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IL RISCHIO DI LIQUIDITA’ NELLE BANCHE.......................................8

Introduzione................................................................................8

.1Definizione...............................................................................8

.2Aspetti di misurazione............................................................14

.2.1La misura del funding risk.................................................................16

.2.2La misura del market liquidity risk....................................................26

.3Interrelazioni con altri rischi bancari........................................27

CAPITOLO 2...............................................................................31

IL RISCHIO DI LIQUIDITA’: PROFILI NORMATIVI E DI VIGILANZA.....31

Introduzione..............................................................................31

.1Principi ispiratori, storia e aspetti generali dei primi Accordi:

come siamo arrivati a Basilea 3?.................................................32

.2Basilea 3 e il rischio di liquidità...............................................37

.2.1Il Liquidity Coverage Ratio................................................................42

.2.2Il Net Stable Funding Ratio................................................................46

.3 Profili regolamentari..............................................................49

.3.1La regolamentazione internazionale.................................................49

.3.2La regolamentazione nazionale........................................................61

CAPITOLO 3...............................................................................67

LA GESTIONE DEL RISCHIO DI LIQUIDITA’ IN BANCA......................67

Introduzione..............................................................................68

.1La gestione della liquidità.......................................................68

Approfondimento: le cartolarizzazioni.........................................83

3

.2 Il caso Intesa Sanpaolo...........................................................87

.2.1Informazioni di natura qualitativa.....................................................90

.2.2Informazioni di natura quantitativa...................................................95

.2.3Operazioni di “auto” cartolarizzazione............................................101

.3Confronto tra i principali Gruppi Bancari italiani.....................108

Conclusioni..............................................................................109

Bibliografia..............................................................................113

4

Introduzione

Gli intermediari finanziari, e le banche in particolare, sono

soggetti intrinsecamente destinati ad assumere rischi. Per rischio si

intende la possibilità che un’azione o un’attività porti ad una perdita o

ad un evento indesiderabile. Se una banca investisse i fondi raccolti

presso i depositanti esclusivamente in titoli di Stato a breve termine

(cioè in attività sostanzialmente esenti da rischi) tradirebbe la propria

funzione di supporto e stimolo alle imprese e all’economia, e

produrrebbe un volume di utili insoddisfacente per i suoi azionisti.

Quindi una certa quantità di rischio è un tratto caratteristico e “positivo”

delle banche e delle altre istituzioni finanziarie ed è normale che

l’attività di intermediazione finanziaria implichi l’assunzione di rischi. Di

conseguenza una banca correttamente gestita non è quella che evita i

rischi o li riduce al minimo, ma piuttosto quella che riesce ad assumere

rischi in modo equilibrato, premiando l’investimento degli azionisti e

insieme evitando di mettere a repentaglio la propria stabilità e quella

del sistema finanziario in cui opera.

Uno dei principali rischi che la banca deve gestire è il rischio di liquidità,

rischio che si compone di rischio di liquidità dell’attivo,cioè il rischio che

lo smobilizzo del portafoglio investito si realizzi in tempi più lunghi e a

costi maggiori, o non si realizzi affatto e questa è la componente di

maggiore importanza per un investitore istituzionale, e di rischio di

liquidità del passivo, cioè il rischio che i fondi necessari per ripagare le

diverse componenti del passivo siano disponibili in termini non

economici , o che non siano disponibili (rischio di rifinanziamento).

Com’ è noto, infatti, la gestione della banca è sottoposta a un vincolo di

liquidità, analogamente a qualsiasi altro tipo di azienda. È tuttavia tipico

della banca che tale vincolo assume un carattere più stringente e

severo, in ragione della peculiarità delle funzioni svolte e delle

particolari operazioni poste in essere: l’operatività di una banca è

5

strettamente dipendente dall’aspettativa dei creditori che gli impegni

assunti trovino sempre una puntuale conferma; da ciò deriva l’esigenza

di una permanente condizione di liquidità e ciò rappresenta un vincolo

imprescindibile che qualsiasi banca deve rispettare per non

pregiudicare la propria permanenza nel mercato. La liquidità assume

per la banca un significato essenzialmente prospettivo in grado di

assicurare una condizione di “solvibilità tecnica”.

Durante la prima fase della crisi finanziaria iniziata nel 2007, e tuttora in

corso, molte banche nonostante gli adeguati livelli patrimoniali, sono

andate incontro a problemi per non aver gestito in maniera prudente la

liquidità. Le banche avevano sottovalutato e trascurato questo rischio, e

tale trascuratezza non è da attribuirsi unicamente all’eccessiva fiducia

riposta nella liquidità disponibile sul mercato, bensì anche ad una

scarsa consapevolezza della complessità e del ruolo fondamentale del

rischio di liquidità, che non si esaurisce nell’insieme di operazioni di

tesoreria , ma in esso convogliano in qualche modo tutti i processi della

banca, rappresenta un buon indicatore dello stato di salute di un

intermediario e fa da bilanciere nella gestione di tutte le altre tipologie di

rischio.

