione esclamativa, Montale espone un’invidia: l'uomo è talmente sicuro di sé che non si preoccupa dell’ombra proiettata sul muro, ossia non si cura né interroga sulla sua identità.

Nella terza strofa, Montale riprende la riflessione iniziale.

La parola poetica non ha il potere di rivelare significati segreti o invisibili. La poesia di Montale è capace non di affermare ma di negare: denuncia il male di vivere e l’insignificanza del mondo.

Montale prende quindi le distanze dal poeta vate (Carducci, d’Annunzio e i futuristi che volevano ritrovare se stessi) e anche dal poeta veggente.

Tale polemica viene portata avanti anche dal lessico: prevalgono i suoni aspri (allitterazioni delle “r”).

I correlativi oggettivi di questa poesia sono:

- «scalcinato muro», allude alla condizione di prigionia dell'uomo;

- «prato polveroso», allude all’aridità della vita;

- «l’ombra sua», ciò che c’è di oscuro nella natura dell’uomo che l’uomo non si preoccupa di indagare.

La poesia di Montale e il male di vivere

Quando Montale pubblica la raccolta, d’Annunzio è ancora il letterato più famoso d’Italia. La sua concezione ideologica e artistica diffondono l’idea della scrittura come privilegio conoscitivo e rivelazione della verità assoluta.

A questa dimensione, Montale contrappone una visione del mondo e dell’uomo fondata pessimisticamente sul male di vivere e sulla disperazione. La poesia di Montale perde ogni funzione consolatrice.

Il panismo dannunziano rappresentava la possibilità di fusione tra uomo e natura. Nel componimento di Montale, invece, gli elementi che compongono il paesaggio sono un prato polveroso, un muro scalcinato, i rami secchi e contorti degli alberi. Il paesaggio dunque è arido e squallido.

a tre emblemi del male di vivere (correlativi oggettivi - il rivo strozzato, la foglia riarsa, il cavallo stramazzato) ne vengono contrapposti altrettanti di indifferenza (statua, nuvola, falco), vista come unica possibile salvezza dal male

Tali immagini simboleggiano la divina indifferenza e ci danno l’opportunità di cogliere un prodigio.

verso 7 → il pomeriggio causa sonnolenza e staticità all’uomo (passività o atarassia).

L’indifferenza permette di reagire al male di vivere perché permette all’uomo di avere un atteggiamento di atarassia, un atteggiamento che limita a osservare la vita. E’ questo il varco.

entrambi i testi trattano dell’indifferenza. Inoltre, l’evocazione paesaggistica per poi giungere a una poesia di pensiero è tipica leopardiana (dal concreto all’astratto). Montale qui segue uno schema analogo ma non c’è più spazio per la bellezza della natura, che rivela qui parte del male di vivere.

Le Occasioni e la memoria

Raccolta pubblicata nel 1939. Comprende i testi poetici scritti fra il 1928 e il 1940.

Riflette una situazione storica ormai mutata, dove la letteratura è percepita come ultima difesa e privilegio per una generazione di autori.

Temi: riflessione sul tempo e sulla memoria.

Lo stile si innalza e ritorna la metrica tradizionale: si parla di classicismo modernista.

Riprende infatti molti aspetti linguistici e formali da Dante, ma anche temi come la donna angelo. In questa raccolta la donna angelo è Irma Brandeis, una giovane studiosa americana con cui Montale ebbe una relazione (Clizia).

La raccolta è suddivisa in quattro sezioni, in ognuna delle quali viene presentata una donna:

1) liriche descrittive di ricordi di viaggio. Le donne di questa sezione sono:

a. Dora Markus, donna slava della quale Montale sente parlare da un amico;

b. Liuba, ebrea sopravvissuta allo sterminio.

Entrambe le figure femminili hanno fatto esperienza di dolore e sono forti perché riuscirono a resistere.

