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Categorizzazione delle informazioni percepite
Il principio di economizzazione cognitiva prevede che le informazioni vengano categorizzate in insiemi che al loro interno hanno elementi simili per caratteristiche come: età, sesso, appartenenza etnica ecc... In questo processo vengono enfatizzate le somiglianze degli elementi entro il gruppo e le differenze tra gli elementi appartenenti a gruppi diversi. Gli schemi cognitivi si formano a partire dal processo di categorizzazione. Riguardano tutte le informazioni che possediamo di un determinato elemento. L'ascolto dovrebbe modificare tali schemi, integrando le informazioni in entrata con quelle già possedute, anche se gli schemi risultano molto resistenti al cambiamento. Per tale loro caratteristica, possono talvolta distorcere la percezione o/e la memoria. Esempi di schemi: di sé, della situazione, della persona... Non potremmo modificare i nostri schemi (e non potremmo affatto possederne, forse) se non fossimoDotati di memoria e della sua caratteristica di rievocazione. La memoria infatti è un elemento importantissimo nel processo di ascolto, e viene subito dopo l'attenzione. Possiamo individuare tre magazzini di memoria:
- Registro sensoriale, ci consente di mantenere viva per pochi secondi la traccia della sensazione, cioè di qualcosa che abbiamo visto o sentito
- MBT: mantiene le informazioni da pochi minuti a poche ore. È una memoria attiva, anche detta di lavoro, cioè richiede sforzo cognitivo per essere mantenuta. Tramite l'utilizzo di strategie di memoria, le informazioni vengono trasferite nella memoria a lungo termine. Le strategie più comuni sono: ripetizione subvocale, evidenziazione percettiva, associazione semantica, tecnica dei loci, uso di acronimi...
- MLT: ha una capacità illimitata, sia in termini di tempo che di spazio. Il problema infatti non riguarda l'immagazzinamento ma piuttosto la rievocazione. Fattori che
"o no?" o domande doppie "o...o...?"
Soluzione del problema: si fornisce una soluzione che il soggetto tenderà ad assumere anche se non la condivide
Supporto, sostegno, consolazione: si minimizza il problema
Tecniche di ascolto
L'ascolto prevede due fasi:
- Compresione, cioè elaborazione del significato, che si ottiene tramite la
- Recezione: degli aspetti verbali ma anche e soprattutto non verbali della comunicazione
- Elaborazione dell'informazione: decodifica del significato in base ad aspetti relativi al contenuto, allo scopo della comunicazione, alla modalità con la quale l'interlocutore si presenta
Verifica e supporto
Riformulazione, rimandare al soggetto quanto appreso per mezzo di
- Parafrasi: altre parole
- Riepilogo: usare le stesse parole del soggetto ma facendo una sintesi
- Correttiva:
- Figura-sfondo
- Critica
- Delucidazione
- Confronto: utilizzato quando degli enunciati (verbali e non verbali)
sicontraddicono
Domande esplorative, (chiuse, aperte, semistrutturate) indagare meglio certi aspetti.
Silenzio
Parlare
Ognuno di noi è dotato di una èndoxa, cioè di una opinione rispetto al mondo. Questa opinione ci consente di argomentare i nostri punti di vista in modo fluido e scorrevole. Alcuni teorici sostengono che si comunichi per modificare le èndoxa altrui. Se, infatti, la nostra comunicazione non avesse una valenza performativa (cioè se non avesse un effetto sugli altri) non saremmo inclini ad attuarla.
La modalità più comune di interazione è il conflitto.
Il conflitto può essere definito secondo una sequenza di fasi:
- Situazione scatenante
- Opposizione
- Resistenza
I momenti del conflitto sono:
- Scoppio
- Fase acuta: aumento dell'escalation
- Risoluzione
La risoluzione può essere ostacolata da alcune modalità di pensiero e da certe credenze.
Le modalità di pensiero riguardano:
- Pensiero
polarizzato (si vede tutto o bianco o nero, senza via di mezzo)- Filtraggio selettivo (prendere solo le informazioni che si ritengono coerenti alla propria opinione)- Ipergeneralizzazione
Fallacia del controllo si ha quando non si riescono a controllare gli eventi. Se si attribuisce una situazione negativa ad un evento esterno, si avrà il conflitto. Le modalità di controllo disfunzionale sono: ipocontrollo (si crede di non riuscire a controllare gli eventi) e ipercontrollo (si ha la pretesa di