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Fu questa la prima impresa che vide Folchetto, espulso da Tolosa quello

stesso anno, protagonista in una guerra contro gli infedeli; poi egli avrebbe

sempre seguito le sorti degli eserciti Crociati. Tralasciamo il fatto che le stragi

compiute a Lavaur non furono minori né meno orribili di quelle compiute dagli

israeliti a Gerico. È doloroso che Dante approvi quelle carneficine e quel

saccheggio; tali eppure erano le idee del tempo, e colui che condannò al fuoco

eterno in tombe arroventate gli eretici, compresi Farinata degli Uberti e

Federico II, e forse Guido Cavalcanti, non poteva certo risparmiare gli Albigesi.

Anche la battaglia di Muret, il 12 settembre 1213, nella quale miseramente perì

Pietro II d’Aragona, è celebrata per l’insperata vittoria dei Crociati e per la parte

che vi ebbe Folchetto. Fu lui che con efficacissimi mezzi infuse entusiasmo

nell’animo dei combattenti, dopo averli solennemente benedetti, lui che

condusse il clero in chiesa e vi rimase a pregare durante tutto il

combattimento. I sette vescovi presenti, dopo la battaglia mandarono

un’enfatica descrizione a papa Innocenzo III, che comincia con “Gloria in

excelsis Deo”, e dopo aver messo in evidenza l’opera preponderante di

Folchetto, conclude: “Omins igitur populus Christanus … gratias agat Christo,

qui per paucos fideles, infedelium multiudinem innumerabilem superavit, et

sanctam Ecclesia suam, de hostibus suis concessit fideliter triumphare; ipsi

honor et gloria, in saecula saeculorum amen”. E il primo a firmare è il vescovo

di Tolosa, Folchetto. Né bisogna trascurare la lettera con la quale il Pontefice,

investendo poco dopo Simone di Monfort dei domìni del conte di Tolosa, lo

esorta a proseguire nell’impresa avendo al suo fianco “Deum Sabaoth,

Dominum vide licet exercituum, ac principem militiae Christianae”.

Raab è congiunta all’ordine di Cunizza e di Folchetto perché fu pervasa dai

raggi ardenti dell’astro di Venere che scaldano “il folle amore”, ma è presentata

29

da Folchetto perché come questi sentì il caldo di un altro e più puro amore;

entrambi contribuirono poi quasi nello stesso modo alla dispersione dei nemici

di Dio e al trionfo della santa milizia 31

( ).

L’incontro con San Domenico

Folchetto non aveva un ruolo marginale fra i dottori e i missionari. Con lui, già

32

prima della morte di Pietro di Castelnau ( ), legato pontificio, San Domenico

33

iniziò le conferenze per confutare e convincere gli eretici ( ). E colui che aveva

favorito la fondazione di un primo convento era stato proprio Folchetto, quando

nel 1207 donò la chiesa di Prouille e inoltre la chiesa di Bram nel Lauraguais,

opera che rese possibile al missionario spagnolo di costituire due famiglie di

religiosi, una di frati e una di suore, che più tardi ebbero da lui il nome e la

regola di predicatori:

Di lui si fecer poi diversi rivi

onde l’orto cattolico si riga,

si che i suoi arboscelli stan più vivi. (Par. XII, vv. 103-105)

31

() F. TORRACA, Notizie letterarie, 9, Bologna 1899 ha sollevato alcuni dubbi contro questa relazione fra

l’opera del vescovo di Tolosa e quella di Raab, e certamente egli ha ragione se codesta relazione si volesse

esagerare fino a un perfetto parallelo. Ma sta il fatto che entrambi contribuirono alla riuscita di una santa

impresa, entrambi ridottisi a pietà dopo una vita lussuriosa; e che le somiglianze tra la conquista di

Terrasanta e la crociata tolosana erano già vedute e rilevate.