2) «Mottetti», la donna Clizia è assente e lontana. Il titolo «Occasioni» della raccolta alluce infatti al carattere occasionale delle apparizioni di Clizia che corrispondono a momenti di rivelazione.

senhal → pseudonimo per nascondere una vera identità. La stessa cosa fece Dante con Beatrice (donna schermo). Dante indirizzò il suo amore verso un’altra donna per non far conoscere l’identità di Beatrice.

Clizia assume le sembianze di una donna angelo e ha una funzione salvifica per il poeta.

Clizia è però lontana, quindi Montale esprime un senso di smarrimento.

3) «tempo di bellosguardo» → comprende un poemetto continuo.

4) troviamo Annetta degli Uberti. Si parla di poetica modernista: ci sono riferimenti illustri ma anche influenze di poeti europei come Elliot (poetica del correlativo oggettivo). Prevale il riferimento della città.

La casa dei doganieri e la memoria

apre la quarta sezione, dedicata ad Annetta. Tutto passa attraverso la memoria.

La casa dei doganieri era il luogo di incontro tra Montale e Annetta (Arletta degli uberti) che frequenta in gioventù.

Il poeta frequenta ancora la casa mentre lei è ormai lontana (morta o andata via).

Nella prima strofa viene sottolineata la lontananza tra il poeta e la donna, tramite la descrizione della casa.

La casa che aveva percepito la vitalità della ragazza, è rimasta sola. La casa diventa quindi correlativo oggettivo di desolazione e abbandono.

Nella seconda strofa Montale presenta una serie di correlativi oggettivi che alludono a mancanze di certezze e solitudine. Montale cerca di tenere ancora un capo dei ricordi (del filo), bloccando la perdita causata dal trascorrere del tempo, ma la donna è estranea.

verso 13 → la banderuola è correlativo oggettivo del tempo che scorre.

Nell'ultima strofa si percepisce un senso di smarrimento e di solitudine davanti alle cose.

verso 22 → riprende il tema dell'incomunicabilità tra la donna e il poeta. Il ricordo si è rivelato una dimensione di perdita, quindi, anche se la donna non ricorda, non significa che si sia allontanata di più rispetto al poeta.

Tutti i correlativi oggettivi alludono alla negatività, come sottolineato fin dalla prima riga della poesia («Tu non ricordi»). La memoria è incapace di custodire i ricordi del passato. Nonostante il passato sia stato glorioso ora rimangono solo dei pezzi (barocco).

Temi: riflessione sul senso del tempo, casa (casolare pascoli), figura della donna (silvia di Leopardi)

Satura e il ricordo della moglie

«Satura» rientra nell’ultima fase poetica di Montale. Venne pubblicata nel 1971 e raccoglie tutte le liriche scritte tra il 1962 e il 1970. Il motivo principale della scrittura di questa raccolta è la morte della moglie.

Il titolo deriva da un termine latino che richiama:

- piatto dell’antica Roma pieno di primizie che veniva offerti agli dei (allude ad un'offerta alla moglie);

- genere satirico della letteratura latina, con linguaggio molto semplice e che affronta temi quotidiani. In questa raccolta, infatti, prevalgono il sarcasmo, l’ironia e la satira.

Il libro si suddivide in quattro sezioni: Xenia I, Xenia II, Satura I e Satura II.

Il termine «Xenia» deriva dal latino «Xenos», ovvero «straniero». In questo contesto Montale utilizza il termine per onorare la moglie, Mosca, che è stata ospite della vita del poeta.

Tutti i componimenti sono condotti attraverso la memoria di felici momenti familiari.

Ho sceso dandoti il braccio

Ho sceso dandoti il braccio, almeno un milione di scale (252):

- testo compreso nella sezione «Xenia II» e dedicato alla moglie Mosca, morta nel 1963.

- Il soprannome “Mosca” allude alla capacità della donna di adattarsi al «trionfo della spazzatura» ormai quotidiano, senza farsi ingannare ma concentrandosi sull’essenza delle cose.

Il titolo, coincidente con il primo verso della poesia, è un’iperbole che allude alla lunga vita che hanno passato assieme i due e a tutte le difficoltà che hanno superato.

Riprende quindi la metafora del viaggio inteso come viaggio della vita.

