vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La disparità tra la situazione degli scrittori in Francia e in Italia, viene presentata
nell'analisi di Émile Zola sulla professione letteraria in Francia e le opinioni di
scrittori italiani come Giovanni Verga e Felice Cameroni sullo stato della letteratura
in Italia.
In Francia, grazie all'istruzione diffusa e all'accessibilità economica dei libri, la figura
dello scrittore diventa sempre più professionale e autosufficiente. Zola descrive il
passaggio dal tradizionale ruolo di letterato cortigiano a quello di professionista che
guadagna il proprio sostentamento con la penna. Al contrario, in Italia, lo scrittore
spesso si trova a dover lavorare in vari generi e collaborare con riviste e giornali per
assicurarsi un reddito costante. L'industria culturale impone ritmi frenetici e una
grande produzione per mantenere una presenza costante sul mercato.
Nonostante le sfide strutturali e culturali, nella seconda metà del XIX secolo in Italia
si inizia a vedere l'emergere di nuove dinamiche nel circuito librario, compresa
l'entrata delle donne nel mondo della scrittura professionale. Tuttavia, restano
presenti criticità, come la mancanza di un mercato letterario solido e l'indifferenza
del pubblico verso la produzione culturale nazionale. La pubblicistica divulgativa
assume un ruolo importante in questo contesto, contribuendo alla diffusione del
sapere scientifico e tecnico tra il pubblico popolare e borghese.
Emergono nuove figure di professionisti che si avvicinano al giornalismo e alla
divulgazione, provenienti da ambiti non strettamente letterari. Questi nuovi attori
sono esperti in vari campi del sapere tecnico e scientifico.
Una delle riviste più influenti in questo contesto è l'"Ape delle cognizioni utili", il cui
successo è stato notevole. I suoi fondatori, insieme a Carlo Cattaneo, hanno poi dato
vita a "Il Politecnico". Si evidenzia che sono soprattutto le nuove figure non
letterarie a cambiare il panorama della scrittura, poiché i letterati tradizionali erano
riluttanti a coinvolgersi nella divulgazione verso i ceti popolari.
Questi nuovi professionisti della scrittura sono caratterizzati da una grande
operosità e pubblicano testi scientifici e didattici sia in riviste che in volumi. Si
impegnano anche in attività di comunicazione orale come conversazioni salottiere e
lezioni popolari. Inoltre, sono abili promotori del libro e della lettura e svolgono un
ruolo importante nel mondo culturale.
Si nota che professioni come ingegneri, economisti e medici stanno guadagnando
sempre più considerazione sociale, rilevanza economica e rappresentanza politica.
Gli scienziati, in particolare i naturalisti, hanno un ruolo di primo piano e una grande
visibilità pubblica, diventando protagonisti nella trasformazione della realtà
attraverso l'affermazione delle loro idee.
Si sottolinea che questa fusione tra ricerca scientifica e impegno pubblico ha
raggiunto il suo apice in un periodo in cui il positivismo era dominante nella cultura
italiana. Tuttavia, questa intensità diminuisce nei decenni successivi, quando
l'idealismo prende il sopravvento nella determinazione della cultura nazionale.
Viene messo in luce il ruolo della classe dirigente italiana nel processo di
modernizzazione del Paese durante l'era post-unitaria. Si tratta di una classe
dirigente composta da professionisti e docenti universitari con competenze
disciplinari che si rivelano fondamentali per lo sviluppo del Paese, soprattutto nelle
infrastrutture, nel governo del territorio, nella pianificazione finanziaria, nella
gestione del welfare e della salute pubblica e nell'istruzione superiore.
Tra questi intellettuali emergono figure come Antonio Stoppani, un geologo di fama
internazionale, che si occupa di problemi cruciali legati al progresso di
modernizzazione come la costruzione dei trafori alpini e la ricerca di giacimenti nel
sottosuolo, oltre alla gestione delle acque. La sua attenzione verso la scienza
applicata all'industria e all'economia è probabilmente influenzata dalla sua origine
familiare, appartenente alla piccola borghesia laboriosa e istruita.
Un altro esempio è Luigi Vittorio Bertarelli, che si impegna soprattutto nel settore
della viabilità, seguendo le orme di Carlo Cattaneo e Giuseppe Colombo. Questi
intellettuali non si limitano alla ricerca scientifica, ma assumono anche importanti
incarichi istituzionali, entrando in organi di governo privati e pubblici, compreso il
Parlamento. Stoppani, ad esempio, tenta senza successo di candidarsi come
deputato del Regno, rappresentando la circoscrizione di Lecco e della Valsassina, ma
si scontra con posizioni conciliatorie che non vengono ben accette, costringendolo a
lasciare Milano per Firenze.
Queste figure si collocano in un nuovo ruolo di grande scienziato e "fantoccio del
parlamento", come viene ipotizzato, il che dimostra l'importanza sempre crescente
dell'integrazione tra scienza e politica nell'era post-unitaria italiana. Essi sono
considerati autorevoli divulgatori scientifici e giocano un ruolo significativo nella
guida del Paese verso il progresso e lo sviluppo.
In Italia, intellettuali come senatori, deputati, sindaci, consiglieri comunali e membri
della governance di società ed enti, hanno dimostrato una spiccata sensibilità
economica e una notevole attitudine imprenditoriale. Tra questi, i medici, ingegneri
e scienziati, autori di best seller divulgativi, spiccano per la loro abilità nel combinare
competenze tecniche con strategie imprenditoriali innovative.
Antonio Stoppani
Antonio Stoppani, un prete naturalista, è un esempio significativo di questa
tendenza. Dopo una lunga trattativa con l'editore Hoepli per la pubblicazione di una
nuova edizione de "La purezza del mare e dell’atmosfera," Stoppani acquistò le
giacenze e divenne un "autore-libraio." Egli vendeva personalmente i suoi libri,
specialmente nelle scuole e collegi, sfruttando il basso prezzo dei volumi per
promuoverli come premi scolastici. Per la quinta edizione del suo famoso "Bel
Paese," Stoppani finanziò l'intera produzione, ottenendo così un prezzo di vendita
molto competitivo. Stoppani era anche molto attento alla proprietà intellettuale,
come dimostra una lettera a Gaspero Barbèra in cui affermava di voler mantenere i
diritti completi su tutte le sue opere.
Paolo Mantegazza