32

() Si veda su questi argomenti E. F. JACOB, Innocenzo III, in “Storia del mondo medievale”, vol. V, 1999,

pp. 5–53, in particolare p. 34. Sino al 1204, papa Innocenzo III cercò di estirpare l'eresia attraverso gruppi di

missionari cistercensi, guidati da Pietro di Castelnau (?-1208). Accortosi che i missionari non ottenevano il

risultato sperato, Innocenzo III, su suggerimento di Arnaud Amaury, abate di Citeaux, confratello di Pietro di

Castelnau, alla fine del 1204, invitò i suoi legati a fare pressione sui vari signori locali affinché gli eretici

fossero espulsi da tutti i loro territori, mentre ai legati fu concessa l'autorità di deporre gli ecclesiastici

sospetti (cosa che riuscirono a fare tra il 1204 ed il 1206). Pietro di Castelnau, nel 1203, era stato inviato

nella contea di Tolosa ed in altre contee e viscontee del sud della Francia, a capo di una delegazione di

missionari, muniti di poteri legatizi, cioè erano Legati pontifici, ovvero rappresentanti del papa presso i conti

ed i visconti e presso i vescovi delle varie città interessate (Tolosa, Narbona, ecc.).

33

() A. S. TUBERVILLE, Le eresie e l'Inquisizione nel medioevo: 1000-1305 ca., in «Storia del mondo

medievale», vol. V, 1999, pp. 568–598. 30

Proprio a partire da Prouille San Domenico aveva dato avvio alla sua

grandiosa opera di predicazione; tuttavia i tre documenti che attestano la

34

donazione sono falsi ( ): è probabile che Folchetto abbia sì donato al santo la

chiesa, che dipendeva dalla sua diocesi, ma senza redigere nessun atto, e

abbia autorizzato il convento femminile di Prouille che costituisce il primo

insediamento di quello che sarà l’Ordine Domenicano. Nello stesso anno

insieme con Navarre, vescovo di Couserans, che sarà suo compagno di

predicazione durante la crociata, raggiunge Domenico a Palmiers, dove si

35

svolge un dibattito dottrinale con gli eretici ( ).

Ma le parole saranno presto abbandonate: il 14 gennaio del 1208 viene

36

ucciso il legato pontificio Pietro di Castelnau ( ); alla fine del mese Folchetto si

reca a Roma insieme col vescovo di Causearans per chiedere l’intervento di

Innocenzo III, che indice la crociata contro gli albigesi con la lettera del 10

37

marzo ( ). Con l’inizio del conflitto le prediche di Folchetto si infittiscono: siamo

nell’inverno-primavera del 1209-1210. Tolosa era sotto l’interdetto di Pietro di

Castelnau dal settembre 1209 (concilio di Avignone): Folchetto, che aveva

partecipato al concilio, rientra in città dopo averla liberata dall’interdetto il 28

marzo 1210 installandosi nel castello Narbonese, fortezza del conte Raimondo

VI; aveva quindi formato la Confraternita bianca, cui si contrappose presto una

34

() L’inautenticità dei documenti, uno del 1206 e due del 1211, è stata dimostrata da P. MANDONNET, S.

Dominique, Paris 1938. Nessun altro autore in seguito ha potuto smentire questo fatto.

35

() L’ultimo di una serie di incontri su cui si veda CABAU, op. cit., Milano 1986, p. 178. Negli stessi anni

sono documentate le prime conversioni e riconciliazioni di eretici operate da Folchetto, in un paio di casi

insieme a Domenico.

36

() Cfr. JACOB, op. cit., p. 35. Se destituire gli ecclesiastici fu un’impresa tutto sommato non troppo ardua,

ben più difficile si dimostrò invece imporre il rispetto del provvedimento di espulsione ai signori feudali, in

modo particolare al conte di Tolosa, Raimondo VI. Per costringere Raimondo VI, Pietro di Castelnau

promosse una lega di vassalli del conte di Tolosa disposti a ottemperare alle disposizioni papali e invitò

Raimondo ad aderirvi. Al suo rifiuto Pietro scomunicò Raimondo VI, colpì con l'interdetto i suoi territori e lo

minacciò di attacco da parte della lega dei suoi vassalli. Raimondo allora decise di sottomettersi e, nel 1207,

promise di aderire alla lega. Nel gennaio del 1208, però, Pietro di Castelnau venne assassinato da

sconosciuti e Arnaud Amaury, molto abilmente, fece ricadere la colpa su Raimondo VI.

