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Dal punto di vista tecnico tutti gli uffici furono informatizzati e collegati da un sistema informatico
interno che avrebbe consentito una migliore e più veloce comunicazione tra di essi.
Fu introdotto anche il controllo di gestione in modo tale da possedere un elemento che riuscisse a
rendere esplicito, in prima approssimazione, il quadro della situazione economico - gestionale in
anticipo rispetto al bilancio di fine esercizio ed avere così più tempo per migliorare gli aspetti
negativi rilevati. 14
L’ultimo passo fu quello di rinnovare le parti obsolete dell’impianto di produzione del calcestruzzo
e dotarlo di una nuova bocca di carico, così da poter caricare direttamente certe granulometrie di
ghiaia senza doverle per forza far passare dal frantoio.
Sotto la presidenza di Perdisa, durata cinque anni e mezzo, il Consorzio puntò molto sui temi
tanto che l’Unione Naturalisti Bolognese nel 2001 consegnò
ambientali e della sicurezza sul lavoro,
al Consorzio il diploma di benemerenza per meriti ambientali, nello stesso anno ricevette anche la
Certificazione ambientale UNI EN ISO 9002, la Certificazione ambientale UNI EN ISO 14001 e la
Certificazione per la gestione di salute e sicurezza sul lavoro BS OHSAS 18001.
L’impatto positivo sul bilancio di queste iniziative non evitò però l’insorgere di frizioni tra i
consiglieri, per cui Perdisa decise di dimettersi ed il consiglio di amministrazione del 2002
promosse a presidente l’allora vice Claudio Pizzetti.
Negli ultimi anni l’impianto di produzione del calcestruzzo era stato più volte ristrutturato, ma un
intervento radicale fu sempre rimandatro, perchè il comune di Bologna aveva concesso alcune
proroghe allo spostamento dell’impianto ma non aveva dato nessun consenso definitivo riguardo la
sua futura sistemazione.
Nel 2003, a fronte di un ulteriore proroga, Pizzetti decise che i tempi erano maturi e dette avvio ai
lavori di smantellamento del vecchio impianto e di costruzione del nuovo (Foto 3).
–
Foto 3 Il nuovo impianto di produzione del calcestruzzo
Contestualmente fu costruito anche un impianto accessorio dedicato al recupero di tutti quei
materiali entrati nel ciclo di produzione ma rimasti inutilizzati ed al riciclaggio dei materiali di
dell’acqua derivante dal
scarto dello stesso e lavaggio quotidiano dei mezzi di trasporto; entrambi
furono inaugurati il 18 Ottobre 2003.
Per la sua avanguardia, nel 14 Aprile 2004, fu consegnato al Consorzio un riconoscimento di
da parte dell’Associazione dei Produttori Italiani di Calcestruzzo.
prestigio ambientale
Con la crisi economica mondiale del 2008, la conseguente crisi del mercato delle costruzioni e
l’aumento dei competitors sul mercato settoriale si possono spiegare i bilanci ad andamento
decrescente dell’esercizio del 2005 e seguenti.
Claudio Pizzetti era inoltre profondamente convinto che la compagine sociale di una cooperativa
non dovesse essere un fatto scontato: si doveva investire nella formazione dei soci ed in iniziative
che irrobustissero la loro mutua coesione.
Si era accorto infatti che alcuni soci ragionavano più da dipendenti che da imprenditori proprietari
di una cooperativa, per cui nel 2003 furono introdotti il Regolamento per l’ammissione a socio, il
Regolamento disciplinante il rapporto tra socio sovventore e cooperativa ed il Regolamento sul
ristorno ai soci lavoratori della cooperativa. 15
Con queste introduzioni si voleva in primo luogo che la condizione di socio non fosse più
considerata come mera conseguenza del lavorare per il Consorzio: lo status sarebbe stato concesso
e di “gavetta”.
solo dopo un percorso formativo
La coesione interna, invece, fu coltivata attraverso gite sociali ed altri eventi rivolti alla compagine
societaria: si organizzarono gite a Siena, a Napoli ed in Sicilia, dove il Consorzio Cave Bologna
divenne socio della Cooperativa Sociale Placido Rizzotto che gestiva e metteva a frutto i terreni
confiscati alla mafia.
Questa fu una presa di posizione contro la malavita organizzata, che da tempo si era inserita sempre
più in profondità nel settore, come già visto nell’introduzione.
Oltre alle gite sociali, nel 2007 fu realizzato presso il kartodromo Rastellino di Castelfranco Emilia
il 1° Gran Premio ConCave per la Formula Go - Kart, in cui i soci parteciparono come piloti o come
semplici spettatori.
Il 27 Maggio 2011, finiti i mandati dei vecchi dirigenti e del consiglio di amministrazione, il nuovo
elesse a presidente Gianluca Canova e ringiovanì il gruppo dirigente, in modo che risultasse
maggiormente motivato e ricco di idee ed energie per contrastare il periodo storico negativo.
infatti l’economia italiana registrò una crescita negativa, la terza dal 1945, i cui effetti
Nel 2011
furono una serie di fallimenti di molte imprese ed il ricorso alla cassaintegrazione dei lavoratori di
altre realtà.
L’impatto della crisi si sentì anche sul Consorzio Cave Bologna, ma con effetti attutiti: secondo uno
studio indotto dal Ministero del Lavoro, le cooperative risentono meno degli sbalzi dell’economia
rispetto alle società di capitali perchè più patrimonializzate e perchè per natura tutelano in primis il
lavoro dei soci. la gestione dell’impianto di lavorazione
Come contromisure si decise in principio di reinternalizzare
degli inerti e per non perdere alcuni clienti importanti anche di effettuare alcune vendite al prezzo di
costo, senza alcuna redditività.
