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NAFTA

condizioni poste da questo accordo che voleva impedire un’immigrazione sistematica verso gli USA, ma

all’atto pratico è sempre stato interpretato come un accordo destinato a formalizzare il controllo USA sull’area

latino-americana, è stato visto come un accordo imperialista. Sicuramente questi contrasti sono meno

preoccupanti rispetto a quelli con altre civiltà.

2. AFRICANA  primo problema: seguito da tutela dei , legato

immigrazione, diritti umani terrorismo

all’ che x H. è elemento importantissimo. Il problema immigrazione di x sé comporta

immigrazione

conseguenze negative. Il problema dei diritti umani è quello principale in relazione ai numerosi conflitti

presenti nell’area. Un altro aspetto è la : si è tentato di bloccare tentativi di

proliferazione nucleare

raggiungere e perfezionare armamenti (Sudafrica). L’altra questione simile a latino-americana: dipendenza

economica dall’occidente, essendo area sottosviluppata.

3. ORTODOSSA  sono sicuramente relazioni + distese oggi di quelle che descrive H. i problemi tra queste 2

civiltà derivano soprattutto dalla relazione tra USA e Russia. H. sottolinea anche come il cambiamento delle

relazioni tra occidente e civiltà ortodossa dipende molto dai problemi comuni che si iniziano ad avere negli

anni ’90 e cioè la minaccia del terrorismo islamico. Si supera il problema del veto in occasione della guerra

del golfo. La presenza di una minaccia comune è importante x capire come le relazioni tra queste 2 civiltà

siano cambiate. Rimangono comunque alcuni problemi irrisolti. Il 1° è la NATO, quindi il problema della

(molti paesi dell’est-Europa sono entrati nella NATO ). Il 2° è la tutela dei e in

sicurezza diritti umani

particolare la democrazia (involuzione di molti paesi) anche se non in termini africani o latino-americani. C’è

poi l’aspetto della eredità del sistema bipolare, il traffico di armi o meglio gli

proliferazione nucleare aiuti

che la Russia fornisce a stati che rappresentano un problema x l’occidente : es. Iran. Il problema della

militari

proliferazione dell’Iran non può essere sganciato dagli aiuti russi. Dal punto di vista occidentale è stata

adottata la linea di intendere la possibilità di poter intervenire da parte della comunità internazionale nel

senso + ampio possibile: questi interventi non dovrebbero limitarsi a sanzionare le violazioni compiute al di

fuori dei confini nazionali, ma anche quelle all’interno. Questa interpretazione estensiva dell’occidente

provoca uno scontro tra civiltà occidentale vs. sinica, ortodossa vs. islamica. X Cina e Russia la cosa +

importante è tutelare la sovranità nazionale.

4. INDU’  problema dei ma il problema vero è quello della X chi vuole

diritti umani, proliferazione nucleare.

cercare di mantenere l’ordine quell’area pone diverse questioni dal punto di vista delle contese territoriali

(lungo conflitto tra India e Pakistan) che hanno messo in contrasto civiltà sinica e islamica con civiltà indù. Un

altro problema è quello dei livelli di sviluppo economico ( ) tuttora evidente che sottolinea come le

povertà

relazioni con l’occidente ne siano influenzate. Vi è una dipendenza dall’occidente.

5. SINICA  primo problema: seguito da Il problema delle

diritti umani, proliferazione nucleare. contese

tra Cina e Giappone, ma anche su tutti i confini . È un elemento importante perché va considerato

territoriali

che dal punto di vista della sua politica estera non viene considerata una minaccia dall’occidente. La Cina ha

scelto di mantenere un basso profilo nella gestione della sua politica estera: non ha voluto risolvere le

contese territoriali che ha non solo con paesi nucleari come l’India ma nemmeno con paesi come il Vietnam.

Ha scelto di concentrarsi sulle relazioni economiche. Le relazioni non sono così tese perché ci sono

importanti interessi economici nonostante la Cina abbia rappresentato un’enorme sfida dal punto di vista

economico x l’occidente. La Korea del Nord crea maggiori problemi all’occidente soprattutto x il leader che

non tutela i diritti umani e x la proliferazione nucleare. E’ comunque interesse della Cina mantenere lo status

quo così riesce a controllare meglio l’area e anche gli USA non manifestano di voler rovesciare il governo

della Korea del Nord. La Cina ha comunque dei rapporti con buona parte del Medio Oriente e dell’Africa x

risorse energetiche. Questa necessità della Cina di mantenere la stabilità di questi approvvigionamenti non la

fa partecipare ad interventi che toccano la sovranità di determinati paesi.

6. ISLAMICA  rapporti + tesi. Ha forti punti di contrasto sia con la civiltà occidentale sia con quella ortodossa,

nel caso pakistano con quella indù. Primo problema con civiltà occidentale: , tutela ,

terrorismo diritti umani

e armamenti in generale . H. sottolinea come la sia uno dei problemi

proliferazione nucleare rinascita religiosa

fondamentali che spiega le relazioni conflittuali tra queste 2 civiltà. In molti paesi il tentativo di rovesciare

leader filoccidentali era x impedire i contatti con la civiltà occidentale (es. Iran). Questa rinascita si sviluppa

immediatamente dopo la fine delle ideologie e quindi va a sostituire e ricompattare il mondo islamico

sull’elemento religioso. Mentre con l’ideologia la civiltà islamica si era trovata divisa tra filo-sovietici e filo-

americani, la religione ha ricompattato. Il Pakistan tuttora è un caso ambiguo.

