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Le fonti
Una fonte è un elemento materiale del passato, un dato obiettivo creato da esseri umani; per esempio una lettera o un vaso di argilla. Ma tale elemento non è di per sé stesso una fonte. Esso può essere detto un residuo del passato o un oggetto di fonte. Se il residuo deve ottenere lo status materiale di fonte, esso deve essere una prova del passato, deve dirci qualcosa su questo. È lo storico che trasforma il residuo in una fonte mediante la sua interpretazione. Ponendogli quesiti partendo da un'ipotesi particolare, lo storico "costringe" la fonte a sprigionare un'informazione.
Diversamente dal residuo la fonte, non è un elemento materiale, ma deve essere considerata come informazione che ne è stata ricavata. L'informazione ottenuta dalla fonte, e in tal senso la fonte stessa, diventa un gioco reciproco fra l'oggetto-fonte e lo storico, un incontro fra passato e presente. Ne segue che mentre
L'oggetto-FONTE è fisso, proprio la stessa FONTE può fornire informazioni diverse e forse contraddittorie. "La SdS continuerà a dipendere dalle FONTI disponibili al momento, ma la corretta valutazione e l'uso delle FONTI, dipenderà dall'abilità dello storico nel fare ricerca critica storica".
Certe fonti sono relazioni sul passato scritte con lo scopo di dire qualcosa su quel che una volta fu il presente; o sono dirette ai contemporanei, o più raramente, a generazioni future. Le fonti come queste che intenzionalmente forniscono testimonianze, si dicono FONTI ELOQUENTI o SIMBOLICHE.
In contrasto con queste, le FONTI MUTUE o NON SIMBOLICHE che sono quelle che danno informazioni soltanto non intenzionalmente o involontariamente. Le fonti SIMBOLICHE e NON SIMBOLICHE sono create da esseri umani ed è non è molto nitida la loro linea di separazione.
Tipiche FONTI SIMBOLICHE: Lettere, taccuini, bibliografie, manoscritti,
riviste a stampa periodica, appunti di• laboratorio, opere a stampa, biblioteche degli scienziati del passato; altro materialeSCRITTO o iconografico (illustrazioni, carte, mappe, diagrammi).A differenza delle fonti non simboliche, esse possono contenere valutazioni sulla situazioneesistente all’epoca in cui sono state scritte. Le fonti che hanno maggior importanza per la storia,appartengono a questo gruppo.
Tipiche FONTI NON SIMBOLICHE:
Strumenti scientifici• Collezioni naturalistiche•Mauro Crippa (matricola 613535) Pagina 8 di 8
Attrezzi e macchine• Edifici e costruzioni•
Esse possono fornire preziose indicazioni sugli aspetti sperimentali e tecnici della scienza, aspettiche facilmente possono essere sottovalutati, se lo storico si fida solamente di fonti scritte.
L’obiettivo dell’analisi fondata su fonti, è quello di determinare se esse siano attendibili oppure no.
In tale contesto si usa far distinzione fra FONTI PRIMARIE e FONTI
Per FONTI PRIMARIE si intende una fonte che proviene dal tempo del quale essa fornisce informazioni: come tale essa ha una connessione diretta con la realtà storica. Consente la ricostruzione del patrimonio di conoscenze, studi e attività di uno scienziato o istituzione:
- Libri e articoli pubblicati su periodici, atti di accademie e società scientifiche etc.
- Le carte private, manoscritti, corrispondenze, diari, disegni e carte.
- Fonti d'archivio, carte ufficiali che possono aver riguardato l'attività di lavoro dello scienziato.
Una FONTE SECONDARIA, proviene da un periodo più tardo di quello per cui serve da fonte. Sono gli studi che, basandosi sull'analisi delle fonti primarie, si occupano di singoli scienziati o dello sviluppo di alcune scienze e tecniche in un determinato periodo storico.
