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Il perdono che mediante la Croce rivive e redime l’ esperienza umana che c’ è dietro a Dioniso

è il segreto del simbolismo dionisiaco nel Nuovo Testamento.

L’ epoca della morte di Dio PROFETIZZATA da Nietzsche è più che mai l’ epoca della croce

di Dio. Sarà Freud che come Virgilio ci porterà nel centro dell’ Inferno contemporaneo e giunti al

punto in cui c’ è Lucifero ci aiuterà a capovolgere la nostra prospettiva abituale per avviarci a

‘riveder le stelle’. Anche se lo psicanalista parte dalla sua teoria dell’ assassinio del padre

primordiale che si sarebbe trasmessa al cristianesimo a causa dei sensi di colpa provati in

origine dai figli assassini. La morte di Cristo sarebbe quindi l’ atto di ‘atonement’(espiazione)

per tale crimine ancestrale.

Fornari pensa che il crimine da espiare non sia necessariamente l’ uccisione del padre, ma l’

uccisione collettiva di Dio di cui parla Nietzsche nell’ aforisma 125, dove la vittima è

anonima, trasformata in divinità.

Terza Parte. Le radici religiose della conoscenza

Nella parte finale della precedente sezione ci si rifà alla domanda di Pilato di fronte al Senato re.

L’ uccisione di Gesù: ‘Cos’ è la verità ?’ (in greco alétheia ).

Attraverso le conoscenze più arcaiche della filosofia cercheremo di capire le risposte che la

sapienza ellenica aveva già tentato di dare alla domanda di Pilato seguendo le orme di Girard

per una formulazione più generosa nei confronti della religione.

Le conseguenze del silenzio di Gesù davanti a Pilato, apparentemente sbalorditive,

assumeranno quindi un significato religioso e culturale utile per la nostra indagine

conoscitiva.

L’ Enigma degli enigmi

Premessa : il temine ‘conoscenza’ designa in senso più generale ciò che ‘sapienza’ designa in

chiave più ristretta e iniziatica. SAPIENZA è il pieno possesso operativo e creativo della

conoscenza accessibile a un determinato livello di sviluppo storico.

Possiamo dividere la CONOSCENZA in tre livelli : abbiamo la percezione (immediata),

reazione quasi meccanica, poi abbiamo la rappresentazione (definita da Fornari : ‘percezione

di una percezione’) che è da collegarsi con lo sviluppo del linguaggio e con le narrazioni del

mito. Infine abbiamo il pensiero , definibile come ‘rappresentazione delle rappresentazioni’,

sempre secondo la chiave di lettura di Fornari, ‘facoltà meta-linguistica che deve essere legata

all’ invenzione della Tomba, prima simbolizzazione meta-vittimaria’.*La formazione di quella

che noi chiamiamo coscienza è da riconoscersi nella lunga fase tra rappresentazione

sostitutiva e il pensiero oramai meta-linguistico in cui l’essere umano consolida una visione di

sé e del mondo. (p. 362).

La sapienza filosofica ricorre alla sapienza orfica e misterica, di cui mantiene il dinamismo

simbolico e rivelativo, ma sganciandolo dai suoi riferimenti mitici e rituali e trasportandolo in una

nuova sorta di religione impersonale basata su un principio universale: l’ arché * ((in greco ρχή,

che significa «principio», «origine»),rappresenta per gli antichi greci la forza primigenia che

domina il mondo, da cui tutto proviene e a cui tutto tornerà. Si tratta di un concetto molto ampio che

viene utilizzato dai primi filosofi:principio generatore,elemento fondamentale e legge cosmica ).

Questo principio che permette all’ uomo di COGLIERE l’ unità di tutte le cose - la

physis(=natura usato dai presocratici) - e di indagarla con i mezzi che gli sono propri, cioè il

logos , attraverso il quale l’ uomo ( o meglio il sapiente ) viene a far parte dell’ ordine cosmico.

In primo luogo, cosa si intende allorché si parla di NASCITA DELLA FILOSOFIA ?

Quando quella che attraverso il logos sarebbe diventata la nostra razionalità viene vista come

conoscenza in grado di definire la totalità del reale come la forza rivelativa attraverso la quale

questa stessa totalità si manifesta e si impone .

Questo logos che spiega ed illumina ha ancora in sé la natura trasfigurante del divino da cui

proviene ma con un’ impersonalità che non dipende più dalla volontà capricciosa degli dèi

quanto piuttosto da una Moira (=Fatum) diventata controllabile mediante il discorso, un’

argomentazione condivisa .

E qual’ è la vera natura della filosofia ? Doppio vincolo : il paradosso fondamentale di questo

sapere è che la sua natura stessa pone ed elude l’ interrogativo circa la propria origine .

Il primo passaggio per intendere l’ origine non filosofica della filosofia sta nel capire che le

categorie conoscitive di questo sapere non sono individuali, bensì collettive e sociali. Spazio,

tempo e causa, i principi logici del ragionamento non hanno di per sé nulla di ‘naturale’, né

possono dipendere dalla creazione dei singoli individui.

Tuttavia questa spiegazione da sola non basta - non possiamo eludere il motore portante della

società: la vittima, da cui si dipartono tutte le differenze culturali e le rappresentazioni

sensoriali e mentali dell’ umanità.

Con il possesso del simbolismo il filosofo greco arcaico intuisce la realtà nascosta dei processi

mimetici e sacrificali e la interpreta come la derivazione da una realtà universale ed eterna

che si disvela nel senso di aletheia .

