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Per lo stesso motivo venne rifiutato anche l'aiuto delle ragazze del convento di suore che sorgeva a
pochi metri dall'Acquedotto Felice.
Viaggi ed esplorazione: di tanto in tanto venivano organizzate escursioni e viaggi. Inizialmente si
iniziò dalla montagna, spesso i ragazzi salivano sulla cima della montagna, guardavano in basso e
osservando quel paesaggio si sentivano liberi. Alcuni ragazzi non avevano rispetto per la natura e
gli altri esseri viventi, si divertivano a cacciare i nidi di uccelli. Don Roberto non riusciva a tollerare
questa cosa, ogni essere vivente ha diritto alla vita e vedeva in questi atti sadismo e un principio di
violenza.
Il viaggio permette di arricchire le conoscenze. I primi vennero effettuati in Italia (Toscana) mentre
gli altri in Svizzera. Qui fu più complicato adattarsi anche per la questione lingua, ma questo non
fece altro che innalzare il livello di esperienza.
Musica: l'ascolto della musica era importante. I ragazzi ascoltavano Beethoven, i canti spirituali e
quelli di lavoro. Ad alcuni brani si accompagnavano spiegazioni storico-letterarie e la sera si
affrontava il canto corale che non solo educava i giovani alla musica ma sviluppava in loro il senso
di unione e solidarietà.
Rapporto con la scuola pubblica: molti dei ragazzi la mattina frequentavano la scuola pubblica,
ma la situazione era difficile sia con i compagni che con gli insegnanti. Quest'ultimi li
consideravano incapace di seguire le lezioni, continuavano con le loro spiegazioni senza badare alla
difficoltà che i giovani delle baracche avevano. Spesso li insultavano, li invitavano a lasciare la
scuola e ad andare a lavorare nei pascoli.
Don Roberto provò a mettersi in contatto con gli insegnanti ma non trovò alcun supporto e
sostegno, una volta si scontrò con un maestro che usava la violenza per farsi ubbidire e che invece
di insegnare leggeva il giornale.
Gravi condizioni sanitarie: un problema serio nelle baracche era anche quello della salute. Le
condizioni igieniche erano disagevoli e questo favoriva la diffusione di malattie infettive soprattutto
tra bambini che spesso non riuscivano a sopravvivere. Ogni baracca aveva un'altissimo tasso di
umidità, si cercava di arginare il problema con isolanti ma con scarsi risultati.
Inoltre solo una piccola parte dell'Acquedotto era raggiunto dall'elettricità e gli altri erano costretti a
fare luce con candele e pericolose luci a gas. Nella scuola venivano usate sia le candele che una luce
a batteria ma questa ogni giorno doveva essere ricaricata in una officina vicina. I fastidi e le spese
erano tante così alla fine si decise per un'illuminazione a gas.
Verso il giugno 1970 venne avviato un progetto per illuminare l'Acquedotto con luce elettrica da
parte di alcuni extraparlamentari di sinistra. Quasi tutte le famiglie aderirono, vennero versate
tremila lire a famiglia e finalmente arrivò la luce. Il giorno dopo si presentarono anche i carabinieri.
Don Roberto avrebbe voluto fare le cose con calma e mettere la questione anche sul piano politico
ma dal di fuori si presero accordi per un allaccio abusivo alla cabina che riforniva di elettricità la
piccola parte dell'Acquedotto.
Nella confusione generale si diffuse la voce che era stato il parroco dell'Assunzione (don Paolo) ad
avvisare i carabinieri. Roberto, visto il modo in cui i baraccati avevano preso d'assalto la parocchia,
decise di mettersi in contatto con lui. Egli disse che ciò era vero e che voleva che la luce fosse
consegnata nella legalità. Don Roberto rispose che invece di accusare i baraccati avrebbe dovuto
accusare le autorità che non sono in grado di dirigere.
Lettera al sindaco: verso il Natale del 1968 a don Roberto venne in mente l'idea di scrivere al
sindaco, ma non fu lui a comporre la lettera, incaricò i ragazzi di scrivere i loro pensieri e desideri.
Tutti avevano il diritto di partecipare e mano mano venivano votati i pensieri e le riflessioni
migliori. Inizialmente fu difficili a causa della puerilità delle richiesta ma mano mano nacque un
testo elaborato e ben scritto. Don Roberto si occupò di assemblare le varie partite e di creare una
lettera unica. Questo era un grandissimo esercizio per sviluppare il senso critico e la riflessione.
La lettera venne pubblicata il 15 settembre del 1969. Attirò l'attenzione della stampa ma il sindaco
decise di non rispondere. La maggior parte delle persone accolsero la lettera con calore, questo era
la prova che i ragazzi non si vergognavano più della loro situazione tanto da avere la forza di
denunciare la condizione in cui si trovavano.
Tutte le sere i ragazzi si riunivano e parlavano degli eventi che stavano accadendo: la presenza dei
giornali, la non risoluzione della situazione denunciata, il silenzio del sindaco. Però non tutti
dimostrarono la stessa sensibilità, alcuni ne rimasero più colpiti mentre altri si mostrarono più
schivi.
Don Roberto a questo punto decide di lasciare la parrocchia per trasferirsi nelle baracche
insieme ai ragazzi ai quali insegnava. La decisione venne sollecitata da discussioni nate tra lui
e il viceparroco della parrocchia di San Policarpo. Egli infatti affermò che le sue prediche
erano causa di smarrimento e che quindi costituivano un pericolo.
Occupazione: verso la fine del settembre 1971, un dirigente dell'ex UNIA ( Unione nazionale
inquilini assegnatari) fece visita a don Roberto per promuovere alcune iniziative per i baraccati.
Si decise di occupare e i ragazzi si dimostrarono concordi con l'iniziativa. Alla fine aderì il 60%
della popolazione dell'Acquedotto Felice. L'occupazione avvenne il 29 ottobre 1971 e il giorno
dopo ci fu un accordo in Campidoglio in cui l'assessore prometteva di impegnarsi affinché le
persone più bisognose potessero ricevere un alloggio. Il problema fu che non intervenne sulla
proposta di requisizione ( atto giuridico che prevede un intervento da parte della pubblica
amministrazione sulla proprietà privata= occupazione non doveva avere lo scopo di conquistare
alloggi ma quello di ottenere qualcosa)
Venne approvato anche il censimento per le baraccopoli.
Il problema principale fu che i costruttori si rifiutarono di affittare in quanto le case perdevano
valore se erano presenti baraccati.
Il sogni di una casa a Natale svanì.
Dopo le vacanze natalizie fu necessario riprendere la lotta per la casa. Venne organizzata una nuova
occupazione che venne attuata il 4 febbraio alle ore 22.00. la polizia si occupò di farli tornare
nell'acquedotto e una volta tornati, con disappunto, iniziarono a discutere. La situazione era tesa e
non avevano ottenuto nulla.
Educazione sessuale: gli innamoramenti erano frequenti, alcuni erano segreti ed altri risaputi. Don
Roberto si occupò anche dell'educazione sessuale dei giovani mostrando grazie all'atlante sessuale
di Bompiani.
Lavoro: non tutti i ragazzi erano portati per lo studio, alcuni provavano un maggiore interesse per
le attività pratiche. Don Roberto decise di incrementare queste inclinazioni ideando un progetto di
un orto davanti alla scuola che i ragazzi avrebbero costruito e curato. Con una piccola spesa
vennero comprati gli strumenti di lavoro e una recinzione. Alcuni abitanti non erano concordo con
l'idea della recensione ma essa si dimostrò necessaria vista la possibilità di un danneggiamento da
parte dei cani o anche, involontariamente, da parte di macchine e persone. Vennero piantati fiori ma
anche piante prosaiche come carote, pomodori, frutta che non solo avevano fine didattico ma anche
produttivo infatti davano cibo ai baraccati.
Visto il successo dell'orto, don Roberto decise anche di ideare il progetto di un'officina, ma dopo tre
mesi di lavoro essa venne denunciata e le autorità misero don Roberto davanti a due scelte:
-Completare l'officina e essere sottoposto a un processo
-Demolire l'officina
Essa venne rasa al suolo il 6 gennaio 1971. La notizia si diffuse sui giornali e in molti dimostrarono
solidarietà.
Lettura: essa era un'attività fondamentale nella scuola. I genitori erano per lo più analfabeti e
quindi la sollecitazione non poteva arrivare dalle famiglie.
I libri letti non erano quelli usati normalmente nelle scuole, mano mano, quando i ragazzi iniziarono
ad accettare questa idea, si impegnavano nel sottolineare brani e parole che non capivano e poi
chiedevano spiegazioni. Don Roberto spronava a completare i libri che si iniziavano, era permesso
abbandonarli solo se erano davvero inaccettabili.
Si praticavano due tipi di lettura:
-Lettura individuale
-Lettura collettiva: don Roberto leggeva e gli altri ascoltavano. Si sviluppavano discussioni
interessanti, si imparava ad ascoltare e ad accettare le opinioni degli altri.
Relativo ai libri venne ideato un nuovo progetto che aveva come scopo quello di creare un libro di
testo prodotto dai baraccati composto da poesie, disegni, pensieri, riflessioni.
Il libro venne mandato agli editori nella primavera del 1971 e per fine maggio fu pronto. Esso venne
presentato ai giornali il 10 giugno 1971 e prese il nome di Non tacere.
Esso si basava su:
-Osservazione dell'ambiente circostante
-Conoscenza dei fatti lontani
Via dall'Acquedotto: il 6 gennaio 1973 giunse la notizia di dover lasciare l'Acquedotto infatti
l'Amministratore comunale aveva deciso di assegnare le case a Nuova Ostia. La notizia venne
accolta con diffidenza ma alla fine i baraccati furono costretti a partire. Il paesaggio all'arrivo si
mostrava desertico e il forte caldo ( lo spostamento definitivo avvenne in estate) esaltava ancora di
più questa caratteristica. La maggior parte delle persone rimpiangevano l'Acquedotto Felice.
Come i ragazzi della scuola 725 ricordano don Roberto e la scuola: elemento fondamentale
della scuola era il tema politico, l'impegno era all'ordine del giorno mentre la parola vacanza era
considerata una parolaccia. Ognuno aveva diritto alla parola a differenza della scuola pubblica e del
convento delle suore, tutti potevano esprimere i propri pensieri e questo veniva favorito da
discussioni interessanti e stimolanti che li riguardavano direttamente da vicino. La scuola
rappresentava una via di uscita, un'alternativa che permetteva loro di non essere considerati solo un
numero, ma persone aventi dignità. Don Roberto viene ricordato come un uomo severo e ligio alle
regole quando si trattava della scuola, ma anche come una persona affettuosa, generosa e divertente.
La scuola ha permesso di dare un nuovo senso alla lotta sociale, di comprendere il valore del
rispetto, della dignità e della solidarietà
Limiti:
-Le famiglie avevano pieno potere quindi spettavano a loro tutte le decisioni
-Il tema religioso all'inizio fu marginale, i sacramenti non venivano dati in quanto don Roberto
voleva rispettare la coscienza di ognuno, ma mano man