La crisi ancora una volta ha messo in risalto l’importanza di questo

aspetto per il corretto funzionamento dei mercati finanziari e del settore

bancario. Alla vigilia della crisi i mercati si caratterizzavano per un

elevato dinamismo e per la pronta disponibilità di finanziamenti a basso

costo. Il repentino mutamento delle condizioni di mercato ha mostrato

la rapidità con cui la liquidità può “evaporare”, e ha evidenziato che le

situazioni di illiquidità possono protrarsi a lungo. Nel sistema bancario,

dunque, sono emerse gravi tensioni che hanno richiesto l’intervento

delle banche centrali a sostegno del funzionamento dei mercati

monetari e, in alcuni casi, di singole istituzioni. La nuova

regolamentazione delle banche, infatti, trae origine dalla crisi

finanziaria, dall’analisi delle sue cause, dal percorso compiuto e dalle

esperienze maturate negli anni. 6

Parlare di rischio di liquidità è parlare di un argomento sempre attuale,

da lungo tempo al centro dell’attenzione delle singole banche e delle

autorità di vigilanza.

Con il presente elaborato si è voluto fare il punto della situazione sulla

gestione del rischio di liquidità nelle banche a seguito delle disposizioni

introdotte da Basilea 3; dopo una prima rassegna sulla liquidità in

generale, l’attenzione si è concentrata sul rischio di liquidità, sulle sue

componenti e sulla risposta del Comitato di Basilea alla crisi con

l’imposizione dei due requisiti minimi quantitativi di liquidità, il Liquidity

coverage ratio ed il Net stable funding ratio; si sono analizzate le varie

tecniche di misurazione e le interrelazioni con gli altri rischi bancari.

Inevitabilmente un intero capitolo è stato dedicato a Basilea 3: dopo

aver delineato il contesto bancario pre-crisi, si sono fatte alcune

riflessioni sulle cause del recente dissesto e si è passati allo studio dei

tratti essenziali dei primi due Accordi sul Capitale approfondendo le

prescrizioni di Basilea 3 e analizzando gli impatti che le nuove

disposizioni hanno avuto sul sistema bancario e sulla crescita

economica evidenziandone lacune, osservazioni, criticità e punti di

forza.

Il lavoro si chiude con l’analisi di un caso pratico della gestione del

rischio di liquidità nel gruppo Intesa Sanpaolo, traendo le conclusioni da

quanto osservato e soprattutto evidenziando quanto ancora possa

essere fatto per sviluppare una gestione coordinata, robusta e integrata

del rischio di liquidità, e come, forse, requisiti troppo stringenti

potrebbero impedire o fuorviare tale evoluzione.

CAPITOLO 1 7

IL RISCHIO DI LIQUIDITA’ NELLE BANCHE

Introduzione

L’obiettivo del primo capitolo è analizzare il rischio di liquidità

così come descritto in letteratura. Si potrebbe pensare che questa

prima parte introduttiva dedicata al rischio di liquidità rivesta un ruolo

secondario ma in realtà si rivela fondamentale in un contesto quale

quello della gestione del rischio di liquidità ancora in evoluzione e

relativamente giovane. La trattazione inizierà quindi con la definizione

del rischio di liquidità, per proseguire con la definizione delle due

componenti del rischio di liquidità, quali il Market Liquidity Risk e il

Funding risk, e i vari aspetti di misurazione, tra cui i tre approcci ( degli

stock, dei flussi di cassa e ibrido); si concluderà con le interrelazioni con

gli altri rischi bancari e in modo particolare con il rischio di tasso

d’interesse, il rischio di mercato e il rischio di credito.

.1 Definizione

Per le istituzioni finanziarie si intende liquidità l’abilità di

raccogliere fondi, ad un costo ragionevole, al fine di soddisfare gli

obblighi di pagamento.

Per i mercati finanziari si intende la possibilità di vendere uno strumento

finanziario, secondo ragionevoli quantità e tempestivamente, senza

modificare in modo significativo il prezzo di mercato.

Di conseguenza la banca è qualificabile come “sufficientemente liquida”

o avente una “adeguata liquidità” se è nelle condizioni di far fronte

efficientemente alle proprie obbligazioni di pagamento.

Sebbene tutte le imprese, indipendentemente dall’attività esercitata, si

trovino quotidianamente a gestire un certo volume di liquidità, la cui

entità dipende dalle dimensioni dell’azienda, le problematiche inerenti la

gestione di tale liquidità riveste per la una banca una rilevanza

8

maggiore rispetto a quella che solitament

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
116 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher annacgr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia degli intermediari finanziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Stefanelli Valeria.