Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ESPLORAZIONE STRUTTURALE DI RNA A SEQUENZA CASUALE:
IMPLICAZIONI PER L’ORIGINE DELLA VITA
RELATORE: CANDIDATO:
Dott. Cristiano Chiarabelli Nancy Tomassetti
CO-RELATORE: Matricola 444881
Prof. Pier Luigi Luisi ANNO ACCADEMICO 2012/2013 A me stessa per avercela fatta
ed alla gioia della mia vita:
Beatrice.
Indice 1
1.Introduzione
1.1 L’origine della terra 2
1.2 L’ambiente primitivo 3
6
1.3 Il mondo ad RNA 7
1.3.1 I ribozimi 8
1.4 La struttura del RNA 11
1.5 Foster assay 14
1.5.1 Ottimizzazione del Foster assay 14
1.6 Costruzione della libreria plasmidica 16
1.7 Studi sulla stabilità dei singoli NB-RNA 17
1.8 Selezione in vitro per stabilità termica delle librerie dei NB-RNAs 19
2.Scopo della tesi 21
3.Materiali e metodi 30
4.Risultati 32
4.1 Controllo della selezione delle sequenze in assenza di S1 34
4.1.1 Ciclo di selezione a 30°C 36
4.1.2 Ciclo di selezione a 50°C 38
4.1.3 Ciclo di selezione a 70°C 40
4.1.4 Ciclo di selezione a 90°C
4.2 Selezione di “quasi specie” ad alte temperature 42
44
4.2.1 Primo ciclo di selezione a 50°C 46
4.2.2 Secondo ciclo di selezione a 50°C 47
4.2.3 Terzo ciclo di selezione a 50°C 49
4.3 Selezione di sequenze di RNA con ciclo Foster di 24 ore 50
5.Conclusioni 52
Bibliografia
1. Introduzione
Non esiste a oggi una definizione di vita accettata da tutta la comunità scientifica. La maggior parte
degli scienziati che lavorano su questo problema concorda che la vita possa essere considerata come
“l’insieme delle caratteristiche e delle funzioni che devono essere possedute da un sistema per
essere chiamato vivo”. Tuttavia, le specificità di queste funzioni rimangono indefinite (Luisi, 1998).
Dal momento che non esiste una definizione indiscutibile della vita è anche difficile definire
l’origine della vita stessa.
Già nell’antichità la vita veniva vista come materia, basti pensare ai grandi filosofi greci, i quali
ritenevano che la vita nascesse in modo spontaneo dagli elementi naturali inanimati grazie
all’effetto dei “flussi vitali”. Fino alla metà del XVII secolo vi era il convincimento che Dio avesse
creato l’uomo e gli altri organismi superiori, mentre gli anfibi, gli insetti o comunque gli animali di
piccole dimensioni si fossero generati dal fango o da sostanze in decomposizione. Aristotele
raccolse le teorie della “generazione spontanea” formulate dai filosofi che lo precedettero e le
sintetizzò in una teoria i cui effetti si sono fatti sentire fino a tempi molto recenti. Secondo lui gli
organismi viventi nascono da altri organismi a loro simili, ma a volte possono scaturire anche dalla
materia inerte. Esisterebbe in tutte le cose un “principio passivo” rappresentato dalla materia ed un
“principio attivo” rappresentato dalla forma, questi due principi sarebbero le basi dell’origine della
vita. La teoria della generazione spontanea passò indenne attraverso il medioevo ed il rinascimento
e venne sostenuta da grandi scienziati come Newton, Cartesio e Bacone. Nel XVII secolo iniziarono
le prime sperimentazioni che misero in ginocchio quelle che fino ad allora erano le basi sull’origine
della vita. Dapprima il medico fiammingo B. Van Helmont e successivamente Francesco Redi
misero in moto studi per avvalorare e screditare la teoria della generazione spontanea. Col passare
degli anni la teoria fu progressivamente abbandonata anche se con la nascita ed il perfezionamento
