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SS.
Heydrich passò a dirigere l’Ufficio centrale della polizia segreta prussiana a Berlino. Un settore
nel quale egli riuscì a ritagliarsi uno spazio di assoluta autonomia fu quello dei campi di
Nella primavera del 1934 erano stati smantellati quasi tutti i campi di
concentramento;
concentramento non ufficiali messi in piedi durante la fase di consolidamento del regime
18
nazista, il controllo di questi istituti di detenzione passò nelle mani delle SS.
Nonostante i numerosi tentativi compiuti dalle autorità giudiziarie e dal ministro dell’Interno
per ridimensionare o abolire il sistema della “custodia l’autonomia dei capi
Frick preventiva”,
delle SS e della Gestapo nella gestione dei campi di concentramento e della custodia di polizia
aumentò invece di diminuire grazie all’appoggio diretto di Hitler. Infatti, anche se Frick aveva
formulato proteste tendenti a ridurre la portata della “custodia preventiva”, di fatto, la polizia
himmleriana poté contare sul sostegno del capo del governo ogni volta che si verificavano
gravi violazioni alle regole imposte dal ministro dell’Interno. Frick nel 1935 protestò anche
contro gli abusi commessi sotto la custodia preventiva e contro la mancanza di sicurezza
legale per i cittadini del Reich.
Il si ebbe con il decreto hitleriano del
trionfo di Himmler sul ministro dell’Interno 17 giugno 1936,
che creò una nuova autorità centrale nella figura del capo della polizia tedesca fondendola
con la carica politico-pratica delle SS. In questo modo, anche se in qualità di direttore
nazionale della politica Himmler rimaneva subordinato a Frick, il suo ruolo di capo delle SS lo
mise in condizione di rispondere esclusivamente agli ordini di Hitler. Qualche settimana dopo
la fusione della polizia politica e di quella criminale in una nuova entità, la polizia di sicurezza,
portò alla formazione di una sfera decisionale e di influenza, per la polizia, completamente
autonoma dai consueti canali legali. Un ultimo passo in tale direzione fu compiuto nel 1939,
quando la “polizia di sicurezza” incorporò il servizio di sicurezza (SD) della NSDAP.
La magistratura ordinaria era ormai ridotta alla difensiva avendo accettato che la supremazia
assoluta di Hitler si affermasse all’interno e al di sopra della legge. Essa si estraniò
completamente dalle illegalità che lo Stato compiva, lasciando alla gestione degli organi di
polizia materia come la custodia preventiva e i campi di concentramento.
Vero la fine degli anni Trenta alcuni avvocati difensori si videro costretti a chiedere pene più
severe del previsto per i loro assistiti, sperando che questi fossero portati nelle prigioni di
Stato e non nei campi di concentramento.
Nel corso della guerra le interferenze di Hitler sui procedimenti giudiziari divennero più
Thierack
frequenti. Mentre la sostituzione nel 1942 di Gurtner con segnò la definitiva
capitolazione della giustizia ordinaria difronte al forte potere degli organi esecutivi di polizia. Il
(ultima riunione del Reichstag) venne ratificata la posizione di Hitler come capo
26 aprile 1942
supremo della giustizia sciolto da qualsiasi responsabilità verso la legge. L’erosione completa
dell’ordinamento legale e la costruzione di un corpo di polizia devoto ai valori dell’ideologia
nazionalsocialista contribuirono a creare quel clima e a forgiare quegli strumenti necessari per
l’imposizione assoluta del potere hitleriano e alla realizzazione dei suoi obiettivi.
Il giorno della nomina a capo della polizia tedesca, Himmler aveva annunciato che il suo
obiettivo era creare un corpo di polizia unito con l’ordine delle SS responsabile della difesa
interna della nazione contro il bolscevismo. Ben presto cominciò a prendere forma una nuova
polizia politica
idea del ruolo della vista come solo corpo responsabile della difesa dello
Stato, i cui membri dovevano considerarsi come componenti di un’unità di combattimento.
Questo organo fu così in grado di espandere la sua sfera operativa proprio in quei compiti che
meglio offrivano un servizio al Fuhrer, cioè perseguitando quelle categorie di cittadini
comprese sotto l’etichetta di “nemici dello Stato e del Popolo”.
La creazione di un apparato repressivo le cui finalità ideologiche erano strettamente collegate
al Fuhrer, fu un fattore decisivo per l’esercizio del suo potere, ma è sbagliato immaginarsi una
popolazione al potere della Gestapo. Durante il Terzo Reich
sottomessa contro la propria volontà
Hitler e la polizia godettero del sostegno di gran parte della popolazione e della società. La
maggior parte dei casi trattati dalla Gestapo iniziò da denunce partite dai cittadini comuni. La
legge del contro le cospirazioni politiche vietò la manifestazioni di opinioni
21 marzo 1933
offensive verso lo stato e aprì le porte a un’ondata di denunce le cui motivazioni politiche
erano soprattutto personali.
spioni
Senza il contributo degli “ ” che volevano collaborare con il Fuhrer consegnando per un
motivo qualunque i loro concittadini nelle mani della Gestapo, un sistema come quello nazista
basato su paura e terrore avrebbe avuto scarso successo. 19
IV - Potere plebiscitario
Il nazismo al potere mostrò un dinamismo che lo distinse dagli altri regimi autoritari di destra
esistenti a quel tempo. Lo stato hitleriano non perse in nessun momento la sua forza
dinamica, né si stabilizzò mai in un semplice autoritarismo repressivo di stampo conservatore-
reazionario. Regime caratterizzato da energia incessante, accelerazione continua e
radicalizzazione cumulativa che non trovarono paragone con l’Italia di Mussolini o la Spagna di
Franco.
