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ARCHEOLOGIA E ARCHEOMETRIA

dell'originale. L'operazione non è stata ben accolta poiché vista come una copia; per questo è stato richiesto di apporre una targhetta che identificasse il pezzo come un falso, in caso qualcuno avesse provato a rubarlo.

Tentativo di ricomporre una separazioneI reperti di Daesh tra il 2014 e il 2015 l'ISIS ha operato saccheggi e distruzioni a tappeto del patrimonio culturale siriano. I miliziani hanno fatto esplodere edifici, picconato statue e venduto reperti per finanziare le loro attività. Khaled al-Asaad, archeologo siriano e direttore del museo e del sito archeologico di Palmira, all'arrivo delle milizie di Daesh, si rifiutò di rivelare dove avesse nascosto i tesori archeologici più importanti e per questo fu ucciso.

Su questa linea, l'artista Morehshin Allahyari con il progetto "Material Speculation: ISIS 2015-2016" ha realizzato riproduzioni tridimensionali di oggetti

distrutti da Daesh in materiale trasparente, attraverso cui si può vedere una chiavetta USB che contiene tutte le informazioni su quell'oggetto perduto. Materializzazione della memoria attraverso la sua forma senza tentare una sostituzione.

È lecito e/o eticamente accessibile realizzare delle copie di reperti archeologici? Gli strumenti tecnici e tecnologici attuali permettono di realizzare repliche perfette di reperti archeologici piccoli, medi e grandi. Escludendo i casi di distruzione deliberata del patrimonio culturale, domandiamoci se una copia fedele aiuti a sottolineare e svaluti l'unicità del reperto. Realizzare una copia perfetta della tomba di Tutankhamon per farci entrare migliaia di turisti rende l'arte democraticamente accessibile a tutti o incita un turismo di massa bulimico nonché cieco e sordo alla fragilità del patrimonio archeologico?

21.10.20 LEZIONE NUMERO 6: LE MUMMIE EGIZIE

Le mummie fanno parte del nostro immaginario

come "morto che ritorna", dunque come un personaggio negativo. Esse hanno sempre suscitato un fascino particolare, che si rispecchia anche nella cinematografia. "Mumia" è il nome di una serie di medicinali a base di bitume, chiamato dagli arabi "mumiya". Dal XII secolo, il nome venne associato alle essudazioni scure che fuoriuscivano dalle bende delle mummie egizie, e infine confuso con le mummie stesse. Nacque un commercio di mummie che durò secoli, anche dopo il bando dell'esportazione di mummie imposto dall'Egitto nel XVI secolo. La polvere di Mumia Vera veniva ingoiata in pillole, mangiata, mescolata a tonici o inalata fino alla fine del XIX secolo. Un altro uso delle mummie era realizzare un colore marrone intenso (bruno di mummia), talvolta chiamato anche caput mortuum. Era composto da una mistura di pece, mirra e resti macinati di mummie umane o di gatto. Nel periodo d'oro di utilizzo di questo pigmento, non si

Riusciva ad importare abbastanza mummie dall'Egitto e venivano utilizzati i corpi di schiavi e criminali. Il successo di questo colore declinò verso la fine del XIX secolo quando i pittori si resero conto delle provenienze di questo colore. Questo fascino ambiguo della morte ha suscitato varie discussioni; tale fascino si riflette in maniera chiara nel modo in cui le mummie vengono esibite. Ad esempio, al Museo Egizio del Cairo è esposta la mummia del principe Pentawer (giustiziato o costretto ad avvelenarsi), la "screaming mummy". Altra mummia è la "younger lady"; mentre il danno al petto è dovuto all'azione di ladri alla ricerca di gioielli, il danno al volto potrebbe essere stato inflitto ante-mortem. Il Museo delle mummie di Guanajuato, Messico, espone i resti di persone morte durante un'epidemia di colera nel 1833, riesumati per riutilizzare i lotti del cimitero. Mummia del Similaun (ca 3300-3100 BC) rinvenuta accanto.