del microscopio vi fu una ripresa di questa, poiché si scoprirono altre forme di vita, prima
sconosciute, come i batteri, i funghi ed alcuni protozoi. Un impatto significativo su questi studi fu
naturalista di tutti i tempi Charles Darwin. La sua teoria dell’evoluzione,
suggerito dal più grande
formulata nel XIX secolo, sostiene che tutti gli organismi viventi potrebbero aver avuto origine da
pochi se non da un singolo antenato comune. Secondo Darwin il processo di selezione naturale
avrebbe creato nuovi organismi capaci di adattarsi ad un ambiente mutevole. Con il consolidamento
1
di questa teoria ed anche grazie al lavoro realizzato da Pascal e da Spallanzani, la teoria
dell’abiogenesi fu abbandonata a favore della teoria della biogenesi, nella quale è la vita che genera
nuova vita. Nonostante questa “brillante” tesi sulla selezione naturale, nessuno si chiese, o meglio
nessuno rispose, al punto cruciale sul quale ci si interrogava da anni, ovvero chi abbia creato il
primo essere vivente che avrebbe generato a sua volta gli altri esseri viventi.
L’origine della
1.1 terra
E’ ormai accertato che la terra ha un’età di circa 4,6 miliardi di anni. I più antichi strati sedimentari,
hanno un’età di circa 3,5 miliardi di anni,
che portano le testimonianze di forme di vita primitive,
per cui si crede che la vita debba essere comparsa sulla terra in questo intervallo di tempo di cui non
vi sono testimonianze. Per comprendere come la vita abbia potuto avere origine dalla materia
inorganica bisogna individuare quali fossero le condizioni ambientali sulla superficie terrestre
dell’epoca. Il sistema solare ha avuto origine dal collasso di una nebula di gas e polveri circa 4,6
miliardi di anni fa e sembra che questo collasso gravitazionale sia durato circa un milione di anni,
tanto da innescare nel sole una reazione termonucleare che ha generato un intenso vento solare,
costituito principalmente da protoni ed elettroni. Questo vento solare disperse sia il vapore che i gas
residui della nebula che ancora avvolgevano la terra, in questo modo il nostro pianeta rimase senza
atmosfera. La terra dopo aver attratto a se comete e corpi vaganti di notevole dimensione iniziò a
raffreddarsi lentamente, scendendo al di sotto del punto di ebollizione dell’acqua, la quale iniziò a
condensare. La condensazione dell’acqua ha dato origine ad un oceano primitivo che ha permesso
l’inizio del ciclo dell’acqua e l’abbassamento della temperatura del pianeta, che si è mantenuta
stabile fino ai giorni nostri. Studi recenti effettuati su antichissimi cristalli di zircone, i più antichi
solidi terrestri tuttora conosciuti, suggeriscono che l’acqua liquida possa aver fatto la sua comparsa
intorno a 4,4 miliardi di anni fa (Wilde et al., 2001; Mojzsis, 2001), rendendo finalmente possibile
lo sviluppo della vita sulla terra. I primi microfossili furono recuperati nei sedimenti di Apex in
Australia (Schopf, 1993) e furono datati 3,5 miliardi di anni fa, molto probabilmente in seguito alla
stabilizzazione degli oceani e dei continenti. 2
L’ambiente primitivo
1.2
Non esiste un generale accordo sulla composizione dell’atmosfera primitiva, ci sono teorie che
parlano di un’atmosfera “riducente” costituita da Metano (CH ), Ammoniaca (NH ), Acqua (H O)
4 3 2
e di un’atmosfera “neutra” composta da Azoto (N
ed Idrogeno (H ) ), Ossido di Carbonio (CO),
2 2 L’unico aspetto sul quale
Biossido di Carbonio (CO ) di origine vulcanica e Vapore Acqueo (H O).
