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Armida è caratterizzata da un profondo senso di solitudine, che
non si percepisce facilmente all’interno dell’opera ed in un
certo senso costituisce un paradosso: ella infatti è sempre
accompagnata da personaggi maschili e apparentemente non
sembra soffrire di quella solitudine fisica vissuta da altri
personaggi femminili all’interno del racconto, come ad esempio
Clorinda, Sofronia, Erminia. La sua è effettivamente una
solitudine ‘emotiva’, Armida è un personaggio molto fragile che
si illude attraverso le sue compagnie fisiche presenti e sempre
sottolineate nella ‘Gerusalemme liberata’, ma che in realtà
nascondono e sopprimono una solitudine che lei percepisce
costantemente.
Un ulteriore aspetto che conferma la complessità di questo
personaggio è legato alle sue azioni, nell’agire, perché in un
modo o nell’altro tutto quello che fa si ripercuote sul
macrocosmo del poema. Armida generalmente ha sempre fatto
parte della categoria ‘maghe’ celebri, ma prima ancora di
essere una maga, lei è una donna, infatti essa viene presentata
nel quarto canto e viene chiamata in causa da zio Idraote, il
quale la definisce ‘Donna a cui di beltà le prime lodi/concedea
l’Oriente, è sua nepote:’.
Questa prima descrizione fa capire come la bellezza fisica
venga subito messa in risalto e questo sicuramente non
rappresenta un elemento di modernità rispetto al passato, ma
questa modernità è legata alla modalità attraverso la quale
Tasso fa emergere questa caratteristica, poiché il poeta non
compone la figura di Armida tramite la descrizione dei tratti
fisici, ma come sostiene anche il Chiappelli la composizione di
questo personaggio è di tipo interpretativo e non oggettivo.
Attraverso il gioco di seduzione nei confronti dei crociati che
permettono ad Armida di dominare apparentemente le varie
situazioni, il poeta descrive il suo agire: infatti le sue azioni non
sono descritte direttamente, ma vengono filtrate attraverso gli
occhi dei crociati che vengono in qualche modo incantati. Come
già detto in realtà questa supremazia di Armida data dalla sua 2
sensualità e dall’effetto che questa sua caratteristica ha nei
confronti dei personaggi maschili, è qualcosa di apparente,
poiché ella tenta di soccombere il suo stato di solitudine che nel
corso della storia viene maggiormente fuori e che aiuta anche a
rivelare la profondità stessa del personaggio.
Solo quando Armida si trova vicina a Rinaldo rivela la sua vera
natura, compiendo un vero e proprio percorso autoconoscitivo:
per questo la parte romanzesca di Armida e Rinaldo è davvero
molto importante, poiché permette di rintracciare la formazione
del personaggio moderno di Armida.
Il primo vero e proprio segno che caratterizza la complessità di
Armida è dato dal labirinto che imprigiona Rinaldo, che da una
parte attraverso il suo essere così ingarbugliato, sottolinea il
groviglio interiore che ritroviamo nella figura di Armida stessa;
ma come ha anche sottolineato Raimondi, questo stesso
groviglio in realtà rappresenta per il personaggio il proprio
reticolo protettivo: attraverso un labirinto così complesso, ella
si sente molto più sicura per quanto riguarda l’invadenza altrui,
in qualche modo il giardino è reso più sicuro proprio grazie alla
presenza del labirinto. Allo stesso tempo, da questa stessa
interpretazione se ne origina una seconda: il labirinto visto oltre
che come rifugio, anche come mezzo di ‘chiusura’ verso
l’esterno, Armida vuole fuggire volontariamente dalla realtà ed
anche da se stessa rifugiandosi nel labirinto che è in ugual
modo un’illusione. Sicuramente l’intreccio di questi due aspetti
sottolineano maggiormente la debolezza e l’insicurezza che
possiamo ritrovare in questo personaggio, lati concreti del suo
carattere che si contrappongono all’apparente dominio sulla
scena che viene presentato nel corso del poema. Nonostante la
sua vicenda sia racchiusa in uno spazio piuttosto limitato, come
sottolinea anche Margaret King si può a maggior ragione
individuare il prototipo femminile che prelude alla modernità,
ovvero Armida come donna consapevole ad un certo punto di
esser costantemente legata alla solitudine e allo stesso tempo
percepisce questa condizione come un vero e proprio fardello 3
da sopportare, ma anche un personaggio che non ha ancora
conquistato a tutto tondo la sua libertà.
Il terzo aspetto molto importante è quello dello specchio, che
aiuta a costruire la personalità di Armida; quando i due amanti
vengono ritratti in un amplesso, lo specchio è lo strumento
capace di oggettivare allo stesso modo l’egoismo e la solitudine
profonda, le caratteristiche che maggiormente descrivono il
personaggio di Armida. Ella quando si riflette nello specchio
vede ovviamente se stessa ma si autoconvince di contemplare
il volto dell’altro; questo modo di fare è un’ulteriore prova della
sua fragilità, Armida è immersa nella sua solitudine ma al
contempo è consapevole della propria finitezza. Specchio e
labirinto sono i due elementi che descrivono la complessità e la
profondità che ritroviamo nel personaggio di Armida: ella ha al
contempo la bellezza dell’Angelica del Furioso, ma al contempo
è esperta di magia quanto la maga Circe, allo stesso tempo
anche il l’aspetto dell’incantare può essere ricollegato a quello
dell’omerica ninfa Calipso, ma rispetto a tutti gli altri
protagonisti femminili che appartengono ad altre opere, ella ha
una profondità diversa e allo stesso tempo nascosta, che è
stata creata volontariamente da Tasso stesso, attraverso uno
scavo psicologico molto attento e preciso. Egli stesso ha
descritto Armida non in maniera diretta, ma tramite le sue
azioni, i suoi comportamenti e modi di fare, i diversi episodi,
oggetti e addirittura persone, poiché abbiamo già visto quanto
la figura di Rinaldo abbia aiutato nel processo conoscitivo di
questo personaggio. Tasso inoltre lascia emergere
relativamente le caratteristiche più profonde di Armida quando
ella riesce ancora a tenere prigioniero Rinaldo, ma è proprio nel
momento dell’abbandono che ella si rende conto della
solitudine nella quale è immersa. In seguito la disperazione
prima e l’accettazione dopo costituiscono gli ultimi due aspetti
che aiutano a definire il personaggio, il quale alla fine riesce ad
accettare e sopratutto comincia a convivere con
consapevolezza la propria condizione. Dopo aver accettato la 4