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Tesina sulla donna
Nella seguente tesina di maturità viene analizzata la donna nel corso della storia. La tesina sulla donna descrive la donna in vari modi, per esempio è stata bersaglio delle satire scritte dal poeta Giovenale, che colpisce soprattutto le donne emancipate e libere di agire a livello sociale. Nella VI satira egli si scaglia contro Messalina, definendola "prostituta imperiale". Giovenale prova indignazione nei confronti delle donne sposate come Messalina che alle spalle del marito si abbandona ai piaceri, tradendolo. Nel Paradiso dantesco invece la donna viene presentata come donna angelo attraverso la figura di Beatrice, definita dal poeta "Tanto gentile e tanto onesta pare". Dante la descrive dai bei gesti, gentile, bella, graziosa e modesta nei suoi gesti. Beatrice diventa poi nella Divina Commedia la sua musa ispiratrice, la sua maestra di verità.
Nell'ambito della tesina sulle donne, in ambito letterario D'Annunzio invece presenta due tipologie di donne ne "Il piacere": Elena che rappresenta l'amore passionale e Maria che invece rappresenta la purezza. Italo Svevo invece in "Senilità" rappresenta una donna, Angiolina, che dapprima sembra essere devota, mentre in un secondo momento diventa volgare, la personificazione del dolore. Montale invece nelle sue poesie rappresenta una donna umana e allo stesso tempo divina. Nella tesina sulle donne, in ambito filosofico invece Arthur Schopenhauer da' un'immagine negativa della donna, disprezzandola e considerandola inferiore. Egli descrive una donna sottomessa all'uomo, legata ai suoi vincoli sociali. In merito alla donna egli afferma: “Quando le leggi concessero alle donne gli stessi diritti degli uomini avrebbero anche dovuto munirle di un’intelligenza maschile". La tesina mostra inoltre come nel corso della storia molto importante è stato il ruolo delle suffragette, le quali hanno iniziato a rivendicare i loro diritti sul piano economico, politico e sociale, che non erano loro concessi fino ad allora. Molto importante fu la spinta decisiva data dal movimento femminista inglese al fine di lottare per i diritti alle donne.
Un esempio di grande donna inglese è stata la scrittrice Jane Austen, la quale ha fatto della letteratura la sua forma di sostentamento economico, incarnando così l'immagine di donna indipendente. Il suo capolavoro letterario è "Orgoglio e pregiudizio". Un'altra famosa scrittrice inglese è anche Emily Bronte che si è affermata, come la Austen, in campo letterario, riscuotendo grande successo. La donna viene rappresentata anche nelle opere scultoree di Antonio Canova, come "Amore e Psiche", in cui la fanciulla viene rappresentata in tutto il suo splendore. Nelle opere dello scultore quindi la donna diventa il simbolo della bellezza.
Un'altro esempio di grande donna è Margherita Hack, grande ricercatrice che si è occupata dello studio delle atmosfere delle stelle. La donna si è affermata in campo astronomico grazie alla sua intelligenza. Infine in connessione agli studi astronomici sulle atmosfere delle stelle, viene presentato lo studio fisico dei campi magnetici. In questa tesina sulla donna viene descritta quindi la donna, le sue conquiste nel corso della storia e i risultati raggiunti nell'ambito dei diritti.
Collegamenti
Tesina sulla donna
Latino: L'indignatio di Giovenale verso la donna.
Italiano: La donna in alcune opere di intellettuali italiani.
Storia: Il movimento femminista e le suffragette.
Inglese: Jane Austen e Emily Bronte.
Storia dell'arte: La bellezza nelle opere di Canova.
Geografia astronomica: Margherita Hack e le stelle.
Fisica: I campi magnetici.
Altre tesine sulla donna
Donna - La condizione femminile- Tesina di maturità sull'emancipazione femminile.
Donna e il Novecento - Tesina multidisciplinare sulla figura della donna nella letteratura novecentesca.
Barbie, specchio della donna nella società- Tesina sulle conquiste femminil negli anni Sessanta, seguendo l'evoluzione della Barbie.
Chi dice donna dice... - Tesina per ragioneria sull'emancipazione della donna.
Coco Chanel - Donna e femminilità
- Tesina che descrive la figura di Coco Chanel, esempio di femminilità.
Donna - La donna: un modello di forza e determinazione- Tesina di maturità sulla forza e la determinazione delle donne.