al ghiacciaio Similaun, è anche nota con il nomignolo di Otzi, dal nome della valle limitrofa Otztal. Inizialmente si pensò fosse un alpinista di epoca moderna e il corpo fu danneggiato durante le operazioni di recupero e trasporto a Innsbruck. Una volta compresa l'importanza del ritrovamento, la mummia fu contesa tra Italia e Austria. Dopo attente misurazioni fu stabilito che era stata rinvenuta a pochi metri dal confine in territorio italiano. Fu dunque spostata in Italia dove è conservata presso il Museo archeologico dell'Alto Adige a Bolzano. L'installazione museale è basata sulla ricostruzione dell'aspetto della persona e della sua cultura di appartenenza, analizzata attraverso gli oggetti rinvenuti insieme al corpo, che è conservato in una stanza climatizzata, visibile solo attraverso una finestrina. Guardarci o non guardarci dentro non modifica l'esperienza del visitatore che può

Scegliere se farlo ono e mantiene comunque una certa dignità del corpo. Un sistema analogo è quello utilizzato dal Museo Egizio di Torino. Il corpo e gli oggetti funerari della mummia predinastica sono conservati in una teca con i lati opachi; i bambini possono vedere l'interno solo se sollevati da un adulto. Un metodo analogo è stato utilizzato per le mummie delle Tre Sorelle; le mummie intatte sono delle sorelle Tamit, Tapeni e Neferrenepet. L'unica mummia di cui è stato esposto il volto è posizionata al centro in posizione defilata. Può essere solo intravista. La mummificazione in Egitto divenne un'arte complessa. La mummificazione parte dall'origine dell'osservazione dei corpi; se seppelliti in terreno secco e sabbioso si trasformano in mummie naturali. L'ispirazione della conservazione del corpo nasce dunque dall'osservazione dei corpi sepolti in natura. Venivano utilizzate sostanze applicate sui corpi.

Nell'Antico Regno il corpo veniva probabilmente disseccato nel natron (sale), trattato in superficie con sostanze conservanti e poi, grazie a bende e riempimenti, si cercava di mantenere la forma originaria. Gli organi interni venivano lasciati in situ. Nel Medio Regno, la tecnica di mummificazione andò sviluppandosi: iniziò la tradizione di rimuovere le viscere, probabilmente dall'ano, e talvolta anche il cervello. Il corpo veniva seccato nel natron. Nel Nuovo Regno la rimozione del cervello divenne standard attraverso il naso e delle viscere attraverso un taglio nell'addome. Il corpo veniva seccato nel natron e accuratamente bendato. I visceri venivano seppelliti in quattro vasi, chiamati vasi canopi che avevano le fattezze dei quattro figli di Horus. Il cuore veniva lasciato nel corpo, il cervello veniva buttato via. Il risultato di questa mummificazione precisa ha dato come frutti delle conservazioni impressionanti che possiamo vedere al giorno d'oggi.cassa era decorato con scene e testi sacri. Durante il Nuovo Regno, i sarcofagi diventano sempre più elaborati, con dettagliati rilievi e dipinti che rappresentano il defunto e le divinità. Alcuni sarcofagi erano anche realizzati in legno dorato o in pietre preziose come il granito o il basalto. Le tombe dei faraoni erano vere e proprie opere d'arte, ricche di decorazioni e affreschi che rappresentavano la vita del defunto e il suo viaggio nell'aldilà. Le pareti delle tombe erano dipinte con scene di caccia, battaglie, feste e rituali religiosi. I testi sacri, come il Libro dei Morti, venivano anche scritti sulle pareti per guidare il defunto nel suo percorso verso l'aldilà. Le tombe dei faraoni erano anche piene di tesori e oggetti preziosi, come gioielli, vasi di alabastro, statuette e amuleti. Questi oggetti erano considerati necessari per la vita dopo la morte e venivano seppelliti con il defunto per assicurargli una vita eterna. In conclusione, l'arte funeraria dell'antico Egitto era estremamente ricca e complessa, riflettendo la profonda spiritualità e la credenza nella vita dopo la morte di questa antica civiltà.

