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Appunti degli studenti per corsi ed esami del Prof. Alvaro Rosaria

Gli argomenti trattati in questo file sono: Suono; Orecchio; Esame audiometrico; Ipoacusia nel bambino; Audiometria vocale e test di percezione verbale; Emissioni otoacustiche; Potenziali evocati; Impedenzometrie; Screening uditivo; TIN e ipoacusie.
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La tesi ha come obiettivo l’analisi della figura dell’infermiere stomaterapista nell’assistenza a un paziente con stomia identificando le diverse fasi del processo assistenziale, le tipologie di stomia, le difficoltà di un paziente e le strategie che devono essere messe in campo al fine di migliorare la presa in carico del paziente. La stomia intestinale (parola derivante dal greco stomos che significa “bocca”) è il risultato di un intervento chirurgico con il quale si crea un’apertura per poter mettere in comunicazione l’intestino con l’esterno che, anziché per via fisiologica, svuota il suo contenuto attraverso un’apertura creata artificialmente sulla parete addominale. Le stomie possono essere sia dell’apparato digerente sia dell’apparato urinario ed è relativa ad una procedura chirurgica che determina la fuoriuscita di feci ed urina da uno stoma addominale. Una stomia intestinale può essere confezionata in caso di asportazione di parte dell’intestino, a scopo palliativo, in caso di tumore inoperabile, o a scopo di protezione per escludere la parte dell’intestino a valle della stomia per permetterne la guarigione o la cicatrizzazione.
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Il seguente elaborato si pone come principale obbiettivo, quello di analizzare le basi per la costruzione di una relazione terapeutica tra infermiere e caregiver, da mettere in atto durante l’assistenza al paziente affetto da Alzheimer. Lo scopo, è quello di fornire le conoscenze che portano alla formazione di differenti approcci psico-educativi; utili a favorire la costruzione di una relazione fra infermiere e caregiver. L’aspetto educativo, è insito nella professione infermieristica, secondo quanto sancito dal Profilo Professionale D.M. del 14 settembre 1994 n 739, all’articolo 2, che recita: “L' assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa è di natura tecnica, relazionale, educativa”. Le principali funzioni sono la prevenzione delle malattie, l'assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e l'educazione sanitaria. L’infermiere deve avvalersi di competenze, conoscenze e risorse personali quali si contraddistinguono nella sintassi “sapere”, “saper fare “ e il “saper essere”. Analizzando in ordine, emerge che ,il “sapere” fa riferimento alle conoscenze ed ai principi della comunicazione interpersonale e di conduzione in un colloquio educativo che il professionista deve conoscere e saper attuare al meglio; “saper essere” che sta ad indicare le caratteristiche personali del professionista: empatia, autenticità, rispetto, congruenza, creatività, pazienza e disponibilità; infine, “saper fare” ovvero, tutte quelle capacità che il professionista fa proprie come la facoltà di praticare l’ascolto attivo, capacità di riflettere emozioni e contenuti, capacità di fornire soluzioni, consigli, interpretazioni senza valutare ne indagare.
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Il trattato ha come scopo quello di analizzare ed ampliare gli aspetti di un fondamentale modello come il Counseling Infermieristico nell’ambito e nelle circostanze delle donne affette da carcinoma mammario. Esso ha come obiettivo quello di fornire conoscenze e metodologie generali e infermieristiche, utili alla formazione di prestazioni atte a garantire servizi di qualità. Con Counseling si definisce una forma peculiare di relazione d’aiuto, basata sull’ascolto attivo e sulla comunicazione non direttiva; un insieme di tecniche, abilità, atteggiamenti che aiutano la persona a gestire i problemi utilizzando le proprie risorse ed infine un metodo di lavoro che per mezzo di sentimenti ed emozioni si pone come obiettivo quello di rendere un cambiamento. I Professionisti sanitari spinti ad attuare il Counseling infermieristico devono avvalersi di competenze, conoscenze e risorse personali quali si contraddistinguono nella sintassi “sapere”, “saper fare” e “saper essere”. Analizzando in ordine, emerge che, “sapere” fa riferimento alle conoscenze ed ai principi della comunicazione interpersonale e alle conoscenze ed ai principi di conduzione di un colloquio di Counseling che il professionista deve conoscere e saper attuare al meglio; “saper essere” sta ad indicare le caratteristiche personali del professionista quali: empatia, autenticità, rispetto, congruenza, creatività, pazienza e disponibilità; infine “saper fare” fa riferimento a tutte quelle capacità che il professionista fa proprie come la capacità di praticare l’ascolto attivo, capacità di riflettere emozioni e contenuti, capacità di fornire chiarezza progressiva, capacità di rimanere centrato sul paziente, capacità di fornire soluzioni, consigli, interpretazioni senza valutare né indagare. L'obiettivo principale del Counseling è dunque quello di fornire il supporto necessario a fronteggiare la vasta gamma di aspetti psicosociali connessi alla malattia. Viene attuato a partire da problemi di ordine fisico e si qualifica come Counseling se tiene conto e comprende le differenti variabili in gioco in relazione alla malattia della persona che si vuole aiutare. Il ruolo infermieristico in questo contesto è un ruolo fondamentale che implica l’assolvere di compiti, quali ad esempio quello preventivo ed educativo, di maggior pertinenza per quanto concerne il modello in questione, ma non solo, il Counseling risulta uno strumento utile anche nel corso del processo terapeutico, in quanto è lo strumento per elaborare, sistematizzare, ristrutturare, in modo da renderlo comprensibile e accettabile.
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