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SCIENZA E GUERRA
Nel 1540 il fondatore e capitano d'artiglieria senese Vanoccio Biringuccio, celebrava, molto prima di Bacone, la scoperta della polvere d'asparo. Il caso dell'invenzione della polvere da sparo e dei suoi effetti decisivi nelle battaglie mostrava quanto fosse giustificato l'elogio dell'anonimo inventore e l'orgoglio del suo epigono moderno Biringuccio. L'arte della guerra era stata rivoluzionata da questa invenzione dando impulso alla costruzione di armi sempre più sofisticate, come il cannone e l'archibugio. Furono le armi da fuoco a segnare un passaggio decisivo nella storia europea. Rivoluzionando l'arte della guerra e favorendo l'espansione geo-politica degli stati europei, le nuove invenzioni militari avevano stimolato la domanda di ferro, necessario a costruire le armi da fuoco e da difesa, e conseguentemente favorito lo sviluppo dello sfruttamento minerario. Descritta dal filosofo medievale Bacone nel 1248.
la polvere da sparo, si sviluppavano anche nuove tecniche di estrazione e produzione metallifera. Questo ha permesso un incremento prodigioso nella produzione di bronzo e ferro tra la fine del quindicesimo secolo e i primi decenni del secolo successivo. Durante il Rinascimento, la principale novità nell'arte della guerra non è stata tanto il progresso delle macchine militari, come quelle ideate da Leonardo e dagli ingegneri, ma piuttosto i progressi nella metallurgia e nella chimica. Da questi progressi sono nate le armi da fuoco come gli archibugi e i cannoni, due invenzioni che hanno trasformato i campi di battaglia e aumentato la dimensione delle distruzioni. La metallurgia non era più solo competenza di tecnici semianalfabeti, ma divenne oggetto di interesse anche per gli uomini di scienza. Quasi contemporaneamente agli studi sulla polvere da sparo, si stavano compiendo importanti progressi nella comprensione e nell'applicazione dei metalli.Biringuccio a Venezia veniva pubblicata un'opera di Tartaglia; in questo breve opuscolo tartaglia, sollecitato da un bombardiere a spiegare matematicamente i fenomeni relativi alla balistica, stabili' che la traiettoria dei proiettili sparati da un cannone era sempre curva e che risultava possibile raggiungere la massima gittata portando l'elevazione della canna a 45°; quest'opera rappresento' il primo trattato di balistica.
Alla fine del sedicesimo secolo, molti scienziati di spicco operavano nel campo della ricerca militare. Ci volle molto pero', prima che i professionisti della guerra vedessero nella scienza e nella tecnica due indispensabili alleati. La Rivoluzione francese avrebbe sconvolto questo panorama piuttosto statico, configurando una nuova generazione di scienziati e militari. Furono gli scienziati a intervenire direttamente nella produzione della polvere da sparo, nel miglioramento tecnico dei cannoni e delle armi da fuoco, nonché
nello sviluppo di un sistema di comunicazione innovativo, il telegrafo ottico, che si rivelò decisivo per il coordinamento degli spostamenti delle armate. L'11 marzo del 1794, nel pieno della tormenta del dispotismo rivoluzionario, il Comitato di salute pubblica creava una commissione incaricata di istituire una scuola superiore di lavori pubblici. Questa scuola, rinomata di lì a pochi mesi Ecole Polytecnique, doveva sopperire da un lato al vuoto lasciato dalla chiusura delle istituzioni scientifiche dell'Antico Regime, in particolare dell'Academie des sciences, e dall'altro unificare le antiche scuole militari e politecniche. A soli dieci anni dalla fondazione dell'Ecole, Napoleone avrebbe cercato di militarizzare la struttura, affiancando un generale, Laucèe, agli scienziati che la dirigevano. La strana coabitazione dell'educazione scientifica con l'istruzione militare e il suo rigore non impedì che l'Ecolescientifica fece passi da gigante e i principali governi europei arruolarono nei settori strategico militari un numero impressionante di scienziati accademici. La collaborazione tra potere politico, militari e scientifici divenne progressivamente più stretta, e soprattutto per gli scienziati, naturale. Lo scoppio della Seconda guerra mondiale, quindi, non trovò la comunità scientifica impreparata. Dopo il bombardamento di Pearl Harbour il presidente della Carnegie Institution stimava che gli scienziati e i tecnici impiegati in ricerche militari superassero solo negli Stati Uniti le trentamila unità. Contemporaneamente all'accrescita esponenziale delle dimensioni della ricerca, l'istituirsi di una sempre più stretta collaborazione tra scienziati e militari mise in discussione la tradizionale immagine di neutralità che aveva caratterizzato la scienza fin dal diciassettesimo secolo. La costruzione della bomba atomica costituì un passaggio cruciale.
