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La battaglia umanistica cambia terreno

CRINITO.Dai letterati ai giuristi, dall'Italia alla Francia. La battaglia umanistica cambia terreno. I grandi giuristi dell'UmanesimoIl culto per l'antichità generò la penetrazione storico-filologica dell'umanesimo letterario nel mondo del diritto e in particolare in quel diritto romano classico che Giustiniano fu accusato, sempre dagli Umanisti, di aver manipolato e sottratto ai posteri. Ciò sommosse, mettendo in discussione, l'autorità stessa del corpus iuris quale giustizia eterna e universale e normativa vigente e attuale.

Mettere a fuoco e razionalizzare questi argomenti spettava alla scuola CULTA, il cui fondatore di un indirizzo umanistico specificamente giuridico fu ANDREA ALCIATO. Alciato, pur formatosi in ambiente italiano, alla scuola del commento e perfetto padrone del mos italicus, per il metodo storico filologico professato e per gli interessi perseguiti nella sua produzione scientifica, incontrò molte resistenze.

in Italia, tanto da decidere di trasferirsi in Francia. La sua presenza presso l'Università di Bourges fece emergere tale scuola come centro per eccellenza dell'indirizzo culto ma segna anche l'esplosione dell'umanesimo giuridico fuori dall'Italia con feconde manifestazioni scientifiche della nuova corrente del mos gallicus. Con l'ALCIATO, si compone "il grande triumvirato" dei primordi dell'umanesimo giuridico formato da: ALCIATO, il francese GUGLIELMO BUDE' e il tedesco ULRICO ZASIO. La storicizzazione del diritto romano. L'Antitribonianus di Francesco Hotman. Il movimento umanistico nasce quindi in Italia, si sviluppa poi in Francia e si propaga in Europa sotto l'appellativo di MOS GALLICUS, svolgendosi contemporaneamente su due tipici filoni fondamentali: da un lato, attraverso l'impiego dell'esegesi filologica, tende ad una storicizzazione e ad una relativizzazione del diritto romano; dall'altro,

genera una spiccata tendenza alla costruzione sistematica del diritto, inteso come un edificio dogmatico di principi, di norme, di istituti da coordinarsi secondo un metodo razionale, anche fuori dai criteri giustinianei di collocazione delle materie.

Se prendiamo in considerazione la prima linea di sviluppo, ci accorgiamo che a liberare la compilazione giustinianea dalle incomprensioni interpretative medievali, è stato proprio il mos gallicus in "obbligata" contrapposizione a quello italiano.

Gli attacchi polemici dei Culti ai metodi ritenuti sofistici della giurisprudenza medievale e bartolistica, furono, infatti, di una violenza inaudita, come già le accuse dell'umanesimo letterario. Definirono i bartolisti degli asini ultramontani poiché, come Budé sottolineò, come potevano essere descritti coloro che ritenevano le leggi giustinianee cadute dal cielo e non scritte e concepite da un uomo?

Non mancano numerose polemiche e colorite.

