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INTRODUZIONE
Sorge non lunge a le cristiane tende
Tra solitarie valli alta foresta,
Foltissima di piante antiche, orrende,
Che spargon d’ogni intorno ombra funesta.
(G. l. XIII, 2, 2-3)
Il presente elaborato intende analizzare il tema della foresta e dei suoi
incanti e ha come fulcro la Gerusalemme Liberata, capolavoro di Torquato
Tasso. La foresta è nel poema un luogo centrale non solo in senso geografico
ma anche come luogo dell’anima che suscita nei protagonisti sentimenti diversi
e ai quali appare in diverse forme che sono quelle del loro inconscio. Al bosco,
che sarà uno dei luoghi del sublime romantico, è riservato uno spazio d’onore
nella Gerusalemme Liberata; il poeta lo rende, infatti, centrale nel
funzionamento della macchina narrativa del poema. Per questo e per mille altri
motivi la foresta tassiana è così affascinante e misteriosa e per questo l’ho scelta
come soggetto principale del mio studio.
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CAPITOLO 1
Torquato Tasso e la Gerusalemme liberata
«Venerdì 15 febbraio 1823 fui a visitare il sepolcro del Tasso e ci piansi.
1
Questo è il primo e l'unico piacere che ho provato in Roma» . La frase di Leopardi
racchiude in sé tutta l’ammirazione che i poeti e gli intellettuali del periodo romantico
avevano nei confronti di Torquato Tasso. Goethe scrisse persino una tragedia dedicata
al Tasso che, per la sua vita così travagliata e misteriosa, era per i posteri come un
personaggio letterario. La tragedia di Goethe, Torquato Tasso, è un’opera romantica in
entrambi i sensi del termine; narra infatti l’amore sofferto del Tasso per Eleonora
d’Este e lo fa con il sentimento malinconico di tormento interiore che è tipico del
periodo. Tra i romantici affascinati dalla figura del Tasso abbiamo anche il pittore
francese Delacroix (che dipinge il quadro Tasso in the madhouse) e Lord Byron che
durante il suo viaggio in Italia si fece rinchiudere nella cella di reclusione che era stata
del Tasso, nella quale scrisse il poemetto The lament of Tasso, che racconta il periodo
trascorso dal poeta della Gerusalemme nell’Ospedale di Sant’Anna. Gli anni passati in
reclusione sono anni difficili che vedono il Tasso abbandonato a momenti di follia
visionaria alternati a momenti di lucidità in cui lavora alla sua opera. Forse proprio per
questa interna contraddizione di sentimenti il poeta e i suoi scritti saranno tanto
ammirati nel periodo romantico che è il periodo dei sentimenti per eccellenza. Quello
che gli avvenimenti suscitano è, per i romantici, fonte di poesia e non è un caso che il
Tasso con la sua poesia avesse proprio come intento quello di suscitare sentimenti nel
lettore.
Torquato Tasso nasce a Sorrento l’11 marzo del 1544, dove il padre Bernardo di
origine bergamasca si era trasferito con la moglie. L’ambiente in cui cresce è
culturalmente molto attivo e Torquato segue le orme del padre autore dell’Amadigi
dedicandosi alla composizione poetica. Tra il 1559 e il 1560 si trova a Venezia con il
1 Dalla lettera di Giacomo Leopardi al fratello Carlo del 20 febbraio 1823 ( G. Leopardi, Lettere, Milano,
Meridiani Mondadori, 2006, pp. 389-391). 5
padre e lì, incoraggiato dagli eventi e dal nuovo circolo letterario con cui entra in
contatto, compone le prime ottave del Gierusalemme. Il poemetto è certamente
un’opera giovanile, ma contiene già il tema fondamentale che sarà al centro di tutta
l’opera del Tasso maturo: la conquista di Gerusalemme da parte dei crociati guidati da
Goffredo di Buglione. La lungimiranza del Tasso, o meglio del Tassino (nome con cui
si identifica il Tasso in età adolescenziale) fu quella di comprendere l’importanza e il
successo che quel tema avrebbe avuto e soprattutto di capire di non avere ancora i
mezzi per affrontarlo al meglio. Per questo abbandona il progetto, che possiamo
comunque considerare il nucleo primitivo della Gerusalemme liberata, e si dedica a
una materia diversa; recupera il modello cortese-cavalleresco e nel 1562 pubblica a
Venezia il Rinaldo. Il poemetto in dodici canti di ottave racconta le imprese del
paladino di Carlo Magno Rinaldo, cugino di Orlando ed è nuovamente influenzato dal
poema dell’Ariosto ma anche dall’Amadigi di Bernardo.
Quando Tasso si accinge ad affrontare di nuovo, la materia del Gierusalemme
deve fare i conti con diverse contraddizioni di poetica e anche con il radicale
cambiamento della società dopo Riforma e Controriforma. La corte infatti, non è più la
stessa corte in cui aveva vissuto Ariosto e Tasso non riesce più a identificarsi nel
genere utilizzato dall’illustre predecessore ma capisce anche che il nuovo tipo di
poema scritto dal Trissino, L’Italia liberata dai Goti, non ottiene un riscontro positivo
nel pubblico perché manca di quella componente magica che caratterizzava il Furioso.