Donna, imprenditrice di vita - Tesina per istituto tecnico commerciale che descrive l'emancipazione femminile.
Donna - Ruolo & Diritti- Tesina che tratta del ruolo della donna e della loro conquista dei diritti.
Donna ieri e oggi - Tesina che descrive il ruolo sociale della donna.
Donna e diritti- Tesina per istituto tecnico commerciale sulla donna e la sua emancipazione.
Donna: l'universo al femminile- Tesina che analizza la figura femminile in letteratura, arte, latino e scienze.
Donna nella storia e la sua emancipazione- Tesina per liceo socio-psico-pedagogico sulla donna nella storia.
“muovere le coscienze”.
Negli ultimi anni della sua vita il poeta rinunciò espressamente alla violenta ripulsa dell'indignazione ed
assunse un atteggiamento più distaccato, mirante all'apatia, all'indifferenza, forse allo stoicismo,
riavvicinandosi a quella tradizione satirica da cui in giovane età si era drasticamente allontanato. Le
riflessioni e le osservazioni, un tempo dirette ed esplicite, divennero generali e più astratte, oltreché più
pacate. Ma la natura precedente del poeta non andò distrutta completamente e tra le righe, magari dopo
interpretazioni più complesse, si può ancora leggere la rabbia di sempre. Si parla di un "Giovenale
Democriteo", per designare il Giovenale degli ultimi anni, lontano dall'indignatio iniziale e vicino alla
superiore indifferenza del filosofo greco Democrito, che era solito ridere dei vizi degli uomini. È difficile
individuare le ragioni di questo cambiamento di prospettiva, nel quale c'è chi ha visto un'apertura ottimistica,
in concomitanza con il trono di Adriano e chi, invece, ha riconosciuto un atteggiamento di sconsolata
rassegnazione. Probabilmente nell'impossibilità oggettiva di modificare la realtà, il poeta ha scelto di
modificare il proprio punto di vista assumendo un atteggiamento di composta ironia.
MISOGINIA
Bersaglio privilegiato delle satire di Giovenale sono le donne, in special modo quelle emancipate e libere, che
per il loro disinvolto muoversi nella vita sociale personificano agli occhi del poeta lo scempio stesso del
pudore.
Quelli che egli considerava i vizi e le immoralità dell'universo femminile gli ispireranno la satira VI, la più
lunga, che rappresenta uno dei più feroci documenti di misoginismo di tutti i tempi, dove campeggia la cupa
grandezza di Messalina, definita “prostituta imperiale”.
La sua “indignatio” nei confronti delle donne è legata non tanto all'eros, ma alla donna in quanto membro di
una famiglia. Dietro a ciascuna figura di donna ci sono un marito e un focolare domestico, per esempio la
figura più inquietante è Messalina, che non esita a lasciare di nascosto il palazzo per sfogare le sue voglie.
Messalina, però non è evocata come un caso estremo di lussuria, ma come esempio di ciò che l'uomo più
importante può dover subire se si sposa; infatti, lo scopo di questo lunga satira e di dissuadere l'amico
Postumo dal proposito di sposarsi. Così Giovenale passa in rassegna gli esempi di donne peggiori del periodo
come Eppia che lasciò il marito per un gladiatore; le avvelenatrici senza scrupoli, la ricca Cesennia che
tradisce il suo coniuge, Bibula che approfitta dell'infatuazione del marito per ottenere ogni sorta di doni.
Fra i tanti aspetti che l'autore non ama del comportamento femminile ci sono in particolare le donne
intellettuali e salottiere che pretendono di assumere dei ruoli che dovrebbero rimanere di competenza
maschile; le donne cariche di gioielli, che si truccano e ancora tutte le donne che utilizzano qualità non
intellettuali (per esempio, l'avvenenza fisica) per emergere devono essere considerate “oscene” ed “infami”.
Sicuramente “l'emancipazione” della donna è un elemento del periodo che mette a disagio la figura di
Giovenale, ma è solo un tassello che compone tutto il disagio nei confronti dell'evoluzione dei costumi.
LA DONNA ANGELO: DANTE E LA VISIONE DI BEATRICE
Beatrice: persona e personaggio
Beatrice viene da Dante definita, nel sonetto "Tanto gentile e tanto onesta pare", in un modo straordinario,
cioè come una "cosa venuta / di cielo in terra a miracol mostrare". "Cosa" è il termine dell'indefinibile, e le
parole di Dante indicano che Beatrice fu, insieme, una donna realmente vissuta, una creatura celeste, un
riflesso dell'ansia di ascesa spirituale e di purificazione del poeta.