definizioni; basta ricordare chi in questo periodo sono "condannati" parecchi esponenti giuridici precedenti finanche Giustiniano e Triboniano, rei di aver frammentato e confuso il grandepatrimonio giuridico della romanità classica. Spicca il volumetto di HOTMAN, l'Antitribonianus, all'interno del quale ritroviamo attacchi ingenti a giuristi precedentiritenuti plebei e ignoranti, specialmente Triboniano. Il nocciolo di tale summae di polemiche consiste in un'istanza moltopiù rivoluzionatrici di semplici accuse. Egli riteneva che il diritto di Giustiniano fosse superato ed inattuale per essere applicato ad un mondo storico che avevaben altre esigenze organizzative quanto a strutture politiche e prassi giuridica e che fosse inutile cercare di resuscitarlo perrenderlo applicabile. Bisognava invece che una commissione di uomini di Stato e di giuristi fosse incaricata di trarre dal diritto romano quantoancora vi fosse di vivo e irrinunciabile e con esso,sulle basi della filosofia, della legge mosaica e delle consuetudini del regno, compilare in lingua francese uno o due buoni volumi di norme semplici e chiare che sostituissero la molteplicità delle leggi e delle interpretazioni, ponendo fine al caos giurisprudenziale creato nei secoli dagli interpreti del corpus iuris. Il programma dello Hotman, si risolveva, dunque, in una drastica proposta di semplificazione in un codice di tutto il diritto francese, pubblico e privato, cioè in uno dei primi veri propri progetti di "codificazione" nazionale. Essa rivelava così che tanto accanito disprezzo contro Giustiniano, aveva un preciso aggancio nella situazione politico-giuridica del presente e che mirava ad una uniformità giuridica nazionale e ad una nazionalizzazione del diritto corrispondente pienamente allo sforzo di accentramento politico della monarchia, economico e delle strutture sociali. Per quanto riguarda le personali idee di codificazione dell'Hotman,solo più di due secoli dopo la Francia avrebbe accolto e attuato alcune istanze provenienti proprio dal suo pensiero, che opponeva la Bibbia a Giustiniano e che andava predicando la fine del diritto comune, cioè la distruzione di quello che era l'orizzonte giuridico stesso della società europea. Il volume dell'Hotman può essere considerato come un vero e proprio manifesto delle nuove dottrine sulla storicizzazione del diritto romano e sulla codificazione, il cosiddetto antitribonianismo. In esso si percepisce netta la preparazione ad una svolta del pensiero giuridico. La difesa del mos italicus e i dialogi di Alberico Gentili: i "barbari" rispondono alle accuse umanistiche. Da parte sua il MOS ITALICUS, che comunque in Italia e in Germania andava continuando impavidamente a predominare, non rimase senza robusti paladini. Gli esponenti del tradizionale metodo del commento trovarono il massimo difensore nel giurista italiano ALBERICO GENTILE. Neisacrificare la sostanza del diritto romano per seguire un metodo interpretativo diverso.ridurre la scienzagiuridica ad un preziosismo teorico praticato da esigua casta di eruditi. Nei tribunali, secondo il Gentili, non serviva tanto l'ornamento storico-filologico, ma un robusto e realistico sensogiuridico che permettesse di comprendere la norma nella sua pratica funzionalità è che desse la possibilità algiureconsulto di risolvere secondo giustizia il caso concreto. In sostanza, al Gentili, l'atteggiamento dei Culti appare alquanto unilaterale. Accettare un metodo che svigoriva il corpusiuris, isolandone varie parti e facendone così risultare antinomie e lacune anziché colmarle significava, per lui, avviarsiverso un avvenire di incertezze. La sua opera viene definita "un grido di allarme". In egli vige quello "spirito di sistema", una sorta si senso praticospiccatamente conciliativo del mos italicus che non sarà senza peso nel fenomeno di persistenza in Italia dello stesso mositalicus. Lo stessosenso pratico e professionale alitante nel mos italicus impedì l'accoglimento della tesi degli Umanisti e, talvolta, furono gli studenti stessi ad esigere l'insegnamento del metodo bartolistico contestando quello svolto secondo il mos gallicus. Questo si ritiene sia stato un metodo per il diritto teorico contrapposto all'opera pratico-giuridica del mos italicus. Questa contrapposizione tra teoria e pratica è, tuttavia, superficiale e non spiega a fondo perché in nessuna nazione europea il mos gallicus si sostituì in toto al mos italicus. Perché? I programmi dell'umanesimo, nato sulle rovine dell'universalismo politico e religioso del Medioevo, erano solidali con le ideologie accentratrici dello Stato assoluto e con quello della riforma protestante e miravano all'unificazione dei diritti nazionali perseguita con un'operazione filologica di storicizzazione del diritto romano. Storicizzazione che, valorizzandoli.elementi giuridici nazionali rafforza lo Stato unitario: la filologia era, così, utile alla politica; per cui l'espulsione di parti del diritto romano era a vantaggio delle normative indigene. Tali programmi, proiettati in Italia, risultano però impensabili così come il mos italicus appare preminente. Questo perché la frammentazione in principati, repubbliche e domini stranieri si riscontrava anche nel diritto che mancava di ideologia unitaria né tantomeno i singolo ordinamenti avevano la forza di realizzare un'unificazione giuridica capace di prescindere dal diritto comune. Nell'assenza di un tribunale centrale superiore ed operante indipendentemente dal diritto locale, anzi, era unicamente il diritto romano, come diritto comune vigente in più principati, ad assicurare una certa uniformità giuridica. Simile la situazione dell'area germanica, di particolarismo giuridico e politico in cui il diritto romano e lasuainterpretazione italiana vennero recepiti in blocco costituendo il diritto secondo cui il Tribunale camerale giudicava:anche qui il diritto romano fu diritto comune unificatore, dipendente dall’opera del mos italicus.Nella stessa Francia non fu senza peso l’operato di giuristi dall’orientamento pratico o bartolista né mancarono giuristiculti che sapessero maneggiare perfettamente il mos italicus.Alla luce di ciò i conflitti che, a fondamento, ponevano la contrapposizione di teoria e pratica favecano perdere le vereproporzioni dello scontro tra i metodi. Venne addirittura sostenuto che uomini come il Gentili combattevano per unacausa sbagliata perché non capivano il significato della ricostruzione che i Culti volevano fare per rispondereessenzialmente ad un’esigenza loro e del loro tempo, non universalistica ma nazionale.Tale incomprensione poteva non giustificarsi alla luce del fatto che i tempi lavoravano più per le idee.

umanistiche; lo era, invece, se visto dai rispettivi punti di vista: quello del Gentili che conoscendo la situazione italiana non poteva obiettivamente intendere e quello degli Umanisti che non comprendevano la vitale funzione del metodo bartolistico né il genio da cui scaturiva. Il filone sistem

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Publisher
A.A. 2012-2013
41 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeria0186 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto medievale e moderno e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Catanzaro - Magna Grecia o del prof Errera Andrea.