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Porter ha introdotto un approccio rivoluzionario alla strategia competitiva, sottolineando l'importanza di

identificare i fattori critici di successo e di fare scelte di posizionamento strategico. Secondo Porter,

comprendere questi fattori critici permetteva alle imprese di posizionarsi meglio sul mercato rispetto ai

concorrenti, ottenendo così un vantaggio competitivo. Nella visione iniziale di Porter, il vantaggio

competitivo era visto come esterno all'impresa, focalizzato sull'analisi del mercato e dell'ambiente. Questo

cambiò con l'avvento della Resource Based View (RBV) negli anni '80, che spostò l'attenzione dalle

condizioni esterne alle risorse interne dell'impresa. La RBV sostiene che le imprese possono ottenere un

vantaggio competitivo attraverso le risorse uniche e le competenze che possiedono, che non sono facilmente

replicabili da altri.

La SWOT-analysis (Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats) è uno strumento che si allinea con la

RBV, poiché aiuta le imprese a valutare le proprie risorse interne (punti di forza e debolezze) in relazione

alle condizioni esterne (opportunità e minacce). Questo permette alle imprese di capire come le loro risorse

uniche possono essere sfruttate per capitalizzare sulle opportunità del mercato e mitigare le minacce,

mantenendo o costruendo un vantaggio competitivo nel tempo.La costruzione di un vantaggio competitivo

sostenibile richiede un equilibrio tra la comprensione delle dinamiche esterne del mercato e il

riconoscimento e lo sviluppo delle competenze interne. Non si può focalizzare l'attenzione esclusivamente su

uno di questi aspetti, poiché entrambi sono cruciali per il successo. Le esigenze del mercato devono essere

soddisfatte attraverso prodotti o servizi che rispecchiano le competenze dell'impresa. Se un'azienda è in

grado di offrire qualcosa che meglio soddisfa le aspettative dei clienti rispetto ai concorrenti, allora ha un

vantaggio competitivo. Tuttavia, questo vantaggio deve essere difendibile e sostenibile nel tempo,

richiedendo una continua rigenerazione e adattamento alle condizioni mutevoli del mercato.

Il vantaggio competitivo non è statico; è un processo dinamico che richiede una visione olistica. L'impresa

deve essere consapevole delle proprie capacità interne, delle esigenze del mercato e delle azioni dei

concorrenti. Questo approccio tridimensionale è essenziale per costruire un vantaggio competitivo solido e

duraturo. La Resource-Based View (RBV) sostiene che le risorse uniche e le competenze di un'impresa sono

la chiave per ottenere un vantaggio competitivo. Queste risorse devono essere specifiche dell'impresa e non

facilmente imitabili o acquisibili da altri. La RBV ha subito un'evoluzione dagli anni '80, superando alcune

critiche iniziali, come l'eccessiva staticità, riconoscendo che anche le risorse interne devono essere

continuamente sviluppate e aggiornate per rimanere competitive. In sintesi, un vantaggio competitivo

sostenibile emerge dall'intersezione di una profonda analisi del mercato, una chiara comprensione delle

proprie risorse interne e una strategia che tiene conto delle azioni dei concorrenti. Questo processo richiede

un impegno costante e una capacità di adattamento per mantenere la competitività nel tempo. La teoria delle

Dynamic Capabilities si concentra sulla capacità di un'impresa di adattare, rinnovare e riconfigurare le

proprie risorse interne in risposta ai rapidi cambiamenti dell'ambiente esterno. Questo approccio supera la

staticità della Resource-Based View, enfatizzando l'importanza di un'applicazione dinamica delle

competenze. L'analogia del minestrone illustra che non basta possedere risorse di qualità; è essenziale saperle

utilizzare efficacemente. Allo stesso modo, nel calcio, non è sufficiente avere i migliori giocatori; è

fondamentale che interagiscano bene come squadra. Questo richiede una leadership capace di integrare le

competenze individuali in una strategia collettiva vincente.

In sintesi, le Dynamic Capabilities rappresentano la capacità di un'impresa di utilizzare le proprie risorse in

modo flessibile e reattivo, garantendo un vantaggio competitivo sostenibile in un mercato in continua

evoluzione. Questo processo richiede una visione strategica che sia al contempo interna, per valorizzare le

risorse esistenti, ed esterna, per rispondere alle sfide e alle opportunità del contesto di mercato.Il vantaggio

competitivo relazionale si basa sull'idea che il successo di un'impresa non dipende solo dalle sue risorse

interne, ma anche dal contributo di tutti i partner all'interno di una rete. Questo approccio riconosce che le

risorse strategiche, quelle che sono cruciali per il successo, devono essere co-create e gestite attraverso

relazioni e collaborazioni, mentre le risorse non strategiche possono essere acquisite tramite transazioni

tradizionali. La globalizzazione ha trasformato la competizione in ipercompetizione, rendendo il contesto

aziendale più complesso e dinamico. Le catene del valore si sono estese geograficamente e arricchite con il

contributo di soggetti terzi, spesso attraverso la delocalizzazione. Questo ha portato a una nuova realtà in cui

le imprese occidentali si trovano a competere con i paesi emergenti, come i BRICS, che stanno guadagnando

potere e influenza. In questo scenario, le imprese devono adattarsi e sviluppare strategie che tengano conto

sia delle risorse interne che delle dinamiche esterne, per costruire un vantaggio competitivo sostenibile e

reattivo alle sfide globali. La chiave sta nell'integrare la logica transazionale con quella relazionale, creando

un sistema di co-creazione di valore che sia resiliente e capace di evolversi nel tempo. La Germania, un

tempo motore economico dell'Europa, sta affrontando una recessione e un processo di deindustrializzazione

che vede alcune delle sue aziende chiudere o trasferirsi all'estero. Questo fenomeno non è limitato alla

delocalizzazione ma indica una sfida più profonda all'interno del tessuto industriale del paese.