37

() Sul ruolo del pontefice nella guerra antieretica si veda R. FOREVILLE, Innocent III et la croisade des

albigeoise, CF, IV 1969, pp. 184-217. 31

Confraternita nera composta da abitanti del borgo, tradizionalmente

anticattolici, spesso in contrasto violento con la prima. È in questo clima che

Domenico ottiene da Folchetto l’autorizzazione a predicare nella città, nello

38

spirito delle disposizioni del concilio di Avignone del 6 settembre 1209 ( ).

Nell’estate del 1210 il vescovo compare sul campo di battaglia, durante

39

l’assedio di Minerve che, condotto da Simon de Monfort ( ), si concluderà il 22

luglio con un rogo di almeno centoquaranta “perfetti”. Il 10 luglio si apre il

concilio di Saint-Gilles che deve discutere la responsabilità di Raimondo VI: è

presente anche Folchetto, il quale partecipa inoltre ai concili di Narbona nel

gennaio 1211 e di Montpellier dove il 6 febbraio il conte viene scomunicato per

la seconda volta; il 26 febbraio chiede al conte di lasciare la città per poter fare

le ordinazioni nella cattedrale: Raimondo rifiuta e ricambia l’invito, meritandosi

la solidarietà dei tolosani su cui ricade nuovamente l’interdetto. Di

conseguenza, alla vigilia di Pasqua, il 2 aprile, il vescovo abbandona Tolosa alla

testa del clero, per raggiungere Simon de Monfort all’assedio di Lavaur, dove

intorno alla metà di marzo aveva inviato la sua Confraternita bianca. Il 3

maggio assiste alla presa della città: due atti di donazione al monastero di

40

Prouille attestano la sua presenza, ma probabilmente anche di Domenico ( ).

Nel giugno i due si ritrovano con Simon al primo assedio di Tolosa: Folchetto

impone con intransigenza l’ultimatum ai cittadini, ordinando nuovamente al

clero, Domenico compreso, di abbandonare la città. L’assedio durerà comunque

solo 12 giorni, dal 17 al 29 giugno, e si conclude con il ritiro dei crociati: il

38

() Sul concilio avignonese si veda HEFELE-LECLERCQ, Histoire des conciles, 1913, pp. 1283-86.

39

() Simone IV de Monfort (1165 ca. – Tolosa, 25 giugno 1218), fu signore di Monfort-l'Amaury e quinto

conte di Leicester, conte di Tolosa, duca di Narbona, visconte di Béziers e visconte di Carcassonne. Fu al

comando della crociata albigese dal 1209 al 1218.

40

() Così ritiene VICAIRE, Storia di San Domenico, 1987, p. 283, nota 108.

32

vescovo non può riprendere le sue funzioni in città e la sua Confraternita, mero

corpo militare dopo Lavaur, si scioglie.

Sono molto importanti i risultati del concilio di Lavaur del 1213, cui Folchetto

ha parte attiva: contro le intenzioni di Innocenzo III viene decisa la

continuazione della crociata e la spoliazione definitiva di Raimondo VI, il quale

41

aveva tuttavia in Pietro II d’Aragona un potente alleato ( ). Compensa le forze

il principe Luigi di Francia, che, senza l’avallo del padre, prende la croce in

febbraio; Filippo Augusto riunisce il 3 marzo a Parigi un parlamento, cui assiste

anche Folchetto, per decidere circa l’intervento del figlio.

Fra febbraio e giugno, Folchetto effet

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A.A. 2013-2014
82 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/09 Filologia e linguistica romanza

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