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2.1. IL SISTEMA AMS DEL CEDAD
CEDAD
Il (CEntro di DAtazione e Diagnostica) è un centro di ricerca e
servizi del dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del
Salento, che dispone di tecnologie nucleari ed ottiche per applicazioni in
svariati campi di ricerca, dalla fisica all’ingegneria, dall’archeologia alla
biologia, alla medicina legale, all’ambiente e molti altri ancora. Esso è
anche il primo centro italiano (e uno dei pochi in Europa) a disporre di un
TANDETRON
acceleratore di particelle di tipo (Fig. 2.1) per le datazioni
al radiocarbonio mediante la tecnica AMS e per le analisi dei materiali
mediante fasci di particelle.
Figura 2.1 – Il Tandetron del CEDAD
(nel rettangolo in rosso la linea AMS).
Il nome Tandetron deriva dal fatto che esso è un acceleratore di tipo
TANDEM, ovvero un doppio acceleratore lineare, dove le particelle vengo
accelerate 2 volte. Prodotto in Olanda, è un acceleratore ad Alta Tensione,
arriva a lavorare, infatti, a una tensione pari a 3 MeV (Mega Volt, 3 milioni
di Volt), accelerando le particelle sino ad una velocità di milioni di metri al
secondo. 25
All’acceleratore Tandetron sono connesse quindi 5 linee di fascio, ognuna
delle quali determina un tipo di analisi differente, e sono rispettivamente:
Accelerator Mass Spectrometry (AMS).
Ion Implantation.
Rutherford Backscattering Spectrometry (RBS) / Channeling.
Particle Induced X-ray Emission (PIXE) / Particle Induced
Gamma-ray Emission (PIGE).
µ-probe.
Nuclear
Per le finalità interessate dal nostro studio, si analizzerà nel dettaglio
esclusivamente la linea AMS.
2.1.1. I TRATTEMENTI DEL CLAMS
Come anche esposto nel capitolo precedente, un campione, prima di
arrivare sul tavolo del laboratorio per essere analizzato e quindi datato,
deve subire una serie di trattamenti tesi a eliminare eventuali
contaminazioni che possano falsare il risultato finale. In particolare, poi,
nel momento in cui si decide di effettuare una datazione mediante AMS, il
campione deve necessariamente trovarsi allo stato solido, o meglio
grafitizzato.
Le contaminazioni di un campione che possono portare ad un alterazione
della datazione finale, possono essere suddivise sostanzialmente in 2 tipi:
Contaminazioni in SITU,
1) ovvero legate all’esposizione
all’ambiente di provenienza del campione, al suo degrado naturale
e alle trasformazioni diageniche (come ad esempio crescita
fungale, intrusioni di radichette, assorbimento acidi umici,
inclusioni successive di carbonati tramite acque freatiche etc.).
26
Contaminazioni esterne o ESOGENE,
2) in altre parole quelle che
avvengono durante il campionamento, la raccolta e la
conservazione del campione (ad esempio la cenere di sigaretta,
frammenti di cibo, carta ovattata etc.), quelle che avvengono
durante la fase di combustione, di grafitizzazione, di pressione o
persino durante le fasi della misura stessa con l’acceleratore.
CLAMS
Ed è per tutti questi motivi che il CEDAD dispone anche del
(Chemical Laboaratories for Accelerator Mass Spectrometry), dei
laboratori che sottopongo il campione da datare a pretrattamenti di natura
sia fisica che chimica:
PRETTRATAMENTI FISICI, è applicato a tutti i tipi di campione
di materiale organico ed inorganico:
- Il campione è inizialmente osservato al microscopio ottico.
- Vi è la rimozione delle contaminazioni più evidenti (radichette,
inclusioni di sedimento, incrostazioni, minerali etc.).
- Separazione di frazioni di campione non coevi o di diversa
natura, per la datazione di confronto.
- Riduzione del campione in frammenti di ridotte dimensioni per
aumentare la superficie sottoposta ai successivi trattamenti
chimici.
PRETRATTAMENTI CHIMICI, si differenziano in base alla natura,
quantità e grado di contaminazione del campione da analizzare:
- Per i campioni di natura organica (ossa, carboni, sedimenti etc.)
viene utilizzato il sistema AAA (alcalino, acido, alcalino).
- Per i campioni di natura inorganica (carbonati, conchiglie etc.)
viene utilizzato l’HCl (acido cloridrico).
27
- Sono tutti trattamenti più aggressivi di quelli fisici, con rimozione
di contaminanti fortemente assorbiti dal “BULK” (corpo) del
campione (ad esempio materiali utilizzati per le fasi di restauro o
consolidamento dei reperti come colle, cere o resine).
Inoltre il trattamento chimico acido, condotto prevalentemente con HCl,
di origine estrinseca, vale a dire
permette al campione di liberarsi della CO
2
di quella presente all’esterno del campione quando esso non è ancora stato
ripulito dai fattori di contaminazione di origine esterna.
Come detto, il campione, prima di essere analizzato nell’acceleratore, deve
essere portato allo stato solido e trasformato quindi in grafite. Ed è proprio
per questo che, una volta trattato ed eliminato dagli eventuali agenti
contaminanti, il campione è convertito in CO ; la conversione può avvenire
2
in 2 modi differenti: COMBUSTIONE.
