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ECOLOGIA, PACIFISMO E NONVIOLENZA: UN'UTOPIA CONCRETA

Costante è, nella vita di A., l'impegno per una reale svolta ecologica nella società. Negli anni '80 A. si dedica alla "conversione ecologica" e alla tutela dell'ambiente. Le sue intuizioni sono anticipatrici di temi oggi molto attuali: il debito estero del Terzo Mondo, la svolta ecologica, il rapporto problematico tra commercio e consumo. Ciò che ne contraddistingue il pensiero è la capacità a non ghettizzare i problemi ambientali, ma a farli uscire fuori, allo scoperto, tra la gente comune, a renderli semplici e quotidiani. A. conferisce alla difesa dell'ambiente una dimensione culturale, etica e spirituale. Il nucleo del pensiero verde di A. è quindi "un continuo integrarsi dell'uomo rispetto a se stesso, dell'uomo rispetto agli altri uomini e un continuo interrogarsi sul rapporto tra l'uomo e l'ambiente circostante e la"

responsabilità rispetto alla natura. Questa è un "utopia concreta", intesa come la consapevolezza che non bisogna adattarsi al pragmatismo quotidiano, ma che al tempo stesso questo non deve degenerare in un idealismo astratto e in un utopismo ideologico predicatorio. La conversione ecologica. La forte passione di A. per le tematiche ambientaliste nasce a partire dalla necessità di far uscire la realtà sudtirolese dalle strettoie del localismo per interessarsi a questioni più globali. Nel dicembre del 1982 si tiene a Trento un convegno che coinvolge sia i Verdi austriaci e tedeschi sia i nascenti Verdi italiani. A. contribuisce a organizzare questo convegno e inizia così la sua "semina verde" in Italia e dal tentativo di fare da intermediario fra la situazione italiana e le esperienze europee. La fondazione ufficiale della Federazione dei Verdi in Italia avviene il 16 novembre del 1986. A. distingue tra iverdi "di cuore" e verdi "di testa": quest'ultimi sono gli ambientalisti delle associazioni e dei circoli, con una formazione legata più ai libri che al contatto diretto con la natura, quelli che vivono nel mondo industrializzato; mentre quelli "di cuore" sono gli ambientalisti spontanei e veraci, i veri ambientalisti. A. crede che l'ecologia si caratterizzi per due aspetti essenziali, cioè come movimento utopistico e come movimento fondamentalista. Per movimento utopistico si intende "un movimento che aspira a qualcosa che non si ha o non si è, ma si vorrebbe avere o diventare, immaginando un possibile mondo migliore da realizzare nel futuro". Scopo dell'utopismo è una trasformazione profonda dell'attuale stato di cose liberato dello sfruttamento distruttivo dell'ambiente, l'equilibrio economico ed ecologico al posto dell'espansione e della crescita. L'intento èrealizzare un nuovo rapporto con la natura e l'ambiente. La seconda caratteristica dell'ecologia è il suo avere un'impostazione fondamentalista. Si definiscono fondamentalisti tutti i movimenti, gli atteggiamenti che in qualche modo affermano e praticano le loro estraneità al modello predominante ponendosi in maniera "perpendicolare" rispetto allo sviluppo, alla corrente di pensiero dominante. Fondamentalismo quindi non inteso nell'accezione più diffusa di negazione di tutto ciò che è nel mondo, ma come tentativo di far vivere altri valori, altre esperienze. Il fondamentalismo di matrice ecologista tende quindi a sostituire l'attuale atteggiamento di sfruttamento delle risorse ambientali con un altro tipo di logica. A. non ama molto parlare di ecologia, quanto piuttosto di "conversione ecologica", che si riferisce alla sua formazione religiosa, al desiderio di cambiare lasocietà veramente dal basso e di renderedesiderabile un mutamento negli stili di vita; conversione quindi come trasformazione del contestosociale, delle conoscenze e dei comportamenti individuali. La "conversione" implica una messa indiscussione di un modo di vita. La conversione ecologica quindi è la svolta necessaria e urgente cheoccorre per prevenire il suicidio dell'umanità e per assicurare l'ulteriore abitabilità del pianeta e laconvivenza tra i suoi essere viventi. Nel concetto di conversione è implicita una nota dicoinvolgimento personale, la necessità di un cambiamento personale ed esistenziale.La conversione ecologica non è possibile senza una conversione economica e una conversioneculturale.Consumi critici: il limiteSecondo A. l'uomo non viene gettato ne mondo da entità metafisiche, egli nasce nel mondo, nascedentro l'ecosistema e da subito interagisce con esso; egli è un

“affittuario” e non il padrone del mondo. Il rapporto tra uomo e natura dovrebbe infatti passare da quello di onnipotenza a quello della cura. L'approccio al mondo dovrebbe essere sostanzialmente cambiato. Si dovrebbe preferire il meno al più, ripensare al proprio stile di vita. Si tratta di privilegiare il benessere a lungo termine piuttosto che un appagamento immediato. A. propone a tal riguardo un ritorno a un concetto basilare: la semplicità, ovvero la contrazione degli standard di vita.