Dopo molti studi sulla Poetica di Aristotele, tra il 1562 e il 1564 Tasso scrive i
Discorsi dell’arte poetica, che saranno pubblicati solo nel 1587, nei quali costruisce
una teoria letteraria composta da principi e regole che cercherà poi di mettere in
pratica nella stesura del poema. Dedicarsi a un’opera di critica letteraria era una grande
novità per un poeta, ma la riscoperta della Poetica e della Retorica di Aristotele
incoraggiò questa pratica e cominciarono a fiorire opere di critica. Una di queste è
appunto quella del Tasso dove l’autore riflette sulla materia, sulla forma e sullo stile
del poema eroico. La lettura della Poetica di Aristotele aveva permesso ai letterati
cinquecenteschi di riflettere sui testi in modo nuovo avendo fornito loro generi, regole
e categorie e, con l’affermazione della supremazia del genere tragico su tutti gli altri
aveva aperto la strada al poema del Trissino. Tasso capisce che non c’è più spazio per
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l’immaginazione pura dell’Ariosto e che quella del Trissino è la strada giusta da
seguire. Lo scarso successo dell’Italia liberata dai Goti però crea un ostacolo e Tasso
deve capire come seguire le regole tragiche scrivendo un’opera di successo come
quella di Ariosto. Ripropone allora, la teoria delle unità di tempo di luogo e di azione,
già presenti nella tragedia e su quelle sviluppa lo scheletro del suo poema. L’unità di
tempo della tragedia era all’incirca di ventiquattro ore, Tasso allarga l’azione
all’ultimo anno di guerra della prima crociata, prendendo a modello l’Iliade di Omero.
Per quanto riguarda il luogo, il poeta sceglie di ambientare tutta la sua azione
fuori dalle mura di Gerusalemme davanti alle quali i crociati giungono nel primo canto
e davanti alle quali si conclude il poema con la battaglia finale. Per quanto riguarda
l’azione ovvero la materia, essa secondo i canoni aristotelici doveva essere
«verisimile» cioè narrare di tutto ciò che è possibile che avvenga, senza tuttavia essere
realmente avvenuto. Per rispettare questo criterio la materia scelta non deve collocarsi
troppo lontano nel passato per evitare di sconfinare nella leggenda, ma neanche troppo
vicino perché i lettori potrebbero ricordarsi gli eventi da cui si prende spunto e non
essere soddisfatti della loro resa letteraria. Il Tasso vuole inoltre adattarsi ai dettami
della Controriforma e per questo la materia deve essere coerente con la morale
cattolica. Con il principio oraziano del miscere utile dulci, Tasso trova il modo di
evitare la noia provocata da Trissino senza sconfinare nell’immaginazione disordinata
di Ariosto; elabora cioè un nuovo tipo di “meraviglioso”: il meraviglioso cristiano.
Alle magie e agli incantesimi di Atlante e di Alcina, discepoli di Merlino e
completamente al di fuori dell’insegnamento cristiano, Tasso risponde con la magia di
Ismeno che viene accettata perché ispirata dal demonio, così come i miracoli e i
prodigi che aiutano i crociati vengono direttamente da Dio per mezzo dei suoi angeli.
Lo scontro tra bene e male, tra Dio e Satana rende l’opera viva e vitale e gli conferisce
quella carica innovativa che distingue la Gerusalemme liberata da tutti gli altri poemi
del periodo. Inoltre l’uso del meraviglioso cristiano rientra perfettamente nella
categoria del verisimile per gli uomini del tempo, ed è utile al Tasso per ispirare il
divertimento nel suo pubblico e per far meglio comprendere gli insegnamenti morali.
Per rispettare l’unità di azione Tasso teorizza che la materia di un poema sia
paragonabile a un mondo in cui c’è la compresenza di posizioni e sentimenti diversi tra
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loro ma che tutte insieme servono alla composizione di un cosmo unitario. Ogni
personaggio e ogni episodio del poema deve essere quindi necessario al poema stesso
che senza, si sgretolerebbe come un castello di carte. L’idea è quella che non ci siano
episodi inutili alla storia e che perciò ogni episodio sia strettamente collegato con il
precedente e con il successivo, cosa che si pone in assoluto contrasto con i poemi
cavallereschi precedenti e soprattutto con quello dell’Ariosto che di fatto non ha né un
inizio né una fine precisi e che potrebbe esistere allo stesso modo anche se mancassero
degli episodi. La Gerusalemme liberata è per Tasso l’opera della vita se si considera
che egli vi lavora dal 1559 data di composizione del Gierusalemme, primo abbozzo
del poema, al 1593 data di pubblicazione della Conquistata. Sono anni di studio
intenso e di correzione continua dell’opera fino al suo totale rifacimento, che non ha
però ai nostri occhi lo stesso fascino dell’opera prima. La prima pubblicazione esce nel
1580 a Venezia con il titolo di Goffredo e contiene i primi dieci canti scritti dal Tasso
con l’aggiunta del XII e del XIV. Il poema completo con il titolo che oggi conosciamo
vede la luce a Parma all’inizio del 1581.
Come detto in precedenza il poema viene strutturato da Tasso seguendo le
regole che lui stesso si era dato nei Discorsi e una delle caratteristiche peculiari del suo
lavoro è l’attingere motivi e idee sia da Omero che da Virgilio. Come sostiene
Raimondi, dai poemi omerici Tasso deriva l’ideale guerresco, mentre dal poema
virgiliano il sentimento religioso e la dimensione tragica. Le fonti di Tasso sono
numerose e oltre agli illustri Omero e Virgilio, riscontriamo la presenza di Ovidio,
Lucrezio e Dante che, sempre secondo Raimondi, sono molto importanti perché
consentono a Tasso di comprendere «il senso ultimo della scrittura poetica come
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chiave di interpretazione dell’uomo e del mondo» .
La scelta della guerra contro gli “infedeli” si rivela poi un tema molto attuale e
per attenersi al principio della verosimiglianza Tasso recupera