- Per i campioni organici, la CO è prodotta per
2 ACIDIFICAZIONE.
è prodotta per
- Per i campioni inorganici, la CO
2
Ottenuta la CO , per riportarla allo stato solido e convertirla in grafite, essa
2
è fatta reagire a 600°C con dell’Idrogeno (H) “puro”, ovvero un’H trattato
ed eliminato da qualsiasi presenza di Carbonio che altrimenti potrebbe
contaminare e falsare al datazione finale, e con 2mg di Ferro (Fe); per lo
stesso motivo viene anche eliminata l’H O di formazione. La reazione che
2
si genera è detta Riduzione Catalitica su polvere di Ferro, o:
REAZIONE DI BOSCH
Fe (2mg)
CO + 2H C + 2H O
2(g) 2(g) (s) 2 (s)
600°C L’acqua è solida perché portata
g = gassoso Il Carbonio ad una temperatura inferiore ai
s = solido convertito in grafite 0° e quindi congela.
28
Figura 2.2 – Sistema di grafitizzazione del CLAMS.
Il CLAMS è dotato di un sistema automatizzato per la preparazione dei
campioni da datare tramite AMS, che consente di grafitizzare, mediante
riduzione catalitica su polvere di ferro a 600°, fino a 8 campioni
contemporaneamente per una durata totale di circa 4 ore (Fig. 2.2 e 2.3).
CELLA DI
GRAFITIZZAZIONE Trasduttore
di pressione Cella di raccolta H O
2
di reazione (-10/-20°C) Alloggiamento
Ampolla di Trasporto
CELLA DI GRAFITIZZAZZIONE, raccoglie la grafite
prodotta; riesce ad immagazzinare fino a 200 millibar; qui
vengono inseriti i 2mg di polvere di Fe ultra puro (senza C).
La cella viene a sua volta inserita in un fermo a 600°C per
ottenere la reazione e quindi la grafite.
Figura 2.3 – Rappresentazione schematica del sistema di grafitizzazione.
29
2.2. LA MISURA CON AMS
Figura 2.4 – Rappresentazione schematica della linea di
Spettrometria di Massa con Acceleratore Tandem.
Dopo il trattamento e la conversione in grafite, il campione può finalmente
essere introdotto all’interno del sistema AMS per essere misurato e quindi
datato.
Lo scopo principale della misurazione è di identificare e contare gli ioni di
14 C rispetto alle altre specie atomiche e molecolari di massa simile,
andando quindi a eliminare le eventuali contaminazioni prodotte dalle altre
molecole che, nonostante possano essere presenti solo in traccia nel
campione (ovvero in “ppm”, in parti per milione), sono comunque
14
numericamente molto più abbondanti rispetto al C. La loro eliminazione
avviene attraverso un’analisi dispersiva, effettuata tramite l’uso
dell’acceleratore di particelle e di campi elettrici e magnetici che deviano le
traiettorie delle particelle cariche, in funzione della loro massa e della loro
carica. Non bisogna mai dimenticare poi, che il sistema AMS lavora in
condizioni di vuoto e a pressioni elevatissime.
30
2.2.1. LA SORGENTE IONICA
La sorgente è innanzitutto il luogo dove alloggiano i campioni; vi è, infatti,
una camera porta campioni costituita da un disco capace di ospitare fino a
un massimo di 58 campioni di grafite per volta, ognuno dei quali è
rispettivamente inserito in minuscole celle (dell’ordine di 2 mm).
Attraverso un sistema automatizzato, lo strumento estrae un singolo
campione per volta che va quindi ad essere inserito nella zona preposta
-
.
della sorgente ionica ad estrarre il fascio di C
TARGET
Il selezionato (ovvero il mio campione grafitizzato), viene
SPUTTERING ioni
quindi bombardato per da particelle pesanti quali
+ -
Cesio (Cs ), che portano all’estrazione del fascio di ioni negativi C ,
12 - 13 - 14 -
ovvero di C , C , C ed altre particelle che verranno in seguito
eliminate (Fig. 2.5). IONIZATTORE di
Tungsteno caldo
TARGET 100 °C
+
Cs -
C
+
Cs 12 -
Ovvero: C
13 - 14 -
C C
Figura 2.5 – Rappresentazione schematica della Sorgente Ionica.
31
Nella Sorgente Ionica la misura viene effettuata su 27 punti diversi, ciò
vuol dire che il campione viene bombardato dal fascio di ioni Cs per ben 27
volte; questa operazione è ripetuta per 7 – 8 volte (7x27) per cercare di
rendere la misura quanto più accurata e precisa possibile.
-
Terminata questa fase, il fascio di C prosegue la sua corsa sparato
all’interno dell’acceleratore.
2.2.2. L’ANALIZZATORE ELETTROSTATICO A 54°
-
Il fascio di C , prima di passare nell’acceleratore, deve attraversare quelli
che potrebbero definirsi come 2 veri e propri filtri, i quali permettono un
ulteriore scrematura degli atomi non interessati dalla misura (una prima
selezione avviene già con la reazione che determina la creazione del
fascio). Il primo è il cosiddetto Selettore (o Analizzatore) Elettrostatico a
54° che, in base al rapporto Energia/Carica (E/q), determina la separazione
dal fascio solo ad una prestabilita categoria di particelle, decisa in prima
analisi dall’operatore nel momento in cui è stabilita la tipologia di misura
da effettuare.
In funzione del rapporto E/q, con l’ausilio di un campo elettrico, gli ioni
sono deflessi lungo una traiettoria circolare di raggio R, che si esprime con
la formula: ∆V
R = 2 E d / q
Dove:
R = raggio di curvatura
E = energia
d = distanza tra gli elettrodi (o armature)
q = carica
∆V = differenza di potenziale (= 7890 Volt)
32
2.2.3. IL BOUNCER_INIEZIONE SEQUENZIALE
Il secondo “filtro” segue pressappoco i principi di funzionalità del selettore
a 54°, ed è il cosiddetto BOUNCER. Esso è costituito da un magnete che
attraverso la produzio