Qui si può dimostrare come Cristo, la vittima rivelata, sia al centro di tutta questa

evoluzione è la chiave di volta che al pensiero greco ancora mancava, PUR con importanti

intuizioni.

Quando si parla di aforismi si parla di Eraclito, il sapiente che più di ogni altro ha fatto

dell’enigma il suo specifico mezzo espressivo . Rifacendosi ai ‘giocattoli di Dioniso’ (cioè tutti

gli uomini che sono ‘unaware’: inconsapevoli) e a delle tavolette orfiche trovate ad Olbia sul

Mar Nero (probabilmente anteriori ad Eraclito), il filosofo ci fa capire che il bambino è inteso

come la vittima in prima istanza (il bambino ingannato con dei giocattoli per essere sbranato

nel mito orfico) (cfr. Lord of the Flies di Golding in cui le vittime diventano carnefici e viceversa)

e che da questo gioco mai del tutto prevedibile dipendiamo noi tutti e le collettività di cui

facciamo parte. (cfr. A game of chess di T. S. Eliot, The Waste Land)

E’ questa unione di Caso e Necessità il punto centrale, la chiave di tutti gli enigmi, l’ indicibile

che non può essere detto ma solo rappresentato . Altro punto importante per capire gli aforismi è

il fatto che la menzogna è universale , in quanto essa rappresenta l’ impossibilità degli uomini

di rivelare la loro origine violenta = il meccanismo fondatore in cui caso e necessità

coincidono.

L’ unica SAPIENZA degli uomini consiste nel saperla usare. Anche il linguaggio è una

maschera, una hypokrisis, una recitazione a senso unico. Ecco quindi il DOPPIO VINCOLO

della verità ellenica da cui non ci si può svincolare .

Platone è il più grande e il più enigmatico dei filosofi greci , secondo Fornari. Dopo Platone la

filosofia greca diventerà l’ espressione più acuta e insolubile dell’ enigma della cultura.

Democrito: ‘In realtà noi nulla sappiamo, poiché l’ alétheia (=verità) è nell’ abisso’. Come

sappiamo dalla testimonianza di Diogene, il caposcuola dell’ atomismo considera l’ unica realtà

quella degli atomi e del vuoto. L’ abisso viene pertanto ad essere il vuoto in cui tutti gli esseri

viventi si muovono. L’ abisso ai nostri giorni può essere rappresentato dalla crisi morale in

cui siamo sprofondati, a causa della hybris , l’ arroganza violenta che predomina nei rapporti

umani allorché subentra la rivalità.

Ma come facciamo a sapere che la verità è nell’ abisso, se non la conosciamo ? La verità va

cercata nel logos di Cristo , la sola che possa trascendere la menzogna dei cretesi e che possa

scioglierne il doppio vincolo inestricabile.

Abbiamo l’ aspetto vittimario in molte figure ‘sapienziali’ greche (Zenone morto torturato,

Anacardi trafitto da una freccia, Pitagora, Empedocle che si getta a capofitto nell’ Etna -

importante il simbolo del vulcano), il che dimostra che il sapiente per primo può perdere al

gioco, la sua sapienza non arriva a prevedere la scelta FATALE dei dadi .

La nascita della filosofia e il cerchio sacrificale di Anassimandro.

Cerchio come concetto geometrico ma anche come cerchio persecutorio che ruota attorno alla

vittima. Cerchio come la più antica figura spaziale dell’ umanità . Cerchio – labirinto divenuto

in Grecia strumento di lettura del cosmo.

E’ Anassimandro ( 2.500 anni fa ) che nel suo più importante frammento descrive la struttura

sacrificale del gruppo, di ogni comunità umana, come la struttura dell’ universo .

Anassimandro si riferisce alla realtà per cui gli esseri provengono e nella quale ritornano. La

realtà è nel testo designata con l’ espressione ‘ quelle cose’ .

Terminologia : onta - gli esseri

n - quelle cose

ápeiron - il tempo illimitato

Legge universale e ciclica del sorgere e del tramontare . Secondo lo studioso Semeraro si

tratterebbe di polvere cosmica da cui il nostro mondo è nato, ma anche dalla terra biblica e

sapienziale da cui è stato ricavato l’ uomo, da cui tutto nasce e in cui tutto perisce.

Anassimandro fa emergere la forza ancestrale di un’ origine che potentemente intuisce ma di

cui NON detiene le chiavi.

Il fuoco segreto della physis : Eraclito

Dopo il Cerchio esaminiamo la ‘ ruota del desiderio, la ruota delle generazioni’ . E’ in Eraclito

che l’ indagine sul fondamento mimetico si spinge più avanti, con l’ introduzione del

DESIDERIO. E’ duro lottare contro il desiderio (thymôi), (=evoca il ‘sacrificio’)

poiché ciò che vuole lo compra a prezzo dell’ anima (psychês)

‘Vendere l’ anima” (al diavolo … , cfr. letteratura mondiale) indicava la determinazione estrema nel

volere qualcosa.

Di nuovo c’ è il DOPPIO VINCOLO (che è l’ ESSENZA DEL DESIDERIO): il desiderio

ottiene ciò che vuole perché in cambio è disposto a barattare l’ anima, ciò significa che il

desiderio si è già impossessato dell’ anima perché in sostanza E’ L’ ANIMA. Situazione

reiterabile all’ infinito pe

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Publisher
A.A. 2014-2015
43 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher walis1987 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Fornari Giuseppe.