La convinzione più diffusa in quei tempi era che l’ascesa di Hitler alla carica di cancelliere si
sarebbe placata in poco tempo e che le èlites tradizionalmente dominanti sarebbero tornati al
potere. Si pensava che Hitler avesse pochissime possibilità di consolidare il proprio potere
perché si pensava che gli obiettivi politici tradizionali avrebbero avuto la meglio nella
Germania nazionalsocialista.
L’espansione del suo potere, la progressiva radicalizzazione e la dinamica incessante di
questo regime, però, non si possono attribuire solo alla personalità e ai disegni ideologici di
Hitler ma erano legate al consenso che le masse diedero al nazismo.
Il consenso delle masse non derivò dalla condivisione delle ossessioni ideologiche personali o
dalla sua visione del mondo che aveva Hitler, ma dal fatto che egli riuscì a dar voce alle
ciò bastò
speranze allora diffuse di rinascita nazionale e di vittoria finale sui nemici della Germania:
a garantire al potere del Fuhrer una base plebiscitaria.
Il consenso di base
Prima del 1933 la NSDAP era riuscita ad unificare componenti molto disparati della società
tedesca, mescolando alla propaganda dell’odio l’evocazione di una rinascita della Germania
incentrata sulla creazione di una “comunità popolare” (Volksgemeinschaft). Dal 1929-1930 in
poi, lo fece della NSDAP il partito politico più
sviluppo delle sue strutture organizzative
attrezzato di ogni altro a far presa sugli strati più ampi della popolazione, riuscendo a
convogliare le loro incertezze e aspettative materiali nella convinzione psicologica e nella fede
idealistica che i problemi del Paese potevano essere risolti attraverso quella rinascita
nazionale che solo il nazionalsocialismo, con Hitler, poteva realizzare.
Finché fu in vigore il sistema democratico la NSDAP restò una tra le diverse organizzazioni
politiche in gara e non tutti coloro che nel marzo 1933 continuarono a sostenere altri partiti
politici rifiutarono in blocco ciò che i nazisti proclamavano. Infatti, la maggioranza di coloro
che non votò Hitler nel 1933 (già cancelliere e già presente la repressione) si convertì in
qualche modo al nazismo negli anni precedenti al 1939, ciò perché coloro che avevano
continuato a opporsi apertamente a Hitler non potettero più farlo dopo il 1933, essendo stati
obbligati al silenzio o incarcerati; a ciò si aggiunse il monopolio imposto dai nazionalsocialisti
sui mass media dopo la presa del potere, che offrì alla loro propaganda nuove opportunità di
distorcere la realtà e di manipolare l’opinione pubblica. I successi della propaganda
dipendevano dalla capacità di richiamarsi ai valori sociali o politici esistenti e di interpretarli.
I dalla politica culturale nazista si ricollegavano alle aspettative e alle delusioni
motivi sfruttati
della storia dell’impero tedesco, ma ancor più ai traumi della guerra, della sconfitta e della
rivoluzione. La Germania di Weimar era stata dilaniata da crisi e ribellioni di ogni tipo, si
cercavano sentimenti di lealtà e di unione del corpo sociale. Le divisioni profonde che
laceravano il Paese nutrirono un vivo sentimenti di unità che trovò risonanza negli slogan
nazisti a favore della “comunità popolare”. La paura viscerale del marxismo largamente
diffusa tra la media e l’alta borghesia tedesca e resa più concreta dagli orrori dallo Stato
sovietico, garantiva un sostegno immediato a qualsiasi governo che si mostrasse capace di
rimuovere queste ansie per sempre. L’umiliazione nazionale e la rabbia per il trattamento
dato alla Germania dalle potenze vincitrici della Prima Guerra Mondiale incoraggiavano la
disponibilità ad accogliere una politica estera audace che affermasse i diritti della Germania a
partire da una nuova posizione di forza militare. In aggiunta a tutto ciò i danni e i risentimenti
alimentati dalle tensioni sociali della guerra dall’iperinflazione e dalla successiva depressione
fornirono un ampliamento del consenso. 20
Questi sentimenti portavano a mettere in discussione anche la legittimità dei privilegi sociali
derivati dalla nascita e dal denaro. Venne così a crearsi una nuova élite costituita da uomini di
successo che diventarono tali con l’impegno.
Avrebbe incontrato un grande favore uno Stato che si fosse mostrato capace di agire con
determinazione spietata non solo nello sventare la minaccia marxista alla priorità, ma anche
nell’estirpare ed eliminare gli elementi di debolezza della società. A queste reazioni si
innestarono l’invidia e il rancore nutriti per la posizione occupata dagli ebrei ed è su ciò che
giocò la propaganda nazista rafforzando l’opinione che gli ebrei non solo fossero differenti, ma
che esercitassero anche un’influenza negativa sul corpo sociale.
Lo stesso genere di sentimenti portò anche al rifiuto dell’intromissione dello Stato weimariano
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