Nella prima strofa viene evidenziato il senso di smarrimento del poeta. Egli lasciava che la donna si occupasse di tutte le pratiche durante i viaggi fatti assieme. Queste sono trappole per chi crede che la realtà si esaurisca tutta nel mondo visibile.

verso 7 → gli uomini, superficiali, si illudono che la realtà sia solo quella che vedono (rimando alle maschere).

alla donna il verso 5/6 → metafore che alludono alle difficoltà della vita.

Nella seconda strofa Montale capisce che vivere insieme alla moglie lo ha aiutato ad affrontare le difficoltà e leggere la realtà con una visione diversa. Montale, infatti, attribuisce alla donna tutte le capacità di vedere e leggere negli esseri umani andando al di là dell’apparenza, cosa che lui probabilmente non era in grado di fare.

Questa poesia è una poesia della quotidianità, come anche le altre che fanno parte di questa raccolta. Racconta infatti di semplici azioni di vita quotidiana.

similitudini differenze

● capacità di andare al di là delle apparenze.

● comprende il senso della realtà.

● ha la funzione di guida per il poeta.

● funzione salvifica.

Clizia ha qualità intellettuali mentre Mosca incarna le qualità pratiche che Montale apprezza nella quotidianità.


L'Ermetismo e i suoi temi

L’Ermetismo è una corrente poetica che si sviluppò negli anni ‘20. I precursori sono Montale e Ungaretti.

Il termine “Ermetismo” venne usato in senso dispregiativo per alludere a un tipo di poesia il cui contenuto è indecifrabile, ovvero difficile da comprendere a differenza della poesia classica precedente.

Il termine Ermetismo deriva da «Ermete» = Mercurio, dio delle scienze occulte.

Temi: senso di solitudine in cui si trova l’uomo moderno a causa di:

- perdita di punti di riferimento;

- vivere in un mondo incomprensibile a causa di guerra e dittature;

- incomunicabilità con conseguente isolamento da parte degli uomini (immagine del muro in montale);

- alienazione e frustrazione, l’uomo si rende conto di vivere in una realtà deludente che non corrisponde alle sue aspettative;

I poeti ermetici volevano perseguire una poesia libera dalle forme metriche tradizionali, senza finalità celebrative e figure retoriche. Elementi stilistici che ritroviamo in tutti i poeti ermetici sono infatti:

- potere evocativo della parola;

- impiego di analogie;

- riduzione del lessico a poche parole chiavi;

- nessun insegnamento;

- brevità.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le influenze principali nell'infanzia di Eugenio Montale?
  2. Eugenio Montale è nato a Genova nel 1896 in una famiglia borghese e trascorreva le estati a Monterosso, nelle Cinque Terre. Questo paesaggio marino ligure ha avuto un'importanza decisiva nelle tematiche della sua raccolta "Ossi di seppia".

  3. Qual è il significato del titolo "Ossi di Seppia"?
  4. Il titolo "Ossi di Seppia" richiama l'immagine marina degli ossi di seppia gettati sulla spiaggia, simbolo di una vita prosciugata e ridotta all'essenziale, riflettendo la condizione di esclusione dalla felicità del poeta.

  5. Come Montale critica i poeti laureati nella sua poetica?
  6. Montale critica i poeti laureati per il loro uso di un lessico elevato e aulico, contrapponendo una poesia semplice e umile, simboleggiata dalla pianta di limoni, che offre una rivelazione di verità.

  7. Qual è il ruolo dei limoni nella poesia di Montale?
  8. I limoni rappresentano un simbolo di umile ricchezza e conforto, offrendo un varco di speranza e consolazione in contrasto con il grigiore della vita urbana e il male di vivere.

  9. Quali sono i temi principali dell'Ermetismo, di cui Montale è un precursore?
  10. L'Ermetismo si concentra sul senso di solitudine dell'uomo moderno, la perdita di punti di riferimento, l'incomunicabilità, l'alienazione e la frustrazione, utilizzando una poesia libera dalle forme metriche tradizionali e ricca di potere evocativo.

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