Beatrice donna appartiene alla sfera privata della vita di Dante, alla sua giovinezza fiorentina, agli anni della
maturazione umana e poetica. Anche se i riscontri storici sono scarsi, nessuno dubita che Beatrice sia
realmente esistita e che sia da identificare con la Beatrice, o Bice Portinari, sposa di Simone De' Bardi, morta
giovanissima.
Dante, all'inizio l'amò secondo i canoni dell'amor cortese, cantando la dolcezza del suo sguardo, "che 'ntender
no la può chi no la prova", la bellezza del suo volto, la grazia e la modestia dei suoi gesti.
Presto, tuttavia, quell'amore acquisì un significato diverso, libero da ogni aggancio con la realtà terrena,
stimolo ad una profonda introspezione umana e morale.
Vita Nuova
L'incontro con Beatrice diventa il punto di svolta della maturazione umana e poetica di Dante, la cui vita è, da
quel momento "rinnovata dall'amore".
Dante, infatti, racconta che il suo primo incontro con Beatrice avvenne quando entrambi avevano nove anni,
numero che identifica il miracolo.
Nella Vita Nuova viene delineato il cammino interiore che porta il poeta a comprendere come il fine del suo
amore non sia legato a nulla di materiale, neppure al semplice saluto, elemento pur così caro all'amor cortese.
Unico fine dell'amore è per il poeta cantare le lodi della sua donna.
Al termine della Vita Nuova Dante, che ha compreso la svolta impressa dalla donna alla sua spiritualità ma è
ancora incapace di trasferire nella realtà questa acquisizione dell'anima, promette di non scrivere più di lei se
non quando potrà farlo in modo completamente degno.
Nella Vita Nuova Beatrice conserva sempre la sua precisa individualità storica, ma è, al tempo stesso,
"figura" di Cristo, e, come Lui, incarna la rivelazione divina. Tale funzione è, tuttavia, riservata
esclusivamente all'uomo Dante, e solo nella Divina Commedia potrà estendersi all'intera umanità.
Divina Commedia
L'inizio della Divina Commedia riprende il filo della narrazione dove l'opera giovanile lo aveva interrotto.
La crisi spirituale e poetica in cui lo aveva gettato la morte della sua donna, fa smarrire il poeta in un intrico
di falsi amori e futili scopi. La nuova e definitiva svolta nella vita del poeta si compirà sempre nel nome di
Beatrice. E', infatti lei, non più donna ma solo creatura angelica, a dare inizio al processo di salvezza e di
parallelo recupero della propria identità del poeta, inviando in suo soccorso Virgilio, il maestro, di bello stile
come di vita, e l'"autore", il modello, la memoria, insieme personale e storica.
Ma le possibilità umane, se pur eccellenti, impersonate da Virgilio, non possono condurre Dante oltre la
comprensione della natura del peccato, nell'Inferno, e della necessità di redenzione, nel Purgatorio.
Nel Paradiso guida del poeta è la stessa Beatrice. Per comprendere la natura dell'amore divino è necessario un
totale abbandono dell'anima: nell'oltremondo non esistono più convenzioni sociali, nè turbamenti, nè
fraintendimenti, e Beatrice può assumere in pieno il suo significato. Il ruolo e la funzione della donna sono
però di portata ben diversa rispetto a quelli descritti nella giovanile Vita Nuova.
Nella Commedia infatti Dante rappresenta l'intera umanità, in nome della quale compie il suo viaggio, voluto
da Dio. In questa nuova dimensione il miracolo che Beatrice, incarnazione della rivelazione divina, aveva
rappresentato per Dante acquista un nuovo significato ed una nuova pienezza. Il compito di Dante è quello di
indicare all'intera umanità la via per giungere alla salvezza: il miracolo che era avvenuto per Dante diventa
così il miracolo di tutta l'umanità.
Se nella Vita Nuova Beatrice era stata "figura" di Cristo per il solo Dante, ora è rivelazione incarnata e
simbolo di Cristo per l'intera umanità.
La donna amata da Dante, divenuta l'ispiratrice della sua poesia è, nella Divina Commedia, maestra di verità,
il tramite che permette a Dante e all'intera umanità di arrivare al Paradiso e alla contemplazione di Dio.
