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Carrello d'atterraggio
prof. P.C. Astori - 1 - A.A. 2013/2014
Funzionamento di un Accumulatore Idraulico G. Montorfano, R. Rota
2. Elenco dei Simboli
Pressione in un punto
Area
Velocità
Distanze
Volume di uno stato
Temperatura in un punto
Angolo di rotazione carrello
Coefficiente aerodinamico q.ta X
Densità
Coefficiente di dilatazione adiabatica
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Funzionamento di un Accumulatore Idraulico G. Montorfano, R. Rota
3. Descrizione del problema e metodo di soluzione
3.1 Schema idraulico
L'impianto idraulico che permette l'estrazione del carrello d'atterraggio è costituito da un serbatoio (A)
al quale si collegano sia la linea ad alta pressione sia quella a bassa pressione. Una pompa volumetrica
porta la pressione del liquido a un valore pari a quello dell'impianto (21 MPa) e lo spinge attraverso una
valvola di non ritorno collegata in serie ad una valvola di sicurezza a due posizioni di funzionamento (B).
Successivamente il liquido entra in una valvola di comando (D) bidirezionale e che permetta di invertire le
due linee prima che il liquido azioni il martinetto dell'attuatore (E) del carrello: in questo modo è possibile
sia estrarlo che retrarlo. Poco prima della valvola di comando è presente un accumulatore idraulico (C) che,
in caso di emergenza, sopperisce attraverso l'espansione di un gas, generalmente azoto, contenuto al suo
interno, ad una eventuale insufficienza di pressione nell'impianto. Per fare in modo che l'accumulatore
agisca solo in direzione dell'attuatore, viene posta una valvola di non ritorno subito prima del raccordo tra
la linea ad alta pressione e l'accumulatore stesso.
Schema dell'impianto idraulico
3.2 Sovradimensionamento dell'area dell'attuatore
Trascurando la bassa pressione al suo interno, per poter dimensionare correttamente l'area
dell'attuatore, innanzitutto è necessario conoscere l'espressione della sua corsa massima e della lunghezza
del braccio su cui agisce la forza da esso generata, quando il carrello è completamente estratto. In base ad
opportune considerazioni trigonometriche, tali grandezze sono pari a:
La forza generata dall'attuatore deve contrastare la resistenza aerodinamica dovuta all'estrazione del
carrello. Tale resistenza vale:
dove è la densità dell'aria e viene considerata uguale a .
Equilibrando i momenti dovuti all'azione della resistenza aerodinamica e della forza dell'attuatore, si
può ricavare quest'ultima:
L'area del cilindro dell'attuatore, corrisponde quindi al rapporto tra la forza generata e la pressione
dell'impianto, moltiplicato per un fattore correttivo che tiene conto del sovradimensionamento del 75%.
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3.3 Intervallo di temperatura per il funzionamento dell'accumulatore
Alla base del funzionamento dell'accumulatore vi è un ciclo termodinamico. Per poter valutare volume e
pressione punto per punto è necessario conoscere per prima cosa il numero di moli di azoto coinvolte,
imponendo le condizioni iniziali (stato 1) in cui si trova l'accumulatore.
Una volta che l'impianto idraulico entra in funzione, la pressione interna dell'accumulatore eguaglia
quella dell'impianto (stato 2). Successivamente, il gas al suo interno subisce una trasformazione isobara che
comprime il suo volume in relazione alla temperatura a cui si trova il velivolo (stato 3). In particolare, in
corrispondenza della temperatura massima di funzionamento, il volume equivale alla differenza tra il
volume iniziale e il volume massimo spazzato dal martinetto all'interno dell'attuatore (volume necessario).
La temperatura massima, quindi, si trova semplicemente applicando la legge di stato dei gas ideali:
dove .
Per determinare la temperatura minima di funzionamento dell'accumulatore, analogamente, si trova
dapprima il volume occupato dal gas a quella temperatura e poi la temperatura stessa attraverso la legge di
stato dei gas. Ciò è possibile perché il tratto di scarica dell'accumulatore (stato 3 - stato 4) può essere
considerato adiabatico. Quindi:
dove e (l'azoto contenuto nell'accumulatore è un gas biatomico). Poiché
l'accumulatore deve generare una pressione (e quindi una forza) che permetta l'estrazione completa del
carrello corrisponde alla pressione necessaria a produrre la forza di attuazione massima nel caso in cui
l'attuatore non sia sovradimensionato. In formule:
Attraverso questi accorgimenti è possibile fare in modo che, per tutta la corsa dell'attuatore,
l'accumulatore non generi mai una forza (o pressione) inferiore a (o ), così da permettere sempre
l'estrazione completa del carrello.
3.4 Grafico p-V
Il ciclo termodinamico che caratterizza il funzionamento dell'accumulatore è costituito da tre
trasformazioni, due adiabatiche (stato 1 - stato 2, scarica) e una isobara (stato 2 - stato 3). Imponendo
rispettivamente , e come si ottengono tre grafici simili ma che si differenziano per le
lunghezza del tratto relativo alla trasformazione isobara. In particolare, nel primo caso si ha la lunghezza
minima, nel terzo si raggiunge quella massima. Tuttavia, a causa di questa particolarità, il primo tratto dei
grafici si sovrappone, come avviene per parte del secondo.
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4. Dati del problema
4.1 Dati relativi al velivolo
Pressione dell'impianto
Velocità massima di volo in estrazione
4.2 Dati relativi al carrello
Area sezione frontale carrello
Coefficiente resistenza aerodinamica
Distanza cerniere e
Braccio di azione resistenza aerodinamica
4.3 Dati relativi all'accumulatore
Pressione di pre-carica accumulatore
Temperatura iniziale accumulatore
Volume accumulatore
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5. Sviluppo dei calcoli
5.1 Sovradimensionamento dell'area dell'attuatore
5.2 Intervallo di temperatura per il funzionamento dell'accumulatore
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6. Presentazione dei risultati
6.1 Forza generata dall'accumulatore in funzione della corsa dell'attuatore
6.2 Pressione generata dall'accumulatore in funzione della corsa dell'attuatore
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