Concetti Chiave
- Le fiabe inventate sono nate in un contesto popolare come storie orali raccontate durante le attività quotidiane, con lo scopo di istruire e intrattenere.
- A differenza delle favole, le fiabe si svolgono in mondi fantastici e contengono morali nascoste, con personaggi magici come orchi e fate.
- La struttura di una fiaba include elementi come il luogo non definito, personaggi irreali, un dualismo tra bene e male, e un finale con morale.
- Il linguaggio delle fiabe deve essere pedagogico, con dialoghi diretti e ripetizioni per facilitare la comprensione e la memorizzazione.
- Esempi di fiabe celebri includono "Il brutto anatroccolo", "Peter Pan", "Biancaneve e i sette nani", e "Cappuccetto rosso", ognuna con significati e morale distintivi.
In questo appunto di Italiano si tratta delle Fiabe inventate, con riassunto, analisi e storia di questo genere letterario diverso dalla favola e alcuni esempi per poterne inventare e scrivere una.
Fiabe inventate: storia
La fiaba nasce come genere letterario molto dopo la sua prima comparsa. Quando infatti si parla di fiabe si deve fare riferimento a un periodo molto lontano da quello contemporaneo.
La fiaba nasce in un contesto popolare in cui si voleva istruire, informare, formare e alleggerire la vita di piccoli ma anche adulti che tramite esempi inventati comprendevano le morali nascoste. Oltre a ciò, le fiabe inizialmente solo orali, venivano raccontate da donne durante i lavori ripetitivi della quotidianità come la pulizia della casa, delle strade, la filatura ecc. Infatti, quando parliamo di fiaba non parliamo di favola: la favola è un genere che nasce da esperienze realistiche e che quindi ha tratti e caratteristiche che si basano fortemente sulla verità e la realtà delle cose e della vita. Le fiabe invece nascono in un mondo fantastico, totalmente inventato, e le sue caratteristiche sono distanti dalla vita vera, proprio perché si voleva fuggire da essa.
Oltre a ciò, la favola ha una morale spesso esplicitata nel finale, in cui poco viene lasciato al caso o alla sola comprensione dell'ascoltatore o del lettore. La fiaba invece contiene spesso, nel lieto fine ma non solo, morali nascoste, significati a cui bisogna portare maggiore attenzione per la comprensione.
I personaggi, infine, nella fiaba hanno molto di magico: orchi, fate, principesse, streghe, draghi, mostri. Nella favola i personaggi sono rubati dalla vita reale: principesse, persone, animali, matrigna o patrigno, re, povero, ricco.
Da quest'epoca antica appena citata, nasceranno solo successivamente autori importantissimi in questo genere: i fratelli Grimm, Italo Calvino, Giuseppe Pitrè, Charles Perrault, Gianni Rodari...
L'ambiente varia in base all'epoca: possiamo infatti trovare molti tratti e caratteristiche in comune tra le diverse fiabe poiché alcune volte venivano mischiate con quelle che si erano sentite, altre volte erano semplicemente lo specchio di un periodo storico che si stava vivendo. Infatti abbiamo fiabe maggiormente comprensibili ai giorni nostri, fiabe maggiormente comprensibili nell'epoca dei pescatori, dei contadini o dei pastori, e fiabe maggiormente comprensibili nel periodo delle due grandi guerre.
Come scrivere una fiaba inventata
Le parti uguali che ogni fiaba deve avere sono:
- Il luogo: non è importante, non viene definito né esplicitato
- I personaggi: non esistono veramente, non sono trovabili in nessun contesto realistico e sono sempre gli stessi, o meglio devono sempre svolgere le stesse funzioni, quindi c'è il protagonista, l'antagonista, l'aiutante, l'oggetto o l'animale magico
- Il periodo: gli anni non sono citati, non a caso è famosa la frase "C'era una volta"
- Dualismo: più che di dualismo parliamo di due energie, due mondi e due visioni come il bene e il male, il buono e il cattivo, il povero e il ricco, il brutto e il bello
- Le frasi: come il "C'era una volta" alcune frasi costituiscono quasi un rituale, un modo di narrare che deve essere ripetitivo, come "E vissero felici e contenti"
- Il finale: non c'è mai la vittoria del male, il lieto fine è quasi un obbligo, ogni cosa e persona tornano al loro posto felice
- La morale: il lieto fine è inevitabile così come la morale, c'è un significato anche e soprattutto dietro alle cose e situazioni che hanno inevitabilmente portato tanta difficoltà e che finiscono positivamente
- Gli elementi: deve esserci sempre l'esordio, in cui vengono descritti personaggi, vite, luoghi e periodo (sempre rimanendo sul vago come citato prima); la complicazione, cioè ad un certo punto dopo il mondo idilliaco appena descritto compare l'antagonista o il protagonista che combina un guaio che si porterà dietro per tutta la narrazione; lo sviluppo, ovvero il momento in cui inizia l'azione e i personaggi instaurano una serie di relazioni significative per lo scioglimento; finale, quindi lo scioglimento delle situazioni gravose, si vede finalmente la luce e bisogna impostare ormai le basi per la morale a scopo didattico.