Si vuole ancora ribadire che la distinzione tra fonti primarie e secondarie non è così netta; poiché
distinzione tra FONTI PRIMARIE e SECONDARIE, si applica solo alle FONTI di tipo SIMBOLICO. Una fonte è tale soltanto in un contesto storico preciso, lo stesso oggetto della fonte può costituire tanto una fonte primaria quanto secondaria, a seconda dell'uso che se ne fa! Un altro modo di classificare le fonti è la distinzione tra FONTI PERSONALI e FONTI ISTITUZIONALI. Queste a loro volta si possono distinguere in: CONFIDENZIALI = lettere, diari, giornali di laboratorio, manoscritti, interviste, questionari e protocolli, rendiconti, registri di istituzioni. PUBBLICHE = articoli, libri, autobiografie, giornali, relazioni ufficiali e bibliografie. Il valore delle fonti CONFIDENZIALI (non pubbliche), dipende dalle vedute e dagli interessi dello storico. Per quanto riguarda gli aspetti cognitivi della scienza, le fonti non pubbliche avranno una priorità assoluta. Ma ciò non vale se lo storico è ad esempio focalizzato sulla scienza.comefenomeno sociale. Con questa prospettiva, taccuini, note di laboratorio, manoscritti saranno ingran misura irrilevanti. Il fatto è che queste fonti sono mezzi privati, e pertanto hanno poco a chedire con la storia sociale della scienza. Un manoscritto noto solo all’autore, non può avere avutoun’influenza sociale sull’evoluzione della scienza! Lo storico sociale si concentrerà quindimaggiormente su fonti PUBBLICHE. In generale, la storia sociale, richiede un approccio piùcomplesso e diverso da quello della storia intellettuale. Lo storico sociale, avrà da esaminare nonsoltanto gli attori (gli scienziati), ma anche il loro pubblico!INTERPRETAZIONE DELLE FONTIÈ di fondamentale importanza la selezione e la valutazione dei materiali delle fonti, anche inrelazione alla tipologia e ai diversi livelli di comunicazione.Le dichiarazioni pubbliche e le affermazioni private degli scienziati vanno valutate alla lucedi una loropossibile alterazione in funzione di un particolare obiettivo (ad esempio la carriera, l'avanzamento sociale, il consenso politico, questioni morali, etc.). È spesso impossibile fare SdS non tenendo conto dei molteplici condizionamenti economici, ideologici e soggettivi a cui è sottoposta la ricerca ("storia esterna"). Le fonti contraddittorie (idee diverse e spesso contrastanti sul medesimo processo scientifico) esprimono la complessità delle vicende storiche che portano a rilevanti eventi scientifici. Diffidare delle ricostruzioni storico-scientifiche troppo lineari: una storia comparata delle scienze e delle tecniche, oltre a fornire un'immagine articolata e corretta, permette un approccio critico, basato sulla consapevolezza della tortuosità del procedere della ricerca e dell'elaborazione delle teorie, contro le tentazioni ad adottare modelli assoluti e rigidi. Non esistono fonti "neutrali": Questione della diversafonte ha un’origine, una ragione d’essere, un significato…Mauro Crippa (matricola 613535) Pagina 9 di 9 accessibilità delle fonti Problema della eccessiva quantità e della difficile verificabilità delle fonti Importanza dell’acquisizione degli strumenti interpretativi di base (lessicali, filologici, iconografici, paleografici,...). METODOLOGIE DI RICERCA Il processo di ricerca storica comincia con l’individuazione di una situazione problematica. Lo storico sceglie tale situazione, tale problema, in relazione al suo desiderio di occuparsi di un soggetto particolare. Egli pone i quesiti sul soggetto, costruisce un’idea di quel che desidera sapere. Tali quesiti conducono naturalmente a fonti particolari, che potrebbero forse essere idonee a rispondere alle domande. La situazione di partenza del problema si trasformerà mediante il processo di ricerca, in parte in conseguenza dello studio delle fonti. Innanzitutto bisogna reperire edidentificare le fonti riguardanti il problema proposto. Ciò può richiedere una dura fatica. Spesso è buona idea prendere le mosse da fonti secondarie, in particolare da lavori che altri storici hanno scritto sugli stessi argomenti; in tal modo ci si può risparmiare una lunga ricerca di consultazione. Qualunque sia l'approfondimento delle fonti, tuttavia lo storico non riuscirà mai a fondare uno studio su tutte le fonti attinenti. È impossibile sapere se un'informazione rilevante possa trovarsi in fonti che non sono state consultate. Una volta scelte le fonti, lo storico dovrebbe sin dall'inizio, verificare la loro autenticità. In altre parole egli dovrebbe prestare attenzione all'eventualità che esse potrebbero essere state falsificate. Criticismo Storico è il processo di analisi critica delle fonti eseguito per stabilire la loro autenticità e attendibilità. L'informazione presentata è
di solito la versione che l'autore fornisce della realtà. Occorre analizzare i motivi che l'autore aveva per scrivere sull'argomento; stabilire la motivazione della fonte. A chi era rivolta originariamente? In quali condizioni è stata scritta? E soprattutto si deve confrontare l'informazione contenuta nella fonte, con altre testimonianze riguardanti lo stesso evento; in particolare si deve confrontare con altre fonti! Alla luce di quanto esposto, sono possibili le seguenti considerazioni: La storia 'oggettiva', cioè tutto ciò che è realmente avvenuto, nella sua completezza, sarà sempre al di fuori della nostra comprensione. La storia che fa lo storico è solo il prodotto di una ricerca che implica selezioni, interpretazioni e ipotesi sui vari tipi di fonti disponibili. Quindi vanno considerati: 1 - il problema dell'obiettività della ricerca storica 2 - il problema delle fonti.Quanto si può essere obiettivi nella ricostruzione di un fatto scientifico?
LA STORIA PER "IPOTESI" o "IPOTETICA"
Quando si usa:
1. Esiste una situazione analoga a quella di alcune scienze: la storia umana come la storia naturale (in particolare paleontologia, geologia e parte dell'astronomia...), non è direttamente osservabile nel suo svolgersi, ma è solo "ricostruibile per ipotesi". Quando mancano completamente alcuni elementi per la ricostruzione storico-scientifica (fonti) oppure essi sono fortemente incompleti.
Perché si usa:
1. Per comprendere l'importanza degli elementi di casualità e le connessioni causali tra gli eventi che hanno portato a momenti importanti nella SdS si può utilizzare la "storia ipotetica". Esistono però alcune correnti di pensiero, che hanno una concezione negativa nei riguardi dell'utilizzo della storia ipotetica. Secondo queste teorie, gli eventi storici,