Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LE SCRITTURE DEI MERCANTI
In volgare, legate alla diffusione della forma grafica che viene definita mercantesca.
• GIOVANNI DI PAGOLO MORELLI: epidemia di peste che colpisce Firenze nel 1348.
Offre ammonimenti per difendersi dal male. Il destinatario è il mercante fiorentino e la sua
famiglia
• ALESSANDRA MACINGHI STROZZI: nobildonna fiorentina che scrive al figlio 19enne,
considerato un uomo che però deve essere richiamato ai suoi doveri. Forte senso pratico,
morale in bilico tra ottimismo mercantile e provvidenzialismo cristiano.
LA LETTERATURA RELIGIOSA
Netta separazione tra classi dominanti/gerarchie ecclesiastiche e popolo, che rinuncia alle attese di
rinnovamento e alle speranze di giustizia del XIII secolo, rifiutando ogni prospettiva religiosa.
Queste prospettive si affermarono invece nei settori dell'alta cultura, sviluppando l'Umanesimo
cristiano. Presso le masse si preferisce una religiosità fatta di rassegnazione di fronte alle miserie e
alle sofferenze, e di rispetto per le gerarchie.
Persiste per tutto il XV secolo una poesia religiosa, opera di autori laici; numerose sono le laude, si
diffondono le sacre rappresentazioni (spettacolo drammatico di argomento religioso).
LA POESIA LIRICA
Il secolo che va dalla morte di Boccaccio (1375) alle Stanze del Poliziano (1475) viene definito
secolo senza poesia (Croce). Nessuno pensa di poter competere con le 3 corone; il rinascimento
della lirica si avrà negli ultimi 30 anni del 400.
Le caratteristiche di questa produzione sono:
− ibridismo stilistico e tematico
− occasionalità
A Firenze nel XIV secolo gran varietà di temi e formule linguistiche: il linguaggio è di medio
livello, e trova impiego in varie occasioni sociali. Fuori dalla Toscana (soprattutto in Veneto) si
diffondono i modelli lirico toscani e si tenta la poesia di corte.
GIUSTO DE CONTI:
• ''Bembo del 400'': laziale, fa coesistere spunti provenienti da
tutta la tradizione italiana, aderendo alla lezione stilistica di Petrarca. Il suo canzoniere ebbe
molta fortuna nel 500, e fu esempio per l'esperienza lirica del Boiardo.
LEONARDO GIUSTINIAN:
• veneto, i suoi testi venivano musicati: seppe creare una
nuova lingua musicale e coerente: un veneziano rielaborato con caratteristiche padane e
venetismi.
IL BURCHIELLO:
• fiorentino e anti-mediceo. Adotta la tecnica dell'enumerazione
caotica: rappresentazione simbolica del disordine del mondo e della società. Sonetti alla
burchia: da burchio, che designava le barche a fondo piatto dove si trasportava di tutto. 6
3. LA LETTERATURA UMANISTICA
Il modello umanistico poggia sulla volontà di riscoprire la cultura antica nei suoi valori originali;
porta quindi a una maggiore e più completa conoscenza della lingua dei classici e a un modo di
scrivere in latino più vicino agli antichi scrittori. Dal lavoro degli umanisti si origina un vasto
movimento intellettuale che propone nuovi principi educativi e comportamentali, e che si sviluppa
alla fine del 300 e per tutto il 400 (secolo dell'Umanesimo).
Si attribuisce un valore nuovo all'individuo e alla vita mondana, ponendo in primo piano la
letteratura e l'educazione letteraria. La poesia è una forma d'espressione privilegiata, e viene
considerata più nobile delle discipline pratiche, ma i suoi obiettivi sono solo retorici, poiché viene
vista come ornamento, esaltazione della virtù e del potere, dispensatrice di onore e gloria.
Polemica contro la priorità che la tradizione delle scuole medioevali dava alla teologia, alla filosofia
e alle scienze: gli umanisti vogliono studiare l'uomo, non più il cosmo e le essenza metafisiche.
L'umanista pone se stesso al centro del mondo, e si propone come l'interprete privilegiato di ciò che
è umano. Gli umanisti hanno origine sociale diversa e le loro ideologie e i loro modelli di
comportamento non si oppongono quasi mai a quelli delle classi dominanti, ma tendono a
considerarsi portatori di valori umani universali, validi per tutta l'umanità colta. Per affermarsi nel
mondo, hanno bisogno dell'appoggio di principi e signori, di cui esaltano le virtù, passando con
spregiudicatezza da un campo a quello opposto.
Tendenze e fasi dell'umanesimo
1) Umanesimo repubblicano : a Venezia e Firenze, mira a connettere letteratura e impegno
civile. Domina la prima fase (fino a metà 400)
2) Umanesimo cortigiano : diffuso negli altri centri d'Italia, concepisce la letteratura come
ornamento e sostegno del potere signorile
3) Umanesimo laico e mondano : esalta la vita terrena, l'aspirazione dell'uomo alla gloria e al
potere
4) Umanesimo cristiano : vuole approfondire l'esperienza religiosa risalendo ai valori originali
del cristianesimo e affermando la solidarietà tra valori classici e cristiani
5) Umanesimo filologico: mira a ricostruire i testi antichi basandosi su aspetti storici, letterari o
retorici
6) Umanesimo filosofico: elabora la nuova visione del mondo, partendo dalla filosofia antica,
al di là delle interpretazioni della scolastica medioevale. Domina la seconda fase.