L'IMMAGINE DELLA DONNA D'ANNUNZIO
Gabriele D'Annunzio (1863-1938) è stato uno scrittore, drammaturgo e poeta italiano, simbolo del
decadentismo ed eroe di guerra. Personaggio pubblico al di là del suo ruolo, eccentrico ed eclettico, come
tuttora testimoniato dagli interni della sua residenza al Vittoriale, discusso, amato od odiato, oltre a quella
letteraria, ebbe anche una notevole carriera politica.
Per quanto riguarda la nostra tematica, analizzando le opere di D'Annunzio ricorrono con ossessiva frequenza
figure di donne fatali e distruttrici di uomini, indizio di quella “ginifobia”( paura della donna) che è un dato
costante della letteratura di fine secolo. Nel primo D'Annunzio compare ancora l'immagine sublimata della
donna, in quanto Andrea Sperelli è diviso tra due donne, la perversa Elena Muti, già dal nome si notano i
richiami allusivi, poiché richiama Elena di Troia, la donna fatale per cui scatenò la terribile guerra e morirono
innumerevoli uomini e la castissima Maria Ferres ( il cui nome richiama la Vergine). Andrea si illude che il
legame con Maria possa salvarlo dalla corruzione, ma poi la purezza della donna diviene lo stimolo di
fantasie erotiche; inoltre i capelli bruni di Maria richiamando le tenebre, rivelano la presenza della carnalità
anche nella donna angelica. Nel Tionfo della Morte, Ippolita Sanzio è sentita dall'eroe, Giorgio Aurispa, come
la “Nemica”, che esercita su di lui un'opera distruttiva attraverso un ardore erotico esasperato che gli succhia
le forze vitali. La donna nella prospettiva del maschio debole e “inetto”, è avvertito secondo le immagini
mitiche del vampiro e della piovra. Dinanzi a lei Giorgio prova un misterioso sgomento e un'ansietà
insostenibile, è vittima di un'ossessione carnale che lo porto allo sfinimento.
SVEVO
Il “topos” della donna fatale compare anche in Svevo, nel suo secondo romanzo Senilità, ma appartiene
esclusivamente all'ottica del protagonista (Emilio Brentani), da cui l'autore prende ironicamente le distanze.
Sintesi del romanzo
Emilio Brentani, impiegato con una modesta fama di letterato, vive con la malinconica sorella Amalia,
bruttina ed ormai sfiorita: ella è innamorata dell'amico del fratello, Stefano Balli, al quale Emilio invidia il
suo atteggiamento spregiudicato che fa molto colpo sulle donne. Il protagonista nel vano tentativo di
imitarlo cerca di conquistare una bella popolana Angiolina, priva di scrupoli morali.
Emilio però si invaghisce a tal punto da perdonare i numerosi tradimenti della ragazza. Anzi il carattere così
privo di moralità non fa altro che aumentare il fascino di Angiolina sul ragazzo, tanto che non riesce a fare a
meno di lei. Perciò chiede aiuto a Balli con risultati disastrosi. Poichè sia Angiolina che Amalia, per la quale
l'esperienza del fratello ha dato l'input a una specie di rivelazione sul diritto dell'amore, si innamorano dello
scultore.
Emilio cerca in vano di allontanare l'amata dall'amico, e quando tenta di fare lo stesso con la sorella, questa
incapace di affrontare la realtà, sceglie la via più breve e semplice infatti si stordisce con l'etere, finché non
si ammala di polmonite poiché molto debole e muore assistita dal fratello e dall'amato Stefano. Intanto
Angiolina continua a tradire il povero Emilio e quindi lo lascia. Egli alla fine si consolerà vagando nella
solita “routine senile”....
Senilità racconta la storia di una vita divisa tra brama di piaceri e di amore e il rimpianto di non averli goduti.
Il protagonista è un eroe esistenziale la cui protesta nei confronti della società e il suo non sentirsi figlio dei
tempi si arrendono davanti all'amore per una donna, miscuglio di sensualità e devozione, di grazia e sfacciata
volgarità, di egoismo e di pietà.
Lo stesso protagonista Emilio nel suo romanzo giovanile aveva scritto la storia di un giovane artista rovinato
nell'intelligenza e nella salute da una donna , immaginata, come un misto “di donna e tigre”, che del felino
possiede “le movenze, gli occhi, il carattere”, ma poi nello scrivere il suo prossimo romanzo, cerca di
proiettare dentro la sua storia con Angiolina, utilizzando le forme della narrazione realistica; tuttavia Emilio