La cassa era dotato di occhi wedjat e di falsa porta, per permettere al morto di avere un contatto con il mondo esterno attraverso la parte di sarcofago davanti al suo volto. La falsa porta rappresentava il punto di contatto tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. Dopo i sarcofagi a bande, compaiono i sarcofagi "rishi" nel corso della XVII dinastia, parola araba che significa piuma. Venivano infatti decorati da piume che riprendevano le ali di Horus, rappresentato da un falcone, che avrebbe dovuto proteggere il corpo del morto. All'inizio del Terzo Periodo Intermedio, costruire una tomba elaborata era divenuto difficile. Compaiono dunque i sarcofagi gialli, il cui colore è dovuto al fatto di essere ricoperti di un pigmento che fa riferimento all'oro. Tutto ciò che prima veniva illustrato, rappresentato e scritto all'interno della tomba, adesso le scritte vengono messe sulle pareti del sarcofago. Tali sarcofagi sono istoriati interamente.

Convignette e testi sacri dai quali si voleva essere accompagnati nell'aldilà. Anche l'incavo del sarcofago interno veniva ricoperto di scritte. La tomba entra tutta completamente nel sarcofago. Elemento molto importante sono le maschere funerarie, che riprendevano le fattezze della persona. Queste maschere hanno una loro evoluzione che nel periodo greco-romano approda ai ritratti del Fayum. Anziché realizzare maschere venivano realizzati dei ritratti su tavolette che venivano collocati sulle mummie al posto del volto. Le mummie sono oggetti o persone? È giusto esporle nei musei?

28.10.20 LEZIONE NUMERO 7: LE MUMMIE EGIZIE, OLTRE LE MISURE 5 ARCHEOLOGIA E ARCHEOMETRIA

Tecniche di indagine. Esame di una mummia di Paul Dominique Philippoteaux, 1891 è dipinta la mummia della Sacerdotessa Tausara, della Ventunesima Dinastia, che era stata rinvenuta a Deir al-Bahari da archeologi presenti nel dipinto. Si racconta che in Europa e Gran Bretagna venivano

Organizzati i mummy party in cui vi erano riunioni in cui venivano bendate le mummie. Una nota amargine del dipinto riporta i nomi degli uomini rappresentati ma non delle spettatrici donne.

1908: L'antropologa Margareth Murray sbenda una mummia evento storico perché si tratta di uno dei primi esami condotti in maniera più scientifica e perché tale esame fu condotto da una donna.

Nei primi anni '70 al Cairo la mummia di Ramses II fu studiata da un medico francese che scoprì un fungo molto pericoloso; per questo il corpo del faraone fu trasportato a Parigi per essere sottoposto ad analisi. Per adeguarsi alla legge francese, le autorità egiziane emisero un passaporto per permettere a Ramses II di raggiungere la Francia e nei moduli venne identificato come faraone deceduto. Al suo arrivo fu accolto con tutti gli onori riservati da un capo di stato straniero. Ramses II rimase a Parigi 8 mesi, durante i quali fu sottoposto ad avanzate analisi.

Il sarcofago di Kha, rivenuto nella sua tomba intatta nel 1906 da Ernesto Schiaparelli, direttore del Museo Egizio di Torino e della Missione Archeologica Italiana, fu lasciato e conservato quanto più intatto possibile. I vasi di alabastro conservati furono lasciati intatti e chiusi. Schiaparelli decide di non sb

Dettagli
A.A. 2020-2021
16 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vittoria.prencipe1997 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia e Archeometria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Rossi Corinna.