Nota importante nella creazione di una fiaba è il linguaggio: si deve sempre tener conto che la fiaba nasce in antichità a scopo puramente pedagogico o di intrattenimento. Per questo svolgono un ruolo fondamentale i detti, i modi di dire, le frasi tipiche del contesto storico o ambientale in cui ci si trova e, soprattutto, i dialoghi. I dialoghi devono esserci e sono solitamente diretti: in questo modo si comprendono maggiormente i tratti dei personaggi, ma anche le loro intenzioni e le relazioni con gli altri.
Le fiabe, infine, devono contenere sia effetti, shock, azione e tutto ciò che sorprende e tiene incollato il lettore/ascoltatore, sia elementi di ripetizione. Sempre a scopo didattico e memoriale, la ripetizione di stesse frasi, stesse azioni, nomi di personaggi (che devono essere sempre quelli con cui si sono presentati nell'esordio) ecc. devono essere ripetuti, resi bene nella mente del lettore/ascoltatore.
Questo perché tutto il resto della fiaba non è sempre di facile e chiara comprensione: spesso siamo di fronte a un tempo o periodo non definito, come fossimo immersi in un sogno. Sorgono dunque diversi flashback o passaggi verso il futuro, previsioni, personaggi che spariscono e altri che subentrano.
Alcuni esempi di fiabe inventate
Le fiabe più celebri si possono ricordare anche solo andando indietro nel tempo, durante la nostra infanzia, quando venivano raccontate per intrattenerci o farci addormentare dai nostri genitori o dai nostri nonni.
- Il brutto anatroccolo: fiaba danese di Andersen, pubblicata nel 1843, in cui il protagonista, l'anatroccolo nero, grande e goffo, viene deriso dalla sua famiglia e dai suoi amici. Oggi la fiaba viene raccontata per superare brutti fenomeni come quelli del bullismo, ancora presenti. Inoltre, il "brutto anatroccolo" è usata ancora oggi come frase per indicare un qualcuno di escluso.
- Peter Pan: famoso ragazzo che non vuole crescere e si rifugia nell'isola "che non c'è". Anche questo nome, oggi, sta ad indicare coloro che temono di crescere e fanno di tutto per non farlo. Nata nel 1902, fiaba che ancora oggi fa sognare bambini e non di tutto il mondo, tra fate, sirene, indiani...
- Biancaneve e i sette nani: giovane ragazza che vive sperduta nel bosco insieme ai suoi animali, Biancaneve crescerà e riuscirà a sbarazzarsi della matrigna grazie all'aiuto di questi sette, oggi famosi più che mai, nani.
- Cappuccetto rosso: forse la fiaba più antica dei fratelli Grimm, una dolce fanciulla che si inoltra nel bosco per soccorrere sua nonna ma incontra un lupo.
Per ulteriori approfondimenti sulle fiabe inventate vedi anche qua.
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza principale tra fiaba e favola?
- Quali sono gli elementi essenziali per scrivere una fiaba inventata?
- Qual è l'importanza del linguaggio nella creazione di una fiaba?
- Quali sono alcuni esempi di fiabe inventate menzionate nel testo?
- Come si sviluppa la struttura narrativa di una fiaba inventata?
La fiaba nasce in un mondo fantastico e inventato, mentre la favola si basa su esperienze realistiche e contiene una morale esplicitata nel finale.
Gli elementi essenziali includono il luogo indefinito, personaggi magici, un periodo non specificato, dualismo tra bene e male, frasi rituali, un lieto fine e una morale nascosta.
Il linguaggio è fondamentale per scopi pedagogici e di intrattenimento, utilizzando detti, modi di dire e dialoghi diretti per caratterizzare i personaggi e le loro relazioni.
Alcuni esempi includono "Il brutto anatroccolo" di Andersen, "Peter Pan", "Biancaneve e i sette nani" e "Cappuccetto rosso".
La struttura narrativa include l'esordio, la complicazione, lo sviluppo e il finale, con elementi di ripetizione per facilitare la comprensione e la memorizzazione.