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CONCLUSIONI
Nel corso del lavoro emerge, con netta chiarezza, come trattare un fenomeno
– –
così occulto ma alla luce del sole quale il sommerso sia difficile, rischiando
da un lato una semplificazione eccessiva, trattandone volontariamente o
scientemente solo alcuni aspetti e/o facendo generalizzazioni pericolose,
dall’altro lato si rischia, al contrario, complicazioni o considerazioni non
necessarie; ed è per questo che questa trattazione, seppur imperfetta, tenta di
effettuare un bilanciamento tra i due estremi. Il sommerso può essere
considerato come un mondo dai confini estremamente incerti, e se quello tra
evasione ed elusioni in alcuni casi è labilissimo, lo è in alcuni casi la distinzione
tra mera irregolarità e non dichiarazione. Negli otto capitoli che abbiamo
considerato si può intravedere un fil rouge che li collega tutti, ed è la presenza
di una letteratura che, seppur amplissima, appare ancora insufficiente,
incertezza che appare con ancora più rilevanza se si considerano tematiche
quali l’emergenza Covid-19,
attuali come quelle trattate il Reddito di
Cittadinanza ed il salario minimo. l’undeclared work –
Rispetto agli studi economici, infatti, ma anche tematiche
simili come l’adempimento fiscale – rientra tra quei fenomeni rispetto ai quali i
risultati empirici si differenziano nettamente rispetto a quanto teorizzato, e ciò
probabilmente dalla presenza di molteplici fattori influenzanti, molti dei quali
variabili rispetto al territorio, alla società ed al tempo preso in considerazione.
Abbiamo potuto vedere, infatti, come la composizione del sommerso sia
estremamente variegata, rispetto alle regioni, al settore produttivo, e al tipo di
lavoratore o impresa che si va a considerare.
– –
Astrazioni di livello generale come il modello Allingham-Sadmo possono
essere utili per comprendere a grandi linee il fenomeno, ma non si abbia la
pretesa che sia applicabile prescindendo da qualsiasi contesto, soprattutto se si
– – l’importanza dei fattori psicologici, o anche
considera come abbiamo fatto
la semplice avversione al rischio se si preferisce rimanere nei confini
tradizionali; complessità che, in molti casi, è accentuata dal fatto che risulta
245
estremamente difficile distinguere tra fattori e conseguenze, data la forte
commistione (e in alcuni casi identità) tra le due categorie di elementi.
L’estrema incertezza dell’ambito in cui ci si muove non deve, tuttavia, generare
alcun tipo di timore; anzi, deve fungere da incentivo per lo studio del sommerso,
la cui incidenza negativa si riflette su tutti noi in via diretta ed indiretta,
depauperando di risorse dei territori che, già di per sé, fanno fatica a crescere.
Come però detto all’inizio, bisogna fuggire dal rischio di generalizzazioni, ed è
– –
estremamente errato oltre che ingiusto considerare il sommerso come un
fenomeno di origine esogena, colpevolizzando chi lavora a nero senza magari
considerare che quella persona, in quel territorio, non ha avuto alternative;
rappresenta tuttavia un errore anche l’eccesso opposto, essere cioè
eccessivamente indulgenti e tolleranti, ritenendo il lavoro non dichiarato come
un fenomeno tutto sommato marginale. Appare quindi censurabile chi, come
la lotta all’evasione fiscale
Presidente del Consiglio (!), affermi che si fa contro
“big company” e “non
le sul piccolo commerciante a cui chiedi il pizzo di
”. la definizione delle tasse come “pizzo di Stato”,
528
Stato Ora, tralasciando
inopportuna (a dir poco), e che non fa altro che alimentare la visione dello Stato
oltre che l’errata credenza
maligno che limita la libertà economica personale,
la maggior parte dell’evasione fiscale derivi dai “grandi
secondo la quale
evasori” e non dai piccoli commercianti o imprenditori, cosa assolutamente
ci si chiede quali siano queste “big company”, “grandi
529
smentita dai dati ,
evasori” o altre terminologie propagandistiche, quasi come se il problema
dell’evasione, in Italia, sia dato da presenze occulte non meglio identificabili,
– –
non considerando perché anche gli evasori e chi agisce in nero votano che
sono invece proprio i piccoli comportamenti ad incidere negativamente sulla
moralità fiscale e che normalizzano le irregolarità, a partire dalla visita medica
“Dare
528 Redazione Online, Meloni: la caccia ai piccoli evasori? È pizzo di stato”, 26 maggio 2023,
consultabile su https://www.corriere.it/politica/23_maggio_26/meloni-dare-caccia-piccoli-evasori-
pizzo-stato-fe20165e-fbf4-11ed-a01c-bd767ff4b328.shtml?refresh_ce.
529 Taddei M., I dati smentiscono Meloni su chi evade più tasse, 29 maggio 2023, consultabile su
https://pagellapolitica.it/articoli/evasione-fiscale-meloni-banche-big-company.
246 “per risparmiare l’IVA” o
nella quale non facciamo rilasciare la fattura
dell’operaio assunto – –
a nero, con la speranza come si dice a Napoli che un
giorno possa “essere messo a posto”, quasi come se la regolarità sia un obiettivo
da raggiungere e da guadagnarsi.