oltre il quale la scienza acquisisce un'importanza politica e strategica quale mai aveva avuto in precedenza. La scoperta dellaradioattività da parte della coppia di fisici aveva dato l'avvio in tutta l'Europa e in alcuni lavoratori degli Stati Uniti a ricerche sperimentali intensissime sullo studio della struttura atomica di alcune sostanze. Enrico Fermi arrivò negli Stati Uniti il 2 gennaio 1939, poco dopo essere stato insignito del Nobel per la fisica per la scoperta di nuove sostanze radioattive e del potere selettivo degli elettroni, e cominciò da subito a lavorare nel dipartimento di fisica della Columbia University. Venuto a conoscenza della scoperta di Niels Bohr sulla fissione nucleare e dei suoi primi studi relativi alle quantità di neutroni liberati dalla fissione dei nuclei di alcuni atomi, il 25 gennaio Fermi aveva già ipotizzato che tali liberazioni di neutroni dal nucleo potessero a loro volta, in una reazione a catena,provocarenuove fissioni. Individuando nell’uranio la sostanza privilegiata per questo tipo di esperimenti, fermi e il suo gruppodi assistenti giunse rapidamente a formulare ipotesi sufficientemente precise circa l’esito di questa reazione e lesue potenzialita’ applicative. Gli esperimenti di fermi vennero acolti con grande entusiasmo. Fu subito subito chiaroche era possibile utilizzare l’uranio per emettere grandi quantita’ di energia atomica e che esisteva una possiblita’,nemmeno tanto remota, di impiegarlo nella costruzione di un ordigno il cui potenziale distruttivo sarebbe statomolto superiore rispetto a qualsiasi esplosiva fino ad allora conosciuto. Pochi mesi dopo alla fine di agosto, Einstainscriveva al presidente degli stati uniti informandolo sulle conseguenze di ordine pratico della nuova bomba esollecitandolo a istituire un collegamento permanente fra il governo e il gruppo di fisici. Nel 1939 veniva cosi’creato l’Advisory
Committee on Uranium, un organismo inglobato nel 1940 nel National Defense Research Committee, che aveva il compito di organizzare la ricerca scientifica per scopi militari. Nell'estate del 1942, infatti, il presidente Roosvelt dava la massima priorità alla costruzione delle bombe a fissione nucleare. Fermi e tutti gli scienziati che fino ad allora avevano lavorato a vari segmenti della ricerca sulla radioattività furono reclutati nell'aboratorio segreto di Los Alamos, nel New Mexico. Il lavoro per la costruzione della bomba atomica progredì con la massima celerità e con investimenti di risorse umane e finanziarie che nessun'altra impresa scientifica aveva mai conosciuto in precedenza. Il 16 luglio 1945, in attuazione del progetto Manhattan, si ebbe il collaudo della bomba atomica, con l'esplosione di un prototipo di Alamogordo nel deserto del New Mexico: il suo potere deflagrante era equivalente a quello di oltre 13.000 tonnellate di tritolo.Parte l'opposizione del fisico ungherese Leo Szilard, che era stato uno dei protagonisti, insieme a Fermi, della realizzazione della bomba, quasi tutti gli scienziati di Los Alamos furono concordi che l'ordigno dovesse essere utilizzato non solo a scopo dimostrativo, cioè facendolo esplodere in qualche luogo disabitato del Giappone, ma su un obiettivo nemico densamente popolato. Così, quando le autorità governative e il neo eletto presidente degli Stati Uniti Henry Truman li interrogarono sul da farsi, i fisici Oppenheimer, Fermi, Lawrence e Compton diedero la risposta seguente: le opinioni dei nostri colleghi scienziati non sono unanimi e vanno dalla proposta di un'applicazione puramente tecnica a quella di un'applicazione militare più adatta ad indurre i giapponesi alla resa, non siamo però in grado di proporre alcuna dimostrazione tecnica suscettibile di far finire la guerra; non vediamo alcuna alternativa accettabile.
All'impiego militare diretto. Alle 2.45 del mattino del 6 agosto 1945 da un atollo del sud del Pacifico, scortato da 5 aerei, decollava un bombardiere b-29 armato con una bomba battezzata Enola gay, il nome della madre del pilota. Alle 8.16 la bomba esplodeva su Hiroshima. Il 9 agosto un altro bombardiere con a bordo il suo Little boy, sganciava l'ordigno su Nagasaki. Hiroshima contava 285.000 abitanti, Nagasaki poco meno della metà. A seguito delle sue esplosioni 75.000 morirono immediatamente, oltre 35.000 furono i dispersi e, nei mesi successivi il totale delle vittime riconducibili agli effetti delle bombe sganciate sulle due città nipponiche superò le 200.000 unità. L'ufficio stampa della casa bianca, commentando l'accaduto in un comunicato diramato il 6 agosto 1945 dichiarava che il bombardamento era la più grande realizzazione della scienza organizzata della storia. L'opinione pubblica in tutto il mondo fu enormemente
Impressiona dall'accaduto e l'immagine dello scienziato come un pericoloso apprendista stregone comincio' a preoccupare anche i politici e i militari che ne avevano favorito l'ascesa. La neutralita' dello scienziato che Napoleone aveva voluto depurare di qualsiasi velleita' filosofica e politica, e che nel tempo aveva reso tanti servizi ai governi e alle nazioni.