H. definisce le relazioni tra le 2 civiltà in 3 punti:

• Potere

• Cultura

• Reciproca interpretazione del bene e del male: x il mondo islamico la civiltà occidentale e gli USA

sono dominatori ma soprattutto interpretano avvenimenti es. Israele dotato di armamenti nucleari,

mentre paesi arabi vengono sanzionati, nel conflitto tra Israele e paesi arabi le sanzioni sono sempre

verso una parte. C’è una visione opposta di come può essere interpretato e applicato il diritto

internazionale. Anche l’immigrazione come abbiamo visto in precedenza costituisce un problema x i

kamikaze. H. parla di guerra strisciante perché tra le 2 civiltà c’è una situazione di conflitto costante

che in alcuni casi subisce fasi di escalation e nelle altre fasi di descalation si riduce la violenza ma

non vengono eliminati i conflitti. “La vera minaccia x il mondo occidentale non è il fondamentalismo,

ma l’Islam”. Proprio come cultura così diversa da quella occidentale che attraverso il terrorismo

manifesta la sua avversione x l’occidente.

Ultimamente si sta cercando di definire il ruolo di un 3° attore internazionale che sta assumendo una posizione

diversa e che fa capire l’importanza della ricostruzione della politica internazionale in cerchi concentrici e la

questione degli interessi nazionali: la Cina sta assumendo e cercherà di mantenere una posizione di neutralità

nella crisi Ucraina. Soprattutto è importante sottolineare come la Cina stenti a prendere le difese della Russia

proprio perché non è interesse nazionale cinese creare problemi nelle relazioni con l’occidente. Sullo sfondo

emerge il problema delle diverse culture e la maschera indossata da Mosca di porsi in posizione di guida dei

popoli slavi, ma si pone soprattutto obiettivi strategici in una situazione che rischia di degenerare soprattutto

perché il problema che oggi ritroviamo in Ucraina riguarda anche altre ex repubbliche sovietiche (es.

Bielorussia). L’atteggiamento dure della Russia potrebbe provocare reazioni anche in Bielorussia. Nelle relazioni

che si stabiliscono tra le varie civiltà assomiglia molto + a un sistema multipolare che bipolare che caratterizzava

la guerra fredda. La situazione quindi è + fluida, ma anche molto complessa.

 H. si sofferma su 2 conflitti che non sono ancora propriamente di faglia, ma

GUERRE DI TRANSIZIONE

hanno elementi di novità rispetto ai precedenti e sono quegli elementi che successivamente porteranno al

meccanismo dei conflitti di faglia. Analizza la GUERRA IN AFGHANISTAN (1979) che precede il crollo del Muro

di Berlino, e la 1° GUERRA DEL GOLFO (1991) che si colloca già nella fase post-bipolare e quindi dal punto di

vista cronologico è + difficile ritenerlo una guerra di transizione. Potrebbe forse essere considerato il 1° conflitto

di faglia, mancano però degli elementi.

INTERVENTO MILITARE SOVIETICO IN AFGHANISTAN: tale intervento si differenzia dai precedenti (Ungheria

’56, Cecoslovacchia ’68: si sviluppano in epoca ben definita dal bipolarismo e l’obiettivo fondamentale è bloccare

i tentativi di riforma sviluppatisi nei 2 paesi satellite e ristabilire il controllo di Mosca). L’Urss agisce secondo il

solito meccanismo dell’equilibrio bipolare: x garantire il proprio controllo in un’area che rischia di assumere

posizione indipendente. Gli USA tentano di finanziare i ribelli afghani x lo stesso motivo. È interesse USA che

l’URSS perda il proprio potere di controllo sul blocco sovietico: un eventuale tentativo di indipendenza afghana

era valutato positivamente anche x il ruolo che gli USA avevano in Pakistan che anche se ambiguo, x vari

decenni ha avuto posizione filo-americana. Il tentativo di rendere indipendente l’Afghanistan avrebbe costituito

un vantaggio strategico x gli USA. Qui H. separa nettamente le posizioni occidentali da quelle afghane. Non solo

i sovietici ma anche gli americani hanno ritenuto che questo conflitto fosse non diverso dai precedenti e di

conseguenza gli USA si comportano allo stesso modo cercando di sostenere i ribelli, invece la posizione

afghana era diversa. Qui x la 1° volta viene valutato il conflitto in modo + ampio: x i guerriglieri afghani questo

conflitto e la capacità di mettere in difficoltà un esercito molto + addestrato è una vittoria storica perché viene

considerata come un tentativo di sconfiggere l’invasore. Il concetto di invasore in quegli anni ancora veniva

valutato in termini neutrali: il successo contro l’Urss era in generale un successo contro tutti i paesi che avevano

cercato di sottomettere l’aera mediorientale. X la 1° volta un popolo musulmano ha la meglio su un non-

musulmano: questa visione rappresenta il punto cruciale, ma è una guerra di transizione anche perché ad

armare e sostenerli sono gli USA, ma anche altri paesi arabi. Non si tratta solo di appoggio logistico e politico:

l’Arabia Saudita fornisce oltre 3 miliardi di dollari. I paesi arabi hanno voluto finanziarli perché c’è l’elemento

comune dell’appartenenza alla stessa civiltà. C’è un co

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
21 pagine
9 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher BarbaraM92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politica internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Barbara Pisciotta.