Come detto nell’introduzione, in alcuni casi il testo lascia volontariamente delle
risposte aperte, sia per l’insufficienza degli studi – i quali tuttavia appaiono
considerando anche le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale
promettenti, -
che per stimolare un pensiero critico, data la pluralità di risposte possibili: quel
che è certo è che qualcosa sia necessario fare, potendo eventualmente dibattere
sulle modalità di intervento. A tal proposito, alla luce di quanto detto nei capitoli
possiamo fare diverse considerazioni.
Innanzitutto, appare necessario spostare il fulcro dell’attenzione dal fenomeno
alla sua origine, smettendola di guardare il dito e non la Luna. Ovverosia, non
si può pensare di combattere un problema di origine sociale, come il sommerso,
con semplici interventi normativi; ed ancora, è nemmeno da sfiorare il pensiero
che un’unica misura, magari pure unidimensionale, possa essere sufficiente da
incentivare l’emersione. Se si vuole evitare la guerra contro i mulini al vento, il
problema deve essere combattuto alla radice; certamente interventi in senso
stretto per combattere le irregolarità sono utili, ma efficaci solo se
accompagnate da interventi strutturali ad ampio raggio che vadano a combattere
la povertà economica e sociale, intesa come assenza non solo di possibilità
lavorative in un determinato territorio, ma anche carenza di infrastrutture,
dell’impossibilità di perseguire ambizioni personali e familiari, del diritto
violato ad avere una vita dignitosa. Ciò che emerge, quindi, in prima battuta, è
la necessità di porre in essere riforme strutturali in una varietà complementare
di ambiti, solo in questo modo potrà vedersi, nel lungo periodo, una seria
diminuzione dell’opportunità di fare sommerso.
l’economia sommersa appare
Per combattere opportuno, inoltre, prendere
consapevolezza della necessità di differenziare gli interventi. Come abbiamo
visto, infatti, il lavoro sommerso non è unico, e di conseguenza non può essere
247
contrastato se non con altrettante misure specifiche; si pensi al sommerso
agricolo che, come abbiamo visto, presenta delle caratteristiche del tutto
il sommerso dei prestatori d’opera e dei liberi professionisti
peculiari, così come che l’IVA è considerabile l’imposta di più
e dei commercianti: basti considerare 530
facile evasione, rappresentando oltre un terzo di tutte le imposte evase .
dell’impresa sommersa
Siamo anche riusciti a costruire una sorta di identikit
tipica. Si tratta generalmente di una microimpresa o di piccole dimensioni, per
questo facilmente occultabile; produce ad un livello inferiore rispetto al livello
efficiente, tecnologicamente arretrata e non innovativa, ottiene un profitto
minore sui prodotti riuscendo a stare sul mercato solo grazie alla concorrenza
sleale data dall’impiego di lavoro a nero, in grado di programmare solo nel
breve periodo senza una visione lungimirante data la natura rischiosa
dell’attività, tale per cui il ragionamento può essere riassunto con “il massimo
guadagno possibile, subito”. Il salario riconosciuto al lavoratore è
tendenzialmente inferiore rispetto a quello regolare, salvo ipotesi particolari di
secondo lavoro o straordinario, dove viene effettuata una diversa valutazione di
costo-opportunità del proprio tempo. –
Rispetto alle politiche di emersione, abbiamo potuto vedere come in particolar
–
modo in Italia vi sia una carenza di controlli ed un sistema sanzionatorio
pressocché inefficace, favorendo l’ottica di chi froda la legge perché tanto non
ci saranno conseguenze. Si avverte, quindi, la forte necessità di sostenere ed
migliorando l’efficienza del
integrare con nuove forze le autorità di controllo,
attraverso l’impiego di dati ed il loro utilizzo incrociato.
sistema anche Ma
l’impiego di un sistema repressivo-sanzionatorio da solo non risulta essere
sufficiente; anzi, come si è visto, politiche che favoriscono le imprese emerse
hanno un’efficacia maggiore rispetto alle politiche disincentivanti; ciò non
significa che non siano necessarie, ma che debbono essere completate
unitamente ad altre misure come quelle di prevenzione. Insomma, devono
Lisciandro M., Italiani i più furbi d’Europa nell’evasione dell’Iva,
530 4 ottobre 2020, consultabile su
https://lavoce.info/archives/61485/italiani-i-piu-furbi-deuropa-nellevasione-delliva/.
248
sussistere delle condizioni economiche e sociali tale per cui, nel processo
la convenienza, l’innovazione
decisionale effettuato a monte, la produttività,
presente nel settore regolare sia tale che il problema venga risolto ancora prima
Anche investire nell’istruzione e nell’accumulo di capitale umano
che nasca. in virtù dell’effetto
risulta essere estremamente efficiente per lo Stato,
moltiplicativo della complementarità strategica tra formazione e produttività.
Un’ultima considerazione può essere all’assetto istituzionale.
elaborata rispetto
È innegabile che in Italia vi sia un eccesso di burocrazia, la cui sovrabbondanza
531
ed inefficienza incide negativamente sulle imprese . Seppur in miglioramento,
per aprire un’impresa: nel 2017 l’Italia si pone al
ci vuole ancora troppo tempo Da