Si fece poi una scrematura dall’organigramma di tutte quelle società di scopo poco produttive per
reinvestire i capitali così ottenuti nell’ambito del risparmio energetico e nella ricerca scientifica.
Su questo ultimo aspetto il Consorzio stava e sta studiando la possibilità di utilizzare materiali
alternativi nel processo produttivo, in modo da evitare di consumare risorse del territorio e nel
contempo di smaltire rifiuti.
Il 15 Ottobre 2011 il Consorzio Cave ha anche inaugurato un impianto fotovoltaico (Foto 4)
all’interno dell’ex “cava San Niccolò”, decretando l’avvicinamento al mondo delle energie pulite.
– Alcune viste aeree dell’impianto “cava
Foto 4 fotovoltaico nella San Niccolò” 16
L’impianto fu completato in circa un anno ed aveva alcune peculiarità: i pannelli furono collocati ad
un piano ribassato rispetto a quello di campagna, con un impatto visivo nullo, e con esso il
Consorzio avrebbe recuperato tutta l’energia che serviva al sostentamento dell’impianto di
lavorazione degli inerti e di quello di produzione del calcestruzzo, con un risparmio di 700
nell’ambiente
tonnellate annue di emissioni di CO .
2
Il Consorzio Cave Bologna ha attualmente 27 dipendenti, di cui 21 soci, possiede un patrimonio
netto di 50 milioni di euro e realizza annualmente un fatturato di 10 milioni di euro, dovuto al fatto
che estrae circa 300000 di ghiaia ed altri inerti e produce 70000 di calcestruzzo. 17
3. Inerti per conglomerati non reattivi con l’ambiente
Gli inerti o aggregati (Foto 5) sono materiali lapidei granulari e possono
essere naturali, artificiali o derivanti da riciclo.
–
Foto 5 Alcuni cumuli di inerti impiegati nell'ambito della costruzione edilizia.
Gli aggregati naturali provengono da depositi sedimentari e possono essere commercializzati senza
operare modificazioni sulla loro struttura originaria, quelli artificiali si ottengono attraverso
l’estrazione dalle cave di materiale roccioso e dalla sua successiva frantumazione e lavorazione
industriale, infine quelli di riciclo sono ottenuti dalla frantumazione e dalla selezione di materiale
edile proveniente dalla demolizione di edifici.
Gli inerti sono utilizzati principalmente in edilizia come componenti di conglomerati cementizi,
conglomerati bituminosi e intonaci, dei quali formano lo scheletro solido resistente.
Contribuiscono per circa il 65 - 75 % al peso del prodotto finito ed essendo inerti non partecipano ai
processi chimico - fisici di presa ed indurimento del conglomerato, che sono invece garantiti dalla
per l’appunto
pasta cementizia, dal bitume o dalla calce, i quali sono chiamati leganti; per contro gli
inerti sono denominati più appropiatamente aggregati.
Gli aggregati possono essere suddivisi a seconda del loro range granulometrico in:
a. finissimi (fillers): D < 0,063 mm;
a. fini (sabbia/graniglia): 0,063 < D < 4 mm;
a. grossi: 4 < D < 40 mm.
Un’ulteriore classificazione la si può fare a seconda della loro densità a secco, cioè dopo essere stati
essiccati in forno ad una temperatura di 110 °C per 24 ore:
a. leggeri: < 2000 ;
d
<
a. normali: 2000 < 3000 ;
d
≥
a. pesanti: 3000 .
d
La qualità di un inerte dipende dalla sua natura petrografica e quindi dalla composizione
l’ammasso da cui deriva.
mineralogica e dalle proprietà chimico - fisiche che caratterizzano 18
I. Petrografia
Esistono tre tipi di rocce: le rocce metamorfiche si formano a seguito di complesse azioni chimiche,
scivolate all’interno della crosta
fisiche e meccaniche agenti su rocce preesistenti, terrestre dopo
deposito di materiali generati dall’erosione
processi tettonici; le rocce sedimentarie provengono dal
ambientale di rocce preesistenti che successivamente hanno subito un processo di ricristallizzazione
e di cementazione; infine le rocce ignee si formano per il raffreddamento di masse fuse provenienti
dalla bassa crosta terrestre.
Tra queste tre, le rocce più idonee per diventare aggregati da conglomerato sono quelle che
presentano medio ed alto metamorfismo e quelle ignee: sono dure, resistenti, hanno un elevata
densità e possiedono pochi punti, direzioni o piani di debolezza che possono minare la resistenza
meccanica del prodotto finito.
II. Contenuto di sostanze nocive ed impurità
Molti minerali presenti in natura hanno una bassa stabilità molecolare e, in ambiente subaereo, a
l’acqua
contatto con contenuta nel legante ed a contatto con eventuali armature ferrose, tendono a
reagire formando nuovi composti e alterando la propria conformazione fisica e mineralogica,
attentando così alla qualità del conglomerato finale.
Gli aggregati non devono contenere cloruri perchè comportano il rischio di corrosione del
manufatto, se esso è armato; la loro presenza è peculiare negli inerti naturali estratti dal mare, una
volta accertata la loro presenza sono facilmente eliminabili attraverso operazioni di lavaggio.
Devono anche essere assenti solfati di calcio (gesso) di grossa pezzatura, perchè la loro presenza
nell’aggregato comporta il rischio di fessurazione del conglomerato per formazione di ettringite
second