2 2
entrambe le teorie concordano è che non fosse presente O libero (Lazcano and Miller, 1996),
2
l’Ozono (O
tantomeno ), la cui assenza permetteva ai raggi ultravioletti del sole di raggiungere la
3
superficie del pianeta in quantità molto più elevata rispetto ad oggi e, grazie alla loro energia, di
formare composti primitivi. l’atmosfera primitiva fosse di tipo “riducente” e che da queste
Nel 1929 Haldane ipotizzò che
sostanze attraverso apporti di energia si sarebbero formate le sostanze fondamentali per l’origine
della vita [Figura 1.1].
Figura 1.1 Evoluzione molecolare. Da alcune reazioni chimiche di sintesi tra acqua, metano e ammoniaca
si sarebbero generati i primi composti organici, dai quali sarebbero derivati composti chimici ancora più
complessi ( www.luciopesce.net ). pioggia e dai fiumi si sarebbero raccolte in un “oceano primitivo”,
Queste sostanze trasportate dalla
dove reagendo avrebbero formato molecole complesse dando origine ad un “brodo caldo diluito” e
3
qui avrebbero avuto origine i primi organismi. Lo stesso concetto venne formulato molto tempo
prima da Darwin, il quale in una lettera ad un suo amico scriveva:
“Si dice spesso che esistono oggi tutte le condizioni per la prima formazione di un organismo
vivente, condizioni che potevano essere state presenti anche in passato. Se (ma quale grosso "se"!)
si potesse immaginare che in qualche piccolo stagno caldo, con ogni sorta di sali ammoniacali e
fosforici, luce, calore, elettricità, ecc., si fosse potuto formare chimicamente un composto proteico
pronto a subire trasformazioni anche più complesse, oggi tale materia sarebbe subito divorata o
assorbita, cosa che non sarebbe invece avvenuta prima della formazione degli esseri viventi”
(Darwin, 1888).
Qualche anno dopo queste parole di Darwin il ricercatore sovietico Aleksandr Ivanovic Oparin
avanzò le stesse idee di Haldane (Oparin, 1924). Oparin e Haldane erano entrambi di formazione
atea e quindi, lontani da condizionamenti e pregiudizi di carattere religioso; affrontarono il
problema relativo all’origine della vita da un punto di vista prettamente materialistico. Oparin al
contrario di Haldane ipotizzava sì un’atmosfera primitiva a carattere fortemente “riducente”
composta da Idrogeno, Vapore Acqueo, Metano, Azoto ed Ammoniaca, ma non credeva
nell’esistenza dell’Anidride Carbonica. In tale atmosfera le scariche elettriche dei fulmini e le
radiazioni ultraviolette solari avrebbero provocato la sintesi di semplici composti organici fra cui
aminoacidi, purine e pirimidine che disperdendosi negli oceani avrebbero formato il cosiddetto
“brodo primordiale”, nel quale si sarebbero formati casualmente acidi nucleici e proteine. Le idee
diffuse da Haldane ed Oparin furono il punto di partenza di vari esperimenti che ricercavano
l’origine della vita. Il più importante di questi fu l’esperimento commissionato dal professore
L’esperimento
americano Harold Clayton Urey al ricercatore Stanley Miller tra il 1952-1953.
voleva dimostrare l’ipotesi del “brodo primordiale” (Miller, 1953). Per fare questo Miller costruì un
apparecchio composto da due ampolle di vetro riempite rispettivamente di acqua tenuta ad alte
temperature (che mimava l’oceano ancestrale) e di una miscela di Idrogeno, Ammoniaca e Metano
[Figura 1.2]. 4
Figura 1.2 L’esperimento di Miller. Miller costruì un apparecchio composto da due ampolle di vetro
riempite rispettivamente di acqua tenuta ad alte temperature (che mimava l’oceano ancestrale) e di una
Il vapore prodotto dall’acqua veniva fatto convogliare nel
misc