Umanisti e istituzioni culturali
Gli umanisti sono alla ricerca di istituzioni capaci di trasmettere i nuovi modelli culturali, non
chiuse e rigide, ma tese a favorire l'interesse degli individui e il loro sviluppo. L'educazione assume
una posizione centrale, basandosi sullo studio della letteratura classica; resta fondamentale lo studio
della grammatica e della retorica, legato al diretto rapporto con gli scrittori latini. Questa
educazione deve fornire agli individui una dignità e una coscienza di sé, renderli persone capaci di
agire nel mondo col pieno possesso delle sue qualità umane. Questa impostazione è proposta
soprattutto da GUARINO VERONESE e VITTORINO DA FELTRE, educatori di principi.
Sono soprattutto le corti principesche a sostenere la cultura, mentre al di fuori delle corti un ruolo
importante è svolto dagli umanisti nelle cancellerie della repubblica di Firenze e della corte papale.
La cancelleria romana abbandona le tradizioni medioevali e diventa uno dei centri di elaborazione
di modelli umanistici, per la presenza di POGGIO BRACCIOLINI e l'iniziativa di pontefici come
Niccolò V e Pio II. 7
Spesso i gruppi di umanisti tendono a presentarsi come accademie; si formano accademie laiche,
seguendo l'esempio di Petrarca.
La filologia umanistica
Il costituirsi di biblioteche laiche è conseguenza del lavoro di ricerca di testi antichi perduti o
dimenticati dalla tradizione medioevale, accompagnato dall'impegno di riportare a una forma
corretta e più vicina all'originale anche i testi noti e diffusi. La filologia è un'attività in primo piano
per gli umanisti, e per loro non è altro che un modo per ricreare lo spirito degli antichi. Si elaborano
nuovi metodi di analisi e ricostruzione dei testi; dalla metà del XV secolo si affermano criteri più
rigorosi per opera di Valla.
RITROVAMENTI: Sabbadini: ''l'età eroica delle scoperte'' fra il 1414 e il 1493, cioè il periodo
del concilio di Costanza che deve risolvere il problema dello scisma d'occidente; questo concilio
raduna molti intellettuali al seguito e al servizio dei cardinali.
• Salutati, lettere di Cicerone Ad familiares
• Poggio Bracciolini nei suoi viaggi in Europa settentrionale, Institutio Oratoria di
Quintiliano (integra), De Rerum Natura di Lucrezio, Puniche di Silio Italico, Silvae di
Stazio, Argonautiche di Valerio Flacco.
• Brutus di Cicerone
• nel 29 Niccolò da Cusa porta a Roma un manoscritto di Plauto contenente 12 commedie: il
teatro che nasce nel 400 (anche quello di Ariosto) deriva da queste scoperte.
• Nel 1493 vengono scoperte opere di tipo grammaticale.
L'interesse degli umanisti non si limita al latino: tra fine 300 e inizio 400 si diffondono la
conoscenza del greco antico e la riscoperta del classici greci, ignorati dalla tradizione medioevale. I
nuovi rapporti con la Chiesa gotica e con l'Impero bizantino portano in Italia dotti che insegnano la
lingua greca. Nel 1396 per iniziativa del Salutati, Manuele Crisolora viene nominato insegnante di
greco nello Studio di Firenze. Alcuni umanisti italiani soggiornano a lungo nell'impero bizantino, e
molti libri vengono direttamente importati dall'Oriente. Quando Costantinopoli cade in mano ai
Turchi (1453), l'Italia si offre come luogo di rifugio per molto maestri greci; il cardinale Bessarione
di Trebisonda (arriva nel 1438 durante il concilio di Ferrara e Firenze) svolge un ruolo decisivo per
la salvaguardia del patrimonio greco, donando i suoi volumi alla biblioteca di S. Marco a Venezia
(attuale Marciana).
La produzione umanistica rimane sempre elitaria e destinata a un pubblico limitato.
Invenzione della stampa: 1450, Gutemberg stampa una Bibbia latina a Magonza. Viene introdotta
in Italia alla fine degli anni 60: il primo libro stampato in Italia è l'Ars Grammatica di Elio Donato,
che uscì nel 1465. Prevalgono le edizioni di testi religiosi, opere volgari, scritti umanistici, ma
anche quelle dei classici greci e latini. Si adottano caratteri più schematici, semplici e facilmente
riproducibili: gli umanisti pensavano che questa fosse la scrittura degli antichi, mentre era quella dei
monaci.
La letteratura
Si fonda sul principio dell' imitazione e si sviluppa quasi interamente partendo da tematiche e
linguaggio dei grandi scrittori antichi. Alcuni puntano sull'imitazione di autori diversi, ricavando il
meglio da essi e riproponendo il canone della varietas (Poliziano); altri imitano un solo autore
esemplare.
Per quanto riguarda la prosa, il modello assoluto è Cicerone; la forma è sempre più ordinata e
8
misurata e ciò va a scapito dei contenuti. Vi sono vari generi:
− epistolografia : le epistole esprimono le varie problematiche filologiche, morali, politiche.. e
richiamano al modello di Petrarca
− dialogo : risale agli esempi classici, collega la ricerca della verità a presentazione di
situazioni concrete, mettendo in scena una conversazione tra personaggi contemporanei, ma
non portando mai a conclusioni assolute o definitive.
− Invettiva
− produzione teorica : la mancanza di sistematicità in questo campo mostra la lontananza dalla
tradizione scolastica e aristotelica: gli umanisti preferiscono rifarsi a Platone, come aveva
fatto Petrarca, ma con la possibilità di avvalersi dei testi greci
− storiografia (Bruni): è stimolata dalla volontà di risalire alle origini della civiltà
contemporanea, di trovare le radici e di trovare le ragioni della decadenza medioevale. Il
modello è Tito Livio; ci si concentra sull'osservazione dei comportamenti di indivi