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GIACOMINO DA VERONA

Appartiene all'ordine dei frati minori.

Scrive due poemetti didattici: De jerusalem celesti e de babilonia civitate infernali (poemetti

escatologici in quartine monorime di alessandrini), antecedenti alla commedia; Jerusalem e

Babilonia sono una rappresentazione popolare di Paradiso e Inferno. Giacomino presenta una

visione ingenua e popolare dell'oltretomba, rispetto alla complessità psicologica, morale e dottrinale

di dante. In Giacomino è presente un'involontaria comicità nella descrizione delle pene infernali.

All'inizio del Jerusalem Giacomino invita i maestri di teologia a non disprezzare il componimento,

destinato alla divulgazione alle folle.

LO STILNOVO (dal 1280)

Si può parlare di ''scuola''?

• Mario Marti : sostiene che lo stil novo sia una vera e propria scuola, il cui ''manifesto'' è

Guinizzelli, Al cor gentile.

• Favati, in Inchiesta sul dolce stil novo : sostiene che non è esistita una vera e propria scuola,

ma un gruppo di poeti legati fra loro da un legame di amicizia e affinità poetica, che

condividevano un modo comune di fare poesia, una comune visione dell'amore. C'è anche

una sorta di circolarità poetica fra questi autori:si citano, si mandano poesie..

La lirica cortese si fondava su una concezione materiale e sensuale dell'amore, in contrasto con

l'amore coniugale; tale concezione si poneva in netto contrasto con l'etica cristiana (il De Amore di

Cappellano venne condannato dal vescovo di Parigi). I poeti 200eschi o si mantennero fedeli alla

concezione dell'amor cortese, limitando gli aspetti più sconvenienti, o abbandonarono la lirica

d'amore per quella sacra (Guittone). 11

La novità degli stilnovisti sta nella capacità di rifondare su nuove basi la concezione stessa d'amore.

L'amore stilnovistico non è più sensuale, ma diventa un'esperienza contemplativa interiore, è inteso

come un processo di ingentilimento, di progresso morale.

La donna sembra quasi non avere attributi fisici, sembra smaterializzarsi; non è più chiamata a

colloquiare con il poeta (ad esso si sostituisce il colloquio con terze persone sulle virtù della donna).

• La lode della donna inoltre non riguarda più le virtù mondane e cortesi, e neanche l'aspetto

fisico, ma una vaga bellezza e virtù morali e spirituali.

• Paragone donna-angelo: significa sia che la donna è bella come un angelo, sia sopratutto che

opera virtuosamente sul cuore del poeta. Si instaura una sorta di parallelismo tra intelligenze

angeliche che garantiscono l'ordine cosmologico, e la donna-angelo che regola quello

morale. Le sue apparizioni sono dotate di un alone religioso, dato anche da allusioni a passi

della Bibbia e del Vangelo. Spesso viene usata la metafora della luce per risolvere il

problema di come rappresentare la donna, ma altrettanto spesso emerge il tema

dell'ineffabilità.

Alla vista della donna , il poeta può o sperimentale una sorta di estasi mistica (modelli attinti dalla

letteratura mistica), oppure provare un senso di angoscia , inadeguatezza e inferiorità rispetto alla

sublime perfezione di lei (Cavalcanti).

Il linguaggio è quello della Scolastica (anche se il linguaggio cristiano era stato adottato anche dai

primi trovatori); questa presenza dottrinale, questa sottigliansa e oscurità, viene rimproverata a

Guinizzelli da Bonagiunta.

I testi poetici però non sono scritture filosofiche, anche se la filosofia è presente come fonte

linguistica e riserva di immagini.

DEFINIZIONE (Pg. XXIV): nella formula usata da Dante egli definisce soprattutto un canone

stilistico, un modo di intendere l'esercizio poetico, che ha nella dolcezza il suo tratto peculiare.

• DOLCE: Il termine dolce stile (erede del trobar leu provenzale) si fonda su un ideale di

ordine, proporzione, su un lessico ricco di musicalità , contrapponendosi all'alta densità di

artifici retorici (trobar clus) propria dei guittoniani.

• NOVO: indica una maggiore adesione al sentimento d'amore. Per Dante la nuova poesia è

genuinamente amorosa: i siciliani e i siculo-toscani erano invece più legati al canone.

Nella Vita Nuova dice che Amore è la personificazione di una passione: quindi questa poesia è

fondata su un'esperienza storica. Ciò non vuol dire che si tratta di poesia d'occasione e personale: la

minuziosa analisi del fatto amoroso riguarda infatti l'uomo in generale.

Pg XXIV, Bonagiunta: Dante afferma di essere un semplice scrivano delle parole che gli detta

Amore; il ricorso alla metafora della fedeltà dello scrivano ha radici bibliche (il dettatore della

Bibbia è Dio) e allude ad un testo di un mistico (forse Riccardo di S Vittore). Bonagiunta giudica

come tratto discriminante fra le nostre e le vostre penne (indicando quindi un ampio gruppo di

poeti), cioè fra i due diversi modi di poetare).

GUINIZZELLI : poetica della beatitudine

Celebrato da Dante come precursore e padre dello stilnovo (Pg. XXVI); anticipa alcuni aspetti della

maniera cavalcantiana (in Lo vostro bel saluto anticipa il suo vigore espressivo e la carica

drammatica) e dantesca (in Io voglio del ver anticipa il motivo della lode).

Si mostra riverente verso Guittone (che chiama padre meo). 12

Al cor gentile: è il precedente per Amore e il cor gentile sono una cosa, ma anche della teoria della

nobiltà dantesca che è esposta nella canzone Le dolci rime e nel IV trattato del Convivio.

Viene espressa la sua concezione dell'amore: funzione provvidenziale della donna sul piano morale;

introdotti concetti e linguaggio di origine filosofica-scientifica (es. ricorrendo alla nozione

aristotelica di potenza e atto vengono spiegati i modi dell'innamoramento e il rapporto tra amore e

cuore gentile). Amore eleva e purifica.

− teoria della gentilezza, che trova il suo fondamento nelle doti morali e intellettuali

dell'uomo. Questo concetto di nobiltà viene ripreso da Dante in Par XVI-XVIII nell'episodio

di Cacciaguida.

− dottrina d'amore: solo un uomo naturalmente predisposto al bene può assumere in sé

l'amore. Amore è processo di ingentilimento e perfezionamento morale

− ruolo salvifico della donna : opera secondo un disegno provvidenziale sul piano morale

proprio come gli angeli operano su quello cosmologico.

− Riflessione sulla poesia : si distanzia dalla poesia cortese (sfrutta la nozione della bellezza

angelica per scopi profani) e da quella guittoniana (ha rinnegato la poesia cortese optando

per quella religiosa); quella di Guinizzelli è quini una poesia d'amore per una donna terrena

con impegno etico-metafisico cristiano.

− Tecnica dell'analogia: ogni affermazione sul cuore gentile è accompagnata da un paragone

fatto con il mondo naturale

Lo vostro bel saluto: l'amore è una passione che può sconvolgere. Il tema dell'innamoramento come

ferita inferta nel cuore passando per gli occhi si ritrova già in Ovidio, e poi in tutta la letteratura

francese (Chretien de Troyes); qui però si aggiunge il tema del saluto.

Della vicenda esterna vengono menzionati solo il saluto e lo sguardo: tutta l'analisi si concentra sul

turbamento drammatico nell'uomo; lo sconvolgimento è del tutto indipendente dall'atteggiamento

della donna. Il tema è in armonia con la rappresentazione della donna-angelo: estasi e

annichilimento sono due effetti opposti e complementari che la manifestazione del divino provoca

nell'uomo.

Io voglio del ver la mia donna laudare: tema della lode (presente anche nella poesia classica e in

quella romanza) e del saluto nobilitante e salutifero. Paragona la donna agli elementi naturali più

piacevoli (ispirandosi al Cantico del Cantici): il modo della lode però è ancora tradizionale, perché

si ricollega ai plazers provenzali. I miracoli compiuti dalla donna non sono diversi da quelli della

Vergine (Sposa nel Cantico).

Giuttone, riferendosi a questo testo e a Vedut'ho la lucente stella diana, critica Giunizzelli per aver

paragonato la donna a degli elementi naturali, che nella gerarchia delle creature sono ad un livello

inferiore.

CAVALCANTI : poetica della sollecitudine (sollecitudo=pena)

È il più anziano degli stilnovisti toscani

Su di lui pesa la fama di essere un filosofo eterodosso, addirittura eretico (come lo descrive

Boccaccio in un novella): sulla presunta eterodossia incidono anche forse la collocazione del padre

nel girone degli epicurei (ritenevano l'anima mortale) e il giudizio di Dante, che parla di un

disdegno di Beatrice, cioè delle fede o della teologia. Forse il suo allontanamento da Dante riguardò

la possibilità di intendere l'amore come una via alla fede.

Secondo la sua poetica, Amore è uno strumento devastante, è una forza distruttiva che non può

essere controllata dalla ragione. Impossibilità di dire qualcosa di lei: scomparsa della descritio

13

dominae. Si parla invece degli aspetti devastanti che lei produce sull'uomo. L'epifania della donna

produce dolore; viene espresso un contenuto drammatico, ma in una forma dolcissima.

Visione differente da Dante: per lui Amore è crescita e progresso.

Cavalcanti accentua 2 aspetti rispetto a Guinizzelli:

− tema negativo dello sbigottimento e dell'angoscia di fronte alla superiore perfezione della

donna. Se c'è amore, non c'è ragione nel cuore: quindi non può percepire la donna, cioè

l'oggetto del suo amore.

− introspezione degli effetti che la passione d'amore produce: viene fatto ricorso alla teoria

degli spiriti, cioè gli elementi che mantengono in vita l'uomo. (teorizzati da Alberto Magno).

Mostra una certa sensibilità verso la letteratura in lingua d'oil e le sue forme metriche, come quelle

più popolari delle ballate e delle pastorelle.

Cavalcanti nelle opere dantesche:

- Inf X (eretici): episodio di Farinata e Cavalcante. (versi 58- P iangendo disse: «Se per questo cieco

carcere vai per altezza d’ingegno,

63) mio figlio ov’è? e perché non è teco?».

E io a lui: «Da me stesso non vegno:

colui ch’attende là, per qui mi mena

forse cui Guido vostro ebbe a disdegno»

− Credette Cimabue ne la pittura

Pg XI (superbi) (versi 94-99) tener lo campo, e ora ha Giotto il grido,

sì che la fama di colui è scura:

così ha tolto l’uno a l’altro Guido

la gloria de la lingua; e forse è nato

chi l’uno e l’altro caccerà del nido.

− Lo evoca inconsciamente (memoria poetica)

Chi è questa.. : ripete 4 parole-rima di I

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A.A. 2014-2015
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Francesca.triv di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Frasso Giuseppe.