La competizione globale è intensificata, trasformandosi in una lotta per la sopravvivenza dove le imprese

devono acquisire risorse e differenziarsi per prosperare. La domanda di mercato e gli stili di vita sono in

continua evoluzione, portando a cambiamenti significativi e frequenti che le aziende devono affrontare.

In questo contesto, la differenziazione diventa cruciale. Le imprese cercano di offrire qualcosa di unico per

ottenere un vantaggio competitivo. Sebbene l'unicità assoluta sia difficile da raggiungere, è l'obiettivo verso

cui tendere per distinguersi in un mercato sempre più affollato e competitivo. Le aziende devono quindi

bilanciare la gestione delle risorse interne con l'adattamento alle tendenze esterne per costruire un vantaggio

competitivo sostenibile. Raggiungere un vantaggio competitivo richiede un mix di innovazione e tradizione.

L'innovazione può essere di due tipi: distruttiva, che cambia radicalmente la value proposition, o

incrementale, che migliora l'offerta esistente. La tradizione si basa su risorse country-specific, legate a

conoscenze e valori tipici di un territorio, che possono essere sfruttate per creare un vantaggio competitivo.

Entrambe richiedono risorse specifiche: l'innovazione spesso deriva da investimenti in ricerca e sviluppo

interni all'impresa, mentre la tradizione si appoggia su risorse culturali e storiche esterne. Un vantaggio

competitivo forte può emergere dall'equilibrio tra questi elementi, sfruttando la propria unicità nel contesto di

mercato. Le imprese che hanno una lunga storia e sono riconosciute per la loro tradizione possono sfruttare

questo aspetto come un vantaggio competitivo. In Italia, il concetto di "Made in Italy" è strettamente legato a

questa idea di tradizione e qualità, che si riflette in vari settori, dalla gastronomia alla moda. Questi prodotti

sono spesso associati a un certo stile di vita e a un'estetica apprezzata sia a livello nazionale che

internazionale. Le risorse country-specific, come la mozzarella di bufala campana o lo speck del Trentino,

sono esempi di come la tradizione e l'origine geografica di un prodotto possano contribuire al suo successo

sul mercato. Queste risorse non sono solo specifiche dell'impresa ma del territorio, e il loro valore è

riconosciuto e tutelato attraverso marchi e denominazioni di origine. In conclusione, un'impresa può costruire

un vantaggio competitivo sfruttando sia l'innovazione che la tradizione, utilizzando risorse specifiche

dell'impresa e del territorio per creare un'offerta unica e distintiva nel mercato globale. Questo richiede un

equilibrio tra la valorizzazione della propria eredità e l'adattamento alle esigenze contemporanee del mercato.

Il vantaggio competitivo di un'impresa può derivare dalla capacità di sfruttare le risorse specifiche del

territorio e integrarle con elementi distintivi propri. Questo approccio, che combina tradizione e innovazione,

permette di creare un'offerta unica che si distingue nel mercato. Le imprese che eccellono sono quelle che

non solo valorizzano la tradizione, ma anche aggiungono un tocco personale attraverso l'innovazione. Ad

esempio, una mozzarella blu potrebbe non essere tradizionale, ma se ben accolta dal mercato, rappresenta

un'innovazione che distingue l'impresa. Un vantaggio competitivo integrato e multilivello si realizza quando

un'impresa allinea la sua value proposition ai valori del sistema paese, della regione e dell'area specifica,

aggiungendo qualcosa di unico. In questo modo, l'impresa non solo si conforma alle aspettative del mercato

ma le supera, creando un'identità distintiva e riconoscibile. Nel contesto competitivo, le imprese possono

assumere ruoli diversi: alcune guidano l'innovazione mentre altre seguono, imitando e talvolta migliorando

ciò che è già stato creato. L'imitazione, se porta a un miglioramento, può essere vista positivamente e

contribuire al dinamismo del mercato. Nel panorama competitivo, le imprese si distinguono in base alla loro

capacità di innovare e di adattarsi alle esigenze del mercato. Le imprese dominanti detengono una quota

significativa del mercato e sono percepite come leader, mentre le imprese sfidanti cercano di scalzare la

posizione dominante attraverso strategie di differenziazione e innovazione. La definizione dei concorrenti e

l'individuazione dell'arena competitiva sono concetti fondamentali nella gestione strategica. In passato,

l'identificazione dei concorrenti era basata principalmente sull'offerta e sul prodotto; oggi, si considera anche

la domanda e il segmento di mercato target. Le imprese non competono solo con quelle che offrono prodotti

simili, ma anche con quelle che mirano allo stesso segmento di clientela. L'evo

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
7 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ciccio201 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Valentino Daniela.