Il primo e fondamentale messaggio ecologico da dare è dunque quello di una vita semplice, di una vita che consumi poco, di una vita che abbia grande rispetto di tutto quello con cui si entra in contatto. Ovviamente questa politica di autolimitazione e contrazione verso una scelta di semplicità incontra un grande ostacolo: il consenso. Si tratta di una scelta volontaria di un cambiamento di logica e di atteggiamento prima di tutto a livello individuale. Le

motivazioni che generalmente vengono portate a favore della limitazione sono motivazioni "di paura" che non tengono a lungo termine: le motivazioni da promuovere sono invece essenzialmente due: una motivazione etica e una estetica. La scelta di limitazione si presenta anche come scelta di razionalità e A. ne distingue due forme: la "razionalità dei santi" e la "razionalità della gente comune". La prima è quella delle persone che aspirano a un bene universale e che sono felici di vedere felici gli altri; quella della gente comune cerca invece il proprio bene, il proprio piccolo bene, per sé, per la famiglia. Nel pensiero di A. è inoltre forte la presenza del concetto di austerità, inteso come contrazione del proprio stile di vita più compatibile con un benessere durevole e sostenibile per tutti. Ripensare al proprio stile di vita non in maniera riduttiva e punitiva, ma in maniera desiderabile, comeincentivi positivi e arricchenti alla vita dei singoli individui. Una volta stabilito cosa si dovrebbe fare e come si potrebbe migliorare il rapporto tra uomo e natura, occorre capire come suscitare nei singoli le motivazioni e gli impulsi necessari per rendere possibile questa svolta ecologica. La conversione ecologica deve diventare desiderabile, devono essere le persone stesse che si interrogano sul loro rapporto con la natura. A. ipotizza una serie di priorità al fine di raggiungere il benessere comune; prima di tutto è necessario affiancare ai normali bilanci finanziari presenti in ogni ambito della vita anche dei “bilanci ecologici”, ossia delle valutazioni dei reali vantaggi e delle reali perdite a livello ambientale. È necessario anche elaborare delle norme a difesa della valutazione di impatto ambientale. L'individuo deve conoscere e capire affinché si converta. A. ipotizza anche un elenco di “virtù verdi”, cioè di

Principi e valori legati all'ecologia capaci di dare forza sia all'agire individuale sia all'agire politico. Queste sono: consapevolezza del limite, auto-limitazione, equilibrio, pentimento (inteso come lavoro su di sé è considerata virtù primaria), conversione ecologica, obiezione di coscienza (capacità di dire no al potere) ecc.

La pace non esiste senza l'ecologia: eco-pax/oeko-paxA. crede che la questione "verde" non possa essere considerata separatamente dalla questione pacifista. L'essere verde vuole essere un modo di fare la pace da parte dell'uomo con la natura (eco-pacifismo o eco-pax). La vera pace è quella attiva: le tensioni, i conflitti non si possono negare o annullare ma possono assumere un ruolo decisivo, stimolante e arricchente verso una soluzione nonviolenta. Essenzialmente essa è autolimitazione e rispetto di un equilibrio giusto, anche l'ecologia è moderazione nel proprio stile.

di vita in vista di un futuro più equo; pace ed ecologia sono due cause che procedono insieme e non è possibile una netta separazione dell'una dall'altra; entrambe appaiono utopiche perché richiedono di rinunciare a un vantaggio immediato in favore di un futuro. Ecologia quindi come armonia dell'uomo con la natura ma anche come benessere tra gli uomini, che deve però essere reso attraente, desiderabile e convincente. Per A. la pace è qualcosa da costruire giorno per giorno adottando un diverso stile di vita. "Per avere la pace non basta l'assenza dei conflitti militari, occorre imparare a convivere in società multietniche, multiculturali e multireligiose, altrimenti, prima o poi, le guerre arrivano. La pace, inoltre, per essere duratura, richiede che tutti possano accedere alle risorse sufficienti per vivere dignitosamente." Eco-pax è politica. L'ecologia deve diventare fondamento e fine dell'azione politica. Lapolitica è dunque da intendersi come volontà di costruire un progetto per la comunità umana. Politica come prolungamento della questione etica e antropologica. A. propone una nuova forma di politica spesso troppo noiosa; occorrono dibattiti più seri che partano dal basso, da esperienze di vita concreta. La politica deve trovare un nuovo spazio per promuovere la conversione ecologica, per far valere gli obiettivi profondi di giustizia, pace e di salvaguardia della natura. Una vera politica eco-pacifista dovrebbe muoversi su tre aspetti: identificare un'urgenza primaria per la società e volerla effettivamente realizzare; identificare le possibili azioni concrete da attuare e scegliere tra di esse; tradurre queste scelte in decisioni pubbliche e comportamenti collettivi efficaci, verificandone poi la realizzazione. I pilastri di questa politica sono quattro: l'ecologia, la responsabilità sociale (nasce dall'applicazione del pensieroa di un'azienda ecologica si basa su tre principi fondamentali: l'ecologia, la democrazia e la nonviolenza. L'ecologia è il pilastro principale di questa politica, poiché l'azienda si impegna a garantire che il suo cammino nell'economia e nella società non danneggi la popolazione e l'ambiente. Questo significa adottare pratiche sostenibili, ridurre l'impatto ambientale e promuovere la conservazione delle risorse naturali. La democrazia è un altro valore importante per un'azienda ecologica. Significa attribuire maggiore importanza agli individui, coinvolgendo i dipendenti nelle decisioni aziendali e promuovendo la partecipazione attiva di tutti i membri dell'organizzazione. Questo crea un ambiente di lavoro più inclusivo e responsabile. Infine, la nonviolenza è un principio fondamentale per un'azienda ecologica. Significa adottare un approccio pacifico e rispettoso nei confronti degli altri esseri umani e dell'ambiente. Questo si traduce in relazioni di lavoro basate sulla fiducia, sulla collaborazione e sul rispetto reciproco. In sintesi, la politica di un'azienda ecologica si basa sull'ecologia, la democrazia e la nonviolenza. Questi principi guidano le decisioni aziendali e contribuiscono a creare un'organizzazione responsabile e sostenibile.
Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
9 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Elli96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia interculturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Fiorucci Massimiliano.