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CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
INTRODUZIONE
Il seguente elaborato si pone come principale obbiettivo, quello di analizzare le basi per la
costruzione di una relazione terapeutica tra infermiere e caregiver, da mettere in atto
durante l’assistenza al paziente affetto da Alzheimer. Lo scopo, è quello di fornire le
conoscenze che portano alla formazione di differenti approcci psico-educativi; utili a
favorire la costruzione di una relazione fra infermiere e caregiver. L’aspetto educativo, è
insito nella professione infermieristica, secondo quanto sancito dal Profilo Professionale
D.M. del 14 settembre 1994 n 739, all’articolo 2, che recita: “L' assistenza infermieristica
preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa è di natura tecnica, relazionale, educativa”. Le
principali funzioni sono la prevenzione delle malattie, l'assistenza dei malati e dei disabili
di tutte le età e l'educazione sanitaria. L’infermiere deve avvalersi di competenze,
conoscenze e risorse personali quali si contraddistinguono nella sintassi “sapere”, “saper
fare “ e il “saper essere”. Analizzando in ordine, emerge che ,il “sapere” fa riferimento
alle conoscenze ed ai principi della comunicazione interpersonale e di conduzione in un
colloquio educativo che il professionista deve conoscere e saper attuare al meglio; “saper
essere” che sta ad indicare le caratteristiche personali del professionista: empatia,
autenticità, rispetto, congruenza, creatività, pazienza e disponibilità; infine, “saper fare”
ovvero, tutte quelle capacità che il professionista fa proprie come la facoltà di praticare
l’ascolto attivo, capacità di riflettere emozioni e contenuti, capacità di fornire soluzioni,
consigli, interpretazioni senza valutare ne indagare. L’ intento, è quello di fornire un
supporto educativo necessario a fronteggiare i diversi stati d’animo che il caregiver si
ritrova a dover vivere durante l’assistenza al paziente con Alzheimer, quali: ansia, stress,
frustrazione e senso di impotenza nei confronti della malattia. Tutto ciò servirà a
determinare l’importanza della valenza infermieristica nel contesto riportato in quanto è
l’infermiere a trovarsi in continuo contatto con i pazienti ed il caregiver. L’elaborato, sulla
base della sua stesura per il percorso tesi, ha visto lo svolgersi di cinque capitoli, in cui
sono state inserite una proposta di ricerca e due revisione della letteratura di tipo quali-
quantitativo riguardanti sia la gestione dei bisogni assistenziali, sia nel riconoscimento di
diversi stati d’animo. Nello specifico, all’interno del primo capitolo, verranno approfonditi
gli aspetti che ci porteranno innanzitutto a far un breve cenno storico, che ci aiutà a capire
a quando risale la scoperta della malattia. Più di cento anni sono trascorsi da quando Alois
Alzheimer descrisse, nel 1906, il primo caso di una donna affetta da quella che poi sarebbe
stata chiamata Malattia di Alzheimer. Veniva per la prima volta delineata nella persona
della signora Auguste D., una malattia caratterizzata da: complessità clinica, con
l’intrecciarsi di sintomi psichiatrici, comportamentali, neurologici, internistici. 1
Una malattia contraddistinta dalla compromissione della memoria, con un’amnesia globale
capace di portare, nella sua completa espressione, ad un totale isolamento del malato, alla
perdita di qualsiasi aggancio con le precedenti esperienze, con le antiche e recenti tracce di
memoria, con qualsiasi tipo di apprendimento. Verranno poi studiate le cause che hanno
comportato l’origine della malattia dell’Alzheimer; vengono successivamente descritti gli
aspetti anatomo-patologici della malattia di Alzheimer, le alterazioni cognitive, di
personalità e in particolare del comportamento che si verificano durante il progredire della
malattia sono stati studiati i dati epidemiologici per comprendere l’evolversi della malattia;
verranno prese in esame le più usate terapie farmacologiche utili per tener sotto controllo
i sintomi che caratterizzano la malattia e in particolare vengono approfonditi i disturbi del
comportamento; nel contempo sono state studiate le terapie non farmacologiche volte ad
attenuare i sintomi cognitivi e non i quali rappresentano la maggiore causa di
identificazione dell’individuo affetto da Alzheimer. Ed infine, verranno valutate i diversi
approcci preventivi per ostacolare l’insorgenza della malattia. Nel secondo capitolo,
invece, si introdurrà la figura del caregiver; partendo dall’etimologia del termine stesso, il
quale può riferirsi sia ad un familiare che una persona incaricata a prendersi cura della
persona affetta da demenza. Si evidenzierà l’importanza del ruolo del caregiver nella
malattia dell’Alzheimer; una figura prioritaria nella gestione della malattia in grado da
poter soddisfare i bisogni primari del paziente e prestare un’assistenza continua. Si
studieranno tutte le dinamiche volte a favorire l’interazione tra caregiver e paziente nella
malattia dell’Alzheimer. In ultimo, verranno approfondite tutte le problematiche legate
all’assistenza infermieristica durante la gestione del paziente affetto da demenza. Nel terzo
capitolo, si prenderà come riferimento la teorica di Martha Rogers secondo la quale
l’infermieristica è intesa sia come “arte” e “scienza”. Una teorica alquanto complessa con
la quale, sono stati approfondite diversi approcci. Dallo studio della teoria generale dei
sistemi, la Rogers evince che individuo e ambiente sono sistemi aperti: scambiano di
continuo tra loro materia ed energia. L'uomo evolve in maniera irreversibile e
unidirezionale lungo un continuum spazio-tempo. Nei successivi paragrafi del presente
capitolo, si verrà evidenziare la centralità della figura infermieristica sia nella gestione del
paziente affetto da Alzheimer, sia nella relazione con il caregiver. L’infermiere infatti,
svolge un ruolo cruciale. Verrà studiata un’assistenza infermieristica a livello domiciliare e
sarà soprattutto di tipo educativa e da supporto per il caregiver. Verranno individuati i
bisogni del paziente, si farà in modo da renderlo quanto più partecipe all’assistenza
erogata. 2
Questo aiuterà il caregiver durante la gestione della malattia e servirà ad individuare le
necessità del paziente in modo da soddisfarle al meglio. Sarà fondamentale l’instaurarsi di
una relazione terapeutica tra infermiere e caregiver, diminuirà notevolmente il senso di
ansia e di stress durante l’assistenza al paziente. Verranno perciò presi in esame diversi
approcci educativi utili a sostenere il caregiver nella gestione di un paziente ad alta
complessità assistenziale. Gli ultimi due capitoli, avranno lo scopo di analizzare gli aspetti
psico-educativi, che verranno notevolmente sviscerati attraverso la stesura di due revisioni
della letteratura. Nel primo quesito, verrà avanzata una proposta di ricerca cha avrà lo
scopo di indagare quelle che sono i differenti metodi che comportano la riduzione
dell’ansia e dello stress nel caregiver benché la malattia dell’Alzheimer è la forma più
comune di demenza generativa; sono infatti circa ottocento mila le persone che si
ammalano ogni anno; progressivamente invalidante e con esordio prevalentemente in età
presenile (oltre i sessantacinque anni), ma che può manifestarsi anche in epoca precedente.
Risulta essere sufficientemente utile, l’istaurarsi di un’alleanza terapeutica tra infermiere e
caregiver in modo da ridurre lo stress di quest’ultimo. Nel secondo quesito di ricerca, si
andrà a studiare le modalità attraverso le quali l’infermiere attua un piano di educazione
sanitaria, volto a sostenere il caregiver durante la sua assistenza al paziente. Sempre più
spesso, il caregiver si ritrova a dover gestire da solo, situazioni difficili tali da
compromettere la propria integrità fisica e psichica: ansia, stress, frustrazione e impotenza
sono insite nella malattia stessa. L’infermiere, in tale contesto, deve contribuire a dare un
giusto supporto alle famiglie o caregivers in modo da ri allacciare ciò che la drammaticità
degli eventi sembra aver spezzato; occorre innanzitutto sostenere ed incoraggiare la
comunicazione; rendere facilmente fruibili informazioni ed indicazioni per il caregiver da
parte del professionista; abbassando così i livelli di ansia e di stress. Da diversi studi, sono
emersi delle modalità che se da un lato, contribuiscono al facile passaggio delle
informazioni prettamente pratiche di assistenza al paziente con Alzheimer; dall’altro lato,
permettono l’instaurarsi di una relazione con l’infermiere se pur distante “fisicamente” dal
caregivers. Questo tipo di intervento è un conveniente supporto che consentirà di mettere
in contatto i caregivers tra loro e i caregivers con altri professionisti. Lo scopo di questa
ricerca, corrispondente anche all’obiettivo del seguente elaborato, è quello di mostrare un
aumento della fiducia decisionale e una riduzione degli sforzi emotivi, la diminuzione dei
conflitti coniugali presenti all’interno di una famiglia, mediante la partecipazione e la
3
presenza attiva di un infermiere che favorisca la presenza di una relazione con il caregiver
ed il paziente. CAPITOLO 1
La Malattia di Alzheimer
Introduzione
In questo primo capitolo si parlerà della malattia dell’Alzheimer. Verranno presi in esame
cenni storici e dati epidemiologici, in maniera tale da studiare tutto il decorso della malattia
(dal paragrafo 1 al paragrafo 3); successivamente, verranno indagate le cause, i fattori di
rischio e la sintomatologia relativa allo stato di demenza (dal paragrafo 4 al paragrafo 6),
sarà fondamentale fare una diagnosi per effettuare un trattamento adeguato che può essere
sia di tipo farmacologico che non farmacologico (dal paragrafo 7 al paragrafo 8). Infine la
prevenzione volta al miglioramento dei sintomi e a contrastare l’insorgenza della malattia
dell’Alzheimer (paragrafo 9).
1.1 La demenza di Alzheimer
Il morbo di Alzheimer è la forma più comune di demenza: termine generale che si riferisce
alla perdita di memoria e di altre abilità intellettuali talmente gravi da interferire con la vita
quotidiana e rappresenta il 50-80% dei casi di demenza. Nel cervello vi sono cento miliardi
di cellule nervose (neuroni). Ogni cellula nervosa è collegata con molte altre cellule,
formando, in questo modo, delle reti di comunicazione. Ciascun gruppo di cellule nervose
svolge un lavoro specifico. Alcuni